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A Cris
Dopo il misfatto della settimana prima il loro rapporto non
era più lo stesso.
Tom non riusciva più a guardare Rob nel medesimo modo.
Era il suo migliore amico, e l’aveva visto nudo.
Peggio…
Non era possibile.
Rob invece sembrava non dare troppa importanza all’accaduto,
ci aveva scherzato su, dicendo che era capitato anche ad altre persone e che
non dovevano preoccuparsi perché l’imbarazzo sarebbe passato.
Ma Tom… be’, lui non poteva sopportarlo.
Era una questione di principio, era successo e non si poteva
dimenticare.
Non poteva scordare nemmeno le continue prese in giro di Rob
sul fatto che avessero notato che quello di Tom era più piccolo e anche meno
duro.
Rob aveva sempre le cose migliori.
Rob aveva sempre le cose più grandi.
Le stanze d’albergo più grandi, i letti più grandi, le donne
con le tette più grandi.
La sera del misfatto Tom aveva notato un particolare.
Forse, in qualcosa, poteva battere Rob.
Il suo era il più grande.
Non poteva metterci la mano sul fuoco, certo, visto che era
scioccato da quello che era successo e forse i suoi sensi alterati l’avevano
imbrogliato, ma era sicuro di una cosa: il suo batteva per dimensioni quello di
Rob.
Con un ghigno soddisfatto sul volto, guardò per l’ultima
volta lui, quello che gli avrebbe fatto vincere quella sfida.
Con una mano lo accarezzò, fiero che fosse solo suo.
“Il mio è più grande, Rob” ghignò chiudendo la zip e
prendendo le chiavi della stanza di quell’albergo.
Uscì dalla camera e in pochi passi raggiunse la porta di
Rob, bussò.
“Che c’è?”. Rob aprì la porta decisamente assonnato, forse
stava dormendo.
Mai come in quel momento Tom si sentì egoista per averlo
svegliato. Non gli interessava: lui ce l’aveva più grande.
“Il mio è più grande” esordì, stiracchiandosi la schiena.
“Quello?” ridacchiò Rob, segnandolo.
Il suo sorriso vacillò quando Tom ancheggiò per farlo
muovere.
“Questo. E non rivolgerti così a lui”. Lo accarezzò con una
mano, venerandolo, sfiorando la stoffa scura che lo custodiva.
“Tiralo fuori, voglio controllare”. Rob si accese una
sigaretta.
Bel segno: era nervoso.
Forse anche lui si stava rendendo conto che quello di Tom
era più grande. E gli dava fastidio, dannazione!
“Solo se tu mi fai vedere il tuo. Voglio essere sicuro”. Tom
si avvicinò di un passo a Rob, cercando di fronteggiarlo nonostante i
centimetri in meno.
“Va bene”. Rob spense la sigaretta, continuando a tenere un
sguardo di sfida.
Aprirono le zip assieme, continuando a sfidarsi con lo
sguardo.
Quando Tom lo sollevò, avvicinandosi al suo amico, Rob
trattenne il respiro.
Era più grande, e di un bel po’ di centimetri.
“Allora?” chiese impaziente Tom, sapendo di avere la
vittoria in mano.
“Voglio sentire quale pesa di più”. Rob cercò una
scappatoia.
Se il suo era il più piccolo magari era il più pesante.
“Il mio”. Tom era soddisfatto.
“Hai vinto solo per questo. In tutto il resto ti batto”.
Come un bambino Rob si sentì offeso. Lo prese e con molta cura, perché lui lo
amava, lo ripose al suo posto, accarezzandolo delicatamente prima di chiudere
la cerniera.
“Dimmi la verità, ti brucia perché il mio è più grande”.
Tom, orgoglioso, continuava a tenere il suo tra le mani. Lentamente, vantandosi
ancora un po’, decise che era arrivato il momento di metterlo via.
Ci mise qualche secondo in più però, perché si incastrò quando
cercò di sistemarlo al suo posto.
“Sai cosa? Il tuo è più grande, ma è meglio averlo più
piccolo. È molto più pratico” ghignò Rob, guardando il suo amico che chiudeva
la zip.
“Questa è solo una scusa. Più è grande più si vede” ammiccò
Tom, accendendosi la sigaretta della vittoria.
“E quando corri non sbatte da tutte le parti?” domandò
curioso Rob, sedendosi sulla poltrona.
“No, quando corro ho sempre qualcuno che me lo tiene, a cosa
credi servano gli assistenti?”.
Domanda retorica.
“Giusto” bisbigliò Rob, arrendendosi all’evidenza.
“Insomma? Chi ce l’ha più grande”. Tom era impaziente,
voleva ritornare in camera sua per venerarlo; in fin dei conti gli era valso
una piccola vittoria.
“D’accordo, hai vinto. Il tuo è più grande, ma il mio è più
pieno”. Doveva riuscire a vincere su qualcosa.
“Non saprei, quanto?” si informò Tom, ricordando che aveva
controllato proprio quella mattina.
“Trenta”. Rob aspirò una boccata di fumo, la speranza
ridotta al minimo.
Sapeva che quello di Tom l’avrebbe battuto.
“Solo trenta? Stai scherzando? Hai solo trenta gigabyte di
film e musica dentro al tuo computer?”. Tom era allibito.
Sapeva che il suo amico viaggiava con hard-disk esterni, ma
sperava che dentro al suo portatile avesse molte più cose!
“Sì, l’ho svuotato meno di una settimana fa”. Rob abbassò lo
sguardo, sconfitto.
“Mi dispiace deluderti, ma il mio ne ha solo trenta di
disponibili. Ti ho battuto anche su questo”. Tom stava gongolando e Rob non
poteva sopportarlo.
“Dio, Tom! Non è che tutto deve essere una sfida!” strillò
arrabbiato.
Tom prese il suo computer tra le mani, fiero di essere il
suo padrone.
Si alzò e ritornò nella sua camera.
“Dici così solo perché questa volta hai perso”.
Ok,
fa schifo e giuro che le battute che mi ero immaginata erano molto migliori
(che non si dice, ma lo dico lo stesso).
Dunque, prima di tutto, questa OS demenziale è una OS di
risposta a OVERSIZE di Cris87_loves_Rob.
Chi
conosce almeno una di noi due sa che siamo Team Rob e Team Tom un giorno sì e
l’altro anche.
Ci
scambiamo i mariti insomma! ;)
E
siccome lei aveva messo in ridicolo Tom dicendo che IL SUO ERA PIU’ PICCOLO, io e Tom abbiamo deciso di far
vedere che in verità è Rob quello che ce l’ha più piccolo.
Il
misfatto a cui mi riferisco è per l’appunto quello che è narrato nella sua OS,
quindi vi consiglio di leggerla se volete farvi un paio di risate e se volete
capire di che misfatto si tratta!
Scusate
ancora per la stronzata, ma dovevo farlo, visto che ci penso da due settimane!
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