Enjoy The Silence Chapter one: HowAre You? Inverno. Erano le sei e mezza di sera. Con una Marlboro (quasi finita) fra le labbra , fissavo l'enorme edificio bianco che avevo davanti ed osservavo la gente che entrava e che usciva da lì, chi per affari, chi per ritirare soldi,o chi, magari, che come me cercava una buona strategia per entrare e... Ormai non potevo ritirarmi. Avevo un morboso bisogno di soldi, ed ecco il lampo di genio: la banca al centro di Helsinki. Così eccomi lì, a cercare di capire quale fosse il momento migliore. Ormai era semi vuota,mi guardai un attimo attorno… Era il momento “O adesso o mai più” Mi avvicinai alla magnificenza delle porte scorrevoli, mentre abbassavo il passamontagna nero ed estraevo lentamente la pistola... - Fuori i soldi! - urlai, puntando la mia fedele "amica" contro una delle cassiere. Lei mi guardò terrorizzata, poi cominciò a contare i soldi con mani tremolanti, mentre mi fissava con due occhioni da cucciolo ferito. "Nessuna pietà, Ville" mi ritornarono alla mente le parole di Linde "nemmeno se è tua madre" Scossi il capo, non dovevo lasciarmi intimidire solamente da uno sguardo. - Mettili qui dentro - E le tirai il classico sacco malandato, cercando di non guardarla negli occhi. Cosa mi stava succedendo? Perché il suo sguardo mi intimoriva così? Io, Ville Valo, non avevo mai avuto esperienze di questo tipo... avevo sempre fatto come mi diceva Linde, non avevo mai avuto pietà per nessuno... nessuno. E allora perché...? Sbarrai gli occhi sentendo quel fastidioso rumore delle sirene della polizia e mi voltai verso il resto delle persone che c'erano dentro. - Chi li ha chiamati...? - Ruggii, puntando la pistola contro una dozzina di idioti ricconi - Non avete il coraggio di rispondere, eh? – Dissi ma senza ottenere la risposta della prima domanda - Bene, vedo che avete avuto il culo di chiamarli ma che non avete le palle per dirmi chi è stato!- Cosa cazzo te ne frega di chi è stato? Prendi i soldi e vattene! Riflettei un attimo : la polizia era ormai vicina... sì... la soluzione migliore era quella di prendere un fottutissimo ostaggio e di uscire minacciando che l'avrei ucciso. Tanto lo avrei rilasciato due isolati più in là... - Tu - afferrai il braccio della ragazza con gli occhioni spaventati - Vieni con me – A quell’affermazione assunse uno sguardo di puro terrore. La tenni per un polso e me la strinsi addosso, puntandole contro la tempia la vecchia e fidata Beretta - Restate con le mani alzate finché non ci vedete più, altrimenti …- Caricai la pistola e sorrisi malevolmente, raccogliendo la borsa con i soldi. Uscii da quel buco di posto e cominciai a correre, trascinandomi dietro la ragazza. Dovevo costantemente tenerla per il polso altrimenti sarebbe potuta fuggire. La sentivo tremare, doveva essere molto spaventata. Ti credo, l'avevo appena minacciata di morte! Buttai il passamontagna in un cestino dell' immondizia nascosto in un vicolo cieco, e strinsi il sacco pieno di soldi sulla mano destra voltandomi, sentendo lo sguardo di lei contro il mio volto. - Che hai da guardare? Abbassò immediatamente lo sguardo a terra, e la sentii trattenere un gemito di pianto. Le puntai la pistola sulla schiena, ma fui costretto ad appoggiare una mano sul suo braccio, per nascondere l'arma e per fare finta di essere una coppietta felice. - In questo momento io e te siamo assieme - le sussurrai gentilmente all'orecchio - ..Quindi sorridi un po' di più... sei o no, insieme alla persona che ami di più al mondo?- La sentii annuire piano, mentre ci dirigevamo a piedi verso la stazione: lì c'era un treno che ci avrebbe portato a Kuopio solo che, non avendo predetto l'ostaggio... avevo il biglietto solo per me... Sinceramente la storia del biglietto mi faceva un po' ridere: un dannato e viscido ladro qual ero, ero andato a preoccuparmi di prendere il biglietto? Beh, casomai avrei pagato... tanto avevo appena derubato una banca! Arrivammo alla stazione e ci sedemmo, ad aspettare, su una panchina di ferro Fui costretto a nascondere la pistola dentro al sacco, che all'occorrenza poteva sembrare una borsa da viaggio, e a circondare le spalle della mia "amata", per non farla andare via. Onestamente mi faceva un po' pena: se io fossi stato nei suoi panni, mi sarei già cagato addosso. Non so come facesse lei a starsene buona, buona e con le mani appoggiate al grembo. E poi sorrideva costantemente, come se fosse davvero insieme all'uomo che amava di più al mondo. E poi, eccolo, il treno. Ci alzammo e lei mi fissò stranita. - Non fare quella faccia - Dissi - se ci chiedono il biglietto diremo che l'hai lasciato a casa, e io sarò costretto a pagare... non dovrei avere nessun problema, no?- Mentre salii pensai ad una cosa: me la stavo trascinando fino a Kuopio, quando solitamente rilasciavo gli ostaggio poco più in là da dove lo avevo "preso". In quel momento non mi fidavo molto di quella ragazza... era così spaventata che non parlava neanche, però(secondo me) avrebbe sputato tutto in faccia ad un poliziotto, se ne avesse avuto l'occasione... Ci sedemmo in uno scompartimento più che vuoto, e la lasciai accasciare vicino al finestrino, mentre io mi sedevo davanti a lei guardando quella sottospecie di stanza per le scope dove eravamo seduti. Aveva questi grandi sedili verde scuro, con dell' ovatta che usciva dalle cuciture. I finestrini erano più o meno puliti, anche se erano così strisciati che se avessi dovuto distinguere un uomo da un albero... Beh, avrei faticato molto. Il pavimento aveva una moquette rosso scuro, che mi dava semplicemente il voltastomaco, come le pareti, marroncine con delle decorazioni davvero schifose di colore bianco. Sbuffai, appoggiando stancamente la testa sul finestrino. Lei aveva la testa abbassata. Piangeva… Perché qusto mi dava in un certo fastidio? Non potevo mica aspettarmi che fosse contenta di essere presa come ostaggio, no? - Come ti chiami?- Le chiesi…”Ma che diavolo facevo?...Il rapitore che cerca di fare conversazione…bella questa! Lei rispose con un filo sottile di voce tremolante - Allie- Riuscì a dire …Passarono altri 5 minuti di silenzio, interrotti solo dai suoi singhiozzi (trattenuti male) e dal rumore del treno. Avevo di nuovo appoggiato la testa sul vetro del finestrino quando “Allie” sussurrò qualcosa che non riuscii a capire - Cosa?- Le chiesi - Q…Quando…?- - Quando cosa?- Risposi irritato - Quando..m-mi la-lasci libera- Completò la frase con grande sforzo - Questo dipenderà da te- Cosa che era parzialmente vera Allora alzò lo sguardo e mi fissò un istante con quei suoi occhi nocciola pieni di lacrime eppure lì in fondo si intravedeva anche coraggio…Poi riabbassò la testa Il viaggio si rivelò senza imprevisti (nessuno ci controllò il biglietto) e per il tempo che ci volle per giungere a destinazione la ragazza se ne stava completamente immobile e silenziosa Forse quello che le avevo detto aveva avuto qualche effetto *** Come ero finita in una situazione del genere? Perché io! Non poteva prendere qualcun altro?! Qualcun altro… Prima mentre aspettavamo il treno…avevo dovuto dare fondo a tutto il mio controllo cercando di sembrare felice, sorridente…quando invece non riuscivo a calmarmi, presa come ero dalla paura di quella maledetta pistola “…dipenderà da te” Da me? Cosa intendeva…? Però, forse…c’era un modo per uscire da quella situazione… Dovevo aspettare il momento buono, anche se probabilmente era una follia… *** Il treno si fermò. Era la nostra stazione Fu in quel momento che la vidi scattare verso la porta dello scompartimento…Ma prima che potesse arrivarci riuscii ad afferrarla per un braccio e a bloccarla tra la porta chiusa e me mentre con la mano le tenevo la bocca chiusa per impedirle di urlare - Ascoltami bene…ti conviene non provarci mai più se non vuoi finire veramente male- Sibilai a pochi centimetri da lei e mentre la sentivo tremare sotto la mia presa Il tempo stringeva…dovevamo scendere - Hai capito?- Le ripetei minaccioso Annuì -Bene- Dissi piano mentre levavo la mia mano dalla sua bocca Ora sembrava , se possibile, ancora più spaventata di prima e le mani le tremavano visibilmente…ma almeno ero sicuro che non avrebbe più osato una cosa del genere anche se quello scatto mi aveva sorpreso…non me lo aspettavo proprio….e per questo era meglio che la tenessi d’occhio più di prima. Mentre Allie se ne stava lì immobile, e mi guardava supplicante, io recuperai la borsa e il resto e scendemmo da quel dannato treno Era sorprendete come in pochi secondi avesse ricominciato la sua finzione perfetta “Sono con l’amore della mia vita”…incredibile che il cambiamento da ragazza impaurita a una sicura e sorridente fosse avvenuto in pochi secondi. Tutto merito delle minacce e della pistola? Beh, veramente non me ne doveva fregare niente…Quello che contava era che eravamo arrivati a Kuopio _________________________________________________________________________
Ehi Ehi…fateci sapere come
l’avete trovato!—Ovvero COMMENTATEEE!se nessuno ci dice cosa ne pensa, poi noi pvere autrici si rimaniamo male no? non fate i cattivoni eh?!^_-
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