Capitolo quinto:
La torre d’astronomia
Ron aveva appena lasciato Harry nel corridoio vicino alla porta del infermeria, alla ricerca di un
caffè da portare al amico.
Mentre camminava sospirava e a stento tratteneva
l’emozioni.
“Dovrei esserci abituato ormai,” pensava “a questo senso di
inutilità, e invece…” e colpì il muro con un pugno carico di rabbia.
“Perché?” gridò “Perché?” e continuava a colpire e
pensava: “Perché devono soffrire cosi tanto? E perché io sono cosi inutile. E’
sempre stato cosi fin da quando eravamo bambini: Hermione è la mente, la nostra
parte razionale e Harry è il coraggio, lo spirito di sacrificio, io invece sono
il buffone, l’inutile bravo ragazzo. Adesso che i miei due migliori amici
soffrono, non sono capace di fare niente per loro. Sei inutile, Ronald Weasley,
inutile...”
“Ron…”
Sentitosi chiamare, il ragazzo si voltò. E vide che era una ragazza
dai capelli biondi.
“Luna…” mormorò il giovane mago.
“Ron, non fare cosi ti fai male e basta.”
Il ragazzo sorrise amaramente con lo sguardo basso.
“Dov’eri?”
“Con Ginny.” Rispose la strega mentre si avvicinava.
“Oh, mi sono dimenticato di lei, sarà preoccupata.”
“Sì. Il fatto di Hermione l’ha sconvolta, ma Draco le
sta….”
“….Malfoy.” sussurrò Ron sorridendo.
“E tu come ti senti?” gli domandò la ragazza.
“Come vuoi che mi senta, vedo il migliore amico a pezzi e
la mia migliore amica in coma. Mi sento inutile, Luna.”
“Ron…”
“Giuro che se Hermione dovesse… Io troverò quel bastardo e
il bacio di un dissennatore gli sembrerà il paradiso a confronto di quello che gli
farò. Luna non può morire, non può…”
“L’ami ancora Ron?” gli domando Luna a bruciapelo.
Il rosso la guardo stupefatto, poi le sorrise, si avvicinò a
lei e la strinse a se per poi baciala, poi continuando a tenerla fra le
braccia braccia.
“Luna, io ti amo, lo sai vero? Amo solo te, ma” e si fermo
un istante “Ma voglio bene a Hermione, come ne voglio ai miei fratelli, o a Ginny
e ad Harry. Più di un anno fa avevo confuso quello che provavo per lei con
l’amore, invece era affetto o forse solo un capriccio d’adolescenza. Ho capito
cos’è veramente l’amore con te, Luna Lovegood.”
“Sei fantastico, Weasley….” disse la ragazza e poi lo
abbracciò e si accoccolò al suo fianco, sentendo il calore del corpo del
ragazzo.
“Ti amo, Luna.” pensò Ron “Ti amo principalmente per come
mi guardi, sento che hai fiducia in me, e mi fai sentire molto migliore di
quello che sono in realtà…”
Si sentirò dei passi veloci, qualcuno si stava avvicinando.
Ron alzò lo sguardo e non riusciva a credere a suoi occhi, pensava che quel uomo
forse morto e invece stava camminando verso di lui con passo deciso.
“Ron…. dov’è, Harry?” gli domando fermandosi di scatto.
“Vicino al infermeria.” rispose lui stupefatto, anche Luna
non riusciva a crederci.
Mentre l’uomo continuava a camminare, il ragazzo notò che
portava in mano una valigia vecchia e rovinata.
“Pensavo, credevo…..” cercò di dire Ron.
“Che fossi morto?” disse lui “Dovresti saperlo che i
malandrini non sono cosi semplici da uccidere.”
I tre raggiunsero Harry che non gli aveva sentiti arrivare,
si voltò soltanto quando sentì una calda mano sulla spalla.
“Professor Lupin… Remus sei vivo? Che ci fai qui?”
“Harry, sono venuto per mantenere a una promessa, ultima
promessa che ho fatto a tuo padre.” disse e presa la bacchetta e puntata contro la
valigia disse: “Leviosa”. La valigia levitò fino ai fianchi di Remus, poi lui
disse: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” E la serratura fece
un scatto metallico e
la valigia si aprì. Remus prese una grossa busta e la passò a Harry dicendogli:
“Questa te l’ha manda tuo padre. Mi è arrivata alcune ore prima della morte dei
tuoi genitori.”
Sulla vecchia e ingiallita busta c’era scritto: “A Remus
Lupin. Da consegnare ad Harry, il 31 ottobre 1998.”
Harry guardò la missiva, poi guardò ex-professore, ma subito abbassò gli occhi e
disse: “Dopo, quando Hermione starà meglio.”
“No, Harry, adesso. Credo che sia importante, tuo padre mi
ha scritto di dartela oggi. Non so perché.”
Il giovane mago prese la busta con mano tremante e l’apri, dentro
c’erano altre due buste ognuno con un nome scritto sopra Harry, ma fu la
seconda a sorprendere tutti, il nome scritto sulla seconda busta era: Hermione. Harry dallo stupore
fece cadere la busta più grande, e da essa vennero fuori una fotografia che
il giovane mago raccolse, ma non riusciva a credere a ciò che vedeva. La foto
ritraeva i Potter; James con in braccio lui ancora bambino, Lily con uno
splendido vestito bianco e accanto a lei Hermione con indosso un vestito viola.
“Che vuol dire questo? Perché in questa foto c’è Hermione
con i miei genitori. Com’è possibile?”
Fu Lupin a rispondere: “Hermione è stata colpita da un
Hermes, giusto?”
“Sì, vuol dire che lei è andata indietro nel tempo, e ha
conosciuto i miei genitori?” domandò Harry.
“Sì, ma forse tutto sarà chiarito leggendo la lettera di James.” disse Lupin che intanto pensava: “Ma perché un magiamorte
la colpirla con Avada Kevadra. Perché sceglie di usare un incantesimo così
complicato come un Hermes? E soprattutto chi era quel mangiamorte?”
Harry aperta la lettera del padre iniziò a leggerla:
“Caro Harry,
credo che tu sia rimasto molto stupito nel vedere con noi, nella foto, la tua
amica Hermione. Lei ci ha raccontato tutto di te, dei tuoi amici, delle tue
imprese. Sono fiero di te, di quello che sei diventato e della tua forza. Sei un
uomo, un uomo onesto e saggio, non avrei potuto chiedere di meglio per mio
figlio, che diventasse un eroe. E che avesse accanto amici come: la dolce e
intelligente Hermione e il fedele e coraggioso Ron, so che per te sono stati la
famiglia che non hai mai avuto. Dio quanto vorrei poterti essere accanto adesso,
figlio mio, ma mi basta anche averti visto attraverso gli occhi della persona
che ti sta più vicino...”
La porta si apri e ne uscì Madama Chips che disse: “Potter, credo che la
signorina Granger si stia per svegliare.”
Harry non diede il tempo al infermiera di finire la frase
e si precipitò dentro, mettendosi in tasca la lettera di suo padre e lasciando che Remus raccogliesse quella per Hermione.
Arrivato al capezzale del letto, a gli si strinse il
cuore a vederla in quello stato, era peggio di quando fu pietrificata al
basilisco o schiantata nel ufficio misteri. Si avvicinò le prese la mano
stringendogliela forte.
“Hermione, ti prego svegliati, torna da me, io…io…ti…”
sussurrò poi sentì la giovane strega mugugnare qualcosa: “Harry…. Lily….James….
No, no, non adesso non posso and….” poi ci furono delle convulsioni molto forti.
Harry cercò di trattenerla e gridò: “Madama Chips, Remus presto
venite, sta male, Hermione sta male svelti…”
I due corsero subito seguiti da Ron e Luna.
“Oh per il grande Merlino.” esclamo Madama Chips “Si sposti
signore Potter.” E strattonò Harry.
“Che succede? Cosa ha?” domandò Harry.
“Mi lasci lavorare.” Rispose la strega guaritrice.
“Harry!” lo chiamò Lupin “Sembra che qualcosa
stia trattenendo Hermione in quel tempo o forse e lei che vuole rimanere nel
passato. Se non torna al più presto potrebbe rimanere per sempre nel passato o
tra due dimensioni temporali.”
“Cosa? Allora bisogna fare subito qualcosa.” disse Ron aggittato.
Madama Chips tentava dei incantesimi di richiamo, ma niente
sembra avere effetto.
Le convulsioni finirono, ed Hermione ricominciò a delirare:
“Non posso andare via, devo aiutare Lily…devo aspettare i soccorsi… devo…
Harry… Harry… Harry, devo proteggere Harry, il piccolo Harry ha… bisogn… di
me, ho promesso a… anche per lei. Non voglio ancora… tornare... non devo ancora torn…”
Harry era terrorizzato e gridò: “Avanti, volete fare qualcosa?”
“Harry….” Sussurro Hermione
“Sono qui, Hermione” le disse e si avvicinò “Sono qui vicino a te.”
“Harry….”
“Harry, chiamala, parlale, dirle di tornare. Deve avere
una ragione per tornare, qualcosa di più importante di quello che la trattieni
lì.” gli disse Remus.
Il ragazzo annuì e poi si rivolse di nuovo alla strega:
“Hermione, Hermione, torna da me, torna da me, ti prego. Io non posso vivere
senza di te.” E aveva gli occhi rossi di lacrime.
“Non puoi lasciami, non puoi. Siamo sopravissuti a
una guerra, non puoi lasciami, ti prego. Hermione, ti prego svegliati, ti
prego.”
“Harry...”
“Sì sono qui, ma tu ora torna… Hermione… io… io… ti amo,
tu sei tutto per me, sei la mia vita, io non sono niente senza di te. Ma adesso
svegliati, non puoi lasciami proprio adesso che ho avuto il coraggio di dirti
cosa provo. Ti amo, Hermione, ti amo. Non lasciami, non puoi lasciami, amore
mio.”
“Harry, Harry… Harry…” disse lei e poi il silenzio. Un minuto forse
meno, ma ad Harry Potter sembrò una vita.
Poi lei apri gli occhi e lo vide. Vide quegli occhi smeraldo,
pieni di lacrime, la cicatrice sulla fronte, i capelli ribelli, e la sua bocca
aprirsi in un sorriso.
“Ciao…” Gli sussurro lei.
“Ciao, ben tornata.” le rispose lui.
“Dimmi che sei tu, Harry, dimmi che non sei un sogno.”
Lui le sorrise e allungò un braccio e gli tocco il viso,
poi l’ho abbraccio forte.
“Mio Dio, Harry.” esclamò la giovane strega iniziò a piangere
“Perdonami, perdonami.”
Lui l’allontano dolcemente e la guardò negli occhi e le
disse: “Di cosa dovrei perdonarti?”
“Di non essere riuscita a…” cercò di dire ma fu fermata dalle
parole di madama Chips: “Ora basta la mia paziente deve risposare adesso, tutti
fuori.”
La guaritrice sapeva da sempre essere molto convincente,
persino il professor Silente, doveva cedere il passo di fronte a lei, lui poteva
essere il preside della scuola ma lei era la regina del infermeria, cosi li
butto tutti fuori. E poi si rivolta a Hermione: “E ora tu,
ragazzina, riposati, non deve essere stato uno scherzo quel viaggio nel tempo?”
La giovane strega obbedì e ricadde nel letto, chiuse gli occhi, e un'idea prese
forma nella sua mente, Harry le aveva detto che l’amava,
l'aveva sentito o l'aveva solo sognato.
Intanto fuori dal infermeria, Ron guardava Harry con sorriso complice.
“Cosa c’è?” gli domando il moro.
“No, niente, ora stati meglio?”
“Certo che sì, la nostra migliore amica è tornata e sta
bene.”
“Sì certo è tornata grazie a te, grande eroe.”
“Ehi non prendermi in giro, Ron…”
“Se non posso farlo io che sono il tuo miglior amico chi
può?”
I due si misero a ridere, intanto Remus e Luna erano andati
avanti. La corvonero raccontava al ex professore di difesa contro le arti oscure
di certi tarli vampiro molto pericolosi.
Mentre i due migliori amici camminavano l’uno di fianco
all’altro per il corridoio, Ron gli domando: “Allora come ci se sente?”
“Per cosa?”
“Come si sente Harry Potter ad aver detto a Hermione
Granger che l'ama.”
“Che?!!!” gridò lui.
“E si Harry, l’hai detto: ‘Ti amo, Hermione, ti amo. Non
lasciami, non puoi lasciami, amore mio’”
disse il mago dai capelli rossi imitando discretamente la
voce del amico.
“Ho detto d’amarla.”
E Ron annuì.
“Oh mio Dio, ora che faccio… ho rovinato tutto, Ron.”
“Nah, sono successe cose peggiori in questa scuola di Harry
Potter che si dichiara alla sua migliore amica.”
“Ah si, per esempio?”
“Fammi pensare. Fred e Geoge, Percy, io che m’innamoro di
quasi tutte le grifondoro tranne mia sorella Ginny, Voldemort, mio fratello
Bill che si sposa con una francese per giunta mezza veela.”
“Basta scherzare, Ron, sono nei guai seri. Ho rovinato tutto.”
“E basta. Non hai rovinato niente, sarà bellissimo invece.
E poi se sono sopravissuto io a dire a Hermione che l’amavo.” disse il rosso ridendo
contagiando l’amico e poi aggiunse “Ti va di farti una partitina a
Quidditch?”
“Ok” rispose Harry
Raggiunta la torre di Grifondoro per prendere le scope
stavano per entrare, ma Harry si mise le mani in tasca ritrovando la lettera di
suo padre e domandò all'amico: “Ron, ti dispiace se facciamo un’altra
volta?”
Ron guardò la lettera, sorrise e rispose: “Nessun
problema. Ci vediamo più tardi” ed entrò nella sala comune.
Harry arrivò in riva al lago, si sedete sul tronco di un
albo e riaperta la lettera rincomincio a leggerla:
“Caro Harry,
credo che tu sia rimasto molto stupito nel vedere con noi,
nella foto, con la tua amica Hermione. Lei ci ha raccontato tutto di te, dei
tuoi amici, delle tue imprese. Sono fiero di te, di quello che sei diventato e
della tua forza. Sei un uomo, un uomo onesto e saggio, non avrei potuto chiedere
di meglio per mio figlio, che diventasse un eroe. E che avesse accanto amici
come: la dolce e intelligente Hermione e il fedele e coraggioso Ron, so che per
te sono stati la famiglia che non hai mai avuto. Dio quanto vorrei poterti
essere accanto adesso, figlio mio, ma mi basta anche averti visto attraverso gli
occhi della persona che ti sta più vicino. Avrei voluto insegnarti le grandi
cose delle vita, ma le hai imparate da solo. Hai imparato che per certe cose
bisogna combattere, rischiare la vita, anche sacrificarsi, una di queste è la
libertà, senza libertà la vita non è degna d’essere vissuta. Ma troppa gente la
da' per scontata ed è sbagliato. Hai visto quanto poco è bastato che tutto il
mondo perdesse la libertà per colpa di un pazzo come Voldemort. Bisogna sempre
vigilare, combattere, e anche essere disposti a sacrificare tutto anche se
stessi per un bene più grande.
Harry tu sei stato l’uomo del destino per ben due volte
nella guerra contro Voldemort, sei stato scelto dal fato
per essere un eroe, può essere bellissimo e al tempo stesso orribile, ma si
sempre fiero di quello che sei.
Non lasciare mai che le cose ti scivolino addosso; grida,
arrabbiati, protesta ogni volta che vedi una cosa che non va, che va contro la
tua coscienza, che è un ingiustizia. Vedi un uomo solo con può cambiare il mondo
ma qualcuno, figlio mio, deve pure iniziare.
Ricordati di difendere i tuoi amici e la tua famiglia
perché possono essere il tuo tesoro più grande e non è necessario che abbiate
tutti lo stesso cognome, la famiglia è dove sta il proprio cuore. Neanche
io ho avuto una famiglia fin quando non sono arrivato a Hogwarts, i miei
genitori i tuoi nonni non erano molto presenti nella mia vita, erano sempre in
viaggio. Per ragioni diverse ognuno di noi malandrini era orfano, come sai Sirius per le sue idee è stato considerato un traditore, Remus per la
sua condizione era una specie di appestato e anche Peter non era ben visto. Cosi
ci siamo trovati e siamo diventati più che amici, eravamo dei fratelli.
Adesso vorrei parlarti del amore, credo che non sia cosa
più bella, ma al tempo stesso spaventosa dell’amore, te ne stai lì tranquillo a
pensare a fatti tuoi e poi bang, arriva e ti sconvolge l’esistenza, credo che
sia il più grande scherzo del mondo intero. Non so se lo sai, ma fra te e tua
madre non fu proprio amore a prima vista, o meglio fu un colpa di fulmine per
me, ma all'iniziò le stavo proprio antipatico, poi al ultimo anno di scuola, siamo
riusciti a conoscerci e ci siamo innamorati. Poi il matrimonio e sei arrivato tu,
che sei diventato la cosa più importante delle nostre vite. Harry, quello che
vorrei farti capire del amore è che non lo puoi programmare, succede è basta a
volte è bello, altre volte è brutto, ma non ti lascia mai indifferente. Può
nascondersi ovunque, può essere anche nei posti più impensabili e può prendere
qualsiasi sembianza, potresti aver avuto il vero amore sotto gli occhi per anni
senza che tua te ne sia mai accorto.
Ma soprattutto non avere paura. Credi in quello che provi e
credi nella persona che ami, perché lei non potrà mai farti del male. Ama Harry,
ama con tutto te stesso.
Tuo Padre
James Potter”
Harry alzo lo sguardo dalla lettera, dopo averla piegata se la rimise in tasca e guardo l’orizzonte del
lago Nero, sorrise pensando: “So a
chi ti riferisci papa, ma anche senza la tua lettera gli avrei aperto il mio
cuore, anzi in un certo senso l’ho già fatto.”
Hermione passò tutta la notte in infermeria, poi in tarda
mattinata fu dimessa, ma non in tempo per seguire le lezioni della mattina. Tornata
alla torre di Grifondoro, trovò la sala comune deserta, ma sul tavolino di
fronte al cammino c’era una lettera con scritto sopra: “Per Hermione” lei
riconobbe subito la scrittura del suo migliore amico, aperta c’era scritto:
“Ci vediamo alla fine delle lezioni nella torre di
astronomia, voglio parlarti.
Harry”
Poi la strega sentì che la porta della casa che si apriva ed ecco
comparire Remus Lupin.
“Professore!?”
“Ciao, Hermione, sono contento che tu stia bene adesso.”
“Ma come ha fatto a entrare?”
“Come ho fatto a entrare? Ma il professore capo di una casa
può sempre entrare…”
“Professore capo? Lei è di nuovo insegnante qui?”
“Sì, sono di nuovo il vostro docente di difesa contro le
arti oscure e sono anche il capo di Grifondoro. La
professoressa McGranitt non poteva fare il preside e al tempo stesso il
professore capo di una casa, e cosi eccomi qui.”
“Ne sono molto contenta e lo saranno anche Harry e Ron.”
“Hermione sapevo di incontrati qui. Vorrei chiederti se
puoi raccontarmi cosa è successo, e dove sei stata dopo essere stata colpita da
quel Hermes.”
Hermione gli racconto tutto, il professore ascoltava seduto su una poltrona. Quando il racconto finì la giovane strega domando: “Professore
mi è rimasto il dubbio d’aver sbagliato a raccontare a James e Lily, quello che
sarebbe successo, so che non si dovrebbe interferire con il corso degli eventi
quando si viaggia nel tempo.”
“E’ vero. Ma io avrei fatto lo stesso non solo per Harry,
ma anche per salvare due cari amici.” rispose il professore e prese dalla tasca una
lettera e la consegnò alla ragazza dicendole: “Questa lettera è per te ti è stata
scritta da una persona fantastica che tu mi ricordi moltissimo.”
Lei guardò da busta e sull'intestazione c’era scritto solo:
“Hermione”
Riconobbe la calligrafia, cosi simile a quella di Harry,
la lettara era di Lily.
“Grazie” sussurrò la strega poi guardò l’ora, si rese conto
che le lezioni erano finite e Harry l'aspettava alla torre.
“Professore mi scusi, ma devo proprio andare ho un
appuntamento.”
“Ah ok!” rispose lui sorridendo “Credo di sapere con chi.”
E lei arrossì per poi corse via. Mentre saliva le scale della torre il cuore le batteva forte. Arrivata in cima, la trovò
la torre deserta Harry
non c’era, si sedete a aspettare e apri la lettera di Lily:
“Dolce Hermione,
sono contenta d’averti conosciuta e di sapere che il mio Harry avrà vicino una
persona cosi meravigliosa come te. Ma non puoi continuare ad amarlo in silenzio.
Non avere paura, Hermione, ama con tutta te stessa.
Solo tu puoi farlo felice, soltanto con te lui non sarà più solo.
Con amore
Lily Evans Potter.”
Hermione sentì un fruscio e una presenza alle sue spalle,
alzò la testa dalla lettera e sorrise. Poi senti sussurrare il suo nome:
“Hermione”. Da una voce calda e dolce, una voce che lei conosceva benissimo fin
da quando aveva undici anni. Lei si voltò e lo vide.
Per lui fu come ricevere una
scossa elettrica, la conosceva ormai da sempre, ma gli sembrò di vederla per la prima
volta.
“Harry, cosa c’è? Di cosa volevi parlarmi?” gli domando lei
sorridendo.
“Hermione, io…. ehm”
“Sì.”
Si guardarono negli occhi. Intanto Harry pensava: “No non
posso dirglielo, se poi lei non… no non posso perderla come amica. Tutto deve
continuare in questo modo.” E disse: “Hermione volevo solo sapere se volevi
venire con me a Hogsmeade domani? Naturalmente sei stai bene?”
Lei era un po’ delusa e rispose: “Sì certo, Harry nessun problema, mi
sto benissimo.”
“Ah ok scendiamo per la cena?” le domando lui.
“Si” rispose e gli sorrise.
Harry più vicino al uscita, si incammino verso la porta.
Hermione guardo la lettera di Lily stretta nel suo pugno. “Lily, Lily” pensò “Se
non lo fermo ora, lo perderò. Prima o poi lo perderò come amico. E poi ieri in
infermeria ha detto…” e lo chiamo: “Harry? Posso farti una domanda?”
Lui si voltò e gli rispose:
“Sì.”
“Cosa provi per me? Ieri hai detto d’amarmi…”
“Sì, ma è stato un errore, ti prego di dimenticarlo.”
Tra i due calo un strano silenzio.
“Harry, io non voglio dimenticarlo.” disse lei “Perché, io
ti amo Harry. Ma tu cosa provi per me? Mentivi quando mi hai detto che mi
amavi?”
Di nuovo tra i due calò il silenzio
“Tu mi ami, Hermione? E da quanto?”
“Non lo so, forse da sempre.”
“Hermione, lo sai che adesso le cose tra noi non saranno
più come prima, che non potremo più essere amici…”
La giovane strega non poteva credere a quello che sentiva,
l’ho aveva perso, perso per sempre.
“….non potremo più essere amici. Perché saremo qualcosa in
più, perché anche io ti amo.”
La ragazza sgranò gli occhi e disse: “Tu mi…”
“Si” disse lui avanzando, l’abbraccio e poi dolcemente la bacio sulle
labbra.
Finito il bacio Harry non sapeva bene che dire.
Mentre Hermione sorrideva e gli disse: “Andiamo a cenare” e lo supero di un paio di
passi, ma lui le prese la mano e la strinse.
Poco dopo comparvero mano nella mano nella sala grande per la cena, da lontano,
nel tavolo dei professori, Remus li vide e nella sua mente
ai volti felici dei due ragazzi si sovrapposerò quelli di James e Lily Potter.
Fine
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