- ...Ti ho preso in parola T.J. ... Ora
tocca a te mantenere la tua... -
Appoggiato alla porta di casa, chiusasi
da poco su una tragedia in atto unico, Adam Lambert soppesa sconsolato
il pensiero che gli sta vagabondando da un po’ fra i neuroni.
- È il più brutto momento della mia
vita. -
La frase, detta da lui, ha più il sapore
di una presa in giro, tante le volte l’ha pensata o pronunciata più
per capriccio e istrionismo che per reale sofferenza...
C’è stata la prima volta in camera
insieme a Neil, il momento più brutto della vita di un figlio unico
ebreo che si ritrova fratello maggiore e figlio di una madre ebrea...
C’è stato il primo yom-kippur con Neil,
il momento più brutto della vita di un bambino abituato ad avere tutte
le attenzioni (e i regali) per sé...
C’è stata la prima volta a torso nudo su
un palcoscenico, il momento più brutto della vita
di una palla di lardo con manie di protagonismo…
C’è stato il primo due di picche, e
quello ha fatto davvero male, il momento più brutto della vita di un
gay adolescente…
Ma a tutti questi momenti più brutti
della sua vita, come a un’infinità di altri, Adam Lambert è
sopravvissuto, e ne è venuto fuori alla grande, a questo invece…
Con il cuore ammaccato dalla tristezza,
getta uno sguardo panoramico al teatro di quella battaglia appena
conclusa della quale ancora si percepiscono brandelli di parole
disperate, urlate solo per non sentirle davvero, e pensa che forse, e
per la prima volta in vita sua, la frase - È il momento più brutto
della mia vita! - ha davvero senso pensarla…
Dopo aver lasciato la villa di Adam, Tommy, svuotato sia fisicamente
che mentalmente, riesce a fare solo pochi passi prima di accasciarsi
sul marciapiede e abbandonarsi alle lacrime…
Lacrime amare, crudeli, feroci come le
parole che è stato costretto suo malgrado ad ascoltare e ad accettare,
e che gli riecheggiano ancora nella scatola cranica come mille aghi
appuntiti lasciano il segno su un puntaspilli.
Un dolore per intensità secondo solo a
quello per la morte di suo padre gli invade il petto
devastandogli il cuore.
Solo, da quel dolore era riuscito a
risollevarsi perché Adam gli è stato vicino, con la sua amicizia prima
che con la musica… Da questo dolore, invece, Thomas Joseph Ratliff non
sa proprio come riuscire a venir fuori, nessuno è lì a consolarlo, e
sente che nessuno è in grado di farlo (soltanto lui potrebbe, proprio
lui che di questo dolore è la causa), e nemmeno la sua
adorata musica in questo momento può aiutarlo ad uscirne.
Scosso dal pianto, rimane accovacciato
con la testa fra le ginocchia e le braccia strette intorno alle gambe,
oscurato dall'ombra cercata come un neonato cerca il seno materno,
tanto quanto la sua mente è annebbiata dalla spietata coltre di lacrime
che continuano a rigargli il volto, facendo così bruciare ancora di più
la guancia che ha ricevuto quello schiaffo per il quale Tommy si
maledice di averlo evocato alla fine di quell'intervista.
- “Non andrei da nessuna parte, a meno che lui non mi schiaffeggi
ordinandomi di uscire dalla sua vita, altrimenti no” -
E Adam proprio quello ha fatto: lo ha
preso a schiaffi, intimandogli di andarsene perché di posto per lui
nella sua vita non ne aveva più.
E quelle urla così scomposte, feroci, scatenate, Adam se le sente
ancora risuonare nelle orecchie e nel soggiorno della sua villa...
Camminando come uno zombi raggiunge il patio interno che dà sulla
piscina e la tentazione di tuffarcisi a peso morto e faccia in giù
cresce man mano che si avvicina al bordo...
«Cos’hai, Rakas?»
Sentirsi chiamare rakas, amore, e
vedersi fissare dai suoi stessi occhi, preoccupati e partecipi… In un
momento come quello non sente di meritarsi quella fortuna che è appena
uscita dall’acqua e cerca di capirci qualcosa…
«Lo sai che ami un bastardo?» Adam
chiede ad un tratto a Sauli, con voce spezzata, sperando nella
commiserazione che ha sempre cercato fin da piccolo, quando si sentiva
un verme.
«Certo. Un mezzo norvegese, anzi un
quarto norvegese, perché norvegese per metà lo è tuo padre, e tre
quarti ebreo… Un bastardo, un gran bastardo, davvero!» è invece la
risposta che ottiene da Sauli…
Mica male per essere un biondino slavato
e senza carisma, come alcuni sulla rete affermano senza conoscerlo…
Il ‘biondino slavato’ si avvicina al
‘gigante buono’ che al momento non si sente buono per niente «Sentiamo,
perché non mi meriteresti stavolta?» gli chiede paziente e pieno di
buon senso carezzandogli amorevolmente un braccio.
Adam lo fissa sconcertato: non riesce a
capacitarsi di quanto quel ragazzo riesca a inchiodarlo a quanto sa
essere idiota se ci si mette «Alla fine ci sono riuscito…» ammette
«Ma non senti di essere nel giusto…»
obietta il finlandese con fare comprensivo...
No, infatti. Adam non pensa affatto di
aver agito per il meglio: suona tanto sbagliato costringere un amico a
fare la cosa giusta?
Sì, se per farlo gli strappi a morsi il
cuore dal petto come un lupo affamato digiuno da mesi.
Nel frattempo, anche Tommy accartocciato sul marciapiede, quasi
completamente disidratato dal pianto ricorda quella frase infelice che
con il senno del poi vorrebbe non aver mai nemmeno pensato.
Ha perso totalmente la cognizione del
tempo, così quando si riscuote al tocco gentile di una voce amica sono
passate già tre ore dal fattaccio.
«Foxy?… Ma che hai?»
La voce ansiosa che gli rivolge quella
domanda appartiene a Cris, un’amica di Adam che è diventata di
conseguenza anche sua. L’unica che lo ha trattato da maschio fin
dall’inizio della conoscenza, senza farsi infinocchiare dai fan
service… L’unica ragazza con cui si è mai sentito veramente in
sintonia, al di là delle uscite per locali…
Tommy alza su di lei gli occhi arrossati
dal pianto e dal liner miseramente colato a picco e il viso massacrato
dallo schiaffo e senza dire una parola la stringe forte fra le braccia.
«Santo cielo!» esclama la ragazza
allarmata «Sei in uno stato pietoso!…» e «Dai, andiamo da Adam, ne
parliamo un po’ e vedrai che si sistema tutto» aggiunge ignara di star
scatenando la terza guerra mondiale nell’amico.
Infatti Tommy, sgranando gli occhi, a
quelle parole esclama quasi urlando con una voce che nulla ha da
invidiare a quella del suo ex capo «Adam?!! NO!!!… Proprio lui…» e le
racconta l’accaduto tra rinnovati singhiozzi.
«Cavolo!» è l’unica parola che Cris
riesce ad articolare alla fine del resoconto e per un po’ lo
stringe fra le braccia in silenzio finché il serbatoio di lacrime che
tiene stretto al petto e risponde al nome di Tommy Joe Ratliff si
svuota del tutto.
«Occhei, adesso basta, Foxy!…
Ripuliamoci un po’ questo muso disastrato e cerchiamo di darci una
mossa!» esclama pragmaticamente ad un tratto, tirando fuori
l’occorrente per ristrutturare il minimo di make-up che anche Tommy usa
quotidianamente per non sembrare uno zombie.
«Volevo risparmiarti la vista penosa di
me che mi liquefaccio sul ciglio della strada…» risponde contrito alla
domanda - Perché non mi hai chiamato? - più tardi, davanti a una
porzione di brownie e annessa tazza di cioccolata entrambi bollenti,
gentilmente offerti, o per meglio dire che era stato forzato ad
accettare, da Cris, profondamente convinta che un’overdose di
cioccolato sia il miglior antidepressivo sulla piazza.
«Ma che bugiardo! Tu e lui in questo
siete identici: adorate autocommiserarvi e credervi gli esseri più
sfigati del pianeta… Non mi avresti mai chiamato, ammettilo!»
Tommy non può essere più d’accordo su
qualcosa in quel momento: è vero, il vittimismo è una delle tante cose
che lui e Adam hanno in comune…
Si compensano a vicenda e sono uguali
sotto molti aspetti (nessuna meraviglia se le fans in tutto il mondo
pensano che dovrebbero essere una coppia), compresi alcuni lati oscuri
del carattere, che per fortuna si manifestano a fasi alterne… Certe
volte Tommy non capisce nemmeno come faccia Sauli a sopportarlo…
«Ma siete il riflesso l’uno dell’altro, due lune, spesso storte, che si
guardano attraverso lo specchio di un lago»…
Ma quello specchio si era
irrimediabilmente rotto, ora che il suo alter ego, la luce alla fine
dei suoi tunnel, l’oasi nel suo deserto aveva deciso di sparire come un
miraggio.
Il tono pragmatico e positivo di Cris ha
la meglio sul piagnisteo emozionale che stava per sopraffare di nuovo
l’ormai ex bassista di Adam Lambert «Invece, ringraziamo il mio
arcangelo custode che mi ha messo una piuma nell’orecchio ed eccomi
qua, altrimenti ti trovavano cadavere, altro che liquefatto… Se torni a
Burbank, dammi le chiavi, guido io… I carboidrati curano la
depressione, ma fanno anche venir sonno, quindi al volante non ti ci
metti!!»
Il giorno dopo l’altra crocerossina della situazione, Sauli, osserva
preoccupato il piano di sopra dalla cucina dove di solito scende a
preparare la colazione per loro due.
La notte precedente è stata un vero
inferno, per lui che non è riuscito a chiudere occhio, ma soprattutto
per Adam, che continuamente preda degli incubi, per evitarli lo ha
tenuto sveglio a chiacchierare fino alle cinque del mattino, quando
fortunatamente, esausto per lo stress accumulato e la mancanza di
sonno, è crollato sul letto senza nemmeno spogliarsi dopo che, per far
passare il tempo, si era vestito di tutto punto neanche avesse dovuto
presentare la cerimonia degli Oscar.
Solitamente la colazione di Adam si
risolve in cereali e frutta innaffiati da litri di té, ma Sauli, viste
le disastrose condizioni del suo compagno, decide di fare un squarcio
alla regola, più che uno strappo, e sale in camera con un vassoio pieno
di barattoli di gelato dei gusti preferiti di Adam.
Gliene mette sotto il naso uno moka e
nocciola e prende per se uno alle noci di macadamia.
Adam ci mette un po’ a connettere e
realizzare il pericoloso attentato alla sua linea che il suo uomo sta
mettendo in atto e tenta di respingerlo, anche se con poca convinzione.
«No, Rakas! Adesso te lo mangi e ci
provi anche gusto!» esclama perentorio il finlandese, pronto anche a
ingozzarlo a forza se necessario «Non ti serve autocommiserarti, solo
una buona dose di serotonina».
Adam, indifeso come mai si è sentito
prima, si sente un cucciolo cui sia stata uccisa la madre e non trova
nemmeno la forza di protestare…
Solo dopo un lungo momento di coccole
subite con la convinzione di non meritarle riesce ad articolare qualche
pensiero e di conseguenza parole per esprimerlo.
«È stata una nottata di merda, scusami
honey! Non ti ho lasciato dormire...»
Sauli fa spallucce «Non ci pensare… Lo
faccio con piacere, lo sai…» e gli stampa un bacio sulle labbra che
profuma di macadamia e di aurore boreali.
Adam trema ancora al pensiero di
quell’incubo che gli ha tolto la pace e si stringe contro il petto del
suo uomo, impotente contro quella sensazione di soffocamento che gli
attanaglia il cuore.
«Sto bene con lui solo, vattene, ora non
servi più!» e la sensazione di frantumarsi dall’interno, di esplodere
in migliaia di frammenti impossibili da rimettere insieme… L’incubo
irreale di due occhi di ghiaccio che si spengono lentamente via via che
anche i due occhi nocciola che si sono finora riflessi in loro perdono
il colore e la vita, contro la realtà di quella frase crudele e il
dolore di quello schiaffo che abbandonato su quella pelle liscia, di
rimbalzo torna a salire su lungo il braccio fino a raggiungere la spina
dorsale propagandosi in ogni nervo e ad ogni muscolo scuotendolo
violentemente.
Quella stessa notte, a Burbank, California, anche qualcun altro ha
dormito male, seppur confortato dall’abbraccio di un’amica…
Tommy, infatti, invece di dormire, ha
passato quasi tutta la notte a guardar dormire Cris, che acciambellata
come un gatto occupava un decimo dello spazio del suo letto,
chiedendosi come faccia a replicare esattamente la postura di un micio
addormentato senza svegliarsi con le ossa ammaccate.
Niente incubi per lui, però, solo
considerazioni.
Primo: sessualmente era di certo più
attratto dal gomitolo di curve che gli dormiva al fianco che non da
quel bisonte dagli occhi blu che con un bacio rischia di strapparti il
volto dalla faccia…
Secondo: il fatto che non gli dispiaccia
essere baciato da un maschio e scherzare fra le gambe di un ragazzo,
non vuol dire per forza che deve essere omosessuale… Casomai denota
apertura mentale e rispetto per chi non ha i tuoi stessi gusti...
Terzo: ha sempre trovato noiosa la vita
dietro le quinte di Adam, come pure certe fissazioni sul cibo, e le
discussioni infinite su come fare questo o quello, i mille dubbi di un
acquario sfondato…
Quarto:… il maledetto senso della razionalità dei
bilancia…
Il giorno dell’audizione gli aveva fatto paura,
sembrava così freddo e distaccato, al primo impatto, però dopo averlo
visto parlottare con Monte, accalorandosi indicandolo più
volte, e dopo che gli chiese come se la cavava col basso, ebbe la
sensazione precisa di dover fare qualunque cosa per stargli vicino…
E l’ha effettivamente fatto… imparare un
intero album in mezza giornata non è da tutti…
All’improvviso, si alza di scatto, si
fionda in bagno e fissa lo specchio, infuriato…
- Co-sa-ca-zzo-ti-pren-de, deficiente! -
inveisce come un ossesso contro la sua fottuta mania di razionalizzare
ogni cosa misurando al millimetro ogni sfumatura e ogni dettaglio delle
cose…
Adam non è qualcosa di razionalizzabile,
e soprattutto non è una cosa!
E Tommy Joe non ci sta a ridurre tutto a
uno schema solo per non soffrire come un cane!
Il bacio degli AMA, tutti i fan service
successivi, la canzone Fever, le ragazzine che impazziscono all’idea di
vederli insieme, tutte le fiction scritte in tutto il mondo sulla loro
storia del tutto irrealizzabile, ma che diventa vera nei cuori di chi
si scioglie all’idea di vederli sposati, non fanno parte della realtà
da inquadrare e regolamentare per il quieto vivere proprio o
di qualcun altro!
Adam è IL SOGNO, e lui e Adam fanno
parte di quel sogno in cui non proietti i tuoi desideri irrealizzabili,
ma vivi ciò che non puoi vivere nel mondo…
- Quindi, Thomas Joseph Ratliff, non ti
azzardare mai più a renderlo qualcosa di meno di ciò che è - si ringhia
addosso minacciando in cuor suo feroci rappresaglie contro se stesso.
Il giorno successivo trascorre per entrambi, Adam e Tommy Joe nel modo
più terreno e banale: lavorando, Adam in studio per rifinire un paio di
tracce che non ne vogliono sapere di venir fuori come si deve, e Tommy
Joe sul set di Killer, il video dell’ultimo successo di Ravi Dhar
& the Heartless.
Ciascuno dei due aveva spento l’iPhone
per non essere importunati dal twitter che non la smetteva di
cinguettare dalle sette di quella mattina.
La notizia che Tommy Joe Ratliff non era
più il bassista di Adam Lambert aveva fatto il giro del globo e tutti i
fan sparsi sul pianeta morivano per sapere se era vero oppure no,
sperando ovviamente che fosse una bufala da internet, ma nessuno dei
due aveva voglia di ragionare su cosa fosse più giusto fare.
Per Adam mentire non era mai stata
un’opzione, ma aveva cominciato il giorno prima e sentiva che forse
poteva diventare una pericolosa abitudine; Tommy Joe invece non sapeva
come gestire la cosa pubblicamente, aveva mille dubbi su cosa fosse
giusto fare nei confronti dei fans… Risultato: silenzio stampa su
entrambi i fronti, su twitter, facebook e ogni altro medium ufficiale
in rete.
Chi però sa benissimo come comportarsi
in questa situazione sono i discografici, a cui non è parso
vero che un musicista di talento come Thomas Joseph Ratliff si fosse
finalmente sganciato dalla palla al piede di un presunto rocker gay
megalomane e isterico, e che cavalcano l’onda del gossip per
accaparrarsi un chitarrista d’eccezione…
...
«Dammit, Foxy! Assumimi ufficialmente come
agente!…. Da quando hai messo il trasferimento di chiamata sul mio
numero non faccio che rispondere picche a agenti di gruppi che ti
vorrebbero come chitarrista…»
Tommy Joe si lascia scorrere addosso il
commento sarcastico di Cris, la quale ha effettivamente ricevuto sul
suo iPhone più chiamate di lavoro per lui che per se stessa…
Non ha intenzione di vagliare altre
proposte di lavoro fisso diverse da quella con Adam, non per il momento
almeno.
«Non ho bisogno di un agente… Mi chiedo
come facciano tutti ad avere il mio contatto…» commenta in tono piatto
e distaccato…
Non è proprio aria: certo, negli ultimi
tempi non era stato con le mani in mano, lui e Isaac avevano continuato
a suonare per Ravi Dhar e la sua band, e poi aveva sottoscritto altri
impegni per la campagna NOH8, in fondo non gli serve un agente che
contatti altri agenti per trovare lavoro…
Ma con Adam non era lavoro, era arte…
con la A, maiuscola…
Ed era anche qualcosa di più… affetto,
complicità, amicizia… famiglia…
«Adam. sei un coglione!… Se c’era bisogno di conferme!»
«M…?»
«Cazzo! Le parti di basso sono le uniche
su cui non hai avuto da ridire fin dall’inizio, le uniche già pronte
per il mixaggio definitivo, e tu cosa fai? Licenzi il musicista che le
ha suonate?» Monte, in quanto music director, su questo stava perdendo
il lume della ragione. Se non trovavano un degno sostituto di Tommy Joe
erano nella merda fino al collo, anzi oltre!
«…»
Vero. Sulla musica di Tommy Joe non
aveva mai molto da ridire, usciva da quelle dita affusolate già
esattamente come lui la voleva…
Per questo si merita una carriera
folgorante, per questo lo ha… cacciato a sberle fuori dalla sua vita,
visto che convincerlo ragionando è stato impossibile...
Anche se questo significava rimanere nei
casini con un musicista in meno, se significava audizioni in
cerca di un nuovo bassista che Adam sapeva già non avrebbe mai trovato,
fosse stato per lui…
Perché il ‘’suo’’ Tommy, che poi era il
Kitty delle sue fans, quello non poteva sostituirlo nessuno, né sul
palco, né, tantomeno, nel suo cuore…
E, come accade soltanto nelle trame del fato, da due coppie di occhi
chiusi sul mondo che li circonda e aperti su una tristezza infinita,
due lacrime scendono silenziose a rigare due volti un tempo vicini,
tanto da far toccare le loro labbra e condividere lo stesso piacere
privo di lussuria, e ora separati da un abisso.
…
Sabato sera al Deep at Club Vanguard, Cris si sta
preparando per un’esibizione e viene raggiunta da Sauli, che non poteva
mancare.
«Hei, Shinuk!» esclama Cris entusiasta
«Ci sei ancora, sono contenta…»
Sauli saluta l’amica di rimando con lo
stesso calore «Sì, ancora per un po’, poi torno a casa… Non voglio che
le voci sul fatto che sono un mantenuto diventino qualcosa di più di
semplice stupido gossip…»
«Fai benissimo!… C’è anche la tua metà?»
«Sì! Spero che si svaghi un po’, sai
dopo la storia di Tommy Joe…»
Già… La storia di Tommy Joe… Lei è stata
più vicino al biondo, ma fra i due amici sperava di non dover mai
scegliere da che parte stare… Solo il fatto che Sauli si occupava Adam
la rassicurava un po’ riguardo alle condizioni del suo frocio ebreo
preferito, ma ora che stava per partire avrebbe voluto poter stare
accanto anche a lui…
Per questo, mentre finisce di vestirsi e
truccarsi chiede all’amico con tono preoccupato «Pensi che se lo vado a
trovare potrebbe fargli piacere anche se finora sono stata più con
Tommy Joe?»
«Sono preoccupato anche io di lasciarlo
solo… Fallo lo stesso, lo sai come è fatto, è un acquario…»
Cris annuisce «Certo, e con l’aggravante
dell’ebreo orgoglioso … Non lo ammetterà mai, ma gli farà piacere non
rimanere da solo… Scusa, adesso devo andare, hanno chiamato i cinque
minuti...»
Poco dopo, le note della colonna sonora
della performance di Cris cominciano a diffondersi nel locale. Si
tratta di una canzone electro dal titolo “Undone” che parla di un
amante disperato che deve accettare il fatto di doversi separare
dall'amato ma non ci sta assolutamente al fatto che sia giunto il
momento...
Non si sa perché, ma tutta la glamily di
Adam che era lì per fare il tifo per la loro amica, Monte, Isaac,
Longineu, addirittura, che era riuscito a ritagliarsi un momento di
libertà fra i mille impegni e lo stava spendendo per lei, sentendo
quelle parole non riesce a non pensare a due dei loro più cari amici
che al momento non fanno più parte della stessa famiglia.
...
Quella sera Tommy Joe si sentiva meno festaiolo
del solito. Ormai sentiva di star facendo l’abitudine a non alzarsi più
la mattina con la consapevolezza di dover andare in studio da Adam,
eppure proprio non gli andava di gozzovigliare in un locale… come
faceva quando smettevano di pensare alla musica…
«Andiamo Foxy!» la vocetta lamentosa e
offesa di Kit, detta Cris, la gattina (lei sì che lo è davvero) che si
è sempre dimostrata affezionata e preziosa amica e mai per un secondo
aveva creduto che potesse essere ciò che tutti affermavano, si
materializza dall’iPhone nelle sue orecchie «Avevi promesso che per il
mio primo show in città saresti venuto ad applaudirmi… Sei un bugiardo,
un volpastro bugiardo che non mantiene la parola…»
Tommy Joe se la immagina all’altro capo
del telefono mentre imbronciata gli fa una linguaccia e la cosa gli
strappa un mezzo sorriso dalla faccia.
«É che…» prova a protestare, ma… Oh al
diavolo! Si può rifiutare l’invito di una che sa così bene
come farti sentire in colpa?
E quindi eccolo entrare per la prima
volta al Deep at Club Vanguard, dove aveva affermato più volte di non
voler mettere piede perché la musica che suonano gli fa accapponare la
pelle.
Ma quello che vede sulla pista la pelle
gliela sfiora con brividi di estasi… Cris è una fatina bassa poco meno
di cinque piedi e mezzo, ma è un gigante quando si esibisce sul palco.
Sa ipnotizzarti con un solo sguardo, e
restare ipnotizzato ad osservarla maledire il cielo per ciò che la
canzone afferma è proprio quello che succede a Tommy Joe, al punto che
non si accorge nemmeno di avere Adam a meno di due metri di distanza da
sé.
Adam, per ovvie ragioni, rimane meno
attratto dalle movenze sinuose della coreografia, tuttavia anche lui è
catturato dall’intensità espressiva della ragazza, soprattutto nella
sequenza del ritornello, tanto da non rendersi conto neppure lui di chi
ha vicino.
I binari che corrispondono a quelle due
anime per paradosso tanto fisicamente vicine quanto lontane anni luce
nel cuore continuano a scorrere parallele fino al dietro le quinte,
dove entrano in rotta di collisione per una specie di gara a chi fa
prima ad essere il primo a fare le congratulazioni al Cris.
Serve un attimo a entrambi per
realizzare e in questo attimo l’atmosfera si immobilizza e tutti i
presenti restano col fiato in sospeso, timorosi di cosa potrebbe
succedere, ma nulla.
La stanza-camerino, pur affollata da
sembrare la metropolitana all’ora di punta, pare completamente vuota.
Tommy Joe e Adam, quelle due coppie di
occhi, nocciola e avvolgenti come il caldo sole estivo i primi, azzurri
e taglienti come lame di ghiaccio gli altri, restano immobili a
fissarsi, come congelati nel tempo e nello spazio.
La voglia di Tommy Joe di gettare le
braccia al collo di Adam e scherzare come prima «Ehi, vecchio frocio,
come ti butta?» sentendosi rispondere «Di certo meglio che a te,
giovane etero» è tanta, ma il dolore provato per quell’allontanamento
così crudele glielo impedisce, dandogli la forza soltanto per proferire
un’unica parola.
La voglia di Adam di accoglierlo fra le
sue braccia e strizzarlo raccogliendo le sue provocazioni senza
sentirsi offeso è altrettanta, anzi di più, considerava nel suo ego di
pavone orgoglioso, ma la consapevolezza di aver fatto soffrire il suo
migliore amico, che non si meritava ciò che gli aveva fatto, lo
paralizza sul posto, impedendogli di distogliere lo sguardo come
avrebbe voluto.
«Coglione...» lo apostrofa debolmente
Tommy Joe guardandolo negli occhi spezzando il silenzio irreale.
«Con quello di Monte di stamattina fanno
due, così la dotazione è completa...» ribatte altrettanto debolmente
Adam, provando a sorridere per sembrare spiritoso, ma con pochissima
convinzione, tanto che il risultato è penosamente ridicolo…
“Manca qualcosa...” obietta T.J.
sarcastico.
“La testa di cazzo? No. Quella ce l'hai
davanti... Come ti va?”
Tommy Joe nicchia...
«Tu e il tuo maledetto vizio di stare su
internet… Non posso più aprir bocca…» riferendosi alla frase che aveva
scatenato il putiferio…
Adam non riesce a far altro che fissarlo
in silenzio…
«Ci vedessero le fans in questo
momento…» esala a un tratto meditabondo, convinto che Tommy ci avrebbe
scherzato sopra, come sempre…
Invece, a Tommy Joe saltano i nervi
«COSA?!! Ti sei comportato da stronzo con me e pensi alle fans?!!»
Un silenzio carico di tensione cala fra
un Adam a bocca aperta, troppo abituato a vedersi ogni sbaglio
perdonato per un suo sorriso buffo, e un Tommy Joe feroce, deciso ad
andare fino in fondo e a non lasciargliela passare, stavolta, che
riprende dopo una manciata di secondi «Io mi sono fatto il culo per
imparare quattordici sequenze di basso il più in fretta possibile pur
di lavorare con te e tu dopo avermi spremuto come un limone, in tutti i
sensi, e chissà quanto essertela spassata sul palco a spese mie e della
mia virilità, mi licenzi senza battere ciglio?!!!»
Adam vorrebbe replicare protestando che
si era dimostrato troppo testardo riguardo alla sua carriera, ma non
può fare a meno di dargli ragione… Non avrebbe dovuto perdere le staffe
in quel modo, e aggrapparsi a quella frase letta chissà quando chissà
dove...
«Scusami…» è l’unica parola che riesce a
spiccicare e dopo un po’, ma senza volersi giustificare e sperando che
Tommy riesca a capirlo «Sei così testardo… Perché non vuoi crearti una
carriera autonoma, sei un grande…?»
Tommy in risposta alza gli occhi al
cielo incontrando lo specchio che riflette oltre alla sua la faccia di
un Adam mortificato ma comunque deciso a mantenere il suo punto.
«Perché non ne ho bisogno, idiota di un
ebreo!…» gli ringhia rabbiosamente contro.
Adam guarda l’amico con gli occhi fuori
dalle orbite per la sorpresa: per la prima volta si sente dare
dell’ebreo, invece che del frocio, in tono alterato…
«E-breo?» balbetta totalmente incapace
di afferrare il senso della frase.
«Sì, ebreo, non è quello che sei, oltre
che frocio?… Un ebreo calcolatore con il portafogli al posto del
cuore!» lo incalza Tommy Joe, ancora più inferocito da ciò che l’amico
(ma poteva ancora considerarlo tale?) aveva cercato di fare.
«Il… cosa?» esala Adam colpito a morte
da quelle parole «Tommy, non lo pensi davvero… No… Se fossi così non
avrei buttato alle ortiche il lavoro dei Vein in quel modo…»
Il tono implorante di Adam non smuove
Tommy Joe di un millimetro «E oltre ai Vein butti alle ortiche anche un
anno di affetto ed amicizia? Per che cosa, poi? Qualche dollaro in più
in tasca? Se questo non è essere ebrei…»
Le parole di Tommy e soprattutto il loro
tono deliberatamente offensivo hanno l’effetto di mille pugnalate nella
mente e sul cuore di Adam, che di scatto si gira dando le spalle
all’amico, per nascondere il rossore causato dalle lacrime che hanno
iniziato a rigargli il volto.
«Io l’ho fatto per te…» mormora Adam con
voce piatta.
«No, tu l’hai fatto per te stesso»
incalza Tommy, duro e inflessibile «Lo hai fatto per continuare a
sembrare il bravo ragazzo omosessuale rassicurante e per bene
che tutti si aspettano di vedere! Per sbandierare agli altri la tua
generosità»
«Forse è vero» protesta Adam anche se
con poca convinzione «ma non era quella l’intenzione… Ti giuro T.J. …»
e asciugandosi le lacrime che non volevano saperne di smettere di
rigargli il volto trascinando con sé rivoli di liner «Uff, detesto
piangere… L’ho fatto per troppo tempo…»
«Allora fallo adesso, riprendimi con te
e sarà l’ultima volta»
Inaspettatamente il tono di Tommy Joe si
addolcisce, non gli regge più il cuore di vedere il suo capo, il suo
amico, il compagno di battaglie infinite a DDR Max, e di quelle chat
via twitter che così tanti equivoci hanno creato, così pesto da far
sembrare sveglio e arzillo un pugile suonato. Così, nel dire
quest’ultima frase Tommy Joe allarga le braccia e le labbra in un
sorriso di incoraggiamento.
E Adam, senza la foga che di solito lo
contraddistingue in questi gesti, ricambia il gesto e si lascia
accogliere da quell’abbraccio, finalmente sollevato dal peso enorme che
aveva dovuto sopportare fino ad allora.
Così, da quel momento al Deep,
quella frase maledetta:
- “Non andrei da nessuna parte, a meno che lui
non mi schiaffeggi ordinandomi di uscire dalla sua vita, altrimenti no”
-
si trasforma in:
- “Non andrei da nessuna parte, neanche se lui mi
prendesse a schiaffi ordinandomi di uscire dalla sua vita”-
Per sempre.
Ending
freetalk:
E così è
finita... Che ne pensate, fatemi sapere, qui, sul forum, su fb, tanto
se pensate che sia scritta decentemente quanto se mi volete far fuori
per via del terzo incomodo...
Baci