Wolfstar
Scopa
Remus non
amava particolarmente volare; non su
quelle scope, almeno.
Aveva
cavalcato un Ippogrifo ed un Thestral
quell'anno, durante le lezioni di Cura delle Creature Magiche, e aveva
adorato
la sensazione del vento contro il viso e tra i capelli. Ma in ogni caso
si
teneva stretto ad un animale, sotto di lui, non ad un freddo e morto
manico di
scopa incantato.
Quel
giorno, però, Sirius pareva davvero
intenzionato a darlo volare con lui, nel campo di Quidditch. Non capiva
proprio
come fosse possibile che il suo
ragazzo potesse
aver paura di una cosa
meravigliosa come il volo su un buon manico di scopa; era quasi imbarazzante,
per lui.
Lo
aveva trascinato per tutto il parco, portando
in spalla i due mezzi di trasporto che avrebbero usato, senza prestare
ascolto
alle lamentele di Remus. Non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo:
doveva
riuscire a far innamorare il licantropo delle scope.
Arrivati
a destinazione, tra un bacio e un
pizzicotto riuscì a trascinarlo negli spogliatoi di
Grifondoro. Gli fece
cavalcare la sua scopa, prima di azionare la porta che dava sul campo
con un
colpo di bacchetta.
Sorridendogli
furbescamente, Sirius si gettò nel
vuoto. Remus, senza pensarci, gridò il suo nome e
saltò a sua volta fuori dallo
spogliatoio, a cavallo della vecchia scopa che l'altro gli aveva
affidato.
Sentì la sua risata – così simile ad un
latrato – pochi attimi più tardi,
quando Sirius planò alle sue spalle con un un'espressione
più che soddisfatta
sul volto radioso. Remus masticò un insulto nei suoi
confronti, stringendo la
presa sulla scopa, e lasciò che il ragazzo lo affiancasse e
lo guidasse in
alto, fuori dal campo, a sorvolare Hogwarts e il suo parco. A dispetto
di poco
prima, Remus si sentiva al sicuro. Erano davvero in alto, ma non aveva
paura di
perdere la presa sulla scopa; se anche fosse successo, Sirius non
l'avrebbe mai
lasciato cadere.
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