R I S O R G I M E N T O
Flebile la voce sottile che proviene da quel viso dai dolci tratti, le
labbra rosee si muovono appena, con la delicatezza d'un battito
d'ali di farfalla. Gli occhi d'ametista son lucidi e schiusi,
intenti ad osservare le scalinate di quell'altare ove il suo corpo
giace, immobile o quasi, di tanto in tanto spostando le gambe
intorpidite, lì ferme da ore, in un'assorta preghiera dedita a
tutti coloro che son caduti prima di lui, coloro che sono i suoi
antenati, coloro che sono stati i suoi sovrani
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
[L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.]
E' lì da quanto? Due ore? Tre? Nella preghiera il tempo passa
sempre troppo in fretta, ed egli non si rende conto né dello
scorrere delle persone, nè dei sacerdoti che lo sorpassano, che
salgono sull'altare, sbrigando i loro doveri, sfogliando qualche
testo, dirigendosi verso la sacrestia, o verso le cappelle
interne. La sua è una preghiera assorta e intensa, dedita a gran
voce al suo Impero, poichè s'è reso conto che un giorno non molto
lontano questo potrebbe sgretolarsi sotto le sue mani, ed egli,
potrebbe cadere con esso. Prega indi perchè rimanga intatto,
splendido, prosperoso, rigido, solenne, un Impero degno del nome
di Dio, invidiato da tutta Europa
Exaudi orationem meam;
ad te omnis caro veniet.
[Esaudisci la mia preghiera,
a te venga ogni mortale.]
Il suono argentino e graffiante dell'organo lo desta dalla
profonda concentrazione in cui era caduto. Gli occhi s'aprono
rapidamente e si spalancano, le labbra rimangon socchiuse, prima
di morder quello inferiore con delicatezza. Un sospiro esce
spontaneo. La messa sta per cominciare. Si alza lentamente, con
una fluidità ed un eleganza che ogni nazione l'invidia, e con la
stessa compostezza eccolo che eretto s'incammina lungo la navata
centrale, immergendosi nella folla crescente, e tuffandosi al di
fuori della Cattedrale, così scivolando sulla scalinata, diretto
alla propria dimora
Kyrie eleison
Christe, eleison
Kyrie eleison.
[Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà]
Quest'oggi pare completamente assorto, dedito ai propri
pensieri, forse ancora in preghiera, dato il brusco risveglio che
l'ha portato ad allontanarsi dalla Cattedrale senza neanche
porgere un segno della croce al proprio Dio, quel Dio che ancora
continua ad invocare, seppur inconsciamente, in quella testa che
s'appesantisce, vi sia la triste consapevolezza che forse, per
creature del suo genere, Dio non ne può nulla, e nulla può neanche
con la sua popolazione. Maria Teresa lo ha educato alla religione
meglio d'ogni altro suo sovrano, è stata la prima che l'ha reso
tanto attaccato alla Chiesa, forse per il suo essere materna, la
prima donna umana a stargli tanto vicino da influenzare le sue
scelte, ed il suo culto, ripulendo il suo territorio da ogni
impurità. Ma ora cosa gli rimane? I tempi cambiano, ed il mondo
cambia con essi. I secondi passano, i minuti avanzano, le ore
lasciano il posto alle giornate, ed esse si tramutano in mesi, i
mesi concatenanti divengono anni, ed essi danno vita ai secoli.
S'egli dovesse cadere, cosa ne rimarrà? E' cosciente dei suoi
metodi, è cosciente di essere un padre severo, ed un marito
esigente. Il suo carattere è duro come la roccia, ed il suo animo
è invece tremante, fragile quanto una roccaforte in carta.
Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.
[quanto terrore verrà,
quando sarà giunto il giudice,
che esaminerà tutto severamente]
Rabbrividisce, mordendo il labbro inferiore con più forza
mentre raggiunge la propria dimora, risalendo su di essa con la
stessa fluidità che tuttavia or pare più lenta e decadente, salda
eppure sul punto di cedere. Come saranno giudicati i suoi atti?
Cosa accadrà se qualcuno deciderà di ribellarsi a lui? Se il suo
atteggiamento nei confronti di chi ama verrà frainteso e
condannato, quale sarà in effettiva la condanna che gli spetterà?
Sente un alito di vento scompigliargli i capelli, e farlo
rabbrividire ancora. Si catapulta all'interno con occhi lucidi,
sente il terrore salire in lui, sente il giudizio e l'ira di Dio su di lui
Dies irae,
dies illa solvet saeclum in favilla
[ il giorno d'ira,
quel giorno dissolverà il mondo in una favilla]
Raggiunge il salotto, si siede con un movimento rapido al
pianoforte dopo aver rigettato bruscamente il mantello d'un
lato,su una poltrona, in modo tanto scomposto da non riconoscersi.
Nessuno lo giudicherà. Deve calmarsi! Le dita scivolano sulla
tastiera d'avorio del proprio prediletto strumento con la forza
d'un tornado, la sua potenza è forte, ma v'è sempre in agguato
quell'onnipotenza che sarà pronta a schiacciarlo come un chicco
d'uva. Stringe gli occhi ed accentua il tocco sul pianoforte,
facendo sì che la musica riempia con tanta forza la casa da
scacciar via i pensieri d'ognuno, ma non i suoi. Più tenta di
concentrarsi, più sente le mani incandescenti di Dio premergli
sulle spalle e spingerlo verso il basso. Più tenta di elevarsi
verso il cielo, di spiccare il volo come un'aquila, più sente le
ali sgretolarsi sotto il Giudizio Divino. I presentimenti di
questo genere sono sempre temibili, e sono sempre reali. Dannazione!
Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.
Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.
Judex ergo cum sedebit,
quidquid latet apparebit,
nil inultum remanebit.
[La morte e la natura stupiranno,
quando la creatura risorgerà,
per rispondere al giudice.
Verrà aperto il libro,
nel quale tutto è contenuto,
in base al quale il mondo sarà giudicato.
Non appena il giudice sarà seduto,
apparirà ciò che è nascosto,
nulla resterà ingiudicato]
La musica si fa possente e solenne, la musica diviene
stridente ed il suono del pianoforte si tramuta in quello di un
organo inquietante che gli fa sgranare gli occhi. Abbandona la
tastiera, e sente la porta aprirsi di scatto. Si alza in piedi
rapidamente. E' Dio! E' giunto lì per giudicarlo! E' lì per
portarlo via con sé! E' lì per...Il cuore che batte all'impazzata
si placa all'udire invece la leggera e candida voce dell'italiano.
Sospira, e si lascia ricadere sullo sgabello del pianoforte,
togliendo gli occhiali con un sospiro. Sente il viso impregnato di
sudore, e la mente confusa eppure ora libera, come non mai.
Neanche presta ascolto alle parole dell'italiano. E' talmente
confuso che non s'è accorto del ritardo di quest'ultimo. Cosa va
blaterando poi? La cena? E' già ora di cena? Volge un'occhiata
verso l'orologio e sospira, sentendo un nodo allo stomaco grosso
quanto una casa
« Ja... »
Sospira, passando una mano in viso
« ...sbrigati »
Risponde con voce sottile, eppur lievemente tremante. Non vede
l'ora di andare a letto...ma riuscirà a dormire, questa notte?
Quid sum miser tunc dicturus,
quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus?
[E io che sono misero che dirò,
chi chiamerò in mia difesa,
se a mala pena il giusto è tranquillo?]
E il giorno è arrivato. Tra tutti coloro che avrebbe potuto
immaginare in ribellione, mai avrebbe sospettato
dell'Italia...eppure, è proprio l'Italia quella che ha scorto a
cantare, e quel canto..quel dannatissimo canto! Una musica così
bella mai avrebbe potuto immaginare ciò che in realtà nascondeva!
La sente, percepisce l'aria di sfida,avrebbe dovuto rendersene
conto prima, egli se n'era difatti reso conto...ma perchè? Perchè
non aveva fatto nulla? Se n'era stato lì, a trattarlo come al
solito, in quelle consuete punizioni che gli aveva sempre dato,
stupide punizioni che tuttavia non gl'insegnavano ciò che invece
tanto avrebbe dovuto dirgli. Vuole la sua indipendenza, il SUO
territorio, perchè da un bambino, sta diventando un uomo...e quale
uomo non desidera l'indipendenza, dopotutto? Lui, da padre, non
gliela darebbe mai, è SUO figlio, e con LUI dovrà rimanere. Ma
sarà costretto, lo sa benissimo, sarà costretto a combattere
contro di lui, e contro quegli alleati che già sta prendendo dalla sua parte. Verdamm!
Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis
voca me cum benedictis.
Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis
gere curam mei finis
[Messi a tacere i maledetti,
gettati nelle vive fiamme,
chiama me tra i benedetti.
Prego supplice e prostrato,
il cuore contrito come cenere,
abbi cura della mia sorte.]
Dall'altra parte del fronte può scorgere i soldati Italiani,
che non son ribelli, nossignore. Questa non è una ribellione,
questa è una vera è propria guerra, una guerra per l'indipendenza.
Carichi d'armi e di divise, col tricolore bell'e pronto, quel
tricolore che richiama gli splendidi versi di Dante, una bandiera
carica di cultura che gli avanza contro, istante dopo istante,
minuto dopo minuto, ora dopo ora. La tensione cresce, i suoi
soldati con lui sono sbigottiti, la mente colma di risentimento e
di rimorsi lo sta uccidendo ancor più intensamente degli stessi
fucili che vede puntati contro le proprie armate. Che siano messi
a tacere i maledetti che osano andargli contro! Che siano tutti
uccisi, che si prostrino ai suoi piedi, che invochino pietà!
" Un giorno ti guarderò. E non dall'alto al basso, ma faccia a
faccia. E pregherò di non vederti sul serio..e pregherò di vedere
il tuo sorriso invece che una smorfia d'odio nei miei
confronti,che cerco di fermarti "
Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus.
Pie Jesu Domine,
dona eis requiem! Amen!
[Giorno di lacrime,
quel giorno,
quando risorgerà dal fuoco l'uomo reo per essere giudicato.
Ma tu risparmialo, o Dio.
Signore Gesù buono, dona loro riposo! Amen!]
Il viso abbassa, le mani tremano, il sangue scivola lungo la
neve fredda d'inverno con la delicatezza d'un ruscello, un
ruscello nel quale è stato versato il rosso dell'odio e della
rabbia, il rosso del sacrificio e del dolore. Ma non è il dolore
fisico che l'uccide, no, egli è arrivato al giudizio finale, è
arrivato alla fine d'ogni cosa. Sente un canto divino levarsi
attorno a sé, sente le fredde mani di chi ama puntargli contro
un'arma, le fredde mani di chi non ha inteso ciò che in realtà
provava, le fredde mani di colui che quest'oggi...gli ha
dimostrato di essere diventato un uomo, in tutto e per tutto. Le
mani di suo figlio, che ha deciso per l'indipendenza, e l'ha avuta
" Un giorno ti guarderò come se mi stessi strappando l'unica
cosa che mi tiene legato a te. E quel giorno..è arrivato "
Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt coeli et terra gloria tua.
Hosanna in excelsis.
[Santo, Santo, Santo
Signore Dio degli eserciti.
Pieni sono i cieli e la terra della tua gloria.
Osanna nell'alto]
Respira a fondo e la tensione cresce, apre le labbra ma non riesce
a parlare. Sente il gelo penetrarlo nelle ossa, e la morte
raggelargli lo spirito. Vorrebbe invocare la sua pietà, ma è certo
di quanto già lo stia supplicando. Lo sguardo non si alza più, gli occhi si stringono.
" Osanna nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di
buona volontà. Noi ti preghiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti
glorifichiamo, ti rendiamo grazie nella tua gloria immensa.
Signore Re dei Cieli, Dio Padre Onnipotente. Signore Dio, figlio
di Dio...tu che accogli i peccati del mondo, abbi pietà di me. Tu
che accogli i peccati del mondo, dona a noi la pace. "
Vorrebbe chiedergli questa pietà, questa pietà per un padre che
ama il proprio figlio ma che mai è riuscito a dimostrarlo come
avrebbe voluto. Amore egli mai ha ricevuto nella vita, e mai è
riuscito a dare. Crescendo da solo ha subito le sue sconfitte, e
si è rialzato ogni qualvolta lo umiliavano. Il sorriso ingenuo che
possedeva da fanciullo è tramutato in un ghigno, e il ghigno è
diventato una severa espressione d'indifferenza. Al posto degli
abbracci ha conosciuto la frusta, e la frusta ha fatto conoscere a
coloro che amava. Ma è forse colpa sua? Nein..ma or si rende conto
di quanto le sue azioni siano state sbagliate nei suoi confronti.
Benedictus qui venit in nomine Domini.
Hosanna in excelsis
[Benedetto Colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto dei cieli]
Sente l'arma tremare nelle mani del figlio e stringe gli occhi.
E' pronto a morire, definitivamente. Ma ciò che sente non è
altro che un tonfo sordo che gli fa sgranar gli occhi d'ametista,
e che lo porta a rialzarli verso colui che ora giace in ginocchio
a lui dinanzi, nuovamente alla pari, nuovamente faccia a faccia,
entrambi sconfitti, entrambi addolorati, entrambi tra le braccia
di un Dio che li ha portati ad uccidersi a vicenda. Perchè? Perchè
sono arrivati a questo punto?
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem sempiternam.
[Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro pace.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro pace eterna.]
Sente le lacrime cadere lungo il viso, sente il calore del
sangue scivolargli nelle vene e raggiungere la neve, assieme a
quello del suo amato fanciullo. Alza la dritta e raggiunge il suo
viso gelido, le dita sfiorano quella pelle lattea con la più
totale delicatezza, non per tartassarlo, non per fargli del male,
ma per donare lui un gesto di assoluta dolcezza, quel gesto che
per tutti questi anni mai si era degnato di donargli, da assoluto
mostro qual'è stato. La sua cattiveria era inconsapevole, eppure
c'è stata. E ora? Ora che è stato giudicato, cosa rimarrà di lui,
e cosa rimarrà del suo amato bambino? Avanza con delicatezza,
cerca di raggiungerlo. Lo prende tra le braccia, affonda il viso
sulla sua spalla, piange lacrime mai versate e lo ringrazia
tacitamente con quel gesto di tale misericordia.
Lux aeterna luceat eis, Domine,
cum Sanctis tuis in aeternum,
quia pius es.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux aeterna luceat eis, Domine.
Cum Sanctis tuis in aeternum,
quia pius es.
[Luce eterna splenda per loro, Signore,
con i Santi tuoi in eterno,
poiché sei buono.
Pace eterna dona loro, Signore,
e luce eterna splenda per loro, Signore.
Con i Santi tuoi in eterno,
poiché sei buono]
Che la luce possa risplendere su entrambi, che l'amore riempia
i loro cuori, che la pace attraversi le loro Nazioni. E' finita,
ed è finita con una consapevolezza in più. La coscienza ha
attraversato l'anima del maledetto, ed il mostro s'è tramutato in
un uomo. Il miracolo della misericordia divina è avvenuto tramite
le innocenti mani del suo fanciullo, ed ora, ora finalmente potrà
tornare a vivere, e vivrà correggendosi, vivrà rimediando agli
errori fatti. Vivrà anche per il suo salvatore.
Pie Iesu, Domine,
Dona eis requiem.
Amen.
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