Come un cactus

di _Clizia_
(/viewuser.php?uid=151822)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Pungente.
Intoccabile.
Come un cactus.

Mi aggrappo alla terra secca e arida.
Spingo le miei radici ancora più affondo.
Cerco. L'acqua.
Come se fosse ambrosia.
Mi asseta ancora di più, il desiderio.
Insopportabile.
Insopportabile questa mia sete.
Insopportabile anche la voglia di essere sfiorata.
Ma le spine così cattive, allontanano.
Allontanano tutti.
E so che è un bene.
E so che è un male.

Quanto vorrei essere fiore delicato.
Profumato. Colorato.
Vorrei essere effimera.
E appassire nel gelo dell'autunno.
O strappata dalle tue mani.
Così morirei dolcemente.
Con tutta la mia fragranza intatta.
Invece vivo.
Nel freddo.
Sotto il sole.
Nella sete.
Con le spine intatte.
Sempre più forti.
Da sola.

Chi mai vorrà avvicinarsi ad una vita così crudele?

Sotto le miei armi pungenti si nasconde un cuore.
Anch'esso di spine.
Ogni battito è dolore.
Ogni emozione mi punge dentro.
Sanguino e soffro.
Nella speranza che la mia sete mi secchi lentamente.
Nella speranza che ogni battito sia l'ultimo.
Nella speranza che il tuo sguardo di posi su di me.
Almeno un' ultima volta.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=851340