morte di una bambola
Autore:
redeagle86
Titolo:
Morte
di una bambola
Fandom:
Pandora
Hearts
Genere:
Drammatico
Breve
introduzione: “Si
era fidato, così il tempo della tragedia e la possibilità di
evitarla erano trascorsi senza che lui neppure si accorgesse che
esistevano. Lì ormai non c'era più niente da fare se non piangere.
Sempre
che l'anima di un corvo dalle ali macchiate di sangue ne fosse ancora
capace.”
Arma
del delitto: Coltello
da cucina
Movente:
//
Scena
del crimine: Casa
Morte
di una bambola
Sgranati
ed increduli, gli occhi verdi non versavano lacrime tanto era lo
shock che dimorava in loro.
Con
le mani premute sulla bocca, Oz tentava inutilmente di fermare i
conati mentre fissava incredulo lo scempio fatto sul corpo della
sorella.
Le
mille stanze di quella casa dalla gelida grandezza si erano aperte
una dopo l'altra per accoglierlo e guidarlo verso la sorpresa
preparata appositamente per lui. Le aveva percorse con un'ansia
crescente, sicuro che qualcosa di terribile lo attendesse al termine
di quel percorso che si svelava man mano.
Non
aveva notato le gocce rosse a terra, disposte come le briciole di
pane di Pollicino; se le avesse viste, forse sarebbe stato più
preparato a quanto lo aspettava.
La
sua bellissima Ada, delicata come una bambola di porcellana, fragile
ed ingenua come un bocciolo di rosa che si schiudeva al mondo...
...e
la cui vita era stata brutalmente stroncata da un crudele
giardiniere.
Quello
era lo spettacolo a cui Vincent lo aveva invitato ad assistere, la
pregiata pietanza che gli veniva servita sull'immacolato pavimento in
marmo bianco che tappezzava la residenza Nightray. Non era che la
fine di un giocattolo usato unicamente per colpire il cuore del
giovane Bezarius.
-Oz!-
urlò Gilbert, facendo irruzione nella stanza, salvo poi arretrare e
crollare a terra scosso da forti tremiti. Non poteva essere vero, era
di certo un incubo...doveva
essere un incubo! -Ada...- sussurrò.
Vincent
aveva smesso di divertirsi con i pupazzi di pezza.
Era
passato a bambole di un altro tipo che, una volta squarciate non
spargevano ovunque soffice imbottitura.
Bambole
che versavano sangue.
Disteso
a terra, ciò che restava di Ada Bezarius giaceva nell'immobilità
eterna della morte, l'aspetto angelico sfregiato dalla mano di un
folle.
Folle,
sì, perchè chi altri avrebbe potuto compiere un gesto simile?
Il
collo niveo era solcato da un taglio irregolare che le apriva la gola
in profondità; il sangue, colato abbondante dalle ferite, le
imbrattava i capelli biondi e l'abito candido, creando una macabra
aureola purpurea attorno al suo viso.
Le
braccia, le gambe, il petto, il ventre...niente era stato risparmiato
da quella lama inclemente che era affondata nella carne più e più
volte, sfogando la sua furia su un'innocente ragazzina. La parte
peggiore in quel quadro di violenza, però, era il volto della
fanciulla, rimasto contratto in un'espressione di puro stupore, come
se la dama con la falce l'avesse sorpresa, celandosi dietro una
maschera amichevole.
-Ada-
singhiozzò Oz, scoppiando finalmente in un pianto disperato. L'aveva
appena ritrovata dopo dieci anni ed ora gli era stata strappata per
sempre: non era neppure riuscito ad abbracciarla.
Non
avrebbe più potuto farlo.
Poteva
solamente piangere e giurare su ogni cosa, in quel mondo e
nell'Abisso, che l'avrebbe vendicata: avrebbe trovato il colpevole e
gli avrebbe fatto conoscere la falce di Alice.
-Perchè?-
mormorò l'amico, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena
che mescolava orrore e sofferenza.
Già,
perchè non aveva capito subito quanto fosse pericoloso permettere ad
Ada di avvicinarsi a una creatura infame e corrotta come Vincent?
Perchè si era illuso di nuovo che suo fratello potesse
essere...normale, un comune fratello e nient'altro?
La
verità era che, ancora una volta, il moro aveva cercato di rifuggire
le proprie responsabilità provando a fidarsi: si era detto che non
erano più bambini, che non c'era più bisogno di vivere nella
costante presenza ossessiva del biondo.
Si
era fidato, così il tempo della tragedia e la possibilità di
evitarla erano trascorsi senza che lui neppure si accorgesse che
esistevano. Lì ormai non c'era più niente da fare se non piangere.
Sempre
che l'anima di un corvo dalle ali macchiate di sangue ne fosse ancora
capace.
*°*
-Uno
strumento interessante, ma decisamente scomodo e rozzo- commentò
Vincent Nightray, specchiandosi nella lama macchiata di sangue. -Le
forbici sono uno molto più precise e raffinate.
Seduto
nella carrozza diretta a Sabrie, l'uomo esaminava il coltello nella
sua mano con sguardo critico e un'ombra di delusione: era stato un
divertimento scadente con un volgare strumento da macellai. E lui non
voleva che la gente lo etichettasse come un assassino: quella parola
poteva andar bene per i sottoposti di Pandora come Gilbert, o per i
Baskerville, non certo per un maestro della morte, per il
purificatore di quel mondo calpestato dalla feccia.
La
sua mente era lucida, fredda, per nulla offuscata dalla follia;
l'omicidio era un autentico piacere: osservare la sorpresa negli
occhi delle sue vittime mentre la mano che credevano amica stroncava
le loro inutili vite. Quella era la vera estasi che nessun amante
poteva dare.
Eliminare
la giovane Bezarius, però, non rientrava nei suoi piani e, proprio
per questo, il risultato finale lo lasciava del tutto insoddisfatto.
Certo, si era liberato del suo continuo e sciocco vociare irritante,
e attraverso di lei aveva affondato il coltello anche nel cuore di Oz
e di Jack.
Sotto
certi aspetti aveva ottenuto quella vendetta che aveva atteso per
cento lunghi anni: era a causa di quello stupido damerino, che ora
definivano “eroe”, se Gil era stato ferito ed erano finiti tutti
nell'Abisso.
Questo,
però, non era stato il vero motivo che aveva mosso la sua mano verso
quell'attrezzo da cucina per aprire con un solo colpo la gola della
fanciulla. Pensandoci bene, non c'era un reale movente che
“giustificasse” l'omicidio: invitare Oz ad assistere alla fine
della sorella ottenendo la sua vendetta era stata una cosa a cui
aveva pensato in un secondo momento, quando ormai tutto si era
concluso.
Forse
era semplicemente da attribuire alla noia: Vincent si stancava in
fretta di giocare, soprattutto se i giocattoli si rivelavano inutili
perdite di tempo. E i pupazzi squarciati che invadevano il pavimento
della sua stanza erano muti testimoni dei metodi che solitamente
usava per il suo ultimo divertimento.
In
fondo, anche tutta la recita che aveva imbastito con la ragazza era
stata dettata dalla noia: nella costante lotta tra Pandora e i
Baskerville, era strisciato fino a lei, innocente angelo,
stringendola tra le sue spire e tentando di corromperla. Era soltanto
un gioco e Ada una bella bambola.
Tutto
quel sangue al posto della soffice e morbida imbottitura...
Aveva
iniziato a scorrere ancor prima che se ne rendesse conto ed in breve
aveva imbrattato ogni cosa. Eppure non si era fermato, aveva
continuato a tagliare e infilzare senza pietà, mentre le sue mani
diventavano cremisi.
Mani
già macchiate che mai sarebbero tornate pulite.
Alla
fine del gioco la bambola si era rotta e l'innocenza avrebbe abitato
per sempre i suoi occhi verdi.
Un
“per sempre” relativamente breve se si considerava la velocità
con cui un corpo si decomponeva...e le condizioni in cui era il
cadavere.
Chissà
se Oz avrebbe pianto o avrebbe incassato con stile quel colpo... Era
difficile prevedere le reazioni di quel ragazzino, al contrario di
Gilbert. Lui avrebbe sofferto, Vincent ne era certo, ma questa
consapevolezza non lo turbava: non si era mai fatto particolari
scrupoli nello strappare il moro dalla luce e gettarlo nelle tenebre.
Era
quello il loro posto, dopotutto.
Il
posto del demone dagli occhi di due colori diversi e di suo fratello,
di anime troppo oscure per sperare in una qualsiasi redenzione.
L'unica cosa che potevano fare era sprofondare sempre più in basso
nel buio e nel sangue delle loro vittime.
FINE
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