La
raccolta ha partecipato al “Flash
mini
drabble Contest” indetto da Fabi Fabi, che
ringrazio. Faccio i miei
complimenti anche a tutti i partecipanti!
Qui
i risultati,
la raccolta si è classificata quinta.
Autore: Karyon.
Titolo: Savin’me.
Genere: Introspettivo,
sentimentale, malinconico,
triste.
Avvertimenti: What
if…?, raccolta di double drabble.
Personaggi: Sirius Black,
Andromeda Black, famiglia
Black.
Introduzione: E’ una
raccolta che mi è venuta in mente
all’improvviso. E’ una specie di
“SiriusxAndromeda”; una specie, perché
quello
di Sirius non è vero amore, forse, forse solo la sensazione
che lei è l’unica
viva, l’univa vera, che ancora non si è dissolta
nel niente; l’unica che può
salvarlo o che, forse, è salva come lui…
Andromeda non la si conosce bene,
quindi in parte il carattere è modellato solo ed
esclusivamente da me.
NdA/Desclaimer:
ogni foto appartiene ai rispettivi
autori su DeviantArt, pertanto non mi appartengono. Idem per
i personaggi
della storia (©Joanne Rowling). La canzone è dei
Nicklback, traduzione a fine
raccolta. Ogni drabble si ispira alle cinque foto che ho scelto:
- Radiate
– la foto mi ha subito dato una sensazione di raccoglimento,
ma anche di sogno, racconto e illusione. La lampada ha ispirato
l’idea del racconto nel Giardino Grande e l’inizio
della storia.
- J2
– Semplicemente: l’autunno. Una stagione per me
importante, perché mi trasmette una sensazione di malinconia
frammista a tristezza sottile. Una sensazione che fa pensare molto, troppo, a tutto. In quel momento,
Andromeda è già una figura bella ed eterea, quasi
lontana, tra e sotto le foglie.
- Apple
Genes Spliced – Il
mito di Platone e della mela. Anime gemelle in continua e perpetua
ricerca, forse destinata a non compiersi, forse destinata a far
soffrire per sempre.
- Smoke
–L’inizio
della fine in un solo, semplice, regalo.
- Where
soul takes to – L’ultima
confessione di un’anima sospesa, tra I desideri che strappano
l’anima e il retaggio di un’eredità
pesante.
Piccola
nota: Andromeda è nata nel 1953,
Sirius nel 1959/60, quindi i due hanno 5 o 6 anni di differenza.
Ah,
tutta la raccolta è pensata vagamente come scandita in modo
cronologico: nella
prima Sirius ha nove anni, Dromeda quattordici; nella seconda ho
immaginato un
Sirius ai primi anni di Hogwarts, con Dromeda al sesto o settimo,
quando ha
appena conosciuto Ted (quindi una leggera infatuazione). Nella terza ho
immaginato l’estate immediatamente successiva, quando Dromeda e Ted già si
frequentano, quindi il regalo fa
capire a Sirius tutto ciò che c’è da
capire.
Nella
quarta ho immaginato un Sirius più grande e un Andromeda
già fuori Hogwarts,
dilaniata dalla voglia di scappare con Ted e il dovere verso la
famiglia. Nell’ultima,
Dromeda è già cancellata, già lontana
da un Sirius indeciso tra l’odiarla e il
continuare a sperare.
Numero
di
parole: Scritte all’inizio di ogni drabble, con
contaparole word.
Buona
lettura
Show
me what it’s like| to be the last one standing,
And
teach me wrong from right| And I’ll show you what I can be.
Say
it for me| Say it to me,
And
I’ll leave this life behind me|
Say
it if it’s worth saving me…
Savin’
me
Flames
in the darkness [Radiate – 218 parole - Foto]
Anche
quando era Primavera e le
scure mura del maniero venivano inzuppate nella delicata aura dorata
dell’alba,
gli immensi saloni e le maestose scalinate giacevano divorati
dall’oscurità che
invariabilmente li affliggevano.
Forse
era la stessa anima dei
Black che, anno dopo anno, aveva eroso persino la luce, soffocando ogni
guizzo
luminoso che gettava i suoi raggi attraverso qualche antica fessura tra
le
pareti.
«Questo
posto è muto»
diceva Andromeda, poi li portava
nel Giardino Grande – quello che in Primavera profumava di
fiori, ma brancolava
tra le erbacce incolte.
La
maggior parte delle volte,
Regulus scappava in casa, annoiato dal ronzio degli insetti e
lagnandosi del
terriccio umido che sapeva di pioggia.
Sirius,
invece, restava lì: a
bersi quelle parole melodiose portate via dal vento fresco, mentre il
cielo vibrava
al blu cobalto della sera. E guardava Andromeda, con i lunghi capelli
sparsi a
onde sulla copertina a righe e il viso di porcellana rischiarato dal
tremolante
fuoco che sfrigolava nel piccolo braciere a forma di ciotola.
Le
storie che raccontava erano leggere
e delicate, gli accarezzavano la mente come nient’altro al
mondo. Sirius, al
tempo, aveva nove anni e guardava quegli occhi scuri e le labbra
sottili da
quattordicenne come a qualcosa che gli metteva in subbuglio
l’anima.
Una
fiammella nelle calde sere di
Primavera, che rischiarava l’oscurità.
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