Kitchen Wash

di Annette85
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Nota: Questa storia è assolutamente folle, ma è stata una delle poche idee che mi sono venute in mente =D Ho già usato Ron e un elettrodomestico (era uno scaldabiberon, l’altra volta), quindi probabilmente non sarà così originale, ma ci provo lo stesso. In fondo io adoro mettere in difficoltà e rendere ridicolo anche il personaggio meno ridicolizzabile, ma Ron ha tutto in sé e si rende ridicolo senza l’aiuto di nessuno... io gli ho solo dato la spintarella. Come al solito XD
La mia flash ha partecipato a due contest:
» "Join with Flash Fiction", classificata quarta e vincitrice del premio Caratterizzazione (*-*);
» "Five Days", mi sono classificata sesta.
Dedico questa mia ff al "mio" (ormai non più) Ron personale che mi manca tanto.
Spero che la storia non vi faccia tanto schifo...
Buona lettura^^


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Kitchen Wash

Entrò in casa stanco, con la sola idea di cenare, stendersi sul divano e di non doversi rialzare da là fino al mattino successivo.

Gettò il cappotto sulla poltrona e si diresse in cucina: sul tavolo c’erano un piatto e un biglietto.

“Mi hanno chiamata al lavoro per una questione urgente. La cena è nel forno. Mentre aspetti che si scaldi, controlla la lavatrice. Grazie, Hermione.”

Ron si guardò intorno e cercò di individuare l’aggeggio nominato da Hermione. Ormai si era abituato a vivere circondato da cose babbane, ma gli risultava ancora difficile capire quale fosse la lavatrice.

Nella stanza tutto era normale, quindi preferì concentrarsi sul forno, scrigno della sua cena. Aprì lentamente lo sportello e il profumo di arrosto e patate invase le sue narici, facendogli dimenticare all’istante tutte le scartoffie che aveva dovuto compilare in ufficio.

Accese il fuoco e si mise in attesa.

Quando il campanello del forno suonò, tirò fuori la cena e la mise in tavola. Si sedette e iniziò a gustare l’arrosto, sospirò quando il primo boccone trovò il proprio posto nello stomaco e... notò qualcosa di assolutamente folle: davanti a lui c’era una quantità enorme di schiuma che aveva occupato ormai un quarto di cucina.

La forchetta ricadde rumorosamente nel piatto: «Per la barba di Merlino...», bisbigliò prima di alzarsi in tutta fretta, nonostante non sapesse minimamente cosa fare.

Prese la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e iniziò a lanciare incantesimi contro la schiuma, ma piuttosto che bloccarla, farla sparire o rimpicciolire, questa continuava ad avanzare impietosa verso di lui e del resto della cucina.

“Se Hermione trova questo macello, è la volta buona che mi fa fuori con le sue mani”, pensò sudando freddo quando si accorse che non c’era verso di bloccare il fiume di bolle di sapone.

A un tratto gli venne in mente una cosa che gli aveva detto George tempo prima: «... quando ti ritrovi una stanza allagata, chiudi la porta, vedrai che l’acqua difficilmente riuscirà a passare». Si ricordò vagamente anche di un ghigno stampato sul volto del fratello, ma decise di non badare a piccolezze del genere in quel momento.

Seguendo il prezioso consiglio di George, Ron si precipitò fuori dalla cucina e si chiuse la porta alle spalle. Sospirò soddisfatto.

Un sonoro crack lo fece voltare e trovò Hermione sorridente a pochi passi da lui.

«Ronald Weasley», tuonò lei quando si accorse dei pantaloni del marito bagnati fino al polpaccio e l’acqua saponata che fuoriusciva da sotto la porta. «Cos’accidenti hai combinato?»

Ron deglutì a fatica. «N-niente, cara», balbettò insicuro, spostandosi dalla porta mentre Hermione lo guardava in cagnesco e si avvicinava sempre di più.

«Questo tu lo chiami “niente”?» disse indicando l’acqua che ormai aveva invaso anche parte del salotto. «Uomini», bisbigliò, aprendo la porta e facendo sparire la schiuma a colpi di incantesimi.

Ron la guardò annoiato, prima di ricordarsi della cena, ormai sepolta dalle bolle di sapone, e si ripromise di schiantare George e suoi consigli.





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