L
es l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.
CAPITOLO
I: Small,
insignificant details.
Non esiste salvaguardia
contro il senso naturale dell'attrazione.
- A.C. Swinburne
«P
come
perfezione, puntualità, precisione,
professionalità! P come Peyton,
un cognome, una garanzia!» concludo il mio encomio a me
stessa
sfoggiando un sorriso plastico e convincente, perché come
dice il
Manuale
del perfetto politico,
il sorriso infonde una certa sicurezza nell'interlocutore.
Peccato
che nessuno dei miei interlocutori mi stia ascoltando. Piccolo
dettaglio trascurabile.
Non
che questa sia una campagna elettorale vera e propria – e se
lo
fosse, sarebbe davvero deprimente; c'è gente che dorme, tra
cui
quell'indegno di Cyrus Green che sta sbavando bellamente, come se non
esistesse un domani. Riesce ad essere disgustoso persino quando
dorme! Questo ragazzo è un caso umano... Come tutti qui, del
resto –
ma ci tengo a fare ogni cosa a modo
mio.
D'altronde, il motto della mia famiglia è “Quando
voglio una cosa
la faccio e la faccio in modo perfetto!”.
Mi
sono candidata come presidentessa del comitato studentesco ed
otterrò
quella carica, costi quel che costi! Non che il mio curriculum abbia
carenza di attività extra-scolastiche, ma la suddetta carica
è una
delle più ambite e importanti e renderebbe la mia ammissione
alla
Brown University una semplice formalità; entrare in
quell'università
è ciò che voglio con tutta me stessa fin da
quando ho messo piede
negli States e non sono disposta a rinunciarci! Anche a costo di
impazzire dietro un branco di stupidi e annoiati perditempo, quali
sono i miei compagni.
Tzé...
Liceali.
Okay,
sono una liceale anch'io, ma non sopporto molto i miei coeatanei!
Sono tutti così... Così... Piccoli! Hanno la
maturità emotiva di
un muffin ai mirtilli e la cosa mi urta parecchio. Come volevasi
dimostrare, nonostante il mio discorso sia finito da una manciata di
minuti, nessuno sembra essersene accorto.
Un
modo facile ed efficace per ridurre l'autostima ai minimi termini?
Frequentate l'Eaton College di San Diego, i risultati sono
più che
garantiti.
Una
mano alzata compare all'orizzonte dal fondo dell'aula ma non riesco a
distinguerla per via della moltitudine di corpi ammassati –
neanche fosse un lazzaretto – dei miei compagni, che credo
stiano
dormendo... O facendo un'orgia, non saprei; non ci sarebbe da
stupirsi in ogni caso.
Il
fatto che ci sia qualcuno che voglia intervenire per pormi delle
domande o ancora meglio dirmi la sua opinione - che eventualmente
potrebbe sfociare in un dibattito! Non è meraviglioso? -
accende in
me un barlume di speranza. Finalmente qualcuno che mi presta
attenzione sul serio! Per Giove, credo di stare per emozionarmi.
«Sì?»
domando titubante, quasi avessi sognato tutto quanto. La prospettiva
che qualcuno voglia discutere con me – in modo serio! - di
qualcosa
è talmente bella da sembrarmi irreale. Eppure è
qui ed io sto per
coglierla e... Oddio, mi sento come una vergine!
«Hai
dimenticato puttana, Novice»
E
fu così che il mio castello di sogni e speranze
crollò come il muro
di Berlino nell'89.
L'artefice?
Ma Logan Shepherd, naturalmente. Lui è quello che potrei
definire
come la mia nemesi, l'anello di congiunzione tra l'uomo e lo stronzo
– nel vero senso della parola –, il capello sulla
tua pietanza
preferita, la pioggia nel giorno del tuo matrimonio, un giro
gratis quando hai già pagato, un buon consiglio che non hai
seguito
e... No, cavolo. Quella è Alanis Morrisette!
Insomma,
la mia scarsa sopportazione nei confronti di quella sottospecie di
primate è abbastanza palese e potete ben capire il
perché; non
capisco il motivo per cui debba ostinarsi a rompermi continuamente le
scatole, comincio a credere che provi un perverso piacere
nell'attentare a tutto ciò che faccio, anche quando non lo
riguarda
personalmente.
Ingoiando
il boccone amaro e cercando di nascondere la palese delusione
–
perché come c'è scritto nel Manuale del perfetto
politico,
scopiazzando palesemente dai Queen, the show must go on
–
con l'espressione più indifferente del mondo, ribatto
svogliatamente
«O procrastinatore, pervertito... Ah no, quelli sono
aggettivi più
consoni al tuo modo di essere. C'è qualcun altro?»
«Suvvia
Novice, non te la sarai mica presa! Lo sai che il mio insulto
è del
tutto privo di fondamento... Puttana, tu? Prima dovresti elargirla a
qualcuno! E a giudicare dalle ragnatele all'incrocio dei tuoi pali
–
che riesco ad intravedere da qui, pensa un po'! - direi che... Sarai
mica una verginella?»
Piccolo
particolare: Logan è un tombeur des femmes – o
scopatore
professionista, per meglio dire – di prima categoria. In
quattro
anni di liceo è riuscito a copulare con quasi tutta la
popolazione
femminile scolastica – personale incluso! - senza badare
molto a
chi, quando, come e soprattutto perché; la sua è
la classica
filosofia del “purché si scopi”.
«Io
avrò le ragnatele, tu le piattole.»
Sorprendentemente,
sento qualche risolino sommesso da parte dei miei compagni! Oltre che
attivi sono pure solidali? Questi sono passi avanti. Cyrus Green ha
pure smesso di sbavare!
«Che
ci vuoi fare, sono così bello che tutte mi
desiderano!»
Colpito
e affondato. Niente da ribattere a tutto ciò,
perché per quanto mi
costi ammetterlo, Logan è uno dei ragazzi più
magnetici che abbia
mai incontrato
Non
è tanto la sua aria da tipico surfista californiano, visto
che qui
di surfisti ce ne sono anche troppi – devo ammettere che lo
stronzo
è esteticamente carino, certo non uno di quei ragazzi che ti
rimane
per la sua sfolgorante bellezza. Mica stiamo parlando di David Gandy!
Okay,
magari paragonare un semplice liceale al modello di Dolce &
Gabbana che fa sospirare gli animi di ogni essere di sesso femminile
dotato di capacità di intendere e volere non è
molto equo, ma
almeno rendo l'idea. Forse sto divagando un po' troppo, dannati David
Gandy e la sua bellezza sopraffina! - e non credo sia nemmeno il suo
caratteraccio orribile o la sua attitudine da ribelle senza un
perché
a renderlo così magnetico.
Razionalmente
non saprei proprio spiegarlo, ma in pratica ogni volta che incrocio
il suo sguardo blu oceano sento... Chimica. Come se
ogni mio
singolo atomo fosse attratto dalla sua presenza, è una cosa
che non
so proprio spiegarmi, ma succede.
Per
giunta solo con lui, non mi era mai successo niente
di simile
con nessun altro!
Mi
devasta anche un po', perché per quanto a volte l'istinto di
saltargli addosso senza neanche lasciargli il tempo di realizzare
cosa stia facendo sembra prevalicare sul resto, c'è sempre
quella
fastidiosa voce che proviene dai meandri più remoti della
mia
coscienza che mi ricorda che l'essere su cui sto facendo fantasie
erotiche a livelli quasi pornografici, è lo stesso che mi
rende la
vita infernale da anni, solo per il gusto di farlo.
E
allora mi ricordo che non ne vale assolutamente la pena.
Stiamo
parlando di Logan Shepherd, l'essere più egoista, misogino,
stronzo,
altezzoso, superbo e perfido che abbia mai avuto la sfortuna di
incontrare. E
anche maledettamente attraente, ma anche questo è un piccolo
dettaglio trascurabile.
«Se
l'uomo più scopabile dell'universo ha finito, potrei
dichiarare
conclusa la mia orazione. Per cui, andate in pace.» concludo
solenne, mentre con somma tristezza apprendo che i miei compagni
stanno cogliendo al volo l'occasione per sgombrare l'aula. Non
li ho mai visti tanto efficienti.
«Manca
solo la tipica balla di fieno per rendere più triste questa
situazione di quanto già non sia.» commenta
Shepherd, che sembra
essere l'unico rimasto; ti pareva, godere delle mie disgrazie
è uno
dei suoi hobbies preferiti. Ma
momentaneamente sono troppo demoralizzata per rispondere a tono.
«Nessuno
ti ha chiesto pareri, Shepherd.»
«Chi
se ne frega, siamo in un paese libero, mi pare! E non otterrai
l'attenzione o i voti di qualcuno, se continui con questa snervante
messinscena della perfettina rompi coglioni che ti ostini a mostrare
al mondo da quando sei qui.»
Inarco
il sopracciglio destro, piena di scetticismo. Logan che mi
dà un suggerimento? Il mondo starà girando per
caso al contrario?
«Che vorresti dire?»
«Che
Miss Perfection ha proprio rotto i coglioni, Peyton.»
esordisce
così, senza mezze misure.
Sono
consapevole del fatto di non godere della simpatia della maggior
parte dei miei compagni – o del corpo studentesco in generale
–
per via della mia fama da stronzetta con manie di perfezione che mi
precede e a dire la verità non ho mai fatto niente per
accaparrarmi
le loro simpatie – tantomeno antipatie –; in tutto
questo tempo,
mi sono semplicemente limitata ad essere me stessa, seguire la mia
strada e fare di tutto per realizzare i miei obbiettivi.
Ho
degli amici che nonostante tutto mi accettano per quella che sono e
mi sta benissimo. Ho già mandato la mia vita all'aria una
volta,
solo per fare la “figa” e farmi accettare da
chiunque e i
risultati sono stati disastrosi; ho avuto una seconda chance e non ho
la minima intenzione di sprecarla per un branco di mocciosi
etichettatori che hanno rinchiuso la mia intera vita e la mia
personalità in due parole, senza nemmeno preoccuparsi di
vedere al
di là del proprio naso.
«Sopravviverete»,
dico facendo spallucce.
«Noi
sicuramente, ma le tue possibilità di diventare
presidentessa sono
nate e morte in questa stanza. Per quanto le tue idee possano davvero
cambiare l'andamento di questo puttanaio che si ostinano a chiamare
“scuola”, hai bisogno dell'approvazione di coloro
che hai scelto
di rappresentare, per quanto li disprezzi. Senza di loro non sarai
nessuno».
Per
quanto detesti ammetterlo – più di quanto detesti
ammettere di
essere attratta in modo pericoloso e insano da lui -, lo stronzo ha
ragione. Continuo però ad essere sospettosa. «Ti
ringrazio per
questa illuminante lezione di politica per principianti. Ma cosa
c'è
sotto?»
Lui
si appoggia le mani sul cuore, come se l'avessi appena colpito e
assume un'espressione melodrammatica da tragedia shakespeariana.
«Ma
come?», domanda con enfatizzando la componente patetica
più del
dovuto «Pensavo fossimo amici!»
Dovrei
proporlo al Drama Club scolastico.
«Io
e te amici, MAI.» esclamo, cercando di risultare
più perentoria possibile.
Il
suo sguardo si fa malizioso e il suo irresistibile ghigno sarcastico
fa capolino, minimizzando drasticamente la mia capacità di
formulare
frasi o pensieri di senso compiuto. «Non riuscirei ad essere
amico
tuo, neanche volendo.»
La
sua voce è ridotta a un sussurro, protende un braccio per
riuscire a
sfiorami il volto con le dita e con l'altro mi cinge la vita,
attirandomi a sé. Il contatto
diventa sempre più ravvicinato, fino a quando le mie labbra
e le sue
non aderiscono perfettamente e la mia razionalità mi
abbandona per
emigrare verso luoghi più freschi, date le vampate di calore
che hanno cominciato ad invadermi.
Ma
eccola lì, la fastidiosa vocina di pocansi che comincia
disperatamente a farsi strada ricordandomi quanto questo sia
sbagliato e lesivo per il mio orgoglio e per la dignità
della mia
persona e in primis di donna.
E
così, armandomi di tutta la forza di volontà che
possiedo, lo
spintono via.
Che
io sia paonazza, abbia il fiato corto e gli occhi pieni di desiderio
beh... Sono gli ennesimi dettagli di poco conto. Dannazione!
«Che
diavolo stiamo facendo?» esclamo piena di – finta
–
indignazione.
«Dio,
Novice» ribatte sconvolto. «Sapevo che avevi
qualche carenza sotto
quest'aspetto, ma addirittura non sapere cosa stavamo facendo!
Allora, il “bacio” consiste tipicamente nel
contatto tra le
labbra di una persona e quelle di un'altra, comprendi?».
«So
cos'è un bacio, razza di microcefalo! Ma non avevi motivo di
attirarmi a te!»
«E
tu non avevi motivo di contraccambiare, ma l'hai fatto»,
risponde
prontamente. «L'attrazione tra me e te è
innegabile.»
Quell'affermazione
mi prende talmente tanto alla sprovvista da non sapere nemmeno cosa
ribattere. Attrazione tra me e lui? Anche lui
è attratto da me? «C-c-cosa?» balbetto
spaesata.
«Non
crederai mica di essere riuscita a nascondere lo sguardo trombino che
ti viene ogni volta che mi guardi!»
Ma
cosa diavolo sta blaterando? «Sguardo che?»
«Tu
mi vuoi scopare.» dice semplicemente, come se stesse facendo
l'affermazione più normale del mondo; inoltre si cura anche
di
scandire alla perfezione ogni sillaba, quasi stesse parlando con una
decerebrata. Considerate le mie capacità di apprendimento
che per
ora sono state compromesse per ovvi motivi, non riesco nemmeno ad
arrabbiarmi. «Chiaro il concetto?»
Annuisco
debolmente col capo, incapace di dire altro.
«E
neanche tu mi sei indifferente. Lo so, è sorprendente anche
per me!
Ma per quanto il tuo atteggiamento da perfettina rompi-palle sia
detestabile, devo ammettere che ti differenzia dalle altre in modo
notevole. Senza contare che sei l'unica in grado di tenermi testa,
almeno a parole, e devo dire che trovo tutto questo terribilmente
eccitante. Guarda», mi esorta indicando
le sue ehm... Parti
basse «Mi sta già venendo duro solo a
pensarci.»
Ditemi
che non l'ha fatto davvero.
«Sempre
il solito porco» mi limito a commentare, cercando di
sorvolare su
quanto appena detto.
«Ma
ti piace», e non è una domanda.
«Come
no, sono tutta bagnata!»
«Veramente?»
domanda speranzoso.
«NO.»
Il
satiriaco dell'anno scoppia a ridere di gusto e non posso fare a meno
di notare quanto sia bello quando ride in maniera così
spontanea: i
suoi lineamenti, irrigiditi da quell'espressione sempre severa e
stronza si rilassano, ed è come se quel muro che si
è costruito
intorno a lui si indebolisse, lasciando intravedere almeno un po'
della persona che è realmente.
Tutti
qui indossiamo delle maschere, chi più, chi meno. Il
problema dei
licei americani è che sono costruiti su gerarchie sociali e
cliché
che nell'arco dei 4 anni non ti abbandonano mai e pochi riescono
davvero a comprendere che la personalità umana è
talmente complessa
e articolata da non potersi ridurre tutto ad un misero appellativo.
Logan
ha deciso di interpretare – almeno in parte,
perché un fondo di
verità ci sarà sicuramente. E' troppo stronzo per
fingere in
toto – il cattivo ragazzo, ma sappiamo bene
entrambi che oltre
la scorza c'è solo un semplice diciottenne che cerca di
andare
avanti con la sua vita, proprio come tutti gli altri. «Ti sei
incantata?» mi richiama il biondino, riportandomi nel mondo
reale.
«Sei
bello quando ridi.»
Lui
mi guarda spiazzato, prova ad aprir bocca per rispondere, ma la
richiude immediatamente perché non sa cosa dire. Per la
prima volta
sono riuscita a stupirlo, nonché a zittirlo!
«Lo
so.» risponde, riacquistando la sua solita aria spavalda e
piena di
sé.
«Okay,
ora che hai rincarato di molto le tue dosi di autostima, potresti
dirmi che cosa vuoi da me? Ho una vita da portare avanti che
prescinde dal sesso, quindi deciditi a vuotare il sacco, prima che io
ti pianti qui come un allocco!»
«Voglio
te.» e a quell'affermazione, il mio battito
cardiaco comincia ad
accellerare in maniera vertiginosa. Ho quasi paura che possa
scoppiare da un momento all'altro. «E visto che so benissimo
che non
ti concederai a me spontaneamente, visto i tuoi ideali da donna
emancipata del cazzo, ti propongo un patto: ti procuro una
quantità
di voti tale da farti ottenere la carica di presidentessa ad occhi
chiusi ed in cambio ci diamo dentro come conigli ogni volta che ne
avrò voglia. Così entrambi otteniamo qualcosa che
ci sta a cuore,
che dici?»
Okay,
se non mi do una calmata il cuore mi scoppia davvero, ma per la
rabbia!
Lurido,
schifoso, porco, maiale! Non posso crederci che stia sminuendo in
questo modo increscioso la mia
persona e la mia
dignità! Con chi diavolo crede di aver a che fare, con una
delle
tante sgualdrinelle che gli ronzano attorno? Ottenere favori in
cambio di prestazioni sessuali? Neanche fossimo davvero in politica!
Che
dico? Dico: «Vai a farti fottere, Logan.»
E
senza dargli neanche la possibilità di ribattere, esco dalla
stanza.
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