Ti voglio bene, Jo. di MidnightShiver (/viewuser.php?uid=145406)
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L'ultimo bacio, mia dolce bambina.
- La
cicatrice non faceva male da diciannove anni. Tutto andava bene.
Con
un dito premette un tasto del computer, per chiudere quella frase
che messa così a caso non sarebbe servita a nulla.
Solo
quando la rilesse si rese conto di cosa era appena successo.
Aveva
appena finito di scrivere l'ultimo dei sette capitoli della sua
saga.
Lei,
Joanne Rowling, una donna che era emersa dalle ceneri, come la
fenice di un suo personaggio, aveva messo un punto fermo per indicare
la fine della parte forse più importante della sua vita.
Con
un gesto lento si tolse gli occhiali che proteggevano quegli occhi
stanchi ed arrossati e si passò una mano sul viso.
All'improvviso
dietro di lei, sentì chiamare una voce.
Una
voce che aveva immaginato mutarsi in dodici anni.
-
Ehi, Jo.
Si
girò di scatto, stupita.
Quello
che vedeva davanti a lei era un ragazzo sui diciassette anni,
alto e magro, occhi verdi come l'erba di un prato e capelli neri come
la pece che sembravano essere perennemente scompigliati da un vento
invisibile.
La
donna si alzò improvvisamente dalla sedia, che
cigolò in protesta.
Il
ragazzo rise per quella sua mossa improvvisa, ma per non spaventarla
aggiunse:
-
Ehi, non ti spaventare. Mi hai immaginato per dodici anni e adesso
che mi vedi ti comporti così! - fece con un tono un po'
canzonatorio.
Joanne
era bloccata: non riusciva né a muoversi
né a parlare, così fu il ragazzo a farlo per lei.
-
Ti volevo salutare, Jo. No, ti volevo ringraziare. Io non esisterei
grazie a te. Nessuno dei miei amici: né Ron, Hermione,
Silente, La McGranitt, sarebbero esistiti senza di te.
Tu
sei la mia vita Jo, e non posso fare altro che ringraziarti a modo
mio. Vieni un attimo con me.
Il
ragazzo le tese una mano e lei, fidandosi improvvisamente,
gliel'afferrò.
Subito
venne catapultata dentro ad una serie di immagini: bambini seri,
divertiti, che piangevano e che ridevano scorrendo con lo sguardo tra
le lettere di libri da copertine variopinte, ma tutte con lo stesso
titolo. "Harry Potter", diceva la scritta più evidente di
essi.
-
Guarda, Jo. - Harry indicò il dito contemporaneamente
verso tutte quelle persone, adulte e non - Loro adesso sono felici
grazie a te e stanno piangendo perché hanno visto morire
delle persone che conoscevano, anche se non di persona. Non voglio
spaventarti, con questo: voglio solo farti capire del potere positivo
che hai avuto su queste persone.
In
un secondo ritornarono nella stanza dell'hotel dove erano
originariamente.
-
Harry, sei proprio tu...
La
donna parlò per la prima volta: quello era il vero Harry,
quello che lei si era immaginata.
Non
Daniel Radcliffe, che gli assomigliava terribilmente, ma in fondo
non era lui.
Lui
era Harry.
Il
vero Harry.
-
Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare -
sussurrò la donna, forse ridendo, mentre delle lacrime le
salivano agli occhi.
-
Mi dispiace per tutte quelle persone che ho ucciso - ripeté
più convinta.
-
Hai fatto quel che dovevi. Sei stata magnifica. Lo sei sempre stata.
-
Harry, ti voglio bene.
-
Anche io, Jo.
E
pronunciando queste ultime parole, il ragazzo scomparì
lentamente,
diventando sempre più trasparente, lasciando lì
la donna a piangere.
NOTE
DELL'AUTRICE.
Okey, non so come mi è venuta questa ONE-SHOT. Ero seduta
davanti al fuoco (sì, accendo già il caminetto
perché sono freddolosa ) e mi è venuta questa
ispirazione. Ho chiuso momentaneamente l'altra storia e in cinque
minuti ho scritto questa.
Spero vi sia piaciuta.
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