L es
l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.
CAPITOLO II:
I'm in.
Elizabeth: Secondo me anche tu
un giorno farai qualcosa di onesto!
Jack: Adoro quei
momenti; gli dico ciao e li faccio passare!
Capitan Jack Sparrow ed
Elizabeth Swann, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo.
Dopo aver
passato parte della mia adolescenza a guardare commedie romantiche
– grazie alla mia insostituibile compagna di stanza Kristin,
che a dispetto del suo apparente cinismo, ne è una fan
accanita -, fare un'uscita così teatrale dopo un avvenimento
di quel calibro, per me è un sogno che si realizza.
Sì,
lo so, può sembrare un po' idiota come cosa e molto
probabilmente lo è, ma di sicuro lascia una soddisfazione
non indifferente.
Così
eccomi qua, a marciare per il corridoio dell'Eaton College a grandi
falcate, con passo deciso e aria molto arrabbiata e fiera:
avrò realizzato un sogno, ma Logan rimane in ogni caso uno
stronzo. Ripensare a quello che è successo poco fa, mi
suscita la voglia di saltargli addosso per picchiarlo in maniera
disumana e selvaggia, ma anche di approfittare molto bassamente di lui;
non per forza le cose dovrebbero avvenire in quest'ordine.
Sarà anche una carogna senza pari, ma è sexy,
tanto sexy.
Devo
smetterla di fare questi discorsi da adolescente in piena crisi
ormonale, ma non posso neanche farne a meno, considerato quanto sono in
subbuglio i miei ormoni in quest'ultimo periodo! Devo fare qualcosa per
tenerli a bada o sarò fritta.
«Novice,
aspetta!» la voce di quel farabutto mi reclama dal fondo del
corridoio ormai deserto, visto che è l'ora della pennichella
pomeridiana – neanche fossimo all'asilo – dei miei
energicissimi compagni; eppure non riesco a condannarli più
di tanto, a volte io stessa riesco a stento a rimanere sveglia dopo
aver ingerito una quantità spropositata del cibo che a mensa
ci propinano, che tra l'altro è sorprendentemente delizioso.
Una delle
poche note positive in questa scuola.
«Che
cosa vuoi, razza di screanzato?» cerco di mostrarmi il
più infastidita possibile, mi ha sempre rovinato il mio
momento teatrale di gloria. Non solo il danno, pure la beffa! Anche se
il più delle volte questi due camminano sempre insieme.
Come
reazione all'offesa subita, quella sottospecie di anello di
congiunzione tra l'homo sapiens e i primati soffoca a stento una
risata. Non sapevo di suscitare tanta ilarità!
«Screanzato? Ma come diavolo parli, sembri uscita da un
romanzo di mia nonna!»
«Tua
nonna scriveva romanzi?»
«No,
ma ne aveva di vecchi».
Ecco, quando
credo di essermi fatta un'idea ben precisa riguardo il quoziente
intellettivo di Logan, puntualmente arriva lui a smontarmela con
un'uscita del tutto fuori luogo. Certe volte mi chiedo se ci sia, ci
faccia o se semplicemente lo faccia apposta; poi mi ricordo che
è un maschio e che la sua categoria abbraccia tutte e 3 le
opzioni in un modo che non riuscirò mai a spiegarmi. Uomini,
valli a capire.
«Bando
alle ciance. Che cosa vuoi da me, Shepherd?» tento di sviare
la defaillance di stupidità di poco fa, avendo
pietà per la sua condizione di stupido maschio!
Chissà quanto dev'essere difficile convivere con un cervello
che ragiona così poco.
«Il
discorso per me non era finito!»
Volevo
essere clemente con lui, ma è evidente che se le va proprio
a cercare.
«Se
tu non parlassi saresti un normale cretino, invece vuoi
strafare!1»
«Sei
irritante quanto un pisello moscio, te l'ha mai detto
nessuno?»
Ed ecco a
voi colui che sa come far sentire una donna apprezzata. Essere
paragonata ad un organo genitale maschile – flaccido per
giunta – mi mancava proprio! «Sei un essere
rivoltante!» sbotto piena di disprezzo.
«E
tu parli come mia nonna!»
«Mi
fai schifo! Ti è più comprensibile
adesso?»
Sarà
anche stupido, ma il colore delle sue iridi in questo momento
è di un blu disarmante, così acceso,
così vivo, così bello che ci annegherei dentro.
E' lo stesso colore dei pastelli che usavo da piccola per colorare i
disegni, si chiamava “blu oltremare”: amavo davvero
quel colore, ricordo che il pastello era sempre quello più
consumato tra tutti.
«Tu
sei una stronza! Questo linguaggio da plebeo ti è consono,
oppure devo utilizzare un termine tipo carogna?»
«Se
uno è stronzo, non gli puoi dire stupidino! Gli devi dire
che è stronzo!2» ribatto sorniona, cercando di
celare malamente un sorriso. Questa situazione sta cominciando a
divertirmi più del lecito.
«Perfetto.
Sei una gran stronza, allora.» soffia a pochi centimetri dal
mio viso. Ero così in collera da non essermi nemmeno accorta
che si fosse avvicinato a me così tanto.
«E
tu sei meschino», mormoro a denti stretti, spintonandolo
lievemente.
«Infame.»
ribatte lui, ricambiando la spinta.
«Gretto.»
«Spregevole!»
Nonostante
l'ondata di offese, continuo ad avere addosso il suo sguardo e il suo
profumo mi inebria per via della troppa vicinanza, rendendo quella
dell'auto-controllo un'impresa impossibile, soprattutto se insiste a
guardarmi in quel modo con quegli occhi.
Cerco di
balbettare qualcosa in risposta, ma la mia bocca emette solo fiato.
Non riesco a
farmi venire in mente nulla di sensato, così obbedisco
all'istinto.
Senza
nemmeno rifletterci, lo attiro a me afferrandogli il bavero bella
camicia azzurrina della divisa scolastica e gli stampo un bacio a fior
di labbra.
Dopo di
ciò, la mia ratio latente ritorna all'attacco, mettendomi di
fronte all'evidenza di ciò che è accaduto: l'ho
baciato, sono stata io! E non solo mi è piaciuto, ma vorrei
anche rifarlo.
Lascio
improvvisamente la presa, piena di vergogna nie confronti di me stessa
e per il mio gesto così azzardato e faccio per andarmene. Ma
qualcosa, o meglio, qualcuno mi blocca il braccio. «Dove
credi di andare?» mi sussurra con voce roca, tirandomi verso
di sé per riprendere a baciarmi, senza che io opponga alcuna
resistenza.
Sono del
tutto soggiogata.
Le nostre
labbra si muovono in sincrono in maniera talmente impetuosa che quasi
mi dimentico di respirare; ci stacchiamo dopo una manciata buona di
minuti, giusto per riprendere un minimo di fiato. Mai come in un
momento del genere la prospettiva dell'asfissìa mi
è sembrata così allettante.
«Ti
voglio, tu non immagini nemmeno quanto», mi dice col fiato
corto.
Oh, eccome
se lo immagino! Non avrò un pene, ma esistono degli stupidi
messaggeri chimici prodotti dal mio organismo, nella fattispecie li
chiamano ormoni e sono davvero molto potenti; talmente tanto, che la
voglia di saltargli addosso diventa sempre più reale ogni
minuto che passa. Senza nemmeno darmi il tempo di proferire parola o di
rifletterci troppo, mi attira nuovamente a sé per baciarmi.
Ancora e ancora e ancora.
Sicuri del
fattore pennichella pomeridiana, non abbiamo valutato la
possibilità che ci fosse qualcuno in giro per i corridoi e
sbagliavamo, di grosso anche.
«Madre
santissima addolorata.»
Merda.
Mi divincolo
immediatamente dalla presa di Logan, arrossendo di botto fino alla
punte dei capelli. Non solo sono stata beccata in atteggiamenti lascivi
con Logan Shepherd, per di più è stata proprio
Kristin a farlo! E a giudicare dall'espressione esterrefatta, direi che
la sua mascella è proprio collassata. «Kris,
io...»
«Tu
e... Tu!» pronuncia l'ultima parola indicando Logan.
«Ma che cazz...»
«Ci
stavamo baciando! Possibile che voi donne di oggi siate così
imbecilli? Soprattutto tu, Conrad, mi sembravi una che ci sapeva fare
eccome!»
Nonostante
lo shock, l'offesa per l'insinuazione sulla sedicenza delle sue
abilità in quel campo prevalica sul resto. «So
benissimo che vi stavate baciando, o meglio, mangiando a vicenda! Ma
voi due vi stavate baciando! Danielle Peyton e Logan Shepherd! Il mondo
sta andando a puttane e io ne ero all'oscuro? L'hai drogata, forse? Ha
fumato roba pesante? Lo sapevi che dovevi andarci piano, Danielle
è una Novellina3! Come vedi ti sta baciando, è
assurdo! E'... E' contro natura, cazzo!» in questi casi la
mia amica tende a straparlare.
In ogni
caso, ladies and gentlemen, let me introduce you Kristin Conrad! La
compagna di stanza di cui vi parlavo pocansi nonché mia
più cara amica – non considerando il fatto che sia
l'unica femmina ad essere mia amica -: diciamo che è la
versione femminile di Logan, dotata ovviamente di più
criterio di scelta e soprattutto di molta più
dignità; Kristin ama il sesso e quindi si diletta a farlo
con chi le piace – ponendosi ovviamente qualche limitazione
-, senza essere necessariamente vincolata da un rapporto. Anzi, a dire
il vero lei è totalmente allergica ai rapporti sentimentali,
causa rapporti precedenti che hanno ridotto il suo cuore in frantumi.
Nonostante
la sua attitudine al sesso non riesco a definirla una ragazza di facili
costumi – leggasi puttana -, per quanto il suo atteggiamento
faccia pensare il contrario ed io comunque non lo condivida per
svariate ragioni. Sono sicura che in fondo anche a lei piacerebbe avere
una relazione stabile, ma è troppo piena di ferite e rancore
per poterlo ammettere, specialmente a sé stessa: quand'era
più piccola la sua ingenuità, combinata a quella
dose di masochismo che caratterizza gran parte delle donne –
me compresa – l'ha portata a legarsi a delle persone
totalmente sbagliate, che hanno finito per ferirla tanto; il suo
più grande amore, Victor, è stato anche la sua
più grande delusione e da allora credo non si sia
più ripresa del tutto. Adesso ha deciso di comportarsi come
un uomo – o quasi – e fare sesso come loro e dice
di esserne anche soddisfatta.
E' grande
abbastanza per fare come le pare.
Malgrado
questo, Kristin è davvero un'ottima amica. Non siamo mai
state in competizione, non mi ha mai messa da parte per un ragazzo e
per me c'è sempre stata... E viceversa! E' bellissimo
riuscire ad avere un rapporto così sincero con una ragazza
– anche se con lei è praticamente inevitabile, non
ha peli sulla lingua – e mi ritengo davvero fortunata ad
averla al mio fianco. Lei è la sorella che non ho mai avuto.
«E'
capitato, okay?» sbotto, imbarazzatissima.
«Può capitare di lasciarsi andare, ogni
tanto!»
La mia amica
mi lancia un'occhiata un po' perplessa, ma preferisce non indagare
oltre per non mettermi in imbarazzo e di questo gliene sono molto
grata. «Sarà. Ellie, ci vediamo in camera! E tu
Shepherd, lingua a posto! Capito?»
«Kris!»
la chiamo mentre lei sta per allontanarsi «Aspetta, vengo con
te.»
Dopo tutto
quello che è successo non ce la farei ad affrontare Logan in
questo momento e come una codarda, arranco il passo per raggiungere la
mia amica senza nemmeno dare a lui la possibilità di
ribattere qualcosa. Il tragitto si svolge in religioso silenzio, ma non
appena arrivate in camera, Kristin ovviamente parte in quarta con
l'interrogatorio, badando che non tralasci nemmeno un minuscolo
dettaglio.
La
curiosità non è donna, la curiosità
è Kristin Conrad.
Con mia
sorpresa riesco a dirle tutto senza nemmeno troppo imbarazzo, ma penso
che se ne avessi parlato con Lawrence o Edward, avrei rischiato il
linciaggio o di morire di vergogna: per quanto adori i miei amici
maschi, la vicinanza di qualcuno del tuo stesso sesso è
davvero confortante; inoltre Kristin è l'ultima persona al
mondo che mi giudicherebbe, sebbene su Logan lei abbia moltissime
riserve.
«Senti,
Ellie. Non credevo che dalla mia bocca sarebbe mai uscita una cosa del
genere, ma... Fallo.»
Okay, questo
è un colpo gobbo e proprio non me l'aspettavo.
«Cosa?»
«Hai
capito bene! Questa carica ti serve davvero, renderebbe il tuo
curriculum molto più notevole di quanto già non
sia e la tua ammissione alla Brown sarebbe automatica. Ma da sola non
puoi farcela e neanche con l'aiuto mio e dei ragazzi... Non
raccoglieremmo voti sufficienti, lo sai!»
«Dovrei
vendermi a Logan Shepherd?» domando incredula. D'altronde si
tratterebbe proprio di questo, non ci sono mezzi termini per descrivere
la situazione.
«Vedila
da un'altra prospettiva! Logan è inspiegabilmente molto
popolare in questa scuola, lui potrebbe davvero darti una mano! E' un
esempio da seguire per i maschi e il sogno affatto proibito delle
femmine, sai quanti voti avresti?»
Nonostante
abbia infranto i cuori di metà della popolazione femminile e
fregato le ragazze all'altra metà di quella maschile
– c'è chi vocifera in giro che abbia fatto
redimere qualche ragazza lesbica, ma non ci credo molto. Siamo in una
scuola, non sul set di Beautiful - lo stronzo continua a godere del
rispetto e dell'ammirazione di molte persone. Lo dico io che qui sono
tutti strani!
«Non
esiste Kris, non faccio queste schifezze!»
«Lasciami
finire, scema!» dice, facendomi l'occhiolino. Che razza di
idea perversa sta macchinando quella testa bionda? «Non devi
necessariamente scoparci, basta solo che tu glielo faccia
credere!»
Inarco il
sopracciglio sinistro, con sommo scetticismo. «Non dispongo
di sosia, bambole gonfiabili somiglianti alla sottoscritta,
né di ologrammi»
«Devo
proprio spiegarti tutto, Elle?» sbotta esasperata
«Provocalo! Stuzzicalo eccessivamente, fallo morire... Ma non
gliela dare! Fagli credere che non appena vinte le elezioni gli
dimostrerai gratitudine in un modo che difficilmente
dimenticherà!»
«E
quando avrò ottenuto i voti?»
Kristin
sorride sorniona. «Beh, allora tu avrai già vinto.
E lui non potrà farci più niente anche se non lo
soddisferai!»
«Stai
dicendo che devo sedurlo e abbandonarlo?»
Questo piano
è talmente tanto macchinoso e contorto da essere davvero
geniale. Solo Kristin poteva architettare una cosa simile ed
è per questo che la amo! «Ci sei arrivata! Una
lezione una volta tanto non guasta e tu potrai vendicarti delle sue
stronzate!»
Ma ecco di
ritorno la fantomatica vocina della mia coscienza che mi suggerisce che
tutto questo è sbagliato e mi porterà ad avere un
sacco di problemi e... Diamine, la vocina ha sempre ragione!
«Kris, ma tutto questo è così
sbagliato!»
«Chiederti
del sesso in cambio di voti è una cosa giusta,
invece?»
Touché.
«Ma io non faccio cose del genere, sono Danielle!»
Continuo a
cercare disperatamente qualcosa di sensato e giusto a cui appigliarmi
che mi impedisca di buttarmi in questa pazzia, ma allora
perché annaspo? «Baciare Logan Shepherd invece
è una cosa da Danielle?»
Nuovamente
touché. Da quando Kristin è diventata
così sveglia? «Kris, ma io...»
Kristin si
alza dal letto e mi afferra delicatamente le spalle, facendo in modo di
stabilire un contatto visivo tra noi. Da quando ha cominciato a leggere
la sezione di psicologia femminile di alcune riviste di moda assume
spesso e volentieri degli atteggiamenti un po' bislacchi.
«Danielle, ascoltami. Non sempre la cosa più
giusta da fare è la cosa più giusta per te. Vuoi
vincere queste maledette elezioni? Fa quello che ti dico, senza
obiezioni! Una volta tanto prenditi la soddisfazione di vedere la cosa
giusta, salutarla e andartene!»
Forse mi
pentirò amaramente di questo momento, forse dovrei solo fare
ciò che è giusto ed aspettare che la vita faccia
il suo corso, forse dovrei sperare nel Karma e nel suo potere ma...
Quante di queste cose mi garantirebbero un risultato? Insomma, qui
c'è in gioco anche il mio futuro, la mia vita ed io so di
meritarmi un po' di felicità dopo quello che ho passato.
Perché
quello che voglio è quello di cui ho bisogno, per cui
«Ci sto.»
***
Lo ammetto,
stavo facendo un pisolino anch'io quando un inserviente ha bussato alla
mia porta per comunicarmi che il preside Finch – maledetto
nano! - desiderava interloquire con me e che aveva richiesto di potermi
incontrare alle 16:00 nel suo ufficio per una questione di
“fondamentale importanza”. Di sicuro quell'hobbit
semi-strabico avrà qualcosa da chiedermi ed io, da diligente
studentessa quale sono, sarò liberamente costretta ad
accettare. Stupida lettera di raccomandazione al preside della Brown,
se non fosse per quella l'avrei già mandato a quel paese!
Così
eccomi qua, nella sala d'aspetto di un ufficio decisamente troppo
lussuoso rispetto agli altri locali della scuola, ad aspettare che la
segretaria-racchia Gladys, con indosso un paio di occhiali da vista
così brutti da far inorridire anche Lady Gaga, mi chiami per
mandarmi dal preside.
Chissà
perché, poi, tutte le segretarie racchie si chiamano Gladys.
Sarà una sorta di congiura da parte di genitori antiquati,
la cui aspirazione è vedere la loro figlia zitella?
Appunto
mentale n.1 della giornata: non chiamare Gladys una tua possibile
figlia.
«Miss
Peyton, il preside Finch la sta aspettando!» mi richiama la
vecchiaccia con una cadenza così nasale e stridula da
ricordare una cornacchia. Stagionata per giunta.
Dopo aver
ringraziato la corn... Ehm, segretaria, mi dirigo a passo spedito
nell'ufficio del “Lo Hobbit”, che con mia enorme
sorpresa, mi sta già aspettando sulla soglia.
«Signorina Peyton, eccola finalmente!» esclama, con
fin troppo entusiasmo.
Qui
c'è qualcosa che puzza e non sono le ascelle di qualcuno.
«Venga,
si accomodi pure!»
Decisamente,
qualcosa non va.
Non appena
entrata mi accorgo della presenza di un ragazzo, che sta seduto sui
divanetti e si limita a sorridermi amichevolmente non appena incrocia
il suo sguardo con il mio.
E
guardandolo bene, mi accorgo che è uno dei ragazzi
più belli che io abbia mai visto, sembra la personificazione
di Adone, è semplicemente fantastico!
Appunto
mentale n.2 della giornata: non sbavare di fronte al tuo possibile
futuro marito nonché padre dei tuoi figli.
Riflettendoci,
sembra il figlio di David Gandy. Ad occhio e croce direi che
è abbastanza alto, anche se da seduto non potrei dirlo con
certezza; i suoi occhi hanno un taglio che definirei perfetto e sono di
un azzurrino-grigio che risalta divinamente per via del contrasto con
la carnagione scura e con i capelli nero corvino dall'aria leggermente
spettinata, ma credo sia una cosa studiata ad hoc.
Di fronte ad
uno spettacolo del genere come posso non sbavare? «Il signor
Brown da oggi è ufficialmente uno studente di questa scuola.
Di recente si è trasferito qui a San Diego e come lei ben
sa, il termine per le iscrizioni all'anno scolastico corrente
è scaduto da un pezzo, ma noi saremo ben lieti di
accoglierlo qui all'Eaton; mi chiedevo dunque se oggi potesse portarlo
in giro con sé, in modo da farlo familiarizzare con la
struttura scolastica e i compagni. Accetta?»
Se accetto?
E me lo chiede pure? Una giornata in giro con il figlio illegittimo
dell'uomo più bello del mondo – almeno secondo il
mio modestissimo parere? - . Ovvio che... «Sì, non
c'è nessun problema!» trillo, più
entusiasta del dovuto.
E credo
anche che la mia tonalità si sia alzata di un'ottava, ma
ormai il dado è tratto e sono troppo eccitata per calmarmi!
Finalmente Finch ne combina una giusta.
Mi rivolgo
verso Adone, sfoggiando un sorriso a 32 denti così
entusiasta e genuino che farebbe impallidire quelli da campagna
elettorale. «Piacere di conoscerti, mi chiamo Danielle! E
sarò la tua “guida” per oggi, ma ogni
qual volta avrai un dubbio, sarò felice di poterti
aiutare!» detto ciò gli porgo la mano per
presentarmi, come da galateo.
«Oh,
nono tesoro! Fa così retrò!» esclama
con una voce dalla cadenza vergognosamente effemminata, schivando la
mia mano e facendo scemare del tutto i mio entusiasmo.
E fu
così che il mondo mi crollò addosso. Ho appena
avuto la conferma che questo ragazzo è irrimediabilmente,
incondizionatamente, totalmente gay.
Non ho
niente contro i gay, ma... Non può essere gay, è
troppo bello e perfetto! Stupido Finch, lo sapevo che c'era qualcosa
sotto!
«S-scusa.»
balbetto imbarazzata.
«Figurati,
zucchero. Io sono Carlos Esteban Diego Antonio Julio Miguel Patrick
Brown! Ma tu puoi chiamarmi Charlie!»
Oh mio Dio,
qualcuno mi dia un pizzicotto per farmi svegliare da questo sogno
tragicomico! Non solo è gay ed effemminato, is fa pure
chiamare Charlie... Brown? Amo Schulz e i Peanuts, ma questo
è troppo. E vogliamo parlare del suo nome chilometrico? Come
diavolo fa a ricordarlo tutto?
«Che
ne direste di cominciare il giro turistico fin da subito?»
propone Finch – nano di merda – tutto soddisfatto
«Mi piacerebbe moltissimo intrattenervi con voi, ma come ben
sapete ho una scuola da portare avanti!».
E' un chiaro
invito a smammare, che accolgo prontamente: se solo rimango un secondo
in più in quella stanza, rischio di uccidere quel nano
infame.
«Dunque,
tesssoro? Cosa vedremo per prima cosa? Qualche bel maschione? Ci sono
dei bei maschioni qui, vero?»
«Sì,
Charlie.» rispondo atona e possibilmente ancora sotto shock.
Perché non è un semplice gay effemminato, oh no.
E' una checca in piena regola.
«Non
sai che gioia mi dai! Non inzuppo il biscotto nel latte da ben una
settimana! Dio, che brutta cosa l'astinenza.»
Un brivido
mi percorre la schiena. Non l'ha detto davvero, vero? «Ehm,
sì. Immagino.»
«Il
discorso forse ti imbarazza, cara? Su, non fare la puritana! Tutti al
mondo scopano, anche tu, nonostante quei capelli crespi che, lasciatelo
dire, sono molto anti-estetici! Ed è un peccato,
perché nonostante tutto sei molto graziosa. Ti
presterò una lozione, che dici?»
Mi tocco di
riflesso i capelli, verificando che non siano così crespi
come dice. Oddio, forse sono un po' ruvidi al tatto, ma non mi sembra
così tragica come cosa e... No, non posso averlo fatto sul
serio. «Grazie, Charlie»
«Figurati
cara! Tra amiche questo ed altro. Sei la prima persona che si dimostra
così disponibile nei miei confronti dopo tanto
tempo!» ammette sorridendo «E te ne sono davvero
grata!»
Nonostante
parli di sé al femminile, sia gay nonostante sia bello da
togliere il fiato, mi abbia detto che ho i capelli crespi, sia checca
fino al midollo, sembra sinceramente colpito dalla mia opportunistica
disponibilità di pocansi e mi sento davvero in colpa. Devo
rimediare e l'unico modo per farlo è offrirgli – o
offrirle – il mio appoggio: d'altronde sono stata una
novellina anch'io, a suo tempo. «Puoi contare su di me,
tranquillo. Ehm, tranquilla!»
Ma
sì. D'altronde tutte le ragazze non desiderano forse un
amico gay? Oggi farò girare la scuola a Charlie e lo
presenterò ad alcuni compagni, in modo che si ambienti.
Farò la mia buona azione quotidiana, ho delle buone
intenzioni! Cosa può accadere di brutto?
«Novice!»
la voce di Logan rimbomba per il corridoio, mentre lui avanza con passo
deciso verso di me, ma soprattutto con un'espressione non promette
nulla di buono, così come lo sguardo di Charlie mentre lo
osserva.
Avevo
dimenticato questo piccolo dettaglio.
Cavolo!
***
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