Prigione

di Hidden Writer
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Prigione

 

Nella prateria non c'era più nulla in movimento, eccetto la sua figura, elegante, ma piegata dal dolore.

Avrebbe voluto poter annullarsi, avrebbe voluto morire. Perché si era salvato?

Avrebbe potuto morire con i suoi compagni, e il suo dolore sarebbe svanito, trascinandolo in un abisso, lo stesso che vedeva sotto i suoi piedi.

Guardò ancora con esitazione quello scettro.

Ne era davvero valsa la pena?

Per il semplice pretesto di volere Edward e Alice sotto il suo tetto e per la presunzione di poter vincere quella battaglia aveva perso tutti.

La cenere nel vento era ancora visibile.

Alzò gli occhi dallo scettro d'oro ancora a terra e guardò quel fiume di polvere che galleggiava nell'aria, in cui ancora poteva vedere i quelli che fino ad un'ora fa erano stati i Volturi.

Il suo sguardo ricadde sulla barra d'oro, simbolo del suo potere assoluto in quella famiglia.

Lo prese in mano, il suo sguardo indugiò sul diamante all'apice di questi, forse per l'ultima volta.

Le sue dita si aprirono, in una goffa caduta lo scettro sparì nell'oscurità dell'interminabile abisso in cui l'aveva gettato.

Per una volta desiderò di essere umano, per poter finalmente ignorare quella sete di sangue, per poter provare veramente qualcosa per ciò che c'era stato fra di loro.

Chiuse gli occhi, il silenzio era totale, d'altronde il pianto non fa alcun rumore.

Sentiva ancora il freddo metallo dello scettro che ormai era stato inghiottito dal nulla.

Era veramente potere, quello?

No, decisamente.

In fondo, non si può comandare su ciò che non hai più.

Aveva tenuto i suoi fratelli, i suoi compagni, i suoi amici, sotto quell'eterna prigione che era stata la loro famiglia, e che ora era polvere.

E lui, Aro, che in più di duemila anni credeva di aver visto tutto, sperimentò sulla sua fredda pelle qualcosa di nuovo.

Il dolore.

Perché se da quella prigione se ne erano andati tutti, lui rimaneva a guardarla impotente, vedendo le sbarre che li avevano uccisi.

Ripensò a quello scettro, l'unica testimonianza che ci fosse davvero mai stata, quella prigione.

Ma neanche una caduta di migliaia di chilometri avrebbe potuto spezzarne la pietra in cima.

Un diamante.

Una prigione: la luce entra, e non esce più.

Indistruttibile, come la sua prigione.

 

Angolo dell'autore

E se la battaglia Cullen contro Volturi ci fosse stata?

Come avrete capito si è conclusa con la sconfitta di questi ultimi, ma Aro è riuscito a salvarsi, e a quanto pare lo rimpiange, perché nessuna sofferenza è tanto atroce come il dolore che prova adesso.

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