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#1
Titolo:
Purple Rain
Autrice:
Melanyholland
Summary:
Non doveva tornare qui da te, perché si è fatta questo? Perché ti ha
fatto questo?
Timeline:
5x03 (The Jewel of
Denial). Grossi SPOILER fino alla puntata in questione, dunque.
Main Characters:
Chuck Bass, Blair Waldorf.
Disclaimer:
Gossip Girl non è mio. Se lo fosse, mi spetterebbero un sacco di soldi che
ancora non si sono visti.
Purple
Rain
“Devo parlarti.”
“Pensavo ci fossimo
detti tutto quello che dovevamo l’ultima volta che ci siamo visti”.
Blair abbassa lo
sguardo e sussurra il tuo nome e sai di averle fatto male. Ancora. Eppure non
riesci a fermarti, continui a ferirla blaterando di Dan e fissando il tuo
bicchiere di scotch, che sorseggi da questa mattina. In fondo, è proprio per
questo che l’hai lasciata andare. Non doveva tornare qui da te, perché si è
fatta questo? Perché ti ha fatto questo?
“Sono incinta”.
La guardi. Il tempo ti
si appiccica addosso, resistente come un collante, ti impedisce di respirare, di
fare altro che fissarla, immemore, immobile, inghiottito da te stesso. Senti le
labbra congelate in una smorfia che non capisci nemmeno tu.
“È di Louis”.
Ti lacera come fece
quel proiettile un anno fa. La smorfia si scioglie e ti rendi conto solo adesso
che era un sorriso. Blair si muove e prende fiato per parlare ancora ma alzi la
mano perentorio –basta.
Non basta, però, non a
Blair. Ribelle e inarrestabile parla, “Non volevo che lo scoprissi da qualcun
altro”, parla, “E ti chiedessi se fosse tuo”, una parola dopo l’altra, più
spietata dei rapinatori che si sono limitati a un colpo solo.
“Molto premuroso”.
Non sei tu. Anni di
galà e ricevimenti ti mettono in bocca automaticamente la risposta più
garbata. Garbati, voi due, non lo siete mai stati. Non fra voi. Quella era
la maschera che indossavate per volere dei vostri genitori, lei più di te, e tu
l’hai liberata da quell’atteggiamento affettato come l’hai liberata delle sue
inibizioni. Quello che veramente provi, finalmente -ma a che prezzo?-,
quello che vorresti urlare, lei non lo saprà mai.
“Sì, beh... se c’è
qualcosa che so di Chuck Bass, è che la paternità non fa parte del suo stile di
vita”.
Non la stai veramente
ascoltando, quasi la interrompi con la tua prossima battuta perché non riesci a
rispettare garbatamente i tempi della conversazione; dopo la siccità, le
emozioni sono una pioggia battente sulla tua lingua arsa e il primo pensiero che
esprimi non lo scegli tu:
“Devi essere stata
sollevata di scoprire che non portavi in grembo la mia prole”.
Disarmato e onesto come
in un momento di minore vulnerabilità non saresti mai. Il viso di Blair si
accartoccia, ma non hai tempo di pensare a lei. Goccia dopo goccia, implacabile,
pungente: “Di certo avrebbe rovinato la tua fiaba.”
“Questa fiaba è...
complicata”.
La sua risposta ti
blocca, in attesa di qualcosa di più. Perché tuo malgrado non smetti di
sperare, è più forte di te, come quando guardandola dormire tra le tue
braccia hai sperato che avrebbe riposato al tuo fianco per sempre.
Monkey trotterella fino
a lei e le annusa le gambe lasciate scoperte dal vestito, spezzando
l’incantesimo maligno della frase ambigua di Blair, che si china senza pensarci
per farsi annusare la mano, accogliente, tenera, materna.
“Blair, ti presento
Monkey, il mio cane”.
Non hai fatto molto
caso ai sentimenti di Blair mentre ti torturava, ma ora capisci che è confusa. E
turbata. Come se l’equivoco a cui dà voce –Ma, ho visto Gossip Girl,
pensavo te ne fossi sbarazzato- fosse molto più che un superfluo
inconveniente in cui si è imbattuta durante la sua giornata. Come se ne fosse
stato un punto cruciale.
Ancora di più la turba
la tua risposta, lo vedi. Stai per chiederle il perché, ma poi lei dice: “Devo
andare”, e la pioggia ricomincia:
“Sì.”
“Louis mi sta
aspettando.”
“Ma certo.”
“C’è una parte di me
che desiderava davvero fosse tuo”.
Non c’è risposta a
questo, perché nessuna educazione può permetterti di fingere, ora. È troppo.
L’hai persa, per sempre, e sarebbe molto più facile se lei ti odiasse o non
volesse avere niente a che fare con te, invece lei ti amerà per sempre, e
anche tu, e una parte di lei desiderava davvero che fosse tuo, e con
tutto te stesso, con tutto il tuo cuore, lo desideravi anche tu, e hai la
certezza che in altre circostanze, se il fato non fosse stato così crudele,
avreste potuto avere tutto.
La guardi andar via,
bloccato nel robusto collante del tempo, finché l’ultimo fruscio della gonna e
l’ultimo rintocco delle scarpe scompaiono dietro le porte metalliche
dell’ascensore, finché non fissi il vuoto e ascolti il silenzio della suite
vuota e ti rifugi nella tua camera vuota. Pioggia di lacrime brucianti sulle tue
guance, ma stavolta non c’è lei che ti stringe e ti culla fino a un sonno
frammentario e costellato di incubi, ma solo il cucciolo che Dan ti ha regalato,
quel cucciolo che in una vita dove tu e Blair avete fatto scelte differenti,
avrebbe come compagno di giochi un bambino con i tuoi occhi e il suo naso.
End#1
Note dell’Autrice:
[1]
“Purple Rain” è una
canzone di Prince. Indovinate perché l’ho scelto come titolo. ;)
[2]
Ho iniziato questa
storia con l’intenzione di farne una drabble, poi una doppia drabble, infine mi
sono arresa e ho scritto una flash, perché c’era davvero troppo da dire (o forse
sono io che sono prolissa, una delle due). Subito dopo averla conclusa mi è
venuta voglia di scrivere anche sull’episodio successivo, in particolare, oltre
all’incontro/scontro fra Chuck e Blair, sulla scena che ci è stata sottratta
dagli sceneggiatori. Per chi non lo sapesse, c’è una foto del set riguardo alla
5x04 in cui Blair e Chuck si tengono per mano nella suite dell’Empire, scena che
non è stata –ahimé- riportata nell’episodio. Cercherò di inventarmi qualcosa io,
anche perché questa settimana non avremo l’episodio e devo tenermi occupata. :P
La fanfic sarà quindi
composta di due parti.
Ringrazio in anticipo
tutti i lettori.
Al prossimo capitolo,
Melany
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