Disclaimer: Come
al solito i personaggi non mi appartengono (tranne Johnny che
è frutto della mia mente), non scrivo a scopo di lucro e il
tutto non è mai accaduto!
“Parlaci un po'
di te”
“Bè,
che dirvi? Mi chiamo
Johnny ma questo lo sapete già, ho la bellezza di
venticinque
anni, lavoro in una rivendita di auto e l'anno prossimo mi
sposo.”
“Wow, ti piace
fare le cose in
fretta, eh?”
“Bè,
stiamo insieme da quasi
dieci anni..non siamo stati proprio velocissimi.”
Jared ridacchia.
Sì, Jared. Jared
Leto. Lui in
persona. Affiancato da suo fratello Shannon e da Tomo, che mi sembra
poco presente, almeno mentalmente.
“Perchè
non ci dici chi sei
veramente?” puntualizza il cantante.
“Ma non ero io a
dover fare le
domande?” ribatto.
“Certo. E
più tardi avrai
tutto il tempo ma prima vogliamo conoscerti un po'. Converrai anche
tu che non possiamo essere totalmente sinceri ed onesti per una volta
in vita nostra con un perfetto estraneo!” e di nuovo quel
sorriso
magnetico che non può lasciare indifferente nessun essere
umano.
Ancora non so come sono
riuscito ad
essere qui.
Un mese fa, un gioco su
twitter indetto
dal The Hive. Un mese fa, una partecipazione del
tutto casuale
e con il solo intento di divertirmi. Non avevo mai vinto nulla in
vita mia e non immaginavo che la prima volta sarebbe stata
così!
A cena con loro, con una
delle rock
bands più straordinarie e particolari del momento.
Due settimane fa, il
risultato del
gioco. Il mio nome scritto lì e un messaggio privato con una
convocazione.
Avevo vinto davvero e avevo
la
possibilità di domandare tre cose, una per ciascun
componente.
Qualsiasi domanda concessa e una sola possibilità di
risposta:
la verità.
C'era un'unica clausola di
cui in
realtà mi importava poco: non avrei potuto parlare con la
stampa e non avrei potuto riferire, attraverso internet,
alcunchè
della nostra conversazione.
Pensavo che due settimane
non sarebbero
mai passate e invece ora mi trovo qui e non so ancora cosa domandare!
“Sì,
hai ragione.” Sorrido
anche io e cerco di rilassarmi. “Chi sono veramente? Un
ragazzo che
ne ha passate parecchie, che ha avuto dei crolli, che ha pensato di
farla finita una volta per tutte ma che dalla merda in cui era caduto
è riuscito a risalire. Piano, ma ce l'ho fatta. E la vita
adesso va meglio. Sono sensibile, ancora molto fragile ma determinato
ad andare avanti e a non lasciarmi più manipolare dai
pensieri
e dalle azioni degli altri. Forse vorresti sentirmi dire che sono
anche un echelon, ma non è così. La musica gioca
un
ruolo importante nella mia...chiamiamola redenzione, e la vostra
musica mi trasmette tanto, ma non mi vedrete mai in giro con un
milione di volantini attaccati addosso o con in faccia scritte fluo
che dicono: Jared ti amo!”
Shannon scoppia nella
tipica risata
fragorosa ed estremamente contagiosa, tanto che anche Tomo sembra
riemergere dai suoi pensieri per prestarci un po' di attenzione.
“Per te
è importante la
famiglia?” È proprio lui a pormi questa domanda
che mi
lascia piuttosto spiazzato.
“...Io...bè
sì! O non
mi sposerei!”
Ci sono un milione di cose
che vorrei
aggiungere sulla famiglia ma
i pensieri si intrecciano e non so più come poter continuare
a
parlare..
“Tutto
ok?” È
Shannon che sembra accorgersi del mio caos mentale.
“Sì,
scusate. Mi ero perso in un vortice a cui non so mettere
mano.”
“Ce
la farai al
momento giusto.” aggiunge il batterista dandomi una pacca
sulla
spalla. “Ora che ne dici di mangiarci un boccone?”
“Direi
che
sarebbe perfetto visto che muoio di fame!”
Ci
alziamo da quei
comodi divanetti in pelle per dirigerci verso la tavola dove, spero,
non ci sia una cena a base di tofu, verdurine e pop corn!
Sono
passate un
paio d'ore e siamo ancora seduti ad abbuffarci e bere. Non
avrei mai immaginato quanto cibo potessero ingurgitare questi ragazzi
nè quanto bene si potesse chiacchierare con loro! Senza che
chiedessi nulla mi hanno raccontato un po' della vita on the road,
qualche retroscena spiacevole della vita da rockstar, un mucchio di
pettegolezzi sui ragazzi della crew. È della loro vita
personale che non parlano mai. Chi sono Jared, Shannon e Tomo?
Credo sia giunto il momento di iniziare con le domande.
“Ehm..mi rendo conto che siamo ancora a tavola ma..”
“Senza problemi, amico! Sei qui per farci delle domande, no?
Spara!” mi dice un rilassatissimo Shannon.
“Scusate...prima di iniziare devo chiamare Vicki.”
Tomo, invece,
è sempre più pensieroso e distaccato.
D'un tratto penso alla telefonata che sta facendo. Penso alla domanda
che mi ha posto qualche ora fa. Penso ai tweet che hanno scritto lui
e Vicki in questi giorni.
Tomo torna a sedersi e io parlo senza pensarci troppo.
“Vicki è incinta?”
Non riesco a interpretare la sua espressione.
“È la tua prima domanda?”
“Sì.”
Prende un paio di profondi respiri, come se volesse sciogliere la
lingua ma non ci riesce.
Io ho già avuto la mia risposta ma aspetto comunque che dica
qualcosa. Quel qualcosa arriva dopo pochi altri secondi di silenzio.
“Porca puttana sono finito! Come diavolo faccio a crescere
mio
figlio se sto sempre in giro per il mondo a suonare? Io e Vicki ci
siamo sposati per amore ma, cazzo, non ci aspettavamo un bambino
così
in fretta! Oh, per carità, sono felicissimo eh! Ho quasi
pianto quando Vic me l'ha detto ma ho anche una paura fottuta di
quello che succederà. Un figlio, capisci? UN FIGLIO! Io!
Tomislav! E se non fossi un buon padre? Se facessi solo casini?
PEGGIO: se fossi sempre assente quando ha bisogno di me? Avere un
figlio dovrebbe essere una questione studiata a tavolino....”
Sono sconcertato. Non mi aspettavo certo questo grado di
verità!
Nè che Tomo attaccasse a parlare senza fermarsi mai. Credo
non
abbia avuto modo di sfogarsi prima di stasera.
“...no ma che stronzate dico? Un figlio studiato a tavolino?
Quando
è a sorpresa la gioia è immensa. L'ho detto che
sono
quasi scoppiato a piangere quando l'ho saputo? È una
sensazione straordinaria. Papà. Diventerò
papà.”
Sta sorridendo.
Ora mi guarda negli occhi.
“Sì, per rispondere alla tua domanda, Vicki
è
incinta. E nonostante il terrore ogni tanto ti bloccherà il
respiro, il pensiero di un piccolo te nella pancia della tua compagna
che negli anni futuri scorrazzerà per il mondo ti
renderà
un uomo orgoglioso ma soprattutto felice.”
Sorrido anche io all'immagine di un piccolo me incrociato con una
piccola Caroline. Me lo vedo già con degli occhialini da
nerd
mentre prova a smontare un modellino di camion dei pompieri.
Vengo però distratto dagli occhi sbarrati dei fratelli Leto.
Evidentemente non sapevano alcunchè del nascituro.
Noto anche un velo di tristezza nelle iridi del maggiore. Colgo la
palla al balzo: non si aspetterà una domanda bruciapelo e
voglio provare a sfondare quel muro di sicurezza che si è
costruito attorno.
“Shannon?”
Esita un secondo di troppo nel rispondermi e io sferro il mio
attacco.
“Hai mai amato qualcuno?”
Deve rispondere con sincerità, questi sono i patti e il
panico
sul suo volto è palese.
Fissa il tavolo e con una mano comincia a grattarsi il
collo..è
teso. Mi sa che ho superato troppo il limite. Forse dovrei chiedergli
scusa e passare ad altro.
“Sai cosa c'è?” mi dice.
“Certo che sono stato
innamorato. E ti dirò di più: lo sono
ancora!”
Nel giro di dieci secondi ha recuperato tutta la sua natualezza e il
suo buonumore.
Lo lascio continuare, incuriosito da ciò che sta per uscire
dalla sua bocca.
“Amo mia madre e mio fratello. Amo Tomo. Amo la band. Amo gli
echelon che ci sostengono. Amo Christine.”
Ok, m'ha fregato! Furbo il ragazzo. Avrei dovuto specificare, colpa
mia.
“Ma soprattutto mia madre e mio fratello. Vedi, senza mamma
non
avrei saputo dove sbattere la testa...e le mani! Mi ha dato lei le
prime pentole, è stato grazie a lei che ho scoperto la mia
vocazione, che ho realizzato quanto il ritmo e la musica mi rendano
felice. È grazie a lei che sono l'uomo che hai di fronte
oggi.
Bè, non è solo merito suo ma ha fatto gran parte
del
lavoro.”
“E di Jared? Che mi dici?”
“Ehi bello, era una sola domanda a componente!”
“Sì ma tu hai girato intorno alla vera
questione –
maledetti vizi di forma – e poi...” mi blocco
perchè non
so come andare avanti, come spiegare quella parte della mia vita.
“Poi cosa?” incalza lui.
“Ecco...io...” è difficile parlare del
dolore e di ferite
che non si chiuderanno mai.
“Sputa il rospo Johnny!” sento il ghiaccio degli
occhi di Jared
trapassarmi il cranio.
“Mio fratello Trent era di due anni e mezzo più
grande di
me. Eravamo molto amici, passavamo un sacco di tempo insieme.
È
stato lui a tirarmi fuori dalla merda della droga. Poco prima di
morire aveva cominciato a darmi qualche lezione di chitarra, volevamo
metter su una band. Lui se ne è andato che aveva poco
più
di vent'anni e io avevo sprecato i quattro precedenti con la cocaina.
Non aver passato tutto quel tempo con mio fratello è il
rimpianto più grande che ho. Per questo, Shannon, ti ho
chiesto di Jared. Come sarebbe potuta essere la mia vita se avessi
fondato il gruppo con Trent? Come si sarebbe potuto evolvere il
nostro rapporto? Quanto avrei potuto fare per lui in cambio
dell'aiuto che mi ha dato?”
Sento le lacrime fare capolino da dietro le palpebre chiuse. Devo
respirare a fondo e ricacciarle giù. Non voglio piangere
ancora, sarebbe come darla vinta alla droga. Ho dei rimpianti,
sì,
ma adesso sono un uomo migliore grazie a quello che Trent e Caroline
hanno fatto per me, e per loro devo sorridere, devo dimostrare di
aver sconfitto i miei demoni. È quello che vorrebbe lui ed
è
ciò che ogni sera mi sussurra lei. Dio quanto la amo.
“Come saprai, anche la nostra famiglia ha avuto dei problemi
in
passato e ti posso assicurare che Jared è il miglior
fratello
che avessi mai potuto desiderare. A volte siamo stati complici nelle
cazzate, ma spesso ero io a far casini. In quei momenti Jay prendeva
le mie difese quando nostra madre o gli amici mi davano addosso, ma
poi andava giù di cazziatoni quando rimanevamo da soli in
camera. È stato lui il fratello maggiore, molto
più di
quanto lo sia stato io fino ad oggi.”
Guardo Jared che sorride quasi imbarazzato, ad occhi bassi, mentre
tenta di strappare via una pellicina dall'indice della mano sinistra.
“Lavorare con qualcuno della famiglia poi è
stimolante.
Nessuno mi conosce meglio di Jay, nessuno sa come spronarmi meglio di
lui. Si diventa un modello l'uno per l'altro. Guardandoci a vicenda
diamo il meglio di noi stessi, non vogliamo essere una delusione
anche se poi sarebbe impossibile perchè non esistono giudizi
tra di noi! Siamo cresciuti insieme a livello umano e a livello
lavorativo e non ringrazierò mai abbastanza Dio, l'Universo,
il Karma o quello che è, per questo! E se devo dirla
tutta...probabilmente lui è l'unica persona con cui vorrei
passare il resto della mia vita.”
Sto per ridere a quella che penso sia una battuta ma Shannon si gira
a guardare Jared e capisco che è serio. Il legame che
c'è
tra loro è qualcosa di indescrivibile. Si amano come solo
due
fratelli che si sono spalleggiati per l'intera vita sanno fare.
Penso di nuovo a Trent e stavolta una lacrima non riesco a
trattenerla, la lascio scorrere solitaria tra i peli ispidi della
barba.
“Poi, visto che siamo in vena di confessioni, voglio dire a
Jared
che sono orgoglioso di lui. Penso lo sappia ma non gliel'ho mai detto
esplicitamente. I Thirty seconds to Mars esistono grazie a lui. Tutti
ci abbiamo messo del nostro ma senza la sua passione e la sua
testaccia dura non saremmo arrivati dove siamo ora.” Si
rivolge
direttamente al fratello. “Grazie Jay, davvero. Sei
brillante,
creativo, dannatamente intelligente e furbo. Se penso a quello che
sei riuscito a fare...porca troia hai tutte le ragioni per fare la
divah!!”
Il momento fluff è ufficialmente terminato e tutti scoppiamo
a
ridere.
“Un'ultima cosa...” mi dice. “Non pensare
che sia sempre tutto
rose e fiori tra di noi! Proprio perchè ci conosciamo bene,
a
volte i nostri difetti ci sembrano insormontabili, anche se non
è
così. Io sono molto disordinato e caotico, ovvero l'opposto
di
Jared che è sempre mr. Perfezione! La sua
puntigliosità
una volta mi fece andare su tutte le furie, non ricordo il motivo
preciso, ma ricordo esattamente che mi incazzai come una bestia e
litigammo per ore come due furie. Alla fine tentai addirittura di
tirargli una sedia!”
“Per fortuna intervenni io! O quella sera avremmo rischiato
la fine
dei Mars!” finì di raccontare Tomo.
“Che storia! Questa davvero non è mai uscita dalla
Mars
House o avrebbe fatto il giro del mondo attraverso twitter in meno di
dieci secondi!” dico io in un misto di stupore e divertimento.
Faccio un sorso dalla bibita ghiacciata che ho in mano, cercando di
assimilare tutto quello che i ragazzi mi stanno confessando. Poi
Jared attira la mia attenzione schiarendosi la gola.
“Insomma...credo che ora tocchi a me, no?” mi
domanda con tutta
calma.
Continua a fissarmi e io non ho una domanda pronta per lui, per il
grande Jared Leto, cantante, attore, regista, chitarrista, fratello,
amico. Cosa posso chiedere ad un uomo che non sta mai fermo, che ha
sempre mille idee, che nelle interviste riesce sempre a cavarsela
prendendo per il culo i giornalisti, che riesce a tenere per
sè
tutta la sua vita?
Perchè è così chiuso e schivo?
“Di cosa hai paura Jared?”
Un guizzo nei suoi occhi mi fa intuire che sta per fregarmi come ha
fatto Shannon quindi aggiungo: “Paura vera, nel profondo. Gli
squali non vale come risposta!”
Eccolo! Ora sì che il suo cervello lavora. Ma comunque non
c'è
la reazione che mi sarei aspettato. I suoi due compagni si sono
innervositi, quasi spaventati. Lui no, nonostante la domanda, lui
rimane calmo. Si prende qualche secondo per scrutarmi ancora, per
calibrare le parole.
“Se ti dicessi che ho paura di tutto?”
Non stacca il suo sguardo dal mio.
“Ti ricorderei che dovresti dirmi solo la
verità.”
Lo sostengo ancora, lo sguardo.
“Ho paura di tutto.”
“Dovresti dirmi solo la verità.”
“Perchè pensi che stia mentendo?”
“Perchè nella tua vita hai fatto talmente tante
cose e
raggiunto talmente tanti obiettivi che non puoi aver paura di tutto.
E poi, tutto cosa?”
“Vedi? Questo è il problema. La gente pensa sempre
che se
sei in grado di fare un mucchio di cose allora sei superman e niente
e nessuno possa toccarti. Non è così. Sono nato e
in me
c'era del potenziale che sono riuscito a sviluppare, a coltivare ma
pensi che non mi abbia fatto paura buttarmi nel mondo del cinema? O
nella musica? Il fallimento è sempre dietro l'angolo e tutto
quello che ho avuto la forza di costruire e mandare avanti potrebbe
collassare da un momento all'altro e allora cosa mi rimarrebbe? Pensi
forse che la vita da nomade sia stata uno spasso? Non riuscivo a fare
amicizia con nessuno, ogni volta venivo sbattuto di qua e di
là
senza possibilità di una vita come quella degli altri. Pensi
che non fossi un ragazzino terrorizzato e complessato? Ma è
stato grazie alle mie paure e alle mie insicurezza che tutto
è
nato. C'è sempre qualcosa che riesce a darti una piccola
spinta, che ti dà quel pizzico di coraggio per affrontare
una
paura alla volta e superarla.”
Trasuda sincerità da ogni poro.
“Ai casting avevo sempre paura di non essere all'altezza, di
essere
scartato e di non arrivare da nessuna parte; la prima volta dietro
una macchina da presa ero terrorizzato all'idea di essere considerato
una schiappa; prima di salire per la prima volta su un palco ho
vomitato per un quarto d'ora. E non credere che poi queste sensazioni
passino. Restano sempre con te, solo più attutite.
L'importante è non farsi sommergere, se non reagisci
è
la fine.”
Jared Leto l'uomo.
“Sai, il fatto di essermi cimentato in tante
attività
diverse è frutto non solo della passione per ogni forma
artistica ma anche del timore che prima o poi qualcosa
svanirà.
Se avessi continuato solo con il cinema ad un certo punto si
sarebbero stancati di me, come fanno con la maggior parte degli
attori e a quel punto? Lo stesso vale per la musica, per la regia,
per la fotografia. Se rimanessi senza fare niente probabilmente
finirei per suicidarmi. La morte forse è l'unica cosa che
non
mi intimorisce. Sappiamo tutti che prima o poi ce ne andremo e
arrivati a quel punto cosa importa? Semplicemente sarai svanito e non
sentirai più niente, non ti dovrai curare più di
nulla.
Quello che mi preoccupa di più è una vita sempre
uguale, senza stimoli. Una vita fermo in un solo posto a ripetere le
stesse azioni alla stessa ora tutti i giorni. Sia chiaro che non sto
esprimendo giudizi. È solo questione di abitudine, e io non
sono abituato alla routine.”
“Ma la paura è riuscita a sommergere qualcosa...o
sbaglio?”
“A cosa ti riferisci?”
“Dicono tutti che, dopo Cameron, hai preferito darti al sesso
piuttosto che impegnarti in un'altra relazione per paura di rimanere
di nuovo col cuore spezzato.”
“Ci credi?”
“Non ne sono sicuro.”
“Ti facevo più intelligente, Johnny, lo
sai?”
Per fortuna è tornato a mostrare i suoi perfetti denti
bianchi, la tensione aveva cominciato a farsi sentire.
“Tutti, almeno una volta nella vita, finiamo per avere il
cuore
spezzato e non sempre smettere di cercare l'amore è una
reazione a questa rottura. La fine della storia con Cameron
è
stata dolorosa, non posso negarlo, ma avevo già capito che
restare accanto alla stessa persona per il resto della vita
è
un impegno troppo grande. Non ne sono capace, non è nella
mia
natura. Sarebbe come vivere per sempre nello stesso posto. Non sono
io. Non cerco l'amore perchè non sarei più libero
di
vivere come faccio ora, dovrei ridurre i miei impegni e incastrarli
con quelli dell'altra persona e so di non esserne capace. Le storie
non durerebbero. Non lo fanno mai.”
Modo un po' triste e malinconico per concludere la conversazione, ma
sono contento di aver avuto la possibilità di scoprire
qualcosa in più della loro vita, del loro carattere. Sono
convinto che la sincerità, riguardo il proprio vissuto, sia
un
modo di donare parte di te agli altri; fa capire cosa ti porti sulle
spalle e nel cuore. È un buon modo per urlare al mondo con
voce silenziosa chi sei.
Credo sarà impossibile dimenticare questa serata. Si sono
intrecciati ricordi e parole, lacrime e sorrisi, le vite di quattro
persone diverse e in fondo simili.
“Spero che possiate essere felici.” dico
sull'uscio, con la
giacca in mano e un grazie scritto in fronte a
caratteri
cubitali.
Mi stringono a turno la mano. Mi salutano e mi fanno gli auguri.
Chiedo a Tomo un recapito. Sia mai che l'anno prossimo sono liberi e
vengano davvero al mio matrimonio!
“È stato un piacere passare la serata in vostra
compagnia.
Siete in gamba. Magari divento un echelon!”
Eccola qui, l'ultima risata della serata. Grazie.
“SHANNON!!” urlo circa dieci secondi dopo la
chiusura della
porta.
Il batterista si affaccia e io gli corro incontro.
“Cazzo, quasi mi dimenticavo! Questo è il numero
della mia
migliore amica. Prova a sentirla...magari ti innamori di
nuovo!”
Prende il biglietto, mi fa l'occhiolino e scompare di nuovo dietro la
porta.
Appena in tempo. O Amanda questa volta mi avrebbe ammazzato!
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