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Bianca. Che
merda di nome è.
Me l'ha dato lei, ovviamente, quella vecchia puttana ingioiellata che
vedete seduta davanti a me. Sorbisce lenta il cibo, per farsi gentile e
delicata. Non c'è niente che sappia far meglio che fingersi.
Come se non l'avessi sentita urlare come una cagna in calore dalle
lenzuola, per soddisfare il riccone di turno e convincerlo a
sposarsela, o almeno a mantenerla per un po'. Sono così esperta
di finti orgasmi che li potrei vendere porta a porta, e consigliare dal
mio catalogo quelli più confacenti alle più svariate
esigenze.
"Bianca."
la donna sollevò gli occhi ad osservare sua figlia, facendo
svolazzare le sue ciglia finte al suono di quel nome.
Ancora quel
nome. Il bianco è purezza, innocenza, ecco perché me l'ha
dato. Sarei stata pura, proprio come lei, giunta pura e illibata
all'altare. Sono quasi sicura che per il suo primo marito si sia
fatta un'imenoplastica, la puttana, perché pare che lui fosse
fissato con queste stronzate. Il suo primo marito, cazzo...mio padre,
forse. Se l'ho mai conosciuto, l'ho dimenticato; ricordo solo i
piagnistei della sgualdrina dagli avvocati, quando avevo (non so)
cinque anni e, naturalmente, i relativi orgasmi inclusi nel catalogo.
"Tesoro," continuò la
donna,
rivolgendosi con tono amorevole alla sua interlocutrice, "stasera che
programmi hai? Ho organizzato una riunione del Club qui; se tu
restassi, ci farebbe molto piacere." concluse con un sorriso posato.
Meravigliosa.
Con qualche svolazzamento di ciglia e qualche sorriso falso al punto
giusto, crede di persuadermi del suo amore per me. Tsk! Come se ci
credessi ancora! E' stato uno di quei miti che si abbandonano a sette
anni, come quello del topo dei denti o di Babbo Natale. E benché
la chiacchierata con le amichette succubi e idiote del Club, come si ostina a chiamarlo,
sia un'idea allettante... le mie necessità fisiologiche mi impongono
un'altra destinazione.
La
ragazza si leccò le labbra con gola fingendo di ammirare il piatto
mezzo pieno che aveva davanti; poi, sollevò gli occhi e, con un sorriso
che pareva sincero: "Mi dispiace, mamma. Stasera non posso proprio: è
il compleanno di Giulia e le organizziamo una festa a sorpresa."
Certo.
Giulia. Non so nemmeno chi cazzo sia. Ma è sempre divertente inventare
nomi per osservare le sue reazioni da manuale. Certo, dal manuale delle
figure di merda.
La madre
sorrise, quasi con complicità: "Oh, certo, Giulia! Non sapevo fosse il
suo compleanno; come sta?"
Bianca ricambiò
il sorriso, e rispose: "Beh, sai com'è...l'ha da poco
lasciata il suo ragazzo e... le facciamo la festa anche per tirarla un
po' su..."
Oh, sono
fiera di me. Recitazione perfetta, da Oscar. Il tono giusto, né troppo
drammatico, né troppo leggero. Le giuste pause, le dovute esitazioni. E
gli occhi, cosa dire del movimento degli occhi? Si abbassavano
leggermente, come per discrezione nei confronti dell'amica, e poi si
fissavano sull'interlocutore, in cerca di comprensione.
"Capisco." fece la
donna, con un reiterato sorriso, "Divertitevi, in ogni caso!"
Sì, mamma,
mi divertirò. Ma non nel modo che tu pensi, non scopandomi uomini nel
retro dei locali: io nel retro dei locali faccio ben altro... e se lo
sapessi, ne avresti paura. Ci vediamo, puttana, non saprai niente di
me. Fino al mio necrologio.
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