Thief Lo_oks
Dedico la fanfiction a Il_Genio_del_Male che mi ha supportata chiedendomi di terminare questa piccola follia *-*
Thief Lo_oks
Prima Parte
Smile, God Evil! Smile~ ♥
Uno
splendido pomeriggio di sole li aspettava al parco, uno di quei
pomeriggi in cui il cielo azzurro è intervallato da morbide
spruzzate di nuvole candide.
Colin pensò che non c'era di meglio dello spettacolo offerto dalla natura.
Poi si corresse, riflettendo che sì, c'era di meglio. E quel meglio
stava camminando accanto a lui, con le mani affondante nelle tasche dei
jeans su cui svettava il rigonfiamento del cellulare, e l'adorabile muso tuffato sotto una sciarpa.
Una sciarpa grigio-verde che gli aveva regalato lui, per inciso, un Natale fa.
Era piuttosto contraddittorio accostare una giornata di sole ad un Bradley imbacuccato alla bell'e meglio.
Ma forse bisognerebbe precisare che sebbene il sole stesse sorridendo
alle due figure che stavano percorrendo la stradina principale del
parco, il mese di Dicembre non offriva certo un confortante calore.
Gli abeti del parco immersi per metà nella soffice neve
presentavano delle lucine spente, che quella notte, la notte di Natale,
avrebbero offerto uno spettacolo eccezionale.
Perché Colin e Bradley si erano allontanati dal luogo delle
riprese, lasciando il cast a sbrigarsela sui preparativi della festa di
quella sera? Festa che, per inciso, avrebbero passato assieme
probabilmente rivedendo qualche puntata della nuovissima quarta serie,
inedita -sebbene, fortunatamente, ancora per poco- in tutto il mondo.
Con un sorriso sbarazzino il moro pensò a quando durante la
festa dell'anno prima Anthony si era ubriacato iniziando a cantare in
modo stonato e ballando un po' con Kathie e un po' con Richard. Ad
Angel che si era messa a miagolare e ridere senza un motivo apparente,
e a Bradley che agitava una pentola come se fosse una spada.
Colin ricordò perfino quando gliel'aveva puntata al collo
sillabando "Ti dichiaro colpevole in nome del principe Arthur" al quale
il più giovane aveva replicando facendo scattare un sopracciglio
verso l'attaccatura dei capelli.
Il biondo amico era poi scoppiato a ridere, forse più per la sua
reazione che per altro, e Colin era stato costretto a reggerlo per
evitare che cadesse a terra.
Gli nasceva spontaneo un sorriso ogni volta che pensava a quei momenti.
Quando ancora la sua mente era sana e non lo tormentava con immagini e fantasie che decisamente non avrebbero dovuto stabilire di trasferirsi nel suo cervello.
Quando ancora il suo cuore non faceva le capriole ogni qual volta quell'idiota e stupidissimo biondo incontrava il suo sguardo.
Quando ancora la sua pelle non rabbrividiva al suo tocco.
Aveva sempre considerato Bradley un amico… forse il migliore che avesse mai avuto.
Non solo perché con lui si sentiva libero di essere se stesso,
senza riserve, ma anche perché -e soprattutto- il biondo era
forse l'unico del gruppo che riuscisse realmente a capirlo.
Colin era considerato da tutti un mistero, un grattacapo, un'incognita,
dalla battuta aspra ma i modi senza dubbio gentili, che però
teneva ogni suo pensiero o considerazione per sé.
Angel aveva osato ammettere che era come se si fosse costruito un muro
attorno. Un muro invalicabile. Ma gli voleva bene lo stesso.
A dire il vero non era precisamente esatto… Brad non si era
lasciato intimidire da tali constatazioni e coi suoi modi solari e
sì, effettivamente buffoni, era riuscito a oltrepassare quella corazza e raggiungere il suo vero essere.
Colin odiava questo di lui. Odiava il dannato modo in cui il biondo riusciva a leggergli dentro anche solo con uno sguardo.
E sì, odiava quello sguardo.
Odiava il modo insistente con cui quegli splendidi
occhi azzurri si puntavano su di lui durante le interviste, e non lo
mollavano un attimo, ritirandosi solo quando finalmente si voltava a
guardarlo.
Brad era incomprensibile e dannatamente sfuggente.
Colin odiava anche il modo in cui il proprio cuore iniziava a
bruciargli ogni volta che percepiva quello sguardo azzurro addosso.
Lui e Brad avevano sempre avuto un rapporto speciale, unico, e molto
stretto, sicuramente più di quello tra Arthur e Merlin nella
serie.
I produttori della BBC erano entusiasti del fatto, perché
ritenevano che così sarebbe risultato più naturale
recitare. Perché la loro amicizia era sincera.
Non che Colin comprendesse a pieno le reazioni del suo corpo: Brad era solo un amico, e soprattutto, era un ragazzo.
Quello che provava era sicuramente un profondo turbamento, ma niente a
che fare con quella parolina iniziante per C e terminante con OTTA, che
molte fan slasher sostenevano.
A dire il vero inizialmente rideva ogni volta che qualcuno citava fan
fiction, disegni e quant'altro che vedessero lui e il somaro come una
coppia.
Poi, un grigio venerdì sera di Novembre, stava aspettando che
finisse il conto alla rovescia di Megavideo che recitava il consueto
"Hai già guardato 72 minuti oggi". Aveva promesso ai produttori
che avrebbe visto in streaming le puntate di Primeval, tanto per
conoscere il lavoro precedente della BBC, e in quell'istante si era
trovato a pensare, così, per puro caso, che Bradley in quello
stesso momento sicuramente stava guardando le puntate della quarta
stagione di Buffy, la sua preferita.
E così, navigando su internet, era incappato in una fan fiction
che ritraeva una storia romantica tra lui e Bradley… già,
non Arthur e Merlin, ma lui e Brad.
Entrando nel sito delle fan fiction aveva scoperto che ve n'era un
numero incalcolabile dalle tematiche slash con protagonisti lui ed il
suo amico; e con le orecchie più rosse di un pomodoro nel
cogliere qualche "frase a luci rosse" tra le descrizioni di ogni
singola storia, aveva cliccato sulla x rossa della finestra per
chiuderla, rimanendo a fissare inebetito lo schermo del suo Mac.
E come se ciò non bastasse lo schermo del suo computer presentava una foto in cui lui e Brad facevano delle smorfie.
A quel punto l'aveva spento, e… al diavolo Primeval!
Prima di quel giorno non aveva mai preso in considerazione l'idea che
lui e l'asino potessero davvero stare assieme, come coppia si intende.
Erano amici, e questo bastava.
Amava passare tempo con lui, si divertiva parecchio e dimenticava tutte
le preoccupazioni. Si capivano con uno sguardo, i loro sorrisi erano
sincronizzati e i loro scherzi facevano uscire di matto Angel.
La loro complicità era stata compresa da tutti nel cast: ormai
li definivano praticamente 'inseparabili' anche perché, nelle
ore di pausa, li trovavano quasi sempre assieme, solo ogni tanto anche
con la compagnia di Angel e Katie.
Ma poi Brad aveva detto quelle cose… aveva ammesso che lui, Colin, era speciale.
Era il miglior complimento che gli avessero mai fatto e il moro fu
certo di ammettere che nessuno, mai, gli avesse detto una cosa del
genere.
Per non parlare della gelosia dimostrata dal somaro nei confronti dell'amore giurato dalle fan per lui.
"Oh Colin, oh quanto è adorable Colin! E nessuno che si preoccupi mai di Bradley?"
E poi non faceva altro che parlare bene di lui, di addossargli pregi e
qualità che lo stesso Colin non aveva mai notato di possedere.
A volte pensava che l'amico fosse anche fin troppo gentile con lui… quasi temeva di poterlo deludere.
E così nascondeva l'imbarazzo con battute come "mi maltratta sempre, anche nella realtà".
Non che fossero lontane dalla verità.
Le torture di Brad però non erano fisiche, quanto piuttosto
psicologiche: aveva infatti la straordinaria capacità di
trascinarlo perfino nelle situazioni più assurde, come quando
saltellando come un bambino aveva convinto lui, Katie ed Angel a salire
sulle montagne russe, e per poco non era caduto a terra scendendo, con
lo stomaco in gola.
Dopo quel giorno Colin aveva promesso che non ci sarebbe più
salito, perché preferiva mantenere i suoi organi interni al
proprio posto, e Bradley -stranamente- non aveva avuto nulla da
ribattere.
Un tacito accordo, quello, certamente raro per uno come Brad che aveva
quell'insopportabile abitudine di ottenere -volenti o nolenti gli
altri- l'ultima parola.
Ora, da tutta questa descrizione si potrebbe pensare che Colin non
sopportasse il suddetto biondo, ma questa era solo la copertura che si
era creato attorno.
Perché preferiva insultarlo e criticare i suoi difetti piuttosto
che meditare sul perché, negli ultimi tempi, aveva il vizio di
specchiarsi sul vetro della finestra della sua camera d'albergo e
sistemarsi i ciuffi di capelli prima di uscire con lui per qualche
passeggiata, scherzo o scorribanda.
C'era chi si chiedeva come facesse a sopportare l'irrefrenabile spirito
di Bradley, assecondandolo in tutte le follie che ponderava.
E Colin non sapeva cosa rispondere: già, perché lo
faceva? Gli altri membri del cast adoravano Bradley, certo, -era un
tipo molto alla mano, almeno a detta di quasi tutti-, ma alcuni (Angel
specialmente) si innervosivano presto del suo carattere esuberante.
Non che Colin fosse da meno… se avessero scoperto che la maggior
parte delle volte la mente degli scherzi era la sua, probabilmente non
l'avrebbero più guardato con quella sorta di tenerezza che
riservavano solo a lui, come a voler dire "ma guarda quanto sei dolce
ed innocente, perché ti fai guastare da quel pazzoide del tuo
amico?".
«E' bella quest'aria fresca, vero, amico?»
Colin si riscosse dai suoi pensieri, riportato violentemente alla realtà dalla voce del diavolo travestito da angelo.
Si voltò a guardarlo, ostentando l'espressione più
spensierata che riuscì ad assumere, e lo vide con lo sguardo
perso all'orizzonte, le palpebre socchiuse per il freddo.
«Sì, è piacevole, specialmente se hai in mente di ibernarti.»
Brad sorrise e Colin distolse lo sguardo, mentre il suo stomaco si agitava spudoratamente.
Sta' fermo, dannazione!
«Veramente una bella arietta…» commentò il
biondo «ci voleva questa passeggiata, almeno potremo assaporare
aria pura.»
«Almeno?»
«Dubito che stasera penseremo ad altro se non al vino.»
Merlin sorrise pensando alla scena dell'anno prima, poi però
cadde un nuovo silenzio. Sentì di nuovo quella familiare
sensazione di due occhi blu puntati sulla sua nuca, ma finse di non
farci caso e continuò a guardarsi le converse mentre camminavano
nel vialetto spalato dalla neve.
«Colin?»
«Mmmh?»
«C'è qualcosa che non va?»
«No, va tutto be-»
«Stai sicuramente pensando a qualcosa.»
Colin era indeciso se ridere o sollevare un sopracciglio: ma il suo
corpo si rifiutò di riflettere e fece entrambe le cose.
«Brad, tutte le persone normali pensano. Oh, aspetta, ovviamente non parlo di te.»
«Io sono speciale.»
Altra capriola da parte del suo stomaco: di nuovo
quell'aggettivo… ma perché Brad era così
dannatamente insopportabile?!
«E comunque pensavo al perché oggi non hai voluto la compagnia della tua inseparabile telecamera.»
«Oh ce l'ho nella borsa, se vuoi posso prenderla!» si
illuminò Brad, per poi ridere scrutando la sua espressione
spaventata. «Volevo stare solo in tua compagnia.»
Idiota, idiota, idiota! Non dire queste cose imbarazzanti!
Colin si schiarì rumorosamente la gola per non ascoltare
la voce della sua coscienza e con fare distratto guardò l'amico.
«Potresti partecipare a qualche programma comico, dico sul serio,
hai un gran talento! Ma come bugiardo fai pena Bradley James alias
futuro erede al trono di Camelot.»
«Taci, Merlin!» replicò quello, sottolineando il
nome con un'espressione ironica «Stai parlando col principe
Arthur, mostra un po' di rispetto!»
«Scusate, maestà!» Colin fece un buffo inchino,
senza abbandonare il sorriso. «Non mi manderete alla gogna per
così poco, spero!»
«Per questa sera ti perdono!» e il biondo mosse una mano
come per scacciare una mosca. «Ma quando torneremo in albergo ti
sottoporrò ad un'irremovibile punizione!»
E lo guardò… uno sguardo malizioso.
Le orecchie di Colin presero fuoco, e il moro dovette convogliare tutta
la sua forza di volontà per non ascoltare la sirena che aveva
iniziato a suonare e lampeggiare nella sua testa recitando "Allarme:
discorso pericoloso, discorso pericoloso!".
«Emh… che genere di punizione hai… avete ideato, sire?»
«Ti piacerà!»
Non arrossire, Colin, non arrossire!
Non ti ha assolutamente fatto una proposta indecente!
Brad rise, così vicino che Colin sobbalzò col
cuore in gola: quando si voltò a guardarlo lo scorse ridere
apertamente.
«Sarò il tuo incubo peggiore!»
Lo sei già.
«Preparati alla tua fine…»
Fantastico, non posso chiedere di meglio.
«Perché stanotte ho in mente di…»
Oddio, non è quello che penso, vero? Ditemi che non lo è, vi prego…
«Di filmarti con la telecamera!»
Altra risata, a cui Merlin non partecipò perché troppo occupato a sospirare di sollievo.
Okay, una cosa era certa: se da un lato Bradley era solo Bradley -e
quindi un emerito idiota-, dall'altro la propria mente era
completamente andata a farsi benedire.
Già aveva iniziato ad inviargli immagini ben poco caste di
ciò che lui e l'asino avrebbero potuto fare quella notte -ma in
un ipotetico mondo immaginario che non ci sarebbe mai stato e che non
ci sarebbe dovuto mai essere- .
I suoi neuroni erano andati in letargo, o in vacanza o… in manicomio, più probabilmente.
Perché non era mica normale riscontrare frasi maliziose in semplici battute da amici!
Doveva smetterla di attribuire certe sensazioni -a cui non voleva assolutamente dare un nome- al volto del biondo amico!
Continuarono a camminare, l'uno ancora con le labbra increspate in un
sorriso per la recente battuta, l'altro intento a maledire le funzioni
del suo cervello, meditando se fosse il caso di farsene trapiantare uno
nuovo e, per lo meno, sano.
«Sei adorabile quando ti spaventi, Colin.» ammise ad un
tratto il più grande, senza guardarlo, e senza abbandonare il
sorriso.
Colin alias Merlin si costrinse a non rendere i suoi zigomi dei
pomodori maturi e fissò la punta bianca delle sue scarpe: le
converse usate erano proprio affascinanti, vero? Avevano quell'aria di
vissuto che le rendeva…
«E le tue orecchie sembrano ancora più grandi.»
«Non ho le orecchie grandi!»
Bradley rise e Colin scosse la testa, senza fare a meno che le sue labbra formassero un piccolo archetto.
Non poteva non sorridere venendo abbagliato da quella dentatura così… splendente.
«Bradley?»
«Oh ti sei svegliato! Che c'è, comunque?»
Il moro prese un grande respiro, imponendosi di guardare tutto tranne il volto dell'amico.
«Perché siamo venuti qui?»
Di nuovo quella sensazione di solletico alla nuca.
«Perché? Beh, perché…» il biondo si
interruppe e Colin fu sicuro di immaginarsi il suo adorabile muso fare
una smorfia.
«Non ne ho idea.»
«Tu sei impossibile!» ed ecco che rideva, e non poteva nemmeno evitarlo.
«Sono un Pendragon, del resto.»
«Oh ma piantala!»
Altre risate, poi di nuovo il silenzio.
«E… Bradley?»
«Sì?»
Nello stesso istante in cui Colin si domandava per quale assurda
ragione lo stesse per dire le parole lasciarono le sue labbra senza il
permesso dei suoi stupidissimi neuroni (a quanto pareva in coma).
«Perché hai scelto di venirci con me?»
«Eh?»
Okay, la frittata era ormai fatta.
Colin si insultò in tutte le lingue del mondo, sebbene ne
conoscesse vagamente due o tre, e scoprì che non era l'unico ad
essersi sorpreso per la domanda.
«Perché sei voluto venire qui con… me?» reiterò, con la voce che tremava leggermente.
Maledetto freddo!
«Come perché? Sei il mio migliore amico, no?»
Voltati, voltati… sembravano urlargli gli occhi di Brad puntati sulla sua nuca.
Colin fu sicuro che, qualche ora dopo, in quella zona del collo avrebbe
trovato una scottatura, tanto era intenso quello sguardo.
Ma non si voltò.
«Sì, certo, ma… beh, sai com'è, i fan parlano e…»
«E tu lasciali parlare.»
Il moro gli rivolse uno sguardo di traverso e lo vide sorridere.
«Oh, non mi dirai che non ti sei ancora abituato a tutte le voci
su noi due lanciate dai fan? Secondo loro stiamo insieme da almeno tre
anni e lo nascondiamo agli altri membri del cast!»
Il più piccolo lo fissò mentre rideva e non seppe cosa dire.
Perché all'improvviso la sua ragione aveva smesso di predicare e
la sua coscienza si era data all'ippica, lasciando il posto ad un
istinto decisamente idiota e fuori luogo.
«Non intendo questo, ma… voglio dire, i fan iniziano a
chiedersi perché non ti trovi una ragazza, ecco.»
«Mmm.»
Colin fece guizzare solo per un attimo lo sguardo su di lui, ma incontrando i suoi occhi lo distolse all'istante.
«Cosa c'entra con te?»
«Beh, come fartelo capire… la gente si chiede
perché tu preferisca uscire con me più che trovarti una
ragazza.»
Si schiarì di nuovo la gola, sentendo le orecchie come se fossero state infornate.
C'era proprio caldo quel pomeriggio!
«E' la gente che se lo chiede o sei tu?» borbottò
Brad con un sorrisetto astuto e Colin spalancò gli occhi,
tornando a guardarlo.
«Perché dovrebbe interessarmi?» provò,
fingendosi indifferente. «Non sono certo uno slasher.»
Brad rise fissando l'orizzonte, poi tornò a guardarlo. Senza che
se ne fossero accorti si erano fermati nei pressi di una panchina.
«Beh puoi dire alla gente, allora, che se proprio volessi
trovarmi una ragazza non avrei difficoltà. Andiamo, guarda
l'orda famelica di fan che mi sbava dietro! Potrei scegliere chiunque
di loro.»
«La modestia non è mai stata il tuo forte, vero?»
«Quella la lascio a te, amico. E comunque, io sto con chi voglio.
Tu sei mio amico e io voglio passare i pomeriggi con te; se ai fan
questo non va bene sono fatti loro.»
«Suppongo di sì.»
Colin scrollò le spalle e riprese a camminare, decidendo di
lasciare a più tardi ogni qualsivoglia riflessione su quelle
parole.
La nuca bruciava particolarmente.
«Beh, andiamo? O ti sei incantato a fissare le mie orecchie?»
«No, ma… mi sono stancato.»
Finalmente, dopo secoli, il moro maghetto si voltò a guardarlo,
un dito sollevato come monito. (e la sua nuca esultò.)
«La tua pigrizia senza limiti è commovente! E sei la
contraddizione fatta ad uomo: andiamo, è assurdo, di giorno sei
il grande Arthur Pendragon senza macchia e senza paura e di sera sei il
Bradley mollaccione che ha bisogno del passeggino per muoversi.»
«E che fa video continuamente.»
«Sì, anche questo!»
Bradley sorrise in quel solito modo storto e Colin richiuse la bocca, con un gran rimestio allo stomaco.
Chi aveva sguinzagliato le farfalle?
«E dai, sediamoci qui un attimo!»
E senza aspettare risposta, il più grande si lasciò
scivolare sulla panchina, senza curarsi del sottilissimo strato di neve
che la ricopriva.
Colin sorrise divertito quando lo vide irrigidirsi e rabbrividire, passandosi una mano sul retro dei pantaloni.
«Accidenti! Le mie chiappe sono una cella frigorifera!»
Si guardarono, poi scoppiarono rumorosamente a ridere.
In quei momenti Colin dimenticava chi era, cosa faceva e perché.
Tempo e luogo erano dettagli insignificanti; ma lui e Brad c'erano, ed
era questo che contava davvero.
Poi si risolse ad imitarlo, curandosi tuttavia di scuotere via il nevischio.
Percepiva ancora addosso quegli occhioni azzurri ma non si voltò.
Rimase a fissare il vuoto, tormentandosi le dita intirizzite.
«Cosa mi regalerai per Natale?» domandò allegro il
biondo, con un ginocchio sulla panchina e l'altro che dondolava.
Colin represse un sorriso al pensiero che in quello stato assomigliava ad un bambino capriccioso.
Ci mancava solo l'irresistibile broncio e sarebbe stata una cornice
perfetta, una di quelle foto d'epoca da inserire in un vecchio album di
pelle sfogliandolo solo in occasioni di nostalgia.
«Oh vuoi davvero saperlo?»
Brad annuì, con gli occhi luccicanti e Merlin assunse un'aria di sfida.
«E va bene... ma avvicinati così non mi costringi a sbandierarlo ai quattro venti.»
Brad eseguì, fino ad arrivare a qualche spanna dal suo viso,
reclinando la testa per sentire meglio e Merlin avvicinò le
labbra al suo orecchio.
«Sorpresa.» sillabò.
Poi scoppiò a ridere e Brad gli rivolse uno sguardo truce.
«Ti convincerò a dirmelo.»
«Nah!» Colin scrollò le spalle, senza abbandonare il
suo sorriso e continuò a fissarsi le dita intrecciate.
Quell'iniziale senso di gelo sembrava essere in parte evaporato: ora si sentiva decisamente molto più a suo agio.
Anche se... ovviamente questo si poteva confermare solo ed esclusivamente nel caso che quei pensieri che-non-avrebbe-dovuto-avere stessero alla larga dal suo cranio.
Il moro si esaminò le dita arrossate per il freddo, maledicendosi per non aver indossato i guanti prima di uscire.
Certo che le sue mani erano proprio ossute, come amorevolmente gli ricordava Brad un giorno sì e l'altro pure.
Forse avrebbe dovuto presentarsi ad un bravo chirurgo plastico e farsi gonfiare di grasso le palme.
Si trattenne a stento dal ridere pensando a due mani larghe come palloni da basket.
Poi la voce dell'asino lo fece trasalire.
Era così... vicina.
«Daaaai, me lo dici?»
«Cosa?» provò, curandosi di non guardarlo: se l'avesse fatto dubitava di poter resistere.
Su di lui il broncio infantile di Brad aveva lo stesso effetto dello
sguardo magnetico del gatto con gli stivali di Shrek, quando i suoi
occhioni grossi come palle da tennis brillavano di dolcezza.
«Cosa mi regali per Natale!»
Colin scosse la testa, con un sorrisetto divertito: e lui che pensava a chissà cosa!
«Ho detto di no... devi solo aver pazienza fino a stasera.»
«Eddai, amico!»
«No.»
«Dai!»
Adesso gli aveva perfino poggiato una mano sulla spalla, scuotendola regolarmente.
Il più piccolo tramontò gli occhi al cielo, lanciandogli una brevissima occhiata.
«Ho detto di no!»
«Dai dai dai dai dai dai!» continuò imperterrito il
biondo continuando a scuotergli la spalla. Poi gli diede un buffetto
sul collo.
Il moro si voltò finalmente a guardarlo, trovandolo corrucciato
come immaginava, solo che aveva un aspetto piuttosto comico e ben poco
infantile con quella barbetta corta.
«No, Brad. Non riuscirai a cavarmi parola di bocca.»
Il nominato assunse un'aria strafottente.
«Sarai costretto a dirmelo perché insisterò fin
quando non lo farai e alla fine sarai così esasperato
che...»
Colin sbuffò, senza darsi per vinto. Brad continuò a
piagnucolare e a scuotergli la spalla e dal suo canto Colin si
limitò a passarsi una mano sulla fronte, come una madre esausta
a che fare con un neonato insopportabile.
Si limitava a sussurrare ogni tanto qualche divertito "no, è
inutile" "basta" "la vuoi piantare?" e... poi Brad si zittì,
finalmente, e smise di tormentarlo.
Ma la sua mano rimase sulla spalla di Colin e questi si chiese per quale assurda ragione non si fosse ancora ritirata.
Sentiva il peso di quel palmo lì, sulla spalla, insieme ad un calore confortante al freddo dell'inverno.
Ma il suo stomaco riprese ad inseguire la propria coda, girando in tondo... girando girando girando girando.
Come la sua testa, quando avvertì le dita dell'altro spostarsi
quasi istintivamente verso il suo collo, in una piacevole carezza che
gli fece scendere un brivido lungo la schiena.
Non voltarti a guardarlo! si
impose sentendosi rigido come il granito mentre quelle dita
continuavano a percorrere la linea sinuosa del suo collo, fermandosi
sulla curva della mascella.
Il cuore iniziò a battergli all'impazzata, le guance e le
orecchie andarono a fuoco e gli occhi si spalancarono sorpresi. Che
diavolo stava facendo Bradley? Aveva forse in mente di fargli venire un
infarto?!
Voleva voltarsi per scrutare l'espressione del biondo, per... per
studiarlo. Per capire il perché di quelle dita che adesso si
stavano insinuando nei suoi capelli.
Accidenti! imprecò Colin deglutendo come se avesse petrolio nel gargarozzo.
Non aveva il coraggio di voltarsi.
Sarebbe stato troppo imbarazzante.
Ma poi quegli occhi blu puntati su di lui calamitarono la sua attenzione.
«Brad?» domandò voltando la testa verso di lui.
Il suddetto interessato, che sembrava essersi perso ad osservare
qualcosa di imprecisato sotto il suo mento, alzò lo sguardo
stralunato su di lui e lo fissò senza dire niente.
La mano interruppe il suo movimento tra i capelli scuri dell'amico ma
rimase lì e il giovane si chiese se fosse il caso di farglielo
notare.
«Brad?» domandò ancora, imprecando mentalmente per la voce tremula che ne uscì.
L'amico batté le palpebre, come se si fosse appena svegliato da un magnifico sogno o un terribile incubo.
«Cosa?»
Colin aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito dopo, imbarazzato. Cosa avrebbe dovuto dire?
Sai Brad, non capisco per quale
motivo mi stai accarezzando il collo. Non so, forse tu conosci la
risposta, in ogni caso gradirei che la smettessi. Non perché sia
sgradevole, anzi...
No, no, no, stupido cervello, basta!
«B-brad...» continuò il moro, allungando una mano per afferrare quella del biondo tra i suoi capelli.
«Sai... ehm... questo è molto da gay.»
Ma che diavolo mi salta in mente?!
Brad parve risvegliarsi solo quando le dita del moro
incontrarono le sue per tirarle indietro. A quel punto fremette e in un
gesto veloce intrappolò la mano di Colin.
«Hai le mani ghiacciate.»
Colin provò a dire qualcosa ma dalle sue labbra non si levò nessuna parola di senso compiuto.
«Brad... insomma... forse è meglio se...»
«Da gay?» ripeté il biondo come se fosse
all'improvviso tornato lucido. Aggrottò le sopracciglia,
fissandolo perplesso -e Col nel frattempo faceva di tutto per non
guardarlo, lasciando guizzare lo sguardo da un lato all'altro tranne
che sul suo viso- come studiandolo, e poi aggiunse. «E anche se
fosse?»
Di tutte le risposte nel repertorio del cervello del biondo quella era
decisamente l'unica che Colin non si sarebbe mai aspettato di sentire.
«Cosa?» si ritrovò a chiedere ansioso, perdendosi nei suoi occhi blu come lapislazzuli.
Gli angoli della bocca di Brad si incresparono leggermente, i suoi
occhi da gatto non si mossero dai suoi per nemmeno un istante; la sua
mano rimase artigliata a quella dell'altro.
«E se lo fossi, cosa cambierebbe? Rimarresti mio amico?»
Colin richiuse la bocca, sconvolto.
No, probabilmente stava immaginando tutto.
Non poteva essere vero.
Doveva dire qualcosa ma la sua mascella sembrava essersi paralizzata.
Doveva fare qualcosa, ma la sua mente si rifiutava di mandare l'ordine
alle sue gambe di alzarsi e correre via.
L'unica cosa che riuscì a fare fu distogliere lo sguardo, le
guance che avevano assunto ormai la tonalità bordeaux.
Forse Bradley lo stava solo prendendo in giro... sì, sicuramente, per testare le sue reazioni.
Insomma, il biondo non era... gay.
O sì?
Sussultò quando qualcosa gli sfiorò il mento, stringendolo in una breve presa.
«Guardami quando ti parlo.» sussurrò Brad girandogli il mento verso di lui.
Colin si ritrovò suo malgrado a fissare il volto del biondo
pericolosamente vicino a lui... tanto vicino che percepiva il suo
respiro sulle guance.
Lo guardò come ipnotizzato sentendo il calore dei suoi zigomi aumentare progressivamente.
Brad lo stava fissando, lasciando scivolare la mano sulla sua pelle accaldata.
«Brad...» esalò ancora Colin, prima che il pollice
del suddetto si spostasse sulle sue labbra, facendolo zittire di
colpo, a corto di respiro.
E adesso?
Non poteva far altro che guardare in sua direzione... non poteva
muoversi... e il pollice di Brad continuava a scorrergli sulla linea
delle labbra, facendolo rabbrividire e chiudere gli occhi.
Era fatta.
Al diavolo tutto... era così dannatamente... eccitante!
Sentì il respiro caldo del biondo sulle labbra e riaprì
gli occhi solo un attimo, quando le dita tentatrici passarono ad
accarezzargli la guancia e quasi ad avvolgergli il viso.
Colin lo fissò negli occhi, e Brad ricambiò: poi si
chinò verso di lui, fin quando i loro nasi non si sfiorarono e
solo un filo di respiro separava le loro labbra.
E poi ci fu una luce.
Una luce accecante, come un tuono, e Brad rabbrividì allontanandosi.
Merlin si rese conto che si era allontanato solo perché non
percepì accanto a sé il calore emanato dal ragazzo.
Riaprì gli occhi confuso e sentì delle vaghe voci esultare.
«Evvai ce l'ho fatta!»
All'improvviso si riportò alla realtà, quasi sobbalzando
all'indietro e voltandosi a guardare in direzione di quelle urla.
Due ragazze con gli occhi sbrilluccicanti ed una macchina fotografica
in mano lanciavano urletti vittoriosi, indicando l'opera.
«Una foto in cui Bradley e Colin si baciano!» urlò
ancora la ragazza, con ricci capelli biondi ribelli e occhi azzurri
vivaci che al momento brillavano malignamente. «Bonnie, hai
visto?! Ce l'abbiamo fatta!»
L'altra ragazza, più alta, con gli occhiali e i capelli castani,
stava battendo le mani entusiasta. «Julie e Beatrix saranno
felicissime di vederla! Noemi, siamo due genie!»
Colin rimase a fissarle col cuore che tamburellava così
intensamente nel petto che a breve avrebbe rischiato di sfondargli la
gabbia toracica.
Tutto era stranamente ovattato... i suoi sembravano provenire
dall'oltretomba: l'unica cosa che avvertiva nelle narici era il profumo
di Brad, quel profumo di lavanda e vaniglia.
Bradley scattò in piedi, artigliando un braccio dell'amico e ponendosi di fronte a lui quasi a volerlo proteggere.
Poi iniziò a correre, trascinandoselo dietro e solo quando Colin
rischiò una quasi-caduta accidentale si risvegliò
completamente.
Batté le palpebre guardandosi intorno.
«Perché diavolo stiamo correndo? E che volevano quelle ragazze?»
«Ci hanno fatto una foto! I paparazzi ci inseguono, dobbiamo scappare!»
«Che cos...?»
«Muoviti!»
E si ritrovarono a correre per il parco, e Brad, per quanto Colin non
avesse minimamente protestato -anzi, fosse stato per lui...- gli
lasciò andare il braccio, lasciandolo scappare per conto suo.
Ad un tratto scavalcarono la staccionata e il moro rischiò di scivolare sull'asfalto bagnato dalla neve sciolta.
«Possiamo anche fermarci adesso!» ansimò col fiatone mentre Brad, con una risata, accelerava la corsa.
Colin guardò rabbioso la sua schiena: si divertiva proprio a tormentarlo, eh?
*
Solo due quartieri più
in là, a ridosso di una casetta scrostata, Brad interruppe la
sua corsa, piegando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Colin lo raggiunse aggrappandosi al muro e lasciando andare la schiena su di esso, per non cadere.
Per qualche secondo ancora l'aria rimase impregnata dei loro respiri
corti, poi Colin deglutì l'agitazione ed abbassò lo
sguardo sull'altro.
«Le abbiamo seminate?»
Brad si limitò ad alzare gli occhi su di lui, poi scosse la
testa per riprendersi e si rimise in posizione eretta, la mano sempre
tra i capelli.
Quella visione fece avvampare Colin, che ripensò a quello che era successo.
O meglio, a quello che non era successo.
Che sarebbe potuto succedere se solo...
«Colin...» lo chiamò il biondo,
incredibilmente serio, senza distogliere lo sguardo da lui.
«Ciò che è successo prima... ecco... e quello che
ho detto, dimenticalo.»
Il moro sentì piuttosto intensa una fitta all'altezza del petto,
ma decise di dare la colpa all'ossigeno mancante. Prese ancora qualche
boccata d'aria, prima di inumidirsi le labbra secche e rispondere.
«Non è successo niente.»
Dalle sue labbra si levò una nuvoletta di vapore ed il
più grande sorrise, mostrando la sua dentatura un po' sghemba.
«Proprio così. Anche perché quello che ho
detto...» e mulinò una mano, come se non vedesse l'ora di
accantonare il discorso. «Beh è stato... insomma, stavo
solo scherzando.»
Colin annuì, sentendosi stranamente vuoto.
«Sì, naturale, uno scherzo. Va bene.»
Brad lo fissò, avvicinandosi leggermente, e si grattò un
sopracciglio. «Sei sicuro di stare bene? Non vorrei averti...
ehm... spaventato.»
L'altro si affrettò a scuotere la testa, disarmato. «No... figurati.»
Brad annuì, con un abbozzò di sorriso. Un sorriso di
sollievo, più che altro; che gli fece brillare gli occhi.
«Perfetto.»
Colin annuì ancora, provando a sorridere, e gli venne piuttosto naturale.
Peccato che quel sorriso non avesse raggiunto gli occhi.
Sentiva una morsa incredibile all'altezza dello stomaco.
Era uno scherzo.
Tutto uno stupidissimo scherzo...
«Torniamo dagli altri alla festa?» propose Brad distogliendolo dalle sue considerazioni.
Colin non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia.
Avrebbe preferito che avesse detto qualsiasi cosa, davvero qualsiasi.
Ma non questa.
Annuì, faticando perfino a muovere il collo: quel collo che fino a poco prima aveva ospitato le mani del biondo.
Ma... era solo uno scherzo.
Tutto un grandissimo, stupidissimo, scherzo.
Strinse i pugni, sentendo gli angoli degli occhi pizzicare.
Maledetto asino! Maledette le tue
mani, maledetti i tuoi occhi e maledette le tue labbra! Ma
soprattutto... maledetto io che ho perso la testa per te!
~To be continued~
∞Seconda [ed ultima] parte
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Angolo Autrice.
Da quando ho iniziato a vedere i video sui membri del cast di Merlin, e specialmente quelli su Bradley e Colin, mi sono letteralmente innamorata del loro rapporto così ricco di sorrisi, sguardi intensi e molta complicità.
Potrei parlarne tantissimo e le parole non basterebbero. Questa ff
è la mia risposta all'interrogativo che tutte noi amanti della
Bradlin (o Brolin v.v) ci poniamo: ma come finirà tra quei due?
Sperando che apprezziate! :)
Note: descrivere Colin e
Bradley è dieci volte più difficile che caratterizzare
Merlin e Arthur... quindi è stato un lavoro più
impregnativo cercare di mantenere i caratteri più simili
possibili a quelli che hanno quei due pazzoidi nella realtà.
Colin è molto simile a Merlin, quindi riesco a caratterizzarlo
meglio. Ma Brad è tutto un' altro paio di maniche! xD Chi
l'avrebbe detto che l'orgoglioso erede al trono di Camelot è in
realtà un buffone ed un perdigiorno in piena regola? ** (ma lo
amo giusto per questo! <3) Il Smile, god evil, smile! (=la dolcezza
di Brad! Io mi sono innamorata di quei due, l'ho già detto?)
è un chiaro riferimento ad una frase del biondo in non mi
ricordo quale dei tanti video "Merlin Secrets" (ma se non sbaglio
quello chiamato "Bradley & Colin")
-Oh e il trattino nel titolo, in "Looks (che è diventato Lo_oks
+__+) è fatto apposta per rappresentare due occhi (= o_o)
sperando che si fosse capito! :D
E' solo un esperimento, ed è la prima volta che scrivo sugli
attori di Merlin, anzi diciamo direttamente la prima volta che scrivo
su degli attori, quindi siate clementi e annotate se trovate poco
credibile il comportamento dei personaggi...
Per adesso, arrivederci al prossimo capitolo (quello finale)! =(°-°)=
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