Tutto
finisce
Dalla finestra osservavo il cielo tingersi di azzurro, era
quasi l’alba.
Ero stato sveglio tutta la notte, a pensare.
Avevamo litigato di nuovo, stavolta non ricordavo neanche il motivo.
Era diventato così tra noi, da un po’ di tempo non
facevamo altro che urlarci addosso l’un l’altro,
sembravamo una di quelle coppie isteriche che si avvicinava sul viale
del tramonto.
Non c’era più complicità, e che
volessimo ammetterlo o no, forse non c’era più
neanche amore.
Tutto ciò era triste, insomma, c’eravamo amati per
molti anni, troppi per ricordarli tutti.
Certo, eravamo sempre stati una coppia strana. Non eravamo i tipi da
fiori e cioccolatini ma più da un pugno e una carezza.
Il nostro rapporto infatti iniziò con una bella scazzottata,
mica con un mazzo di fiori.
Ricordo che eravamo ad Hogwarts, entrambi in ritardo per la lezione,
correvamo nel corridoio deserto, l’uno accanto
all’altro e andavamo avanti a forza di spallate.
Eravamo sempre stati molto competitivi fra noi, tutto si trasformava in
una sfida: in quel caso era arrivare primi alla lezione.
Cominciammo a punzecchiarci leggermente: non potevamo sprecare troppo
fiato; quando improvvisamente lui rovinò a terra,
inciampando in qualche piega inesistente del pavimento e
trascinò giù anche me.
Lo fissai con odio e gli diedi dell’idiota, da lì
a prenderci a pugni il passo fu breve.
Non ci risparmiammo nessun colpo, rotolammo a terra e ci riempimmo di
colpi, poi ci lasciammo cadere di schiena e sfiniti finimmo col fissare
il soffitto.
Restammo per qualche minuto in silenzio, riprendendo fiato.
C’eravamo andati giù pesante, avevo il labbro
spaccato e lividi su tutto il volto e lui di certo non era messo meglio.
Successe così, all’improvviso, lui si volto e mi
diede dello stronzo, io invece di rispondergli per le rime, come avevo
sempre fatto, lo fissai negli occhi e ad un tratto il mondo scomparve,
c’era solo lui.
Vidi il suo sguardo cambiare, poco a poco. Da ostile e rabbioso
diventò dolce, quasi languido.
Non ci fu bisogno di parole e in un battito di ciglio ci ritrovammo e
divorarci a vicenda.
Successe tutto molto in fretta, ci ritrovammo nudi senza neanche sapere
come, e di certo non ci fermammo a pensare.
Ci donammo all’altro in una resa totale e quando unimmo i
nostri corpi, sentimmo una completezza mai provata.
Fu meraviglioso, e finì lasciandoci nella beatitudine
più totale.
Restammo vari minuti in silenzio, ad ascoltare il respiro
dell’altro.
La lucidità lentamente tornava e noi poco alla volta
prendevamo coscienza di quello che era appena successo.
Ci fissammo, incapaci di parlare e come un sol uomo ci baciammo
dolcemente.
Eravamo una delle coppie più impossibili e solide che si
erano mai viste a Hogwarts e di certo fummo anche la più
chiacchierata.
Da allora non ci siamo più lasciati.
Non so come sia potuto accadere, da iniziare con l’amarsi
totalmente a finire con l’odiarsi reciprocamente,
fino a ridursi a litigare ogni giorno e non capirsi più.
Eravamo diventati due estranei che per caso, si erano ritrovati a
dividere la stessa casa, lo stesso letto e la stessa vita.
Tutto questo faceva dannatamente male.
Lo sentii muoversi alle mie spalle, si stava svegliando ma non mi
voltai a guardarlo. Mi stava fissando, lo so: sentivo il suo sguardo
perforarmi come lame.
Si alzò e senza parlare lasciò la stanza.
Lo sentii in bagno che armeggiava con la doccia, era sempre stato un
po’ bradipo appena sveglio, infatti passò qualche
altro minuto prima che sentissi scorrere l’acqua.
Lo immaginai sotto la doccia, che ad occhi chiusi si insaponava.
Sentii una stilettata al cuore a pensare di non amarlo più e
fu ancora più atroce rendersi conto che era davvero
così.
Avrei dovuto dirglielo, farglielo sapere.
L’acqua aveva smesso di scorrere, stava per uscire.
Mi avviai vicino alla porta, e lo vidi uscire già vestito.
Lui mi guardò, forse intuì qualcosa
perché lo vidi cambiare espressione: gli occhi si fecero
immensamente tristi, di quella tristezza che ti dilaniava dentro e
rendersi conto di non essere in grado di porvi rimedio mi
annientò definitivamente.
Caddi in ginocchio, qualche lacrima traditrice scivolò da i
mie occhi senza permesso.
Lui mi fu accanto e mi abbracciò: un abbraccio che sapeva di
addio.
Ci fissammo, poi lui mi baciò, fu un bacio al sapore di sale.
Non riuscivamo a smettere, ci baciammo ancora, ancora e ancora.
Sapevamo che una volta staccati ci saremmo dovuti dire addio, e non
eravamo pronti nessuno dei due per questo passo anche se era
inevitabile: stare insieme era diventato troppo doloroso per entrambi.
Lo sentii allontanarsi, poi lo vidi chinare il capo e alzarsi.
Se ne andò così, senza una parola, senza voltarsi
indietro. Nel momento in cui si smaterializzò, sentii un
dolore al cuore, forse si era rotto.
Lo speravo, un cuore rotto non provava niente ma allora
perché io stavo così?
Immaginare una vita senza di lui era inconcepibile, ma restare insieme
lo era ancora di più.
Dovevo accettarlo, abituarmi alla sua assenza, solo così
avrei potuto sopravvivere a tutto questo.
Mi alzai e mi infilai sotto la doccia, sperando che lo scorrere
dell’acqua sulla pelle, portasse via con se tutto il dolore
che avevo nel cuore.
Così con un ultimo pianto, gli dissi addio.
Ciao a tutti!
Lo so,
è molto triste, mi è venuta l'ispirazione
ascoltando questa
canzone, e ho dovuto
scriverla.
Non è
neanche betata, l’ho scritta in un attimo e ho deciso di
pubblicarla così, se notate degli orrori grammaticali non
esitate a dirmelo.
Spero solo che
non mi odiate troppo.
Questa storia
può essere vista, sia come Pov Draco che come Pov Harry, a
voi la scelta.
Se vi fa piacere,
commentate, io ne sarei felice, se non volete, vi ringrazio comunque
per averla letta *-*
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