Buonasera! Salve a tutti, sono nuova su efp, questa è la
prima storia che pubblico, è una one shot, spero vi piaccia.
Lasciate un commento negativo o positivo, vorrei sapere cosa ne
pensate!
Vi auguro una buona
lettura!
Ero stesa nel mio piccolo letto smollato e
sgangherato, le
coperte giacevano ingarbugliate ai miei piedi, la luna e le stelle
fuori dalla
finestra splendevano più che mai. Era una notte serena,
senza una nuvola, senza
un rumore, eccetto quello dei grilli che cantavano nei campi.
Amavo la mia casa. Era piccola, spoglia, di certo
non ricca,
ma era circondata da un grande spazio aperto che mio padre aveva
coltivato con
il grano. Da piccola, giravo nei campi osservando che spighe che a quei
tempi
erano più alte di me si almeno un metro.
Mio padre era un contadino, mia madre lavorava in
una
piccola fattoria nei dintorni, eravamo poveri, ma molto felici. Mio
padre,
Charlie, era fiero del suo campo di grano, uno dei più
grandi della Gran Bretagna.
Mentre ero assorta nei miei pensieri, sentii un
rumore
insolito. Non proveniva dalla casa, non erano i miei genitori, e
animali oltre
ai grilli non ce n’erano. Cos’era allora?
Infilai le mie ciabattone giganti, inforcai la
vestaglia e
issandomi sul bordo della finestra uscii fuori. La fortuna di avere un
solo
piano era che potevo tranquillamente uscire dalla finestra senza farmi
scoprire.
La luce era poca, le spighe erano alte quanto me,
vedevo lo
spaventapasseri in lontananza, ma nient’altro.
Eppure, mentre mi avventuravo nel folto del grano,
scorsi…
un ombra.
Si muoveva rapida,ma silenziosa. Era vicina allo
spaventapasseri, probabilmente ci aveva sbattuto contro. Poteva essere
chiunque, un malintenzionato, un ladro, ma poteva anche essersi
disperso,
magari stava cercando aiuto.
Tuttavia, fu l’ombra a risolvere il
problema, schiantandosi
contro di me e facendomi cadere sulla terra schiacciata.
Quando focalizzai bene ciò che avevo
intorno capii che era
un uomo quello che stava tranquillamente posato su di me.
Istintivamente
spalancai la bocca per urlare, ma la sua mano mi bloccò
<< non voglio farti del male,
però ti prego, taci, non
posso essere scoperto>> la voce sembrava supplicante, il
suo sguardo
sembrava splendere sotto le stelle. La luce gli conferiva un colore
argentato,
quasi ultraterreno.
<< Chi sei tu? Perché sei
a casa mia?>>
<< Ca- casa tua? Ah, ecco,
io… Senti, non sono
cattivo, volevo solo fare una cosa… non prenderla a male,
non è una cosa
brutta>>
<< Mi spieghi di che
parli?>> ero più confusa di
prima
Lui mi guardò imbarazzato
<< Ecco…>>
<< Cosa?! Ma sei pazzo? Scherzi,
questo è il nostro
campo, ci serve il grano, dobbiamo vivere noi eh!>> ero
arrabbiata, anzi,
furiosa, con quello sconosciuto che aveva avuto la faccia tosta di
venire nei
nostri campi… per fare cosa?
Cerchi nel grano.
Avevo visto qualcosa in tv, in vari programmi, ma
non ci
avevo prestato molto caso, non credevo agli alieni o cose varie. La mia
filosofia di vita era guardare per credere, e io di alieni non ne avevo
mai
visti… anche se, pensandoci, secondo quei programmi gli
alieni facevano cerchi
nel grano, quel ragazzo faceva cerchi nel grano, quindi….
Era un alieno. Si, l’avrei preso in giro.
<< Ti prego, credimi, è
una bella cosa…>>
<< Sei un alieno vero? Menti pure,
se lo sei>>
Mi guardò decisamente perplesso
<<Un alieno? Ma che
cosa dici?>>
<< Senti dimmi cosa vuoi. Noi umani
veniamo in pace,
non vogliamo farvi del male, anzi, vorremmo condividere con voi le
nostre…>>
<< Non sono un alieno ok?! Smettila
di parlare come se
non capissi niente>>
<< Sei tu quello che vuole
distruggere il lavoro di
mio padre!>>
<< Ma è per una buona
causa!>>
<< E allora coltiva il tuo campo e
poi facci dei
cerchi!>>
Mi stava facendo veramente arrabbiare. Pretendeva
anche di
avere ragione!
Lo vidi estrarre il cellulare dalla tasca
– noi non ne
usavamo, avevamo il telefono di casa e basta. Era più
economico, serviva per le
emergente e soprattutto non ci stressava ogni due secondi con una
chiamata.
Compose un numero sulla piccola tastiera e lo avvicinò
all’orecchio
<< Emmett? No, non venire
più.. c’è stato un problema,
lo faremo domani o dopodomani da un'altra parte… si si,
torno a casa,
buonanotte>> chiuse la chiamata
e
mi fissò.
Calò un lungo, estenuante silenzio che fu interrotto da lui
dopo vari minuti
<< Allora, ti va di.. guardare le
stelle insieme? Qui
sono proprio belle!>>
Prima voleva distruggere il raccolto…
poi voleva guardare le
stelle. Ovvio, chi non fa così?
<< Senti, forse dovresti andare a
casa.. direi che per
questa notte ho visto abbastanza cose..>>
<< No ti prego! Almeno un
po’, che ti costa, e così
puoi anche controllare insieme a me se arrivano i miei amici
alieni>>
sorrise e dovevo ammetterlo, sotto la luna quel sorriso era proprio
stupendo.
<< Solo per un po’ ok? Poi
tu torni a fare
l’extraterrestre e io la ragazza umana che
dorme>>
Il suo sorriso si allargò
<< Si, signora>>
Più tardi, stesi tra le spighe,
guardavamo le tante
costellazioni nel cielo sereno. Fortunatamente mio padre mi aveva
insegnato
parecchie cose sull’astronomia, perché le domande
che mi poneva il ragazzo
alieno erano molto difficili
<< E ora mi dici come si chiama
questa bella stella
stesa accanto a me?>>
Mi voltai verso di lui, e li trovai a fissarmi
<< E’
un patetico molto di sedurmi, alieno?>>
<< Forse si, forse no –
disse vago – ma tu me lo dici
lo stesso?>>
Risi di cuore, quel ragazzo in un certo senso mi
faceva
tenerezza << Mi chiamo Isabella, tu?>>
<< E’ un bellissimo nome!
Il mio è Edward>>
<< Ah, va di moda tra gli
alieni?>>
<< Si, mio fratello primogenito si
chiama E.T e non
era rimasto altro nome oltre questo>>
<< Ah… scommetto che
questo E.T è molto
attraente>>
<< Mai quanto me, ragazza
umana>> ammiccò
facendomi l’occhiolino.
Tornammo a fissare le stelle insieme, in silenzio.
Non c’era
altro da dire, le parole erano intorno a noi, nella natura, e noi
stavamo
ascoltando.
Per una volta però, fui io ad
interrompere il silenzio
pacifico
<< Pensi che io abbia la
possibilità di rivederti,
alieno Edward?>>
lui sorrise senza voltarsi << Penso
proprio di si ragazzina
umana>> sussurrò, e mi strinse la mano.
L’alba ci colse così, stanchi,
felici, insieme.!!!
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