Nostalgia

di mamie
(/viewuser.php?uid=144359)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


NOSTALGIA

 Fay guardava i piccoli ventagli dorati delle foglie di ginkgo che volteggiavano nel vento come guidati da invisibili mani di danzatrici. L'aria ne era piena e il cielo, di un azzurro profondo e terso, faceva risaltare i rami bianchi degli alberi. Accanto a lui Kurogane era assorto a guardare lo stesso spettacolo, con una piega delle labbra ad un tempo malinconica e dolce.
- Vorresti tornare a casa? - chiese il mago continuando a guardare le foglie vorticanti.
Il ninja gli lanciò uno di quegli sguardi traversi e taglienti che un tempo lo raggelavano, ma che ora aveva cominciato a capire.
- No. Non è ancora il momento.
- Ma stai pensando a lei vero?
L'idiota aveva il dono di dire delle cose ovvie. Prima, quando ancora non erano sicuri l'uno dell'altro, Kurogane si sarebbe irritato, magari avrebbe tirato fuori la spada e inseguito un Fay saltellante per tutta la strada. Ora invece cominciò a parlare lentamente, senza smettere di osservare le piccole evoluzioni sopra di lui.
- Quando arrivava l'autunno andavamo sempre a vedere il mutare del colore delle foglie.  Si partiva tutti assieme, con una gran confusione, fino a qualche bel bosco di aceri o a qualche vecchio albero di ginkgo. Stavamo fuori tutto il giorno e la principessa Tomoyo preparava personalmente i dango che mangiavamo seduti sotto gli alberi.
Fay si voltò lentamente con un gran sorriso sul volto. Per il ninja quello che aveva appena pronunciato era un discorso impensabilmente lungo.
- Mi sarebbe piaciuto esserci - rispose.
- Un giorno ti porterò.
Il tono di nuovo brusco di Kurogane non l'aveva ingannato. Chissà se adesso a Nihon era autunno come in quel mondo nuovo di cui per il momento non vedevano altro che foglie che cadevano. Erano partiti con i ciliegi in fiore e non sapevano quando sarebbero tornati. Ma le parole del ninja suonavano come una promessa, e Kurogane le sue promesse le manteneva. Sempre. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=855345