tutto così perfetto

di Jamin_a
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Capitolo 3 : il fantasma di Irene Adler
Pov Watson


 

Furono mesi molto difficili quelli dopo la morte del mio migliore amico. Di notte spesso mi svegliavo di colpo, con le lacrime agli occhi e il ricordo troppo vivo dell’incubo che mi perseguitava, lo vedevo cadere nelle cascate, lo vedevo cadere e morire e io non potevo cambiare le cose. Ma la mia situazione non era la peggiore, certo soffrivo moltissimo e mi sentivo un buco grosso dentro, un vuoto che nessuno avrebbe più riempito, avevo perso più di un amico, avevo perso un fratello, comunque la mia vita continuava, dopo circa due mesi ripresi il mio lavoro. Quella che mi preoccupava era Irene. Lei cadde in una profonda depressione, per almeno quattro mesi quasi non si mosse dal letto con lo sguardo perso nel vuoto. Non parlava praticamente mai e mangiava pochissimo. Un giorno mi decisi che non poteva andare avanti così. Lei era sempre stata una donna piena di vita, allegra, sempre con il sorriso sulle labbra e ora non la riconoscevo più. Quello che vedevo era il fantasma della mia amica Irene Adler. Entrai in camera sua. Come al solito non mosse un muscolo quando entrai, sembrava una statua. Mi inginocchiai accanto al letto in modo che il mio viso fosse all’altezza del suo. Le presi la mano. “Hei Irene..” i suoi occhi solitamente truccati alla perfezione erano rossi e gonfi da notti insonni passate piangere. “… che ti è successo?...” come una ragazza così solare come Irene poteva finire in quella situazione? “.. lui non lo vorrebbe..tutto questo dolore.. non lo vorrebbe.. ti amava” una lacrima scese dagli occhi della ragazza e io cercai di trattenere le mie, Holmes è sempre stato un punto fisso nella mia vita, come un fratello, e ora non c’era più. “Io lo conoscevo da anni e mai l’ho visto felice come quando stava con te, mai l’ho visto guardare una persona come guardava te, ti amava.. e di certo non avrebbe mai, mai, voluto vederti soffrire così a causa sua.” “È colpa mia John. È tutta colpa mia. Io l’ho ascoltato senza neanche protestare e ti ho seguito. Se fossi rimasta …” da qui tutto fu più chiaro,ecco il motivo per cui lei non riusciva a vivere dopo la morte di Sherlock, non solo perché aveva perso il suo unico vero amore, ma anche perché si sentiva in colpa dell’accaduto, no, non doveva sentirsi in colpa, non era affatto colpa sua. Era tutta colpa di quel mostro di Moriarty, oh se non avesse fatto la fine del mio amico quel giorno gliela avrei fatta pagare molto cara. “No Irene,  tu non devi sentirti in colpa! ma non devi neanche lontanamente avere questa idea.” “Lo pensi davvero?” “Certo che lo penso davvero!tu non avresti mai potuto immaginare ciò che sarebbe successo!” appoggiò il viso sulla mia spalla e cominciò a piangere e io la stinsi tra le braccia, quando le sue lacrime si furono calmate le proposi una passeggiata, doveva uscire un po’da quella casa. Doveva tornare la vecchia Irene. 
 





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