Wrinkle

di Viki_chan
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Buon Birthday-A Patronus Trip: Auror, grandissima disegnatrice, casinista, creatrice di pairing impossibili, amante dei doppi (tripli, quadrupli) sensi.
Sei una grande, davvero.


Wrinkle


 

L'ultima cosa che mi serve
è un altro ritratto in cui sembro
una bambola di porcellana.
(Rose DeWitt Bukater)




“Hey Rose!”
“Ciao zio Harry!” esclamai trovandolo seduto sul divano, in salotto. “Perchè non sei ricoperto di puzzalinfa come papà?” chiesi storcendo il naso, ricordando l'odore nauseabondo che mio padre  aveva lasciato per tutto il corridoio.
“Sono già stato a casa a cambiarmi, maledetti venditori abusivi.” disse sorridendo. “Che hai lì?”
Indicò il blocco da disegno che avevo tra le mani,
“E' un regalo per la mamma, per il suo compleanno.”
“Le hai fatto un ritratto? Fammelo vedere.”
“Io.. No, zio. Davvero, non è finito e..” abbassai lo sguardo, stringendolo con più forza. “Non mi convince.”
Mi sedetti sul divano accanto, riaprii il blocco, sospirai.
Quell'immagine rappresentava una bella donna, sorridente.
Ma non era la mamma.
Anche se avevo abbozzato ogni tratto pensando a lei, sfumato ogni contorno, sistemato ogni simmetria, non era lei.
Riguardai ogni dettaglio senza sbattere le palpebre.
Sentii gli occhi bruciare.
Un po' per lo sforzo e un po' per la rabbia.
C'era qualcosa di sbagliato in quella bozza in bianco e nero.
Qualcosa che nemmeno il più bel colore del mondo avrebbe potuto correggere.
“Manca una piega, qui.”
Vedendo quella mano entrare nel mio campo visivo, sobbalzai.
Zio Harry mi guardò un istante negli occhi, poi tornò a fissare il mio disegno.
“Una piega?” chiesi voltandomi verso di lui.
“Sì, quando sorride. Le viene una..” alzò lo sguardo, sorrise. “.. una ruga, non so come chiamarla. Proprio qui.” disse indicando la guancia sinistra della mamma sul foglio.
Mi guardò annuendo vigorosamente.
Sorrisi.
“Ecco, così. Ce l'hai anche tu! A volte mi dimentico di quanto vi somigliate, tu e Hermione.”
Seppi di arrossire.
Sentii il viso bollente.
Non era stato quel complimento, no.
Era per quello che vidi negli occhi di zio Harry.
Quella cosa che a volte intercettavo per sbaglio durante i pranzi di Natale o le cene in famiglia.
Un lampo, un istante, una luce strana.
Da cui volevo scappare ma che mi invitava a studiarla..
Una luce che negli occhi di papà non avevo mai visto.
“Hai capito che intendo?” mi chiese allontanandosi.
“Io.. sì, zio Harry, grazie.”



“Papà!” sussurrai passando di soppiatto davanti alla porta del bagno.
“Sì?”
Misi un orecchio sulla porta, sentii lo scroscio della doccia e una voce femminile canticchiare.
“Questo è il regalo per la mamma, ti piace?”
“Sì, Rosie, moltissimo.” esclamò guardando il disegno.
“Assomiglia alla mamma?”
“Se assomiglia alla mamma? E' lei. Identica, perfetta. E' un bellissimo regalo Rosie, davvero.”
“Già.”
Abbassai lo sguardo e mi sentii una stupida.
“Ma che c'è? Non sei convinta?”
“No, solo... non manca niente?” mi trovai a dire avvicinandogli il foglio al viso.
Osservò il ritratto per un po', con il volto corrucciato.
“La firma. Dovresti firmarlo, sì.”
Feci un mezzo sorriso, annuii.
Rimettendomi alla scrivania, osservai il mio riflesso allo specchio.
La piccola piega del mio sorriso.
La riportai sul foglio e, come per magia, finalmente vidi mamma.
Mamma come era veramente.
Era un dettaglio insignificante rispetto al resto.
Eppure.
Solo zio Harry l'aveva notato, come sempre.
Solo zio Harry gli aveva dato un nome, l'aveva riconosciuto.
Come ogni sbalzo d'umore, ogni momento di incertezza, ogni giorno di pioggia.
Perché, conclusi ripensando alla luce nei suoi occhi verdi, solo zio Harry conosceva mamma veramente.
Solo zio Harry vedeva la vera Hermione.




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