Più bella cosa non c’è…
Matteo87’
Note: vorrei cominciare precisando subito che è la prima fict che scrivo su
FF8, pur avendolo finito quattro volte, quindi non garantisco sull’autenticità
dei personaggi. Inoltre vorrei aggiungere che di tutti i FF, secondo me, questo
è quello con la maggior quantità di situazioni romantiche, anche grazie alla
numerosa presenza di coppie diverse e spero che anche tutti gli altri estimatori
di questo bellissimo gioco vogliano provare a scrivere qualcosa. Poi informo che
questa, come molti di voi avranno già capito, è una fict ispirata alla
bellissima canzone, che credo che tutti voi conosciate, di Eros Ramazzotti. E
adesso:
Buona Lettura!!!!!!
"Com’è cominciata io non saprei
la storia infinita con te
che sei diventata la mia lei
di tutta una vita per me…"
Leggera, la brezza che gli solleticava il viso li in terrazza era veramente
stupenda, quell’angoletto di paradiso nel Garden conosciuto per caso era l’unico
posto dove poteva fuggire lontano dalle guerre, dai combattimenti, dai mostri,
dalle questioni politiche che stavano rovinando un mondo già destinato a
sprofondare nel caos totale. Lui e i suoi amici avevano già sconfitto la strega
nel futuro, ma i fatti avvenuti precedentemente alla battaglia finale non
possono essere cambiati. Tutte le generazioni future vivranno nel terrore e nel
regno di distruzione di Aretemisia finché sei guerrieri non piomberanno in quel
mondo dalle piaghe del tempo per ucciderla, ma fino a quel momento nessuno le
impedirà di compiere stragi e altri crimini orribili, nessuno. Ormai tutti loro
avevano imparato a convivere con questo pensiero, non potevano farci nulle, ma
ripensarci faceva ancora male, la sensazione di impotenza non se ne andava così
in fretta. Era stata una giornata tranquilla dopo tutto, non era arrivata
nessuno richiesta d’aiuto, il che non succedeva ormai da un po’ di tempo; il
Garden aveva riempito le sue casse dopo la disfatta dell’esercito Galbaldiano,
i SeeD erano stati inviati ovunque per sedare le diverse rivolte e colpi di
stato. Essendo l’unico Garden rimasto, poi, aveva costretto i guerrieri a
lavorare a pieni ritmi, poi quando le acque si erano calmate definitivamente,
gli unici compiti che venivano assegnati erano quelli di supervisionare i lavori
di ricostruzione delle varie città, noioso, certo, ma sicuramente meno
pericoloso di un’altra battaglia. Per quanto riguardava lui, aveva finalmente
ottenuto il trasferimento ufficiale dal Garden di Galbaldia a quello di Balamb,
dopotutto voleva restare assieme ai suoi amici, e soprattutto a Selphie che
ormai considerava come sua ragazza; non lo aveva ancora detto a nessuno per non
sciuparsi la sua fama di donnaiolo e sinceramente anche a lui piaceva
considerarsi ancora single ogni tanto, ma c’erano dei momenti… in cui loro
erano soli che… non sapeva spiegarlo nemmeno lui, semplicemente lei gli faceva
passare la voglia di correre, vedendola tanto allegra e spensierate gli veniva
voglia di rilassarsi anche per lei e dopo non riusciva più a separarsi da lei.
Non sapeva quando aveva capito di esserne innamorato, forse quando ara sparito
con lei prima dell’attacco al Lunatic Pandora, o forse quando, durante il
primo viaggio in treno, l’aveva vista in tutta la sua allegria per la prima
volta; in tuta sincerità non aveva proprio idea di quando fosse cominciata la
sua storia con lei. Gli dava quel senso di familiarità e confidenza, come se
per lei il mondo è ed è sempre stato tutto rose e fiori; per quanto lui
sapesse falsa quest’ipotesi stare con lei gliela faceva sembrare vera, per
questo gli piaceva, lei era l’unica che sapeva tranquillizzarlo, lei lo
placava, lo rendeva inerme con il suo sorriso, lo scioglieva con un abbraccio e
lo faceva sentire impotente con un bacio. In pratica lei lo rendeva debole, e
stranamente a lui piaceva; sia chiaro, però, solo a lei era permesso di averla
vinta, nessun altro avrebbe potuto fermarlo, beh, eccetto Squall, certo. Anche
lui non amava essere battuto e anche lui si fermava solo per una persona, e se
per il cowboy era Selphie quella persona, per lui era Rinoa. Irvine, però, non
era il solo che amava rilassarsi lì, anche al comandante e a Quistis piaceva
sentire il vento sulla pelle, ma in quel momento, solo Squall era lì appoggiato
alla parete esterna che osservava i gabbiani volare. Non parlavano molto,
sapevano che quello era l’angolo del silenzio e ne rispettavano le regole, se
ne stavano lì in silenzio a riposarsi, lui appoggiato alla ringhiera, l’altro
più indietro con la schiena contro la parete d’acciaio, in religioso
silenzio. In quei giorni, però, c’era una domanda che Irvine desiderava
fargli da molto tempo e quello gli sembrò il momento più adatto. Mise una mano
in tasca e ne estrasse due catenine dove ad ognuna delle quali era appeso mezzo
cuore: sulla parte sinistra c’era scritto Irvine e sulla destra Selphie
"Ehi, Squall, posso farti una domanda?" il comandante abbassò lo
sguardo per guardarlo, ma l’altro non si era voltato, così rispose alla sua
schiena
"Dimmi" il suo tono di voce non era cambiato molto, ma almeno lo si
sentiva più spesso
"Glielo hai già detto a Rinoa?" chiese un po’ incerto
continuando a rigirarsi i ciondoli tra le mani
"Cosa dovrei avergli detto?" chiese il comandante che non capiva di
che stesse parlando l’amico
"Che l’ami" disse semplicemente "gli hai mai detto -io ti
amo-?" Squall sgranò lentamente gli occhi, poi abbassò la testa e si
esibì in uno dei suoi rari sorrisi, con una spinta si stacco dalla parete e
andò vicino all’altro ragazzo che si girò per guardarlo in volto stupendosi
che stesse sorridendo
"E tu, glielo hai mai detto a Selphie?" a quella domanda lui perse
la voglia di parlare e abbasso di nuovo la testa. Squall si girò facendo per
andarsene, ma prima dette un consiglio al suo amico, sapeva di non essere bravo
a consolare la gente, tantomeno a fare discorsi seri, ma negli ultimi tempi
aveva seriamente cercato di migliorare, con l’aiuto di Rinoa e di Edea
ovviamente
"Ascolta… posso solo dirti, che quando l’avrai fatto ti sentirai
leggero. Scusa, ma è tutto ciò che mi viene in mente" l’altro rialzò
la testa e stavolta fu il suo turno di sorridere
"Grazie…" detto questo Squall si incamminò per rientrare nel
Garden, ma Irvine lo fermò di nuovo e, dopo essersi rimesso in tasca le due
catenine
"Stai migliorando sai!" detto questo si staccò dalla ringhiera per
raggiungere il suo amico.
"…ci vuole passione con te
e un briciolo di pazzia,
ci vuole pensiero perciò
lavoro di fantasia…"
"Irvine!!" un gruppo di ragazze lo stava salutando e
lui non riuscì a resistere alla tentazione di rispondere alzando il braccio
agitandolo
"Ciao!" le saluto, ma il suo tono non era cordiale come sempre,
aveva più che altro risposto per abitudine, in realtà la sua mente era
altrove, i suoi occhi vagavano nel mezzo alla folla in cerca di una certa
ragazza; purtroppo però non fu Selphie che trovò, bensì un ragazzo con un
vistoso tribale vicino l’occhio sinistro
"Ehilà Irvine, come ti butta?" gli chiese l’amico
"Ciao Zell, per caso hai visto Selphie?" rispose il cowboy senza
smettere di cercare la ragazza con gli occhi
"Lo sai anche tu che è introvabile durante i preparativi del festival,
comunque puoi provare in giardino, forse sta finendo di controllare il
palco" poteva essere una buona idea
"Non posso scartare nessuna ipotesi" detto questo il ragazzo si
voltò e iniziò a correre verso il giardino del Garden. Accidenti, pensò, ma
quella ragazza non si ferma mai; considerò la possibilità di essere diventato
pazzo per essersi innamorato di una scalmanata come Selphie. Aveva la mentalità
e si comportava più come una bambina che come un SeeD, e questo era forse il
suo più grande pregio, era solo merito suo se durante le varie battagli, anche
in quelle che sembravano le più disperate, loro riuscivano a mantenere il
sorriso e la speranza. La vivacità e l’allegria di quella ragazza erano forse
più utili di qualsiasi medicina conosciuta, poiché era una cura per la
tristezza; dopotutto come si può essere tristi quando si vede un sorriso così
raggiante e radioso come quello di Selphie, lei aveva la capacità di trovare il
lato positivo di tutte le cose e di vivere con la spensieratezza di chi trova la
vita un grande gioco dove chi si diverte sarà sicuramente il più felice e se
potrà vincere un sorriso sarà la persona più fortunata del mondo. Voleva
trovarla doveva trovarla subito, doveva vederla e poterla abbracciare. Durante
il tragitto però incontro Rinoa che volle fermarlo a tutti i costi
"Che c’è, non posso fermarmi devo trovare Selphie" chiese il
ragazzo desideroso di correre al più presto dalla sua ragazza
"Squall mi ha detto tutto" disse la ragazza facendo rimanere di
sasso l’altro "non è diventato un pettegolo, ci mancherebbe, ma quando l’ho
visto rientrare tutto sorridente ho capito subito che era successo qualcosa, e
io so essere molto convincente con lui" disse quest’ultima frase con un
sorriso compiaciuto stampato in faccia
"Giochi sporco, eh?" la prese in giro Irvine
"Mi è venuta una splendida idea per aiutarti" disse la ragazza con
il suo solito sorriso allegro
"E come, tutto quello che vorrei è stare un po’ da solo con lei, come
posso fare se di questi tempi il Garden è sempre affollato" disse lui
facendo un gesto con la mano per indicare tutta la massa di persone che
correvano in tutte le direzioni per i preparativi del festival
"A questo si può sempre rimediare…" l’ultimo sguardo della
ragazza non convinse molto il cowboy a cui non era sfuggito il lieve luccichio
diabolico negli occhi della strega.
Selphie ormai aveva finito di sistemare il palco e aveva anche controllato
che tutti i cavi e i fili fossero collegati a dovere, e si era finalmente
meritata un po’ di riposo; prima però doveva cercare Irvine, poi si sarebbe
riposate, non lo aveva visto per tutto il giorno e si era spesso chiesta che
stesse facendo, magari era in giro a fare il galletto con le altre ragazze aveva
pensato e probabilmente era vero, ma lei sapeva che lui lo faceva solo per
divertimento, era una specie di gioco anche se a lei sicuramente non faceva
piacere. In ogni caso adesso aveva bisogno di stare un po’ con lui, dopo un’intera
giornata di lavoro, aveva davvero bisogno di farsi fare due coccole dal cowboy;
non vedeva l’ora di farsi avvolgere dal caldo torpore del suo abbraccio e
sentire il suo lungo cappotto sulla pelle, voleva mettersi il suo cappello che
la faceva sentire speciale solo per il fatto che solo a lei era concesso il
piacere di indossarlo, a lei e a nessun’altra. Mentre si perdeva in questi
pensieri però non si era accorta che stava succedendo qualcosa di strano all’interno
del Garden, il quale si stava lentamente svuotando, c’erano sempre meno
studenti nella hole e anche in tutte le altre sezioni sembravano diminuire.
Stava succedendo qualcosa di strano davvero e la ragazza se ne rese conto solo
quando fermo i suoi viaggi mentali e si guardò intorno; sgranò gli occhi
quando si accorse di essere rimasta praticamente da sola in mezzo a quell’immenso
Garden. Cominciò a guardarsi intorno chiedendosi che fine avesse fatto tutta
quella gente che pochi attimi fa affollavano quel posto; per l’ennesima volta
si ritrovò a considerare quanto fosse grande il Garden di Balamb, molto più
grande di quello di Trabia, veramente immenso. Stava ancora girando su se stessa
per avere una migliore panoramica delle strutture del posto, quando sentì un
braccio che le cingeva la vita da dietro e qualcuno le posava qualcosa in testa;
accorgendosi di avere indosso un cappello da cowboy, si voltò verso quello che
considerava il suo ragazzo sorridendogli
"Ciao bellezza" la saluto Irvine, che sembrava essere rimasto l’unica
persona oltre a lei lì dentro.
"…ci vuole passione con te
non deve mancare mai,
ci vuole mestiere perché
lavoro di cuore lo sai…"
"Ehilà!" lo salutò con la sua solita aria allegra; il ragazzo
chinò leggermente la testa verso di lei per darle un lieve bacio a fior di
labbra, Selphie, un po’ sorpresa, si irrigidì inizialmente, ma si rilassò
subito sentendosi sciogliere dentro a quel contatto così dolce. Appena si
furono divisi la ragazza chiese
"E questo per cos’era?" in effetti era strano, Irvine non era il
tipo da lasciarsi andare a tali effusioni nel bel mezzo della hole, qualcuno
avrebbe potuto vederli
"Beh, adesso mi serve un motivo per baciare una bella ragazza?"
detto questo la lasciò e si incammino verso il giardino; Selphie restò un
attimo ferma poi lo seguì per fermarlo e si piazzò davanti a lui
"Dipende chi è la bella ragazza" disse incrociando le braccia al
petto e assumendo un’espressione leggermente corrucciata. Il cowboy la squadro
sorridendo e indietreggiando di un po’ per osservarla meglio
"Io vedo solo te" poi ricordandosi che in quel momento non poteva
davvero vedere che lei aggiunse "e non solo adesso" detto questo
offrì il braccio alla ragazza, ma lei lo scostò e corse via, poi a metà
strada si voltò e urlo al ragazzo
"Prima io! Prima io!" Irvine si incamminò lentamente sapendo che
tanto l’avrebbe ritrovata subito, nel Garden adesso c’erano solo loro e lui
aveva intenzione di approfittarne per dirle chiaro e tondo ciò che provava per
lei. Durante il tragitto si mise una mano in testa per aggiustarsi il cappello,
ma si accorse di non averlo più e si ricordò di averlo precedentemente
poggiato in testa a Selphie; quel gesto così semplice e pure molto
significativo era diventata una sua prerogativa, una specie di segno distintivo
per far capire a tutti che lei era diversa, non era come tutte le altre ragazze
che salutava nei corridoi, lei aveva una forza speciale, un’energia che
difficilmente si sarebbe esaurita e che sapeva trasmettere alle persone che le
stavano intorno. La ragazza intanto era già arrivata in giardino e stava
aspettando pazientemente che l’altro arrivasse e sinceramente era eccitata di
trovarsi da sola con lui dopo tanto tempo che non riuscivano a ritagliarsi un po’
di spazio per loro; in effetti anche il giardino era completamente deserto anche
se pochi attimi fa c’erano ancora una quindicina di persone che gironzolavano
lì intorno. Si tolse il cappello e lo rigirò tra le mano facendo passare le
dita sulle cuciture sciupate dal tempo del vecchio copricapo e, mettendo una
mano dentro trovò anche qualche lungo capello marrone chiarissimo, tracce del
suo proprietario; un leggero sorriso salì sulle labbra della ragazza mentre
osservava quei finissimi capelli. Arrivò veloce alla sua mente il ricordo dell’unica
volta che lo aveva visto con i capelli sciolti; era entrata di nascosto in
camera sua per svegliarlo e, quando lo vide dormire con i capelli sciolti
disposti disordinatamente sulla sua faccia e sul cuscino, ebbe la tentazione di
sdraiarsi lì con lui e accarezzarlo. Solo la voce del preside all’altoparlante
l’aveva riportata alla realtà e aveva anche svegliato il ragazzo che la face
uscire subito; non voleva essere visto da nessuno con i capelli sciolti, chissà
perché?
"Che fai?" Irvine era arrivato
"Perché il Garden è così deserto?" chiese lei sperando che lui
ne sapesse qualcosa
"Non so" rispose allargando le braccia e facendo spallucce,
assumendo la faccia più innocente che riuscisse a fare. Quasi istintivamente
mise una mano nella tasca destra del giaccone sperando di avere con se il
regalo. Completato anche l’ultimo punto della lista adesso non gli rimaneva
che l’improvvisazione. Intanto Selphie era andata a sedersi sulla panchina
più vicina al bordo del Garden; da lì si poteva godere di un’ottima vista e
in quel momento la ragazza stava osservando uno stormo di gabbiani che volava in
lontananza. Aveva sempre invidiato gli uccelli, le davano un senso di libertà
che lei immaginava di poter provare appieno solo potendo volare come loro,
intanto si era seduto accanto a lei la persona che sapeva farle volare almeno il
cuore. Lui la guardò per un po’, non voleva disturbarla quando aveva quell’espressione
sognante, la faceva apparire molto più serena e lui la adorava quando aveva
quell’espressione stampata sul volto
"Allora, raccontami che hai fatto oggi che non ti ho mai visto" gli
chiese lei all’improvviso. In quel momento lui capì che era arrivato il
momento di dire tutto, vide tutto il quadro perfetto comprensivo di cornice e
faretto che lo illuminava; se aveva voluto aspettare il momento giusto era
quello: erano soli in un Garden immenso, seduti su una panchina mentre
osservavano l’enorme distesa dell’oceano e il silenzio era rotto solo dalle
onde e dalle correnti che si muovevano in profondità. Decisamente quello era il
momento giusto
"Oggi? Beh, mi sono messo d’accordo con Squall, Rinoa, Zell e Quistis
per costringere tutti gli studenti e gli altri SeeD a rimanere nei rispettivi
dormitori sotto svariate minaccia con il solo scopo di restare un po’ da solo
con te" disse tutto d’un fiato, tanto che Selphie credette di non aver
sentito bene
"Che cosa?!" chiese incredula la ragazza
"…saranno i momenti che ho
quegli attimi che mi dai,
saranno parole però
lavoro di voce lo sai…"
Vedendo la faccia stupita della ragazza, Irvine non riuscì a
trattenere una risata
"Ha ha, avresti dovuto vederti, per poco non ti uscivano gli occhi dalle
orbite" Silphie ebbe l’improvvisa, irresistibile tentazione di mollargli
un sonoro pugno in testa e lasciarlo lì, ma si limitò a chiedersi sempre più
incredula ‘ma come, mi dice che ha minacciato qualche centinaio di guerrieri
scelti solo per stare insieme a me e poi mi prende in giro?’
"Non… non cambiare discorso, spiegami perché hai fatto tutto questo,
scemo!" il cowboy smise di sghignazzare e si buttò all’indietro,
poggiando la schiena sulla panchina e lasciando cadere la testa
"Beh, ecco… non c’è un motivo particolare, era già da un po’ di
tempo che aveva questa idea in testa, ma non sapevo proprio come fare, e così…
gli altri si sono offerti di aiutarmi" la ragazza però ancora non capiva
cosa avesse in mente lui così si alzò, andò dietro la panchina e chinò la
testa in modo da poterlo guardare negli occhi anche se capovolto
"Vuoi spiegarmi di che stai parlando?" chiese sempre più
incuriosita. Irvine rialzò la testa, non sapeva perché, ma non riusciva a
guardarla negli occhi in quel momento; per un attimo penso che c’era qualcosa
di diverso e infatti si rese conto che questa volta c’era davvero qualcosa di
diverso. Quante volte aveva detto ad una ragazza "Ti amo", quante
volte lo aveva detto con il cuore sincero, quante volte lui si era veramente
innamorato; una, sola e unica, e non lo aveva ancora detto apertamente. In ogni
caso doveva farlo, doveva dirlo, non poteva continuare a tenersi dentro quel
peso opprimente di una confessione repressa; soprattutto adesso che aveva avuto
l’occasione di restare solo con lei, aveva tutto il tempo che voleva poteva
scegliere con calme le parole, programmare e valutare qualsiasi possibile
reazione della ragazza…
No, qualcosa non andava, lui non aveva mai seguito nessuno schema, e non
avrebbe sicuramente cominciato in un momento come quello, decise di puntare sull’istinto
come faceva sempre in battaglia e lì aveva sempre vinto
"Allora?" Silphie intanto si era spostata fino alla ringhiera e
stava osservando l’orizzonte. Irvine fece forza sulle braccia e si alzò per
andare a raggiungerla, mentre camminava si mise una mano in tasca per
controllare di avere con se tutto l’occorrente; giocherellò con le catenine
all’interno della tasca del cappotto per un po’ poi tolse le mani di tasca e
appoggiò i gomiti sulla ringhiera, prese un bel respiro e si preparò e dire
tutto, tutto quello che aveva da dire e che voleva dire da molto, moltissimo
tempo
"C’è… c’è una cosa che desideravo dirti da molto tempo, e che
purtroppo non ci sono mai riuscito; forse non avevo il coraggio, forse non
trovavo mai il momento giusto, in ogni caso credo che adesso io sia pronto e
abbastanza preparato per dirtelo" disse sorridendo dolcemente. Quel sorriso
fece sciogliere Selphie che rimase per un attimo imbambolata, ma si riscosse
subito, intanto Irvine aveva ripreso a parlare
"Se durante le guerre e le battaglie non mi sono mai sentito triste è
perché sapevo che al mio ritorno potevo rivederti e questo mi ha sempre dato la
forza di combattere. Quando combattevamo contro Galbaldia e poi contro Adele,
Artemisia, Seifer e tutti gli altri… è stato solo merito tuo se non mi sono
mai sentito triste, se ho sempre trovato il modo di sorridere dovunque mi
trovassi; a F.H., a Estar, nello spazio o nella compressione temporale, così
come nel Lunatic Pandora, all’orfanotrofio… dovunque. Dovunque tu hai sempre
trovato il modo di sorridere e di farmi sorridere, averti incontrato mi ha fatto
capire che essere dei lupi solitari può far apparire intriganti, ma solo con il
sorriso si conquistano le persone. In effetti ripensandoci, incontrarti e stata
la cosa migliore che ho fatto in vita mia, a parte salvare il mondo
ovviamente" Selphie non aveva ancora ben capito dove volesse arrivare il
cowboy, ma aveva capito che cercava di dirle qualcosa di veramente importante,
così cercò di concentrarsi per non perdere nemmeno una parola del discorso che
le stava facendo il ragazzo
"Oltretutto stare accanto a te è veramente strano, tutti ti sorridono e
ti salutano educatamente, nessuno ti snobba o ti manca di rispetto, tu sei
speciale perché con la tua spensieratezza riesci a farti voler bene da tutti.
Per questo e molto altro ancora ho capito che volevo stare con te, che non
volevo più stare solo, ma circondato da amici che mi volessero bene; mi è
sempre piaciuto scherzare con gli altri, ma non avevo mai avuto dei veri amici
come Zell, Rinoa, Squall e Quistis, e non avevo mai voluto veramente bene ad una
persona come a te. C’è solo una cosa che non ho ancora fatto e che desidero
fare da molto tempo, e cioè, dirti quella cosa per cui ti ho fatto venire qui e
per la quale ho rischiato di far arrabbiare Cid e di mettere nei guai i nostri
amici minacciando tutti i SeeD del Garden" era arrivato il momento, Irvine
sentì che doveva dirlo ora, che se non l’avrebbe fatto lo avrebbe rimpianto
tutta la vita poiché non avrebbe avuto altre occasioni come quella. Silphie
invece aveva cominciato ad avere una certa paura di quello che stava per dire il
ragazzo. Si poteva sentire il nervosismo del cowboy nell’aria e lui non era
certo un tipo da innervosirsi tanto facilmente
"Silphie, io ti amo" l’aveva detto, ci era riuscito, tirando
mentalmente un sorriso di sollievo si accorse che doveva ancora fare una cosa.
La ragazza dal canto suo era da una parte rilassata che fosse quello e non
qualcosa di negativo che voleva dirle, ma dall’altra era scioccata, credeva
che non glielo avrebbe mai detto, che non ci sarebbe mai riuscito; un donnaiolo
nato come lui che si dichiara seriamente ad una ragazza. Per lei era stato un
fulmine a ciel sereno, ma sicuramente era un fulmine che aspettava e desiderava
anche lei da moto tempo; prima che lui avesse il tempo di aggiungere altro lei
gli saltò letteralmente al collo aggrappandosi a lui con le braccia
"Anch’io ti amo, scemo!" gli urlo addosso, mentre sentiva salire
le lacrime, in quel momento era veramente troppo felice per controllare le sue
emozioni, ma d’altra parte, quando mai lei controllava le sue emozioni. Irvine
colto un po’ alla sprovvista si limitò a circondarla con le braccia
poggiandole una mano sulla testa
"Aspetta, non ho ancora finito" disse lui
"Come?" chiese l’altra che credeva di non aver capito bene
"Beh, ho pensato che, visto che Rinoa e Squall hanno lo stesso anello in
comune, anche io potevo farti un regalo del genere, così…" il cowboy si
mise una mano in tasca ed estrasse i due ciondoli mostrandoli alla ragazza; lai
lo guardò stupita di quel regalo e nemmeno si accorse di quando lui le passò
dietro per agganciarle intorno al collo la parte sinistra del cuore. Sul
ciondolo che la ragazza portava al collo c’era inciso il nome di Irvine,
mentre su quello del ragazzo c’era inciso il suo
"Allora ti piace?" chiese lui, e Silphie non riuscendo più a
trattenersi, si lanciò nuovamente tra le braccia del suo ragazzo lasciando
cadere finalmente qualche lacrima di felicità
"E’ bellissima!! Grazie grazie!" urlava di felicità la ragazza e
Irvine rispose dolcemente guardandola negli occhi finalmente con la pace e la
serenità nel cuore
"Grazie a te Silphie, grazie di esistere…" e poi ripensò alle
parole di Squall, in effetti adesso si sentiva molto più leggero.
"…più bella cosa non c’è
più bella cosa di te
unica come sei
immensa quando vuoi
grazie di esistere…"
Dalla terrazza del secondo piano, intanto qualcuna stava
assistendo alla scena con un sorriso soddisfatto stampato sul volto, vedere due
amici felici era per lei fonte di grande gioia, soprattutto se lei si era resa
in qualche modo complice della loro felicità. Purtroppo spiare la gente non era
molto educato e un altro ragazzo dietro di lei la redarguì
"Non ti hanno insegnato che spiare le persone è segno di
maleducazione?" chiese alla sua fidanzata
"E dai Squall, non essere così pignolo, avanti, vieni a vedere come
tubano i due piccioncini" scoraggiato, il ragazzo, le si avvicinò e, dopo
averla presa per un orecchio, la riportò dentro il Garden
"Rinoa… ti prego, lasciali in pace" dopotutto il suo compito era
mantenere l’ordine e, in qualità di comandante, doveva anche assicurarsi che
le truppe fossero sempre in forma. Per questo sapeva che la cosa migliora era
che ognuno si facesse, ovviamente nei limiti del possibile, i fatti propri, ma
naturalmente Rinoa la pensava diversamente, lei voleva sempre sapere tutto di
tutti e non gli rendeva la vita facile il fatto di dover anche preoccuparsi per
lei.
"Uffa… che noia" disse imbronciandosi con Squall, il quale però,
conoscendola, ormai non cadeva più in quella trappola; non era uno che regalava
una caramella ad un bambino solo perché quello gli faceva il labbro tenero,
sapeva bene che, oltre a far venire il mal di pancia al bambino, altri ne
sarebbero venuti per lo stesso motivo. Così lui doveva trattare tutti alla
stessa maniera, nessuna eccezione; Rinoa capì che non c’era proprio niente da
fare quindi pensò a qualcosa che magari avrebbe potuto fare insieme al suo
ragazzo
"Che ne dici, facciamo un giro, portami al posto segreto" il
ragazzo la fissò per un attimo cercando di capire se lei avesse qualche secondo
fine, ma si convinse che poteva fidarsi, così scrollò le spalle e si
incamminò verso l’ascensore
"E va bene, andiamo, tanto abbiamo ancora una mezz’oretta prima che il
tuo incantesimo si sciolga" disse il comandante; in effetti Rinoa aveva
avuto un’idea piuttosto ingegnosa, invece di tenere a bada i SeeD con le
minaccia li avevano rinchiusi nei dormitori con un incantesimo della strega.
Ormai l’effetto della magia era agli sgoccioli, ma avevano ancora un po’ di
tempo da passare insieme anche loro due, così Rinoa felice lo raggiunse nell’ascensore
e, quando ne furono usciti, lo prese a braccetto sorridendogli, mentre lui si
limitò a continuare ad andare avanti, dopotutto non era ancora abituato a
manifestazioni troppo enfatiche e molte volte, non sapendo che fare se ne stava
zitto. Alla ragazza comunque andava bene così, dopotutto lei amava anche questo
di Squall, il fatto che fosse così deciso in battaglia e insicuro in amore era
davvero divertente per lei, e per lei il sorriso era veramente importante, sia
il suo che quello degli altri. Erano arrivati al centro d’addestramento, ma c’era
ancora da superare un piccolo tratto, dove avrebbero potuto trovare dei
mostriciattoli non proprio simpatici. Arrivarono comunque al posto segreto senza
difficoltà, dopotutto cosa erano un paio di Grat per uno che aveva ucciso la
strega più potente di tutti i tempi. Il posto segreto era deserto, meglio
così, pensò Squall, non gli piaceva farsi vedere da altri quando era insieme a
Rinoa, aveva pur sempre una reputazione da difendere; intanto la sua ragazza si
era avvicinata al muretto e vi aveva appoggiato i gomiti; lui le era accanto,
come sempre, d’altronde
"Ehi, Squall?" lo chiamo, senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte
"Nh?" rispose il ragazzo anche lui tenendo lo sguardo fisso davanti
"Facciamo il gioco della verità?" stavolta voltandosi
"Cosa?!" chiese non capendo bene a cosa si riferisse la ragazza
"Il gioco della verità: io faccio un incantesimo e poi ci facciamo
della domande una per uno, se dici la verità non succede nulla, ma se menti…"
lasciò la frase in sospeso
"Che succede se mento?" chiese incuriosito
"Nessuno potrà toccare l’altro per una settimana" a queste
parole Squall si irrigidì come un pezzo di legno, in effetti l’idea di non
poter toccare Rinoa di poterla abbracciare o baciare per una settimana non gli
sorrideva affatto
"Non mi sembra una buona idea" disse voltandosi di nuovo verso la
terrazza
"E, dai, non mi dirai che mi nascondi qualcosa… per caso hai un’altra?"
chiese stuzzicandolo, questo ebbe l’effetto sperato: il ragazzo si girò di
scatto guardandola fisso negli occhi con un’aria incredula
"E va bene" disse poi allargando le braccia. Rinoa lo face sedere e
così fece lei, quindi gli prese le mani e disse a bassa voce qualcosa di
incomprensibile per Squall, le loro mani furono avvolte per un istante da un
luccichio che poi sparì subito come spazzato dal vento
"Allora, se dici una bugia il mio corpo per te scotterà come dei
carboni ardenti, e per me uguale; indi per cui vedi di dire sempre la verità,
intesi?"
"Intesi" rispose lui
"Una domanda per uno allora, comincio io: hai mai avuto una ragazza
prima di me?" chiese sperando di mettere un po’ di agitazione addosso al
suo ragazzo, ma questi non si scompose
"No" rispose pacatamente "e tu?" chiese a sua volta
"Beh… in un certo senso, diciamo di si" stranamente credeva che
Squall facesse una scenata, invece non disse nulla, ma aspettò pazientemente la
prossima domanda
"Ok, allora" pensò la ragazza "come ti sentiresti se tutti i
tuoi amici se ne andassero dal Garden per andare a vivere da soli?"
"Intendi Irvine, Selphie e gli altri?" Rinoa scosse la testa in
segno di assenso, prima di rispondere ci pensò sopra un attimo poi rispose
"Beh, sarei felice per loro, almeno non dovrei stare in pensiero durante le
battaglia, ma sinceramente… non vorrei restare nuovamente senza amici" la
ragazza ascoltò attentamente quelle parole e poi gli sorrise dolcemente
"Il fatto che tu mi risponda così schiettamente significa che proprio
non ti va ti starmi lontano per una settimana eh?" chiese divertita, lui la
guardò un attimo negli occhi poi parlò
"Quando eri dentro Adele e ti abbiamo combattuto, non avevi paura che ti
facessimo del male?"
"Non ho avuto paura nemmeno per un momento, sapevo che tu non mi avresti
mai fatto del male, e sapevo che eri lì per salvarmi" nel dire questo gli
strinse ancora di più le mani come per fargli sentire che si fidava di lui. Ad
un certo punto però, sul volto di Rinoa apparve un sogghigno malefico che a
Squall non piacque per niente
"Sei mai stato attratto fisicamente da una ragazza che non fossi
io?" il ragazzo divenne color porpora
"Ma come ti vengono in mente certe idee?!" ma la ragazza gli scosse
l’indice davanti agli occhi
"La verità…" lui si mise una mano sulla fronte distogliendo lo
sguardo, ma la sua risposta fu impercettibile
"Come?" chiese Rinoa che stava a fatica trattenendo le risate
"E va bene, si, sono un essere umano anch’io dopotutto" poi
continuò sconsolato "quanto dura quest’incantesimo?"
"Abbiamo ancora due domande a testa tesoro, e tu hai sprecato questo
turno, quindi ritocca a me, dunque: e da me sei attratto fisicamente?" il
ragazzo sgranò gli occhi e per un istante a Rinoa parve di vedere un luccichio
di follia omicida farsi strada nei suoi occhi, ma lei ripeté il gesto di prima
puntando l’indice sul suo naso
"Verità…" Squall, stavolta divenne di tutti i colori dell’arcobaleno
e sentì un dolore sordo provenire dalla bocca dello stomaco, probabilmente i
panini del pomeriggio avevano deciso di prendere una boccata d’aria. Soffocò
il conato di vomito e tornò a guardare la sua ragazza, adesso non stava
sogghignando, stava sorridendo, e davanti a quel sorriso lui si sciolse come
neve al sole. Rinoa gli si avvicinò e gli chiese nuovamente a bassa voce
"Allora, sei attratto fisicamente da me?" gli chiese nuovamente
appoggiando la sua fronte a quella del ragazzo
"Si" la sua risposta fu solo un lieve sospiro prima di baciarla, e
in quel bacio c’era la risposta, non nelle parole, ma in quel bacio dove aveva
riversato tutto il desiderio di abbracciarla, di toccarla, di… averla. Quando
il bacio si ruppe, però, Squall si ricordò che aveva ancora una domanda a
disposizione
"Senti, tu a che età intendi sposarti?" la domanda la lasciò
letteralmente di sasso, in effetti non sapeva proprio che rispondere, era uno di
quei rari casi che rimaneva senza parole, e non le piaceva, si sentiva indifesa
così, soprattutto se era Squall a farla sentire così
"Ti ho solo chiesto a che età tranquilla…" puntualizzò lui
leggendo un po’ di paura nei suoi occhi
"Beh, in verità, non mi importa a che età, basta che sia con la
persona che amo" Squall si esibì in un altro dei suoi sorrisi, accidenti,
era già il secondo quel giorno doveva darsi una calmata o qualcuno avrebbe
potuto azzardare che si stava rammollendo. Il luccichio riavvolse le loro mani e
nuovamente se andò, segno che l’incantesimo era sciolto. Il ragazzo si alzò
da terra e tese la mano a Rinoa
"Sarà meglio rientrare, qui comincia a fare freddo" la ragazza,
ancora un po’ scombussolata gli prese distrattamente la mano e si alzò anche
lei. Anche l’incantesimo del Garden era sciolto, ma adesso non c’era più
nessuno perché tutti erano andati a dormire, le vetrate facevano intravedere il
cielo stellato e l’unica fonte di luce era la luna piena che risplendeva alta
nel cielo
"Ricordi, anche quella sera c’era la luna piena" disse Squall
alzando lo sguardo
"Già" gli rispose lei facendo lo stesso, senza accorgersene,
intanto, avevano intrecciato le mani e si dirigevano a passo lento nei
dormitori. Giunti davanti alla porta della camera di Rinoa, questa si girò
verso il suo ragazzo, che prima di lasciarla aveva in mante di chiederle ancora
una cosa
"Volevo farti un’altra domanda…" lei lo guardò con aria
interrogativa
"Dimmi" lo incitò
"Tu sei attratta fisicamente da me" come aveva fatto Squall prima
di lei, Rinoa sgranò gli occhi e si irrigidì appena comprese la domanda. Che
doveva dirgli, che poteva rispondergli
"Non hai bisogno di un incantesimo per dirmi la verità" non sapeva
nemmeno lui perché le aveva rivolto quella domanda, forse era solo curiosità,
o forse voleva solo placare quel costante dubbio che lo tormentava sempre, se
lui fosse più o meno fisicamente attraente per lei. Voleva saperlo, anzi,
doveva saperlo a tutti i costi, ma sperava che non ci fosse bisogno di un altro
incantesimo. La ragazza lo guardò e capì subito che lui glielo avrebbe voluto
chiedere già da molto tempo
"Bene, se vuoi saperlo allora significa che non devo trattenermi"
detto questo lo afferrò per il colletto della giacca e lo baciò
appassionatamente, lui stupito non poté fare altro che rispondere al suo bacio,
conscio che in fondo era quello che voleva anche lui. La ragazza lo trascinò
dentro la propria camera e la porta si richiuse alle loro spalle, lasciandoli
liberi di dirsi tutta la verità possibile e isolandoli dal resto del mondo che
per loro poteva anche correre il rischio di venire distrutto per l’ennesima
volta. E così al Garden di Balamb era trascorsa un’altra piacevole giornata,
una giornata come tante, fatta di amori, amicizie, guerre, mostri e altro
ancora; perché quello era il loro mondo, e sempre sarebbe stato, loro lo
avrebbero difeso con tutte le loro forze: Squall, Rinoa, Zell, Irvine, Selphie,
Quistis e tutti gli altri non avrebbero permesso a nessuno di rovinarlo e
avrebbero insegnato ai loro figli a combattere con lo stesso amore per la vita
che avevano già dimostrato loro, preparandoli alla venuta della strega e a
qualsiasi altro nemico si sarebbe presentato, raccomandandoli di affrontare
sempre tutto con il sorriso sulle labbra e con il sostegno degli amici, perché
per quanto buia possa essere la notte, il sole continuerà a sorgere.
FINE
Note: Ecco qua, è finita. Vi siete divertiti, vi siete annoiati, non vi ha
fatto nessun effetto, non importa, basta che mi lasciate qualche recensione;
personalmente spero che vi sia piaciuta e vi assicura che se mai scriverò
ancora qualcosa su qualsiasi FF ci metterò anche un’infarinatura di
avventura. Bene, alla prossima!!!
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