RAMEN
Il cibo che per me è a
in assoluto il migliore da sempre è il Ramen.
Il suo profumo, la sua
consistenza, il suo sapore mi accompagnano in ogni momento della giornata.
I momenti
d’attesa, mentre questa delizia cuoce, per me sono una tortura ma sono ampiamente
ripagato dagli attimi in cui assaporo quest’ambrosia. Mi pare il paradiso.
Io l’ho detto in
passato, lo dico adesso e sempre lo dirò.
IO
AMO IL RAMEN!!!!!!!
°°°°
Naruto Uzumaki non
era mai stato un ragazzo normale. Questo divenne immediatamente chiaro quando,
poche ore dopo la sua nascita, venne designato come prigione di uno dei più
potenti demoni esistenti.
Kyuubi No Yoko. Il
demone volpe dalle nove code.
A
causa di ciò, fin da bambino fu il bersaglio della rabbia e dell’odio di tutta
la popolazione di Konoha.
Si
può tranquillamente dire che la sua infanzia non fu tutta rose e fiori. Le
privazioni erano all’ordine del giorno. Però, esistevano delle cose che nemmeno
l’odio più profondo più profondo sarebbe riuscito a levargli. Queste erano, il
suo sorriso, barriera creata contro la solitudine e l’indifferenza, la sua
passione per il ramen, unico cibo degno di considerazione (secondo la sua
modesta opinione), e una salute di ferro, gradito dono per l’ospitalità che
offriva alla volpe.
Per
quest’ultimo motivo tutti rimasero sorpresi dagli eventi di quel giorno.
….
Era una giornata come
tante altre.
Il sole splendeva nel
cielo, gli uccellini cinguettavano sui rami degli alberi e lo stomaco di Naruto
brontolava sonoramente.
Il ragazzo si stava dirigendo
verso il suo paradiso personale, dove, era sicuro, si sarebbe potuto abbuffare
fino a scoppiare.
Dietro di lui lo
seguivano Sasuke a Sakura, anche loro affamati ma, a differenza del compagno
biondo, preferivano non darlo a vedere e proseguivano senza fretta verso il
chiosco.
- Sasuke, Sakura.
Sbrigatevi! - li richiamò il biondo impaziente ma, vedendo che non si
sbrigavano tornò indietro, li afferrò per un braccio e incominciò a
trascinarli.
- Hei! - esclamò sorpresa
la ragazza - Non tirarmi in questo modo. So camminare da sola. -
Senza neanche voltarsi il
biondino le rispose - Siete troppo lenti e io ho fame. -
- Tks - fu l’unico suono
che uscì dalle labbra del moro.
Sasuke aveva ormai
compreso una massima fondamentale, ‘mai mettersi fra Naruto e il suo ramen’.
Per questo sopportava con stoica pazienza quei momenti che, a dire la verità,
rendevano le sue giornate meno noiose.
In pochi minuti furono
davanti al chiosco.
Naruto si
fiondò al suo interno e una volta seduto al banco urlò il suo ordine, facendo
sobbalzare tutti i clienti.
- DIECI PORZIONI DI
RAMEN! -
- Ciao Naruto. - lo
salutò il proprietario - A quanto vedo sei affamato. -
- Puoi giurarci. -
confermò il biondo.
- E voi ragazzi? Cosa
volete? - chiese rivolto agli altri due componenti del gruppo.
- Per noi una porzione a
testa basterà. - rispose apatico Sasuke.
- Bene. - ripose l’uomo
e, una volta riuniti gli ingredienti, iniziò a preparare le ordinazioni.
Presto fu tutto pronto e
i pasti vennero consegnati ai ragazzi. Sasuke e Sakura mangiarono lentamente,
attenti a non scottarsi. Naruto, invece, senza preoccuparsi di niente,
incominciò a ingurgitare una ciotola dopo l’altra.
- Naruto,
un po’ di contegno. Chi ti ha insegnato le buone maniere? - gli chiese Sakura
disgustata dal suo modo di mangiare.
Il ragazzo non la ascoltò
neanche e continuò a mangiare.
- Insomma Naruto! -
esclamò la ragazza - Ti sei visto quando mangi? Sei indecente! Continuando di
questo passo, poi, finirai per sentirti male. Lo ha detto anche Tsunade-sama in
più di un’occasione. -
Smettendo per un attimo
di mangiare Naruto la guardò sorridendo. Il viso era tutto sporco di cibo,
sembrava un bambino piccolo con quegli occhi azzurri e i capelli biondi.
- Non ti preoccupare
Sakura-chan. Ho uno stomaco di ferro io. -
disse battendosi una mano sullo stomaco, poi, in poco meno di un secondo
si rituffò sul cibo.
Sakura sospirò e scosse
sconsolata la testa. Quella, era una battaglia persa in partenza.
Nel giro di un’ora
finirono di pranzare e, dopo una breve passeggiata, ritornarono al capo 7 per
l’allenamento pomeridiano.
Per un po’ filò tutto
liscio, i ragazzi si allenavano duramente scontrandosi l’un l’altro ma, ad un
certo punto i movimenti di Naruto si fecero più impacciati, lenti. Non riusciva
a schivare con l’agilità di sempre gli attacchi e per questo venne colpito.
Finì a terra e non si rialzò.
- Dobe! - lo chiamò
Sasuke - Alzati e continuiamo ad allenarci. -
Naruto però non
l’ascoltò.
Vedendo quella scena, il
maestro Kakashi e Sakura, che assistevano poco lontano allo scontro, si
avvicinarono.
- Tutto bene? - chiese il
sensei.
Sasuke si voltò a
guardarlo - Non si rialza. - disse, poi raggiungendolo - Dobe!!! Alzati…. dai
che non ti ho colpito neanche forte. -
Lo guardò più da
vicino e notò che si teneva stretto lo stomaco, gli occhi erano chiusi stretti
stretti mentre i denti torturavano le labbra.
- Naruto? - lo
chiamò Sakura - Stai bene? - disse abbassandosi sul compagno e sfiorandogli
leggermente la guancia.
Il biondino socchiuse
appena gli occhi guardandola.
- No. - bisbigliò con una
voce talmente bassa che faticarono a sentirla.
- Maestro. Forse
è meglio farlo visitare, non sembra che stia fingendo. - disse voltandosi verso
l’insegnante.
- Mh. Credo tu abbia
ragione Sakura. Portatelo a casa, intanto io andrò dall’Hokage per chiederle se può dargli un’occhiata. -
I due ragazzi annuirono.
Seguendo gli ordini del loro sensei presero il loro compagno e lo portarono a
casa.
Una volta davanti alla
porta entrarono scontrandosi con la confusione dell’appartamento.
Sakura si affrettò ad
aprire le finestre per cambiare l’aria mentre Sasuke poggiava Naruto sul letto,
coprendolo attentamente.
Non erano arrivati da neanche dieci minuti
che una furia bionda si precipitò nell’abitazione.
- DOVE È NARUTO! - urlò
la donna.
L’Hokage era arrivata.
Kakashi comparve subito
dietro la donna.
- Da questa parte. - le
indicò Sakura.
Tsunade la seguì e
insieme arrivarono nella stanza del malato. Malato che era nascosto da una
montagna di coperte.
- Naruto. - lo chiamò
dolcemente la donna - Come stai? -
Il mucchio di lenzuola
iniziò a muoversi e da uno spiraglio spuntò la testa arruffata del ragazzo.
- Male Baa-chan. -
Una venetta comparve
sulla fronte della donna, sentendosi chiamare in quel modo, ma si trattenne da
colpire il ragazzo ( come sua abitudine ) soltanto perché vedeva che non stava
bene.
- Non ti preoccupare. -
lo rassicurò - Tra poco starai meglio. Sakura per favore puoi uscire che devo
visitarlo? -
-Certamente Hokage-sama.
-
Una volta soli nella
stanza Tsunade si rivolse a Naruto.
- Naruto. Dove senti
dolore? -
- Qui. - disse indicando
lo stomaco - Sento fitte intermittenti, come dei crampi. È la prima volta che
mi succede. - bisbigliò poi.
La donna guardò la zona
interessata, tastandola di tanto in tanto provocando dei mugolii da parte del
ragazzo.
- Naruto, che cosa hai
mangiato per pranzo? -
Nonostante la sofferenza
Naruto sorrise - Ah, Baa-chan. Ho mangiato dieci deliziose scodelle di ramen.
Uno dei pasti più buoni della mia vita. - rispose sognante senza far caso allo
sguardo scuro di Tsunade, sembrava pronta a scoppiare da un momento all’altro.
- Tsunade Baa-chan?! Tutto bene? -
chiese il ragazzo notando qualcosa.
- Si si, va tutto bene. -
gli rispose lei esponendo un sorriso falso sul suo viso.
Naruto la guardò poco
convinto ma decise di non indagare oltre.
- Allora sa dirmi cos’ho?
-
- Credo di saperlo ma
voglio esserne sicura. Per ora prendi questa medicina. - disse passandogli una
fialetta - Poi dormi. Passerò domattina per vedere come stai e confermare le
mie ipotesi. -
- D’accordo. - disse il
ragazzo prendendo la filetta e bevendone il contenuto. Seguendo le indicazioni
dategli si coprì con le coperte e si preparò a dormire.
- Tsunade Baa-chan. - la
donna si voltò.
- Grazie. - le disse
sorridendo.
- Di niente. È stato un
piacere. - gli rispose chiudendosi la porta alle spalle.
Lasciata la stanza,
Tsunade raggiunse gli altri nel salotto.
- Signorina Tsunade. - la
chiamò Sakura - Ci dica come sta Naruto? -
- Non è niente di grave.
- li rassicurò - Gli ho prescritto una medicina e una buna notte di sonno.
Domattina tornerò per visitarlo. -
- Menomale. - sospirò
Sakura - Mi ero un po’ preoccupata per quell’idiota. -
- Non dovevi. Tutti sanno
che i Dobe non si abbattono tanto facilmente. Se così non fosse a questo mondo
ci sarebbero ben poche persone. -
- Ohhh Sasuke tu si che
sai come parlare. - miagolò la ragazza attaccandosi al braccio di un moro
alquanto infastidito.
Tsunade osservava la
scena con un sorrisetto divertito.
- Ora basta fare
schiamazzi. - disse la donna - Naruto deve riposare. Andate a casa. -
- Non sarebbe meglio che
rimanga qualcuno? - chiese Kakashi.
- No. Non serve. Dormirà
tutta la notte. Andate a casa a riposare, è meglio. -
- Ma…. -
- Niente discussioni. Se
proprio vorrete potrete passare domattina. -
- D’accordo. Se lo dice
lei. – acconsentì Sakura.
- Si lo dico. -
- Allora a domani. -
- A domani. - salutò
Tsunade.
I due ragazzi e il sensei
salutarono la donna e lasciarono l’appartamento. Poco dopo Tsunade li seguì
sfoggiando un sorriso simile a quello dei bambini che si stanno preparando a
fare una marachella.
Un solo pensiero
nella mente, il giorno dopo si sarebbe divertita un mondo e avrebbe dato a quel
biondino impertinente una lezione che si sarebbe ricordato per tutta la vita.
….
Calò
la notte.
Sorse
la luna e lentamente tramontò.
Il
sole spuntò dall’orizzonte, il mattino arrivò.
….
Naruto quella mattina si
svegliò insolitamente presto. Si sentiva fresco e riposato, come non accadeva
ormai da parecchio tempo. Complice il fatto di aver dormito per sedici ore
ininterrotte.
Dopo essersi stiracchiato
per bene, abbandonò il tepore delle coperte e si diresse verso il bagno per
farsi una buona doccia.
Rilassato come non mai
uscì dal bagno con i capelli ancora umidi. Andò in cucina canticchiando e
iniziò a preparare un’abbondante colazione.
Quella
giornata stava cominciando proprio bene.
Stava
mettendo a bollire l’acqua per il suo adorato ramen quando il campanello suonò.
Dopo un breve controllo, per assicurarsi che nulla prendesse fuoco, andò ad aprire
la porta.
- Tsunade Baa-chan! Buon
giorno, dormito bene? -
- Piccola peste! - gli
urlò dandogli un pugno in testa - Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in
quel modo. -
Con i
lacrimosi agli occhi e massaggiandosi la testa dolorante Naruto le rispose -
Baa-chan! Sei manesca! Se continui così rimarrai zitella a vita! -
Un altro pugno si
aggiunse al primo formando una motagnetta.
- Tks. A quanto pare ti
sei ripreso. Non importa. Togliti la maglietta! - ordinò imperativa.
- Baa-chan! Cosa dici?!
Non tarai diventando anche tu come l’ero-senin? -
- MOCCIOSO IMPERTINENTE!
COME OSI PARAGONARMI A QUEL PERVERTITO DI PRIMO LIVELLO! - gli urlò dietro la
donna.
Naruto sfuggi velocemente
nell’angolino più lontano della casa. Quando si arrabbiava Tsunade faceva
veramente paura.
- In ogni caso. - disse
poi calmandosi - La mia intenzione era quella di vedere come stavi. -
- Non ce né bisogno. -
disse Naruto tornando baldanzoso - Ora sto benissimo! -
- Vedo vedo. Però
preferisco fare un controllo, vorrei accertare alcune mie teorie. -
Il ragazzo la fissò
scettico ma poi si lasciò convincere.
- D’accordo. Come vuoi
tu. Però facciamo alla svelta che ho fame. -
Tsunade scosse la testa
sconsolata - Va bene. Farò alla svelta. - disse prendendo i suoi strumenti.
La visita medica
incominciò e fu relativamente breve.
Ogni tanto la donna
annuiva come a confermare le sue idee.
Dopo dieci minuti il
controllo finì.
- Bene. Esattamente come
pensavo. - esordì.
- Baa-chan, ve tutto
bene? - chiese leggermente preoccupato Naruto.
- Si, si tutto bene. -
Il biondo sospirò -
Menomale. Pensavo che avessi chissà cosa. -
- Oh. Qualcosa c’è ma non
è niente di grave. -
- Niente di grave. -
- Si, niente di grave. -
confermò la donna - Solo un piccolo problemino che però non compromette la tua
salute. Basta stare attenti. -
- Non tenermi sulle
spine. Dimmi cos’ho! - la incoraggiò Naruto.
- Naruto? Perché sei così
agitato? Te lo assicuro, non è niente di preoccupante. È solo una semplice,
banale allergia. -
- Un’allergia?! -
- Si certo. Cosa pensavi?
Un male incurabile forse? È per questo che sei stato male ieri. - disse seria.
- Mhh. Davvero strano.
Ieri non ho fatto nulla di diverso dal solito. - mormorò il ragazzo. - Scusa ma
si può sapere a cosa sono allergico? - chiese.
- Certamente. – disse
sogghignando pericolosamente -Tu sei
allergico … …..-
….
In quel momento un urlo
si propagò per tutto il quartiere.
Kakashi, Sasuke e Sakura
stavano andando dal loro compagno quando lo udirono.
Forti del loro
addestramento i tre individuarono subito l’origine del suono e si precipitarono
nell’abitazione di Naruto, pronti alla battaglia.
Con un calcio Sasuke
sfondò la porta, sfoderò i suoi kunai e attivò lo sharingan ma, varcata la
soglia si bloccò.
Davanti a lui si trovò
l’ultima scena che poteva immaginare.
Tsunade e Naruto nel
salotto. Naruto era steso a terra, svenuto. Gli occhi spalancati e la bocca
aperta in un grido silenziosamente disperato. Tsunade, al suo fianco, tentava
di farlo riprendere facendogli aria sorridendo furbescamente.
In quel momento la donna
si accorse del moro che immobile stava bloccando l’entrata alla compagna e al
maestro.
- Salve ragazzi! Come
state. - li salutò con allegria.
Il primo a prendere la
parola fu Kakashi - Buon giorno a lei Hokage. Noi stiamo bene. - la informò -
Però saremmo curiosi di sapere perché Naruto è privo di conoscenza. Non mi pare
di vedere alcuna ferita sul suo corpo. -
- Niente di che, solo una
piccola rivincita. - disse guardando il biondo ancora a terra.
Le facce dei tre ninja
erano perplesse.
- Che cosa è successo? -
chiese Sasuke che nel frattempo si era ripreso.
- Oh, gli ho solo detto
che è allergico al ramen! - disse tutta sorridente.
Kakashi ridacchiò da
sotto la sua maschera mentre Sasuke e Sakura spalancarono gli occhi allibiti.
- Signorina Tsunade - la
chiamo Sakura, sfoggiando un’espressione pensosa - È per questo che è stato
male ieri? Ma come si fa a diventare allergici a qualcosa in un solo giorno? -
chiese.
- Non è per
questo che è stato male. In ogni caso non si può diagnosticare un’allergia
senza una particolare visita medica* . - rispose lei.
- Allora
perché gli a detto quelle cose? - chiese confusa guardando il compagno ancora
svenuto.
- Semplice.
- disse - Gli ho sempre raccomandato di non abbuffarsi. Questo sbruffone, però,
non mi ha mai dato retta e il risultato è stato una leggera indigestione. -
rispose guardando di traverso il ragazzo - Visto che non mi ascolta mai quando
gli parlo, soprattutto quando gli dico di non chiamarmi baa-chan, ho deciso di
punirlo. - spiegò - Quale castigo migliore di negargli per “giusta ragione” il
suo cibo preferito? Non sono forse un genio? - rise sadica la donna.
Quella
risata fece rabbrividire i presenti.
- Ora vado.
Il lavoro chiama. - disse dirigendosi verso la porta - Mi raccomando, non rivelate
nulla a Naruto prima che ve lo ordini io. Se scopro che sa qualcosa sarete voi
a subire la mia ira. - concluse guardandoli trucemente.
-
SISSIGNORA! - risposero in coro i tre spaventati.
- Molto
bene. - disse sorridendo - Vi auguro una buona giornata e mi raccomando
prendetevi cura del mio cucciolo. Credo che per qualche giorno non starà troppo
bene. Si sa, gli shock a volte possono avere brutti effetti. - con un ultimo
sorriso li salutò e uscì dalla casa.
I tre ninja
si guardarono per poi rivolgere lo sguardo verso il compagno ancora svenuto.
- Certo che
solo un Dobe poteva cascare in uno scherzo simile. - disse Sasuke rompendo il
silenzio.
- Una cosa è certa. - aggiunse Sakura -
Quando scoprirà la verità non voglio essere nei paraggi. -
Gli altri due
annuirono concordi e, lasciando ancora a terra Naruto, iniziarono a preparare
piani d’emergenza. Molto presto sarebbero serviti.
Fine
* Per effettuare una diagnosi corretta delle
allergie, è necessario scoprire la particolare sostanza o il gruppo di sostanze
a cui il paziente è ipersensibile. Un comune metodo diagnostico consiste
nell'inoculare sotto la cute campioni di numerosi allergeni (test cutaneo):
l'agente a cui il paziente è allergico viene identificato dalla modesta e
localizzata reazione allergica cutanea che ne deriva.
(Enciclopedia Microsoft Incarta 2001)
Note:
Salve a tutti voi
lettori!
Grazie per essere
arrivati alla fine di questa one-shot.
Devo dire di essere
stata abbastanza cattiva a fare questo scherzetto a Naruto ma, che dire, mi è arrivata
l’idea e non ho potuto fare a meno di svilupparla.
Continuava a ronzarmi
nella testa e, finché non l’ho buttata giù, non mi ha dato tregua.
Spero che questo
racconto vi sia piaciuto e che vi abbia fatto ridere, o almeno sorridere. Se è
così, allora, ho raggiunto il mio obbiettivo.
Ancora mille grazie,
May Des