01 L'A. del Re.
L'amante del re
▬▬▬▬▬ ♕ ▬▬▬▬▬
"Lui
era l'essenza del più intimo dei pensieri, era la flebile
volgarità, che s'insinuava in un compito ancora più
nobile e difficile da portare a termine.
Amare."
Entrare nel
letto di una persona, violarne semplicemente le coltri era un gesto
così sporco; che per lui poteva apparire solo superficiale, ed
al quale si accostava con riluttanza; un gesto così insulso che
poteva riuscire a smembrare quel piccolo e meraviglioso circolo vizioso
che era fare l'amore.
L'Amante
aveva l'arduo dovere di amare, in quel momento che si trovasse ora a
sfiorare labbra e capelli, ora a lambire il tutto solamente con lo
sguardo.
Chiunque
fosse la persona scelta -Bensì di scelta si parlava, non
dell'uomo o donna che avrebbe offerto di più- ci si doveva
ritrovare ad amarla ed apprezzarla fin nel profondo; anche per una sola
notte, pomeriggio o mattina che fosse.
E tutto
questo prima che l'Amante se ne vada, prenda quel suo angolino di cuore
e parta guidato dai venti dell'obbedienza; non lasciando mai nè
promesse nè tutta la sua intera anima a qualcuno.
"L'Amante
impara ad apprezzare chi deve, fino a riuscire nell'intento di donare
il proprio cuore; per poi strapparlo benevolmente dalle mani della
persona che l'aveva ricevuto.
Amare quindi, risulta l'arte più acuta e meschina delle storie di mondo."
Feliciano
Vargas, che si sapesse o meno - a lui non importava più di
tanto- era La Sua Maestà di chi amava per arte e vocazione; e
poco importava che si trattasse di scommessa o gioco oppure vago
presentimento; si era già prospettato di accogliere quella
piccola sfida lanciata dal caso.
Anno del signore 1307
Odore di fumo, di pesante vociare, in quella piccola taverna.
C'era l'aria della birra, c'era l'appena accennato sentore del legno; si parlava di scommesse in quell'aria satura di abitudini.
- Pronto, Felicièn? -
E sorrideva sornione l'italiano,
mentre la moneta appena lanciata girava pigra sopra la sua testa,
ricadeva tintinnando sul legno duro mostrando la sua faccia migliore.
La Croce.
Vargas si sedette meglio, un lieve
sbuffo simile ad una risata, e si chiedeva ironicamente perchè
le scommesse dovesse perderle tutte lui.
- Va bene, va bene. Ho perso.
- Eppure sorrideva, accettava quella sua "punizione" anche con garbo.
Una veloce occhiata al francese seduto vicino a lui, che ridacchiava
sommesso rigirandosi fra le mani la maledetta moneta.
- Felicièn,
sembra che lo fai apposta. - Come suo solito appoggia un gomito al
tavolo, pure lui si degna di sorridere davanti alla sconfitta
dell'altro. Feliciano lo sa, che in quel momento sta pensando,
fa arrovellare i pensieri per trovare una condizione a lui adatta, un qualcuno che potesse andargli bene.
Fare lavori simili -sia ben chiaro- non era certo il modo migliore di trascorrere l'esistenza e guadagnarsi il pane.
Ma il segreto, che riusciva a far apprezzare quello stile di vita, sviava tutto nel Metodo.
"Si trattava di scelta, mai d'altro".
- Nobile, oui.
Ricco, importante. Voglio vederlo, mentre cercherà invano
l'unica cosa che non saprà comprare. - Altro sorriso da parte
dell'italiano, questa volta ammonitorio. Ma semplice e abituato com'era
al carattere di Francis, poteva anche lasciare correre. Lo
squadrò quindi bene, mentre continuava a parlare.
- Magari, il Grande Re. -
Evidente che scherzasse, almeno a
giudicare dalla sua espressione. Eppure Feliciano, aveva l'insana
voglia di prendere sul serio quella bieca proposta.
Il Re.
Inarcò un sopracciglio,
mentre cercava fra i suoi ricordi e pensieri una sua immagine, almeno
da rammentare il viso. Oppure, poteva avvicinarselo inconsciamente
cominciando a chiamarlo con il suo nome di battesimo senza definirlo
maestà: Ludwig.
- Accetto, Francis. Che il Re sia.-
Ignorò lo sbigottimento di
uno, l'occhiataccia quasi ben azzecata di suo fratello, che però
sostava poco più in là. Era meglio non badare alle
proteste, perchè chi doveva decidere, era lui.
Ed in quel momento, aveva appena deciso di amare la sua Grande Maestà.
Blacket's Time:
Okay. L'avevo in mente da tempo, dovevo riuscire a pubblicarla, e possibilmente anche a formare un seguito decente.
Spero che a qualcuno possa
piacere; che vi abbia lasciato una buona impressione. Oppure non
è piaciuta affatto; ma apprezzo il fatto che siate arrivati fino
a qui e che abbiate letto comunque.
Ne approfitto per ringraziarvi, lascio l'alone di mistero intorno alla storia, e saluto.
Baci, Blacket.
|