Appuntamento con Delitto
*Scena: una stanza
normale. C’è una scrivania con della roba sopra. Da essa spuntano il braccio
allungato di un uomo sdraiato a terra, forse morto*
*Entrano tre ragazzi:
Daniel, Tara e Miriam. Daniel è il primo che entra; è un ragazzo vestito con
abiti firmati, ed un espressione di sufficienza nei confronti dell’ambiente
casalingo poco curato. Miriam, ultima ad entrare, porta un’enorme scatolone,
che le impedisce la vista dell’ambiente; Tara l’aiuta nel trasporto, mentre
Daniel si guarda attorno con aria decisamente poco intelligente*
Tara: Quanto
pesa!
Miriam:
Accidenti, Daniel! Vuoi darci una mano?
Daniel: Sei
pazza? Vuoi che mi spezzi un’unghia?
Miriam: Sei
inutile, come al solito!
Tara: Su, su,
calmiamoci… dov’è il signor Svent?
*Daniel, vagando per
la stanza e storcendo il naso per la polvere, con sorpresa intravede il braccio
che sporgono. Lo guarda con aria smarrita, guarda il pubblico, torna a
guardarlo.*
Miriam: Signor
Sveeent! Siamo arrivati!
Tara: Le abbiamo
portato le cose che ci ha chiesto!
*Daniel va dietro alla
scrivania, osservando con aria impaurita il cadavere*
Daniel: Ragazze…?
Miriam: (mentre
con Tiara tenta faticosamente di scaricare lo scatolone a terra) Sì?
Daniel: Ditemi,
il signor Svent… ha… diciamo, ha mica l’abitudine a stare accasciato a terra?
Tara: Eh? No…
Daniel: Oh. E
rientra forse nei suoi passatempi il sembrare bianco come un morto, stando
rigido come un morto, con un’espressione da… morto?
Miriam: Certo che
no!
Daniel: Uhm.
Allora abbiamo un problema.
Miriam
(finalmente hanno posato lo scatolone. Si deterge il sudore sulla fronte): Che
genere di problema?
Daniel (Si
accuccia accanto al corpo, esaminandolo): Questo genere di problema. (Le due
ragazze allungano il collo per osservare)
Tara: Oh, CIELO!
Oh, CIELO!
Miriam: Che ha?
Sta male?
Daniel: (gli
sente il polso) Oh, no. Le sue condizioni sono stabili. (le due ragazze
sospirano di sollievo, abbracciandosi) E’ stabilmente morto. (le poverette
tornano ad avere un’espressione sgomenta)
Tara: Pover’uomo!
Deve aver avuto un malore…
Miriam: (Si
guarda attorno con aria sospettosa) Nessun malore… per conto mio, è stato
ucciso!
Daniel(si alza
con aria ispirata, indice puntato al cielo): Hai ragione! E’ STATO IL
MAGGIORDOMO!
Miriam: Ma cosa
dici?
Daniel: E’ sempre colpa del maggiordomo!
Tara (Annuisce
con aria saputa): E’ vero. Dobbiamo denunciare il maggiordomo!
Miriam: Ma…
Tara: Chiama la
polizia, svelto!
Miriam: Ma…
Daniel: Sì!
(solleva il ricevitore del telefono sulla scrivania) Pronto? Parlo col Tenente
Colombo?
Miriam
(strappandogli la cornetta di mano) Ma quale maggiordomo? Quale colombo? Il
signor Svent non aveva un maggiordomo!
Daniel:
(Sbalordito) Davvero? Allora chi è stato?
Miriam: E’ appunto questo che
dobbiamo scoprire! Cerchiamo degli indizi!
Tara: Eccone uno,
eccone uno! (saltellando, indica a terra, verso il morto)
Miriam: Dove,
cosa?
Tara: Beh, il
cadavere è un indizio, o no? (Miriam la colpisce ad un braccio) Che c’è?
Miriam: Non sai
niente d’investigazione? Dobbiamo cercare ogni minima traccia… Analizzare ogni
particolare…
Daniel (Studia il
cadavere): E’ spettinato.
Miriam: Questo
può essere un elemento utile. Che altro?
Daniel: Indossa la vestaglia.
Miriam: Acuta
osservazione. E poi?
Daniel: Ha bisogno di una manicure.
(Estrae una limetta, si siede a terra accanto al braccio sporgente, e comincia
a lavorare la mano.)
Tara: (commossa)
Che ragazzo premuroso!
Miriam: No, che
ragazzo stupido. Oh!
Tara: Cosa c’è?
Miriam: (Indica a
terra) Guarda lì!
Tara: Il
cadavere? Visto.
Miriam: Ma no! Questa! (Si china,
raccogliendo tra le dita della polverina bianca) Cosa sarà? (l’annusa) Mmh…
profuma di limone!
Tara: Sentire!
(Si accuccia e annusa) E’ vero… Credo sia sapone per piatti.
Daniel: (Salta in
piedi, puntando la lametta al cielo) E’ STATO IL MAGGIORDOMO!
Miriam: Ancora?!
Tara: (esaltata
pure lei) Il detersivo per piatti è una prova schiacciante! Chiama la polizia!
Daniel: Sì!
(Solleva nuovamente la cornetta) Parlo con l’ispettore Derrick?
Miriam: (Gli
strappa ancora il telefono di mano) NO! NO! NON CE L’AVEVA, IL MAGGIORDOMO!
Daniel:
(Sbalordito) Ah, no?
Miriam: NO!
Daniel: (lisciandosi il mento) Il
caso s’infittisce… (Miriam si batte una pacca sulla fronte)
Tara: In ogni
caso, non capisco come la polvere possa aiutarci…
Miriam: Come no? Certamente è una traccia lasciata
dall’assassino!
Tara: Ma se
l’assassino non vuol essere rintracciato, perché lascia tracce?
Miriam: Perché
non se ne accorge, no?
Tara: (lampo di
genio) AH! Allora deve trattarsi di…
Daniel: Di…?
Tara: Di un
assassino estremamente stupido! (Miriam scuote il capo con aria depressa)
Daniel: Ehi! Ho
trovato l’arma del delitto! (trionfante, fa un balzo dietro la scrivania,
riemergendo con un mocassino, che tiene in alto come una coppa) ECCOLA!
Miriam: Quello è
un mocassino.
Daniel: E’ un
oggetto contunmendente!
Tara: Eh?
Miriam: Contundente, voleva dire
contundente.
Daniel: (lo
esamina) Numero 42, fattura non molto pregiata. E’ sporco di uovo da un lato,
mentre scorgo una macchia di vernice verde sulla suola. I lacci indicano
un’usura di circa dodici, tredici mesi, e queste leggere usura sulla parte
sinistra può far intuire un’andatura leggermente zoppa…
Tara: Accidenti!
Miriam: Ma allora sa usare il
cervello!
Daniel: Questo
mocassino è la prova finale… E’ STATO IL MAGGIORDOMO!
Miriam: BASTA!
Tara: Hai
ragione, hai ragione! (Alza la cornetta) Pronto, è il detective Conan?
Miriam: SMETTETELA! (i due si
bloccano all’istante) Punto primo: come accidenti fa un mocassino ad essere
l’arma di un delitto?! Punto secondo: NON AVEVA NESSUN MALEDETTO MAGGIORDOMO!
(il braccio del morto ha uno spasmo, che Tara, spaventata, nota) Punto terzo:
DERRICK, COLOMBO, CONAN… NON ESISTONO! Io mi chiedo se il cervello lo usiate
solo per tenere la testa gonfia, o… (Il braccio ha un altro spasmo; Tara
picchietta la spalla di Daniel, che lo nota, facendo un salto indietro dal
terrore)
Daniel: IL
CADAVERE! Si muove!
Miriam: (Distolta
dalla sua predica) Come, si muove?
Tara: IIIK! Aiuto!
Daniel: (Si arma
del famoso mocassino) EHI TU! Vuoi fare il cadavere come si deve?
Miriam: (lo
trattiene a fatica) Fermo! Se si muove vuol dire che NON è morto, no?
Daniel:
(Sbalordito) Ah, davvero?
Signor Svent:
(Riemerge a fatica da dietro la scrivania, tenendosi la testa dolorante) Aaah…
che male… (Si volta a guardare i tre ragazzi, che lo fissano sempre più
sbalorditi) Oh, buongiorno.
Tara: Lei è vivo?
Signor Svent:
(Perplesso, si studia) Mmmh, direi di sì… sì, lo sono! (conclude, soddisfatto)
E voi?
Tara: (Cinguetta amabile) Anche noi,
grazie!
Miriam: Ma… ma…
INSOMMA! Che diamine è successo? Avevi detto che era morto! Gli hai sentito il
polso!
Daniel: Non sono
mica capace di sentire il polso, io. (Miriam apre la bocca per replicare
qualcosa di cattivo. Ci ripensa, si rivolge al non-morto) Ma lei… che cosa
aveva, per stare lì sdraiato a terra come un morto?
Signor Svent: Un gran guaio… ho
avuto una discussione con Marcus, perché ha rovesciato il sapone per piatti per
terra, e lui mi ha colpito con il suo mocassino… Poi non ricordo più nulla.
Tara: Chi è Marcus?
Signor Svent: Il
mio maggiordomo! L’ho assunto ieri!