Cielo!, è un secolo che non
posto una one-shot! O_O
Beh, come avevo anticipato su Linette, ho parecchie
cosette rimaste a fare la muffa nel mio pc (che
ancora no, non è tornato ç_ç
quindi su chiavetta) e ho deciso che oggi era la volta buona, (perché la
febbre mi fa delirare ed ero certa
che oggi fosse l’11, invece ho perso la
tramontana…) per festeggiare un evento particolare: Buon B-day, Brad! Anche se so che non
leggerai mai, ti lovvo!! *_*
Coff.. coff… Visto che ieri
era il compleanno di Bradley, ho pensato di
postare una fic che parli di attese e nascite future,
concentrandomi sul suo personaggio, con un grande ‘what
if…?’. ^^
La fic contiene uno SPOILER preso da wikipedia inglese, che riporta un’intervista
fatta a Richard Wilson. L’info non compare in alcuna puntata finora realizzata. Essa consiste nel chiarire la parentela Gaius/Hunith.
1000 parole esatte. Giusto per essere pignoli. XD
Nelle note finali, ulteriori
spiegazioni.
Dedicata alle mamme. Quelle vere, e quelle spirituali.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The Sweetest
Secret
“Gaius?” chiamò
la regina, varcando la soglia del laboratorio del medico di
corte.
Inaspettatamente, però, non fu il fidato consigliere
ad incrociare il suo sguardo, ma una giovane fanciulla
dai capelli neri, che smise all’istante di frantumare le erbe nel mortaio
col pestello, per compiere una goffa riverenza nella sua direzione.
“Milady, Gaius si è
assentato un momento per una visita urgente…” le spiegò,
senza osare sollevare gli occhi su di lei.
“E tu… chi
saresti?” s’incuriosì la sovrana, avvicinandosi.
“Credevo che solo Alice avesse il privilegio di aiutare il nostro guaritore
nel preparare i suoi rimedi.”
La ragazza arrossì, come colta in fallo.
“Io sono Hunith, sua sorella
minore.” Si presentò. “Sono venuta a fargli visita ed egli
mi ha concesso di assisterlo, perciò mi stavo rendendo utile.”
“Oh!” si stupì la nobildonna,
sorridendole, abbandonando l’aria guardinga. “E’ un piacere
fare la tua conoscenza, Hunith! Gaius
è un mio buon amico, quindi considerati la benvenuta a Camelot, per tutto il tempo che desidererai
rimanere!”
“Vi ringrazio, Mia Signora.” Rispose ella, chinando il capo. “Volevate conferire unicamente
con mio fratello? Altrimenti… potrei esservi anch’io di aiuto, in qualche modo?” si offrì, solerte.
“Ma…
veramente…” tentennò la sovrana, a disagio.
“Comprendo il vostro riserbo. Dev’essere
senz’altro una cosa importante… e
delicata.” Ipotizzò la fanciulla.
“Sì, lo
è.” Ammise Lady Ygraine, lasciandosi
sfuggire un sorriso.
“Riguarda l’erede che tanto bramavate?”
immaginò Hunith, con i modi diretti e spicci di chi era abituato alla vita semplice dei campi e
non all’Etichetta di Corte.
La regina sussultò, meravigliata da quell’affermazione.
Eppure l’istante successivo cedette
– fidandosi istintivamente di lei contro ogni buonsenso –,
rivelandole che sì, credeva di aspettare il figlio che lungamente aveva
atteso.
“Sei la prima persona a cui lo confido.” Le bisbigliò,
come se dirlo ad alta voce potesse quasi infrangere quello stato di gioia improvvisa
e miracolosa. “Neppure il mio consorte ne è
a conoscenza. Anzitutto, necessito del parere medico
di Gaius e della sua conferma. Mi sono illusa ripetutamente,
in questi anni, che quasi disperavo di…” lasciò
cadere la frase a metà, poiché quel rammentare doloroso era fuori
luogo al momento. “Ma come hai fatto a capirlo?”
s’incuriosì, smettendo di trattenere la propria contentezza,
afferrando di slancio le mani della contadina per comunicarle la propria
letizia, incurante delle sue dita ruvide e sporche di ingredienti.
Hunith ricambiò la stretta
con delicatezza.
“Custodite dentro di voi il più tenero dei
segreti…” le spiegò, dolcemente. “Si vede che siete
raggiante e avete accarezzato il vostro ventre per tre volte, da che siete qui.”
Lady Ygraine si lasciò
sfuggire un risolino deliziosamente imbarazzato.
“Non me n’ero
accorta.” Ammise.
“Questo è perché lo fate istintivamente,
per proteggere la vostra creatura.” Le chiarì.
“E mio fratello mi ha insegnato ad essere una buona osservatrice.”
Concluse, motivando la sua scoperta.
“Hai la sua stessa mente arguta.”
Considerò la regina, positivamente impressionata.
“Vi ringrazio dell’elogio, Milady.”
Rispose, con un inchino. “Gradite accomodarvi nell’attesa, o
preferite che mandi mio fratello nelle vostre stanze, quando farà
ritorno?”
Ygraine si guardò attorno,
in cerca di una seggiola comoda. E Hunith,
inevitabilmente, fraintese il suo sondare.
“Questa casa è umile, ma…”
esordì, difendendola impulsivamente.
Quasi certamente,
quella nobile era disgustata dall’ambiente spartano di Gaius.
La regina, invece, le sorrise apertamente.
“Vengo spesso qui, in cerca di una buona parola e dei
consigli saggi di tuo fratello. Non temere, apprezzo il suo spirito pratico.” La rassicurò, indicando ampolline disseminate,
erbe officinali in via di essiccamento e testi medici
accanto al letto del cerusico. E poi, senza indugio,
si rimboccò l’elaborato abito e si accomodò sulla panca, giusto
davanti al tavolo da lavoro su cui Hunith stava
trafficando.
“Credo che lo attenderò qui. Tuttavia, non
desidero distrarti dal tuo operato; puoi continuare,
se lo desideri. Non badare a me.” Le ordinò, cercando di metterla
a suo agio: era evidente che la fanciulla non sapeva
come comportarsi adeguatamente con una persona del suo rango e la cosa poteva
metterla in difficoltà.
Hunith seguì il suo invito
e riprese in mano il pestello ma, appena dopo un paio di colpi, s’arrestò.
“Potrei… potrei
offrirvi una tisana rilassante? Non ha controindicazioni.” Le chiarì
all’istante, rendendosi forse conto, troppo tardi, di aver agito con
avventatezza e impudenza.
“Un infuso?”
“Di tiglio, melissa e anice. Sono un toccasana in
gravidanza.”
“Lo accetto molto volentieri.” Acconsentì la nobildonna, annuendo.
La giovane contadina fu ben felice di rendersi utile e,
sotto al suo sguardo interessato, rovistò nella
dispensa emergendo poi con tre piccoli recipienti.
Ella prese successivamente due
tazze – semplici, ma pulite – e una brocca che riempì con
l’acqua che ribolliva costantemente nel paiolo sul focolare.
Dopo ciò, versò un
cucchiaio per ciascun ingrediente e lasciò la tisana a decantare.
Nell’attesa, la sovrana si mise a trastullarsi con uno
dei flaconcini che aveva l’etichetta slabbrata.
“Dovrei sostituire la targhetta dell’anice.” Considerò Hunith,
quasi scusandosi verso la castellana, che fu colta da un’improvvisa
curiosità.
“Tu… riconosci i medicamenti a memoria oppure
sai leggere?”
“So leggere, Milady. Me
l’ha insegnato Gaius, molto tempo fa.”
“Questo mi conferma che sei dotata come lui.” La elogiò, facendola arrossire, mentre le
serviva la calda bevanda.
“I suoi infusi, però, sono migliori dei miei.” Si schernì la giovane, dimostrando anche uno
spirito sagace.
Per questo, Lady Ygraine se ne uscì con un’offerta imprevista.
“Se per caso decidessi di restare a Camelot, potrei accoglierti fra le mie ancelle.”
Hunith non nascose il proprio,
genuino stupore e altrettanto rammarico, poiché non voleva sembrare
un’ingrata.
“La vostra offerta è estremamente
generosa, ma la mia vita è a Ealdor. Giusto
domani, ripartirò.”
“Mi rincresce. Tuttavia, è stato interessante
incontrarti.” Considerò la nobildonna, terminando
di sorbire il proprio decotto e risollevandosi dalla panca con una grazia
incantevole.
“Temo che Gaius sia stato
trattenuto. Mandalo da me, appena rientrerà.” Ordinò,
distanziandosi.
“Sì, Maestà. Sarà fatto.”
“E se un giorno farai
nuovamente visita a Camelot, chiedimi udienza.
Sarò ben lieta di rivederti. Ma per ora…
Addio.”
“Non mancherò.” Promise la contadina,
assistendo al suo congedo. “E che il Cielo
v’assista!” le augurò. “Addio.”
-
Fine -
Disclaimer: I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: Il titolo
si traduce in “Il segreto più dolce”. E
ho scelto, come colore, l’azzurro dei fiocchi. *_*
Lo so, lo so. Ho scritto fin troppe
fic su predestinazioni & Co., ma è un concetto che adoro, che posso farci? *_*
E poi volevo a tutti i costi che le due consuocere si potessero
incontrare almeno una volta nella vita! *O*
(Ehm… no, lo so che non è una fic slash, ma la cosa è inevitabile nella mia testolina!
^////^)
D’altra parte, se Arthur e Merlin
sono legati dal volere del Destino, lo sono anche le loro madri.
Se la nascita di Arthur e la morte
di Ygraine non avessero costretto Balinor
a fuggire da Camelot per salvarsi, Merlin probabilmente non sarebbe mai nato. Ç_ç
Ci vedo una sorta di ‘scambio equivalente’ [FMA Docet!], un legame,
nel momento in cui la regina condivide con Hunith la
gioia della sua scoperta, quando, nemmeno un anno dopo, sarà proprio Ygraine (anche se involontariamente e indirettamente) a
farle dono della maternità.
Per amor di precisione: una tisana di tiglio, melissa e
anice viene davvero usata in gravidanza, per il suo
effetto rilassante.
La domanda di Ygraine sul leggere è legittima. In un contesto
medievale, erano in pochi (persino tra i nobili) a sapere leggere e scrivere.
Bene, non mi resta che chiudere.
Per chi se lo fosse perso, ho aggiornato qualche
giorno fa ‘The He in the She (l’Essenza
dentro l’Apparenza)’ col cap
46.
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elyxyz