Tabacco.
Aprire
gli occhi e trovarsela ancora al suo fianco è strano.
Non era mai successo,
di solito scappa dal suo abbraccio non
appena hanno finito.
Invece questa notte
è rimasta lì: hanno dormito insieme.
Strano, davvero.
Kiba appoggia meglio
la schiena contro la testiera del letto
e allunga la mano sul comodino a prendere il drum.
Non riesce a smettere
di guardarla.
Hanabi è
bianca e affilata tra quelle lenzuola blu, così
scomposta, i capelli lisci aggrovigliati come il tabacco scuro che lui
sta
adagiando sulla cartina.
La sua bocca sottile
è schiusa – come schiuse sono le labbra
di Kiba, che tengono il filtro.
Mentre lui rolla
quella sigaretta tra le dita, facendo
sfregare i lembi della cartina un paio di volte tra di loro, sui
polpastrelli
sente la pelle liscia delle cosce della ragazza, il suo collo, i suoi
fianchi.
Passa la lingua sulla
striscia di colla e sente il sapore di
Hanabi.
La chiude e la modella
– ma solo poche ore prima ha plasmato
lei, a forza di strapparle sospiri, gemiti, grida.
Prende
l’accendino sul comodino e lo fa scattare: in uno
sbuffo di fumo, capisce che questa ragazza lo farà
impazzire. È completamente
pazza, e orgogliosa, e stronza, e imprevedibile.
“Idiota,
spegni quello schifo. Adesso.”
E irritabile di prima
mattina.
“Buongiorno
fiorellino! Hai fatto un incubo o sono io che ti
indispongo?” Kiba ghigna, continuando imperterrito a fumare.
“No,
Inuzuka, non ti ho sognato. E comunque lavati le
orecchie, ti ho detto di spegnere quella cosa.” Gli scocca
un’occhiataccia e si
mette a sedere – si intravede la linea della spina dorsale,
che scende
flessuosa sempre più in basso…
Quella schiena
scoperta è un invito che il suo istinto non
gli permette di ignorare; Kiba si avvicina: “Cosa dovrei
fare, scusa?” le
sussurra all’orecchio, passandole un braccio – e la
mano che stringe l’oggetto
incriminato – intorno alle spalle.
Hanabi lo fissa per un
interminabile secondo, fa per
sfiorargli il braccio. Fulminea, lo spinge a pancia in su sul letto,
afferra la
sigaretta e la spegne nel posacenere sul comodino.
“Questo,
cane, dovevi fare questo. O era troppo difficile?”
“Chi se ne
frega.” È il commento – adesso lei
è nuda sopra
di lui e ha quello sguardo e tutto il resto scompare. Le afferra la
nuca e la
fa chinare su di sé. Baci prepotenti e insulti a mezza voce
– la solita, acida,
insopportabile… -; ma da come lei si sistema meglio tra le
sue braccia, Kiba
capisce che questa non rimarrà la loro unica mattinata
insieme.
So, this
is it. La fanfiction che si è classificata prima al KibaHanabi
Contest indetto
da Mokochan. Sono ultrasoddisfatta, perché loro sono il mio
OTP assoluto e io li amo. La fanfiction è ambientata non si
sa quando i pg sono comunque
maggiorenni) in un’ipotetica
casa di Kiba, una mattina. Dovendo usare il prompt
“sigaretta”, ho optato per
descrivere una sigaretta di tipo artigianale, un drum; e ho vessato una
mia amica - che fuma tabacco - per farmi vedere come si faceva XD
Detto questo, posto il
bannerino ^^ Un grazie enorme a Mokochan, che mi ha concesso un numero
illimitato di proroghe, e anche a Shurei, autrice del sopracitato
banner, oltre che partecipante al contest con anche About Alice. Andate
a leggere le loro fic, che so saranno bellissime ^^
Una menzione alla cara
Cami (Mimi18) e all'Ale (terrastoria), le mie rocce :D E menzione
speciale pure alla mia amica Alessandra, Bibi, colei che ho appunto
vessato per la faccenda del drum :D
Fatemi sapere cosa ne
pensate!
Alla prossima,
Elena
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