Risposta al corvo Joe da un piccione

di Dante_Chan
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Ah, Corvo! Splendore nero nel cielo chiaro!
Tanto fortunato sei, ad essere tale!
Di tenebre vestito, ti aggiri cupo e incurvato
come quella donna
che falce dalla lama bianca come scheletro
appresso si porta.
Il tuo grido richiama la morte
mentre ti lamenti della tua posizione
e agli umani urla d’odio scagli,
che ti sbirciano con orrore.
E qualcuno con timore ma rispetto
ti guarda e altri ti venerano anche,
per quello che sei
e che simboleggi.
Ti crogioli nel rimorso
e ti illudi che il tuo disprezzo sia giustificato,
ma ben più infelice è il mio destino, oh Corvo.

Grigio, piccolo, goffo.
Portatore di flagelli. Topo con le ali.
Non la diversità mi maledice,
bensì il gran numero della popolazione
a cui appartengo;
perché, si sa, gli esseri umani
han poco a cuore ciò che raro non è.
E più una specie popolosa diventa,
più d’infimo valore e di disturbo appare.

Mi cacciano i bambini col sorriso in volto
e calci mi regalano, potendo,
mentre m’inchino e la testa abbasso
per raccogliere le briciole restanti
del pasto loro,
come infimo spazzino prende ciò
che il re della selva sceglie di avanzare.
E se cerco riparo in alto,
su statua o colonna, la gente
mi tira maledizioni
e mi chiama imbrattatore
e i falchi mi libera contro.

Sono uno fra tanti, come tanti ne esistono
e mai nessuno per me
proverà altro che ribrezzo.
Alcun aedo mi canta
e se canta
è per cantarmi male
e di me burlarsi. I poeti maledetti
che tu dici di cupo onor nero
ti coprono, oh Corvo.
 E aumentano l’imponenza
della figura tua
e l’allegoria che sulle ali porti.
Ma uno come me come può esser cantato bene?

Torno al nido e non c’è più;
al suo posto, punte di ferro
che si arrugginiscono sul mio cuore.
Non ho spazio per vivere.
Ma che importa? Sono uno fra tanti,
come tanti ne esistono
e mai nessuno per me
proverà altro che raccapriccio.

Non perdonarli, Corvo. Non vi sarà giustizia divina.
Vivono meglio, loro. E vivranno di più.
Noi, sempre subordinati al loro volere.
Alle angustie,
alle punte,
al fil di ferro,
ai bocconi di fiele,
ai falchi e ai gufi,
ai loro sassi,
alla loro cultura ignorante sottomessi.
E come il loro sangue seccherà,
così il nostro.
La vita uccide.




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