Alba
Era
sempre al mattino,
quando il solo iniziava a sorgere, che a Destino veniva una forte
malinconia.
Non che amare ed essere amato da Morte fosse spiacevole anzi, neppure
volendo
avrebbe mai potuto immaginare la propria esistenza senza il compagno a
fianco, però
era in quei momenti che Destino si rendeva conto di quanto alle volte
la sua
vecchia natura di semplice essere mortale gli mancasse. Tutte quelle
mattine in
cui si svegliava nel letto e si ritrovava a sorridere ad un cuscino
vuoto con
il desiderio di stringere forte a sè il compagno che non era
nel letto con lui perché
non aveva bisogno del sonno per rigenerarsi. Poi però Morte
tossicchiava e
palesava la sua presenza nella stanza. Destino sorrideva e Morte si
avvicinava
a lui lentamente.
Destino adorava quei momenti, li trovava estremamente
romantici… Purtroppo Morte
trovava sempre il modo per rovinarli:
“Sai che sta notte hai russato un sacco?”
Era in quei momenti che Destino era felice che Morte non fosse un
essere umano,
altrimenti probabilmente, il calcio che immancabilmente gli tirava lo
avrebbe
ferito gravemente e
lui si sarebbe
sentito in colpa.
Pomeriggio
Il pomeriggio era sempre un’ora
particolare della giornata. Destino aveva
il suo compito da svolgere, perché l’essenza
stessa della vita e l’equilibrio
del cosmo dipendevano
solo da lui.
Aperto il grande libro dei sigilli, passava ore ed ore a tracciare
disegni,
incrociando la vita delle persone, valutandone i rischi i pro e i
contro.
Ovviamente era un lavoro non solo faticoso ma anche delicato,
necessitava di
moltissima concentrazione, pazienza e… silenzio assoluto.
Quel
pomeriggio in
particolare però per Destino era un incubo
“Morte! Dannazione piantala”
Il compagno lo fissò con il viso imbronciato e poi offeso
domandò:
“Ma cosa ho fatto? Sono qui tranquillo che mi faccio i fatti
miei”
Destino lo fissò con sguardo pieno di odio e se avesse avuto
il potere di
incenerirlo di certo non ci avrebbe pensato su due volte.
Sorrise, un sorriso teso ed esasperato, si alzò dalla
scrivania e con calma
andò verso Morte.
“Capisco che questa sia anche casa tua amore”
mormorò faticando a trattenere la
rabbia: “Ma ti dispiacerebbe esercitarti con il bassotuba da
un’altra parte?”
Tramonto
Destino
amava molto i
tramonti, era sempre stato un tipo romantico e sentimentale e i
tramonti gli
avevano sempre provocato dei moti di tenerezza.
La luce rossastra del sole illuminava tutto con leggerezza, conferendo
ad ogni
cosa un aspetto mistico e senza tempo.
Trovava che la cosa migliore di un tramonto fosse la
possibilità di guardarlo
assieme alla persona amata.
Era felice del fatto che anche Morte si fosse lasciato prendere
dall’atmosfera
magica di quel momento. Infatti, da ben dieci minuti non aveva
proferito
parola, immerso com’era nella contemplazione del sole morente.
“E’ bello non è vero?”
“Si
bello, molto
divertente” ribatté Morte prontamente.
“Divertente?” chiese Destino sorpreso girandosi
verso il partner senza capire a
cosa si riferisse.
Ma il dubbio durò poco.
Morte
era girato spalle al
tramonto e con le mani scheletriche stava proiettando delle ombre
cinesi sulla
grande facciata del loro castello.
Ombre che rappresentavano scheletri che danzavano.
“Possibile che tu non abbia neppure un minimo di
romanticismo?” sbottò
esasperato Destino.
“Oh scusa” disse Morte sorpreso “Ecco qui
ora va meglio?” chiese sorridente,
mentre sul muro riprendeva a proiettare le ombre…Questa
volta di due scheletri
che si baciavano.
Sera
“No,
ho detto che non mi va!” disse Morte stizzito pestando un
piede sul
pavimento.
“Suvvia
piantala, sembri un bambino capriccioso.”
“Non
mi interessa non riuscirai a convincermi”
“Ma
scusa, la sera è sempre il momento dedicato ai giochi, ed
oggi tocca a me
scegliere… Non puoi rifiutarti dopo che ieri sera mi hai
obbligato a giocare a
nascondino per due ore”
“E
ti lamenti? Nascondino è un gioco divertente. Quello che hai
scelto tu
invece è brutto”
“Morte
smettila, ora basta, si fa il gioco che ho deciso io!”
Morte
sbuffò infastidito e poi per l’ultima volta
tentò di dissuadere Destino.
“Ma
almeno cambia gioco, scegline uno più interessante, anche le
carte vanno
bene se non ti viene in mente nulla di meglio”
“No”
fu la lapidaria risposta di Destino.
Morte
sbuffò e infine rassegnato decise di sedersi al tavolo:
“D’accordo
gioco… però solo una partita .Comunque lo so che
l’’hai fatto
apposta! Hai scelto l’unico gioco in cui perdo
sempre!” mormorò mesto e poi mesto
si mise a sistemare i pezzi continuando a rimbrottare di tanto in
tanto: “Stupidissimi
scacchi!”
Notte
Destino
quella notte si svegliò senza capirne bene il motivo. Si
guardò attorno
cercando di capire se il compagno stava nella stanza oppure no.
Di
Morte non c’era l’ombra, non che questo fosse
strano visto che lui non
dormiva mai.
Si
alzò dal letto indeciso sul da farsi. Solitamente aveva un
sonno molto pesante
e si chiedeva perché si fosse svegliato così
d’improvviso senza una ragione.
Poi
lo udì, pareva che qualcuno stesse singhiozzando nei
corridoi del castello.
Assurdo, visto che le uniche persone che vivevano nel maniero erano lui
e
Morte.
Che
a Morte fosse successo qualcosa?
Si
alzò ansioso dal letto e mentre stava per uscire dalla
camera quasi
rinunciò, dandosi mentalmente dello stupido, Morte era
immortale ed
indistruttibile, era impossibile che stesse male!
Comunque
decise che era il caso di controllare comunque.
Quando
fu giù dalle scale i lamenti che prima sentiva distanti si
acuirono e
Destino iniziò a preoccuparsi sul serio.
Stava
per entrare nella sala da pranzo quando sulla soglia del salone da
ballo
vide una sagoma bianca muoversi nel buio e piangere.
“ODDIO”
urlò Destino terrorizzato “UN FANTASMA”
La
figura bianca si voltò e Destino riconobbe il suo fidanzato:
“Morte,
accidenti a te! Ti sembrano scherzi da fare? Mi hai
spaventato”
Morte
si avvicinò singhiozzando e Destino nuovamente preoccupato
per il
compagno gli si avvicinò per calmarlo:
“Che
è successo? Perché piangi?”
Morte
sollevò lo sguardo e poi tra un singhiozzo e
l’altro disse:
“
Una tragedia! Destino fai qualcosa ti prego… Il mio vestito,
il mio bel
vestito nero!” mugugnò “Guarda che
disastro, ho sbagliato a mettere il
detersivo e adesso è bianco BIANCO… che
tragedia”
Destino
roteò gli occhi e sospirò rassegnato, per colpa
di quello stupidissimo
vestito avrebbe di certo passato la notte insonne.
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