Il mondo tra le mani, il mondo via dai piedi

di OperationFailed
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Nickname: OperationFailed
Titolo: Il mondo tra le mani, il mondo via dai piedi
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes, Mary Morstan
Rating: Pg13
Avvertimenti: slash
Conteggio parole: 281 ( fiumidiparole )
Note:  partecipa allo sherlockfest_it
Riassunto/Prompt: John/Sherlock, John/Mary, 'La vita ti offre cose straordinarie, che non puoi possedere, ma solo amare. Altre che ami, perchè ti appartengono.'
Disclaimer: I personaggi di John Watson e Sherlock Holmes non mi appartengono, per loro fortuna, in quanto sono stati ideati da Sir. Arthur Conan Doyle (senza il quale noi non saremmo qui a consumarci cuore e cervello) e BBCizzati (fidatevi, che esiste) dai santi Moffat e Gatiss. Questa fanfiction non è a scopo di lucro  e non intende offendere la sensibilità di nessuno.










Sente il mondo tra le mani, quando la stringe a sé respirandole nei capelli, perché Mary è tutto ciò che gli appartiene, tutti i ricordi profumati e le fotografie consumate.
Mary è quando il giorno sbadiglia e prega tutti di andarsene a dormire.
Mary è la schiuma del mare in cui affogare i problemi, legarli ad uno scoglio e voltare loro le spalle.
Mary è pozzanghere in cui saltare e ridere fino a stare male, così inzaccherati da non essere riconoscibili nemmeno dalla mamma, che poi sgriderà e farà la voce grossa e dimenticherà tutto dieci minuti più tardi.
Mary è il bambino tutto zaino e gambette che non tiene per mano che un paio d’occhi opachi.
Mary è quando ancora c’erano i baci della mamma sulle ginocchia sbucciate ed è le lacrime mandate via a suon di carezze.
E’ per questo che amarla è naturale quanto vivere, quanto ricordare un mucchio incredibile di cose che quasi sembrano far parte della vita di qualcun altro. Basta sentirsela intorno e rubarle respiri.




Sente il mondo scappargli via da sotto i piedi quando gli si stringe addosso.

Sherlock non è profumo di bucato, non è panni stesi al sole dell’Hertfordshire e non è vento che pulisce i cieli sporchi del mondo.
Sherlock è caccia e adrenalina e mani ruvide e respiri a metà.
E’ fragore di bomba ed istinto felino, caos emotivo che brucia in gola come carta vetrata.
E’ silenzio che esplode e vomita pezzi d’argento.
Sherlock è la cintura dell’auto che si è scordato di allacciare.
E’ per questo che amarlo è assurdo quanto nascere due volte, quanto precipitare in un sogno e accorgersi di non volersi svegliare.
Non basta sentirselo intorno e rubargli respiri, in quegli occhi d’inverno
bisogna lasciarsi affogare.










-
Se non avete capito niente, non preoccupatevi. Non c'è nulla che non vada in voi, è tutto nella mia testaccia.
A grandi linee, la spiegazione è la seguente.
Sappiamo che Watson - almeno nel canone - è solo, senza genitori e con un fratello ormai perso da tempo.
In questa fic è lo stesso, anche se viene messa in luce più che altro l'assenza della madre, morta quando John era a malapena un bambino.
All'inizio la mamma c'è e rimprovera troppo bonariamente John quando torna a casa pieno di fango, poi rimangono solo gli occhi tristi di Harry e una vita che deve trascinarsi avanti anche se c'è un assenza grande quanto un buco nero. Forse è anche perché Mary (almeno nella mia personalissima idea) è una donna materna e piena di dolcezza, che a John è così semplice amarla. Forse ritrova in lei un po' del calore che si era spento troppo presto. Comunque, Mary gli appartiene veramente, ed è forse proprio questo che gliela fa amare.
Per Sherlock è tutto un altro paio di maniche. Come avrete notato, ho riutilizzato alcune frasi e alcuni modi di costruirle, proprio per evidenziare in maniera ancora maggiore il contrasto tra Mary e Sherlock, tra i loro modi di essere amore per John.
Se Mary è certezza e quiete, Sherlock è fuga e continuo sconvolgimento.
Non potrà appartenergli mai, ma questo non gli impedirà di amarlo.
Note sconclusionate a parte (come se la fic invece avesse molto più senso), ringrazio chiunque abbia letto questa o le precedenti storie.
Crazie attutti!




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