PERDONAMI
PERDONAMI
Erano
passate due settimane da quando aveva ritrovato il suo principe,
passavano tutto il tempo insieme. All’inizio bastavano i loro sguardi, i
loro baci, poi Paul aveva iniziato a insegnarle un po’ l’inglese, ed
era brava! Adesso si capivano e così lei aveva potuto raccontargli la
sua storia e il perchè fosse scappata di casa e quando gli stava
raccontando del tentato suicidio si vedevano i suoi occhi lucidi che
stavano per scoppiare a piangere. Lui invece non le aveva detto molto,
anzi nulla.
Ora
era lì sul divano, con gli occhi di Paul puntati addoso, la accarezzava
con lo sguardo sfiorandole con una mano ogni centimetro di pelle
libera. Si stava avvicinando, sempre di più fino a che non sentì il suo
respiro sul collo. Sentì le sue mani calde salirle sulla schiena fino al
reggiseno, mentre le sue labbra le divoravano il collo e il petto.
Non
era la prima volta, l’avevano già fatto ed era stato meraviglioso, per
lei ovviamente era statà una novità ma lui la faceva sentire sempre a
suo agio.
“ Marilena senti.. io,io ..”
Paul si fermò improvvisamente quando sentì la porta sbattere.
“Paul, sei un idiota! Come lo spieghi questo?!”
John era furioso, e urlando sbattè il giornale in faccia a Paul, indicando la foto sulla copertina..
“ Ma cosa! John! Calmati!”
“No
che non mi calmo, lo sai che ci sono fotografi pronti a farci foto
ovunque, e tu ti fai immortalare mentre baci una sedicenne?!”
“ Cosaa! Oddio... John adesso!? Non mi rendevo conto...”
Marilena non capiva era disorientata dal loro comportamento...
“ Paul ma cosa succede!? Cos’è questa storia dei fotografi!? “
“Già, Paul.. cos’è questa storia?!”
“
Beh.. io veramente.. Marilena ascoltami attentamente, quello che ti sto
per dire non deve influire per niente nel nostro rapporto ti prego.”
“Paul, ma cosa stai dicendo..?”
Era sempre più confusa e preoccupata per l’espressione che aveva invaso il volto di Paul.
“
Io... io non sono l’uomo che ti aspettavi, non sono il ragazzo normale,
che può uscire con chi vuole ed avere un rapporto normale.. io sono
diverso Marilena, io sono famoso, è per questo che siamo finiti in prima
pagina.”
“Non capisco, Paul...”
Invece aveva capito, ma non voleva ammetterlo. all’inizio aveva pensato: forte, è famoso!, ma ora si sentiva di nuovo tradita e presa ingiro da quello che pensava potesse essere l’uomo della sua vita.
“ Marilena... Marilena! Ti prego prova a capire la situazione in qui ero messo... te l’avrei detto!”
“No,
non me l’avresti detto, non hai fatto altro che mentirmi tutto questo
tempo, da quando mi conosci non hai fatto che mentirmi!”
Non
sapeva che fare, avrebbe voluto andarsene ma qualcosa la tratteneva,
forse sperava che Paul dicesse qualcosa che potesse farle cambiare
idea.. ma non fu così. Anzi, fu John a parlare.
“Se non vuoi complicazioni è meglio che tu te ne vada.”
“ Si John, hai ragione meglio che me ne vada!”
Aprì
la porta rumorosamente per uscire, ma la forte mano di Paul la
trattenne per un braccio; si guardarono per un istante, poi la lasciò e
lei comiciò a correre piangendo...
Un
boato acuto fece tramutare quella situazione di agitazione in un
momento di silenzio... come se Paul fosse ad un tratto diventato sordo.
Non sentiva nulla, soltanto il battito affannoso del suo cuore e le urla
provenienti dalla strada. Venne colpito dalla spallata di John che si
precipitò fuori correndo verso il corpo inerte di Marilena. Paul venne
risvegliato dal tocco di una mano sulla spalla, era Ringo che non faceva
altro che chiedergli se stesse bene, ma lui non rispondeva e sentendo
la voce di John urlare il nome di Marilena , si girò di scatto e si
catapultò vicino a lei tenendole la povera mano ancora un po’ calda.
“ Marilena ti prego, ti prego non mi lasciare! Marilena io ti amo, perdonami...perdonami!”
Paul
urlava disperato, prese il piccolo corpo di Marilena e lo strinse a se
baciandolo. Le lacrime gli scendevano graffiandogli il viso, fino a
quando una mano lo spostò dicendogli che la dovevano portare via. Lui
gaurdò John, impaurito, e il suo amico lo convinse a restare a casa,
dicendo che ci avrebbe pensato lui.
“ John vado io con lei!”
“ No... Paul stai a casa, sei troppo sconvolto, ti chiamo quando saprò qualcosa.”
Paul annuì senza togliere lo sguardo dal corpo immobile di Marilena che veniva portato via.
…
C’era
una gran confusione, i medici correvano da una parte all’altra della
sala e come se non bastasse la presenza di John aveva attirato
all’ospedale alcuni fotografi. Era nella sala principale, stava
aspettando Paul che doveva arrivare da un momento all’altro. I medici
avevano detto che il battito si stava facendo più regolare e che
probabilmente si sarebbe ripresa, ma John a questo non credeva; lui
aveva visto come era ridotto il fragile corpo di Marilena, l’aveva vista
respirare affannosamente, però non poteva dire a Paul quello che lui
pensava accadesse, allora lasciò perdere, sperando che si sbagliasse.
Paul arrivò in preda al panico, voleva assolutamente vedere Marilena ma John lo fermò.
“Non puoi entrare, non può entrare nessuno..”
Lo
accompagnò davanti alla stanza di Marilena e aspettarono
lì delle ore, finchè i medici non li rimandarono a casa.
Paul
sempre più preoccupato rimase fuori dall’ospedale tutta la notte in
attesa di qualche notizia e lo stesso la notte successiva, ma non
accadeva mai niente di nuovo, non poteva entrare e i medici dicevano
sempre le stesse cose. Alla fine i suoi amici l’avevano convinto a
ritornare a casa, nonostante si opponesse con tutte le sue forze, ma
doveva almeno dormire, così abbandonò l’idea di accamparsi fuori
dall’ospedale e si convinse a tornare.
Passò
più di una setttimana e ancora non c’era nessuna novità, ma Paul
continuava a ripetere che ce l’avrebbe fatta, che appena si sarebbe
svegliata l’avrebbe portata al mare e che si sarebbero divertiti un
mondo.
…
Erano
davanti alla porta della stanza di Marilena, come di consueto, erano lì
tutti i giorni da tredici giorni, Paul li aveva contati, e tutti i
giorni era sempre la stessa storia: i medici dicevano che si sarebbe
ripresa però non facevano entrare nessuno e Paul stava diventando matto.
Quel
giorno però fu diverso da tutti gli altri... ad un certo punto la porta
si aprì e il medico che vi uscì si diresse piano vero di loro.
“Mi dispiace.” , disse.
Paul era senza parole, non voleva capire, aveva una faccia stravola.
“ Cosa!? Cosa è successo!”
“Abbiamo fatto di tutto, ma non l’abbiamo potuta salvare... nemmeno il bambino.”
“Sta scherzando... bambino, che bambino!?”
Le
lacrime iniziarono a scendere incoscientemente bruciandogli gli occhi.
La vide per l’ultima volta da uno spiraglio della porta della sua
stanza, mentre John lo stava portando via cercando di tranquillizzarlo,
ma sapeva che non ci sarebbe riuscito in alcun modo.
“ No! Non è possibile! Marilena! Marilena, amore mio... noo! John ti prego lasciami, lasciami andare..!”
John
continuava a camminare, non rispondeva per paura che anche lui potesse
iniziare a piangere, peggiorando ancora di più la situazione; cercava
solamente di trattenere Paul in qualche modo e di nascondere il suo
dolore ai flash dei fotografi che avevano circondato l’ospedale.
“ John! Ti prego lasciami! Lasciami andare da lei, ti prego!”
John
lo lasciò, non ce la faceva a vederlo così, pensò che rivederla
un’ultima volta e dirle addio lo avrebbe fatto stare meglio... forse.
Paul corse verso la stanza di Marilena non appena senti la mano di John allentarsi appena.
Era immobile su quel letto, sembrava un angelo, anzi probabilmente lo era davvero...
“Non
scorderò mai il tuo sorriso, il luccichio dei tuoi occhi, i tuoi modi
di fare, che rivedrò in ogni cosa che mi circonda. Amore se ti avessi
detto la verità ora saremo stati felici io, te e il nostro bambino... Ti
amo e ti amerò per sempre. Per me non è un “addio” , ma uno “ciao”,
resterai sempre nel mio cuore. Te quiero.”
I
medici entrarono e lo tirarono via dal corpo senza vita; lui,
disperato, stava piangendo a dirotto e non voleva lasciare la mano
fredda della sua Marilena. Soffocò un ultima frase e poi scomparve
dietro la porta trascinato dai medici...
“Marilena perdonami..”
Michelle e Eleanor
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