Dipla sou egò
Alja
Cielo
e vertigine, cielo e voragine
Don't
question why she needs to be so free
She'll
tell you it's the only way to be
She
just can't be chained
To
a life where nothing's gained
And
nothing's lost
At
such a cost?
Non
chiederle come mai ha bisogno di essere così libera
Ti
dirà che è l'unico modo di essere
Lei
non può essere incatenata
Per
una vita in cui nulla è guadagnato
E
nulla è perduto
A
quale prezzo?
(Ruby
Tuesday, The Rolling Stones)
Capelli raccolti,
capelli stille di grano, capelli luce di stelle, le sue stelle nelle
tue mani.
Treccia sfatta sul
vestito chiaro, chioma ribelle, arricciata, scompigliata, sciolti tra
le braci delle tue mani, quei capelli.
E lei, a giocarci
sempre, con quei capelli, ad intrecciarseli ancora con le dita
leggere, a sfiorarti gli occhi, poi, con quelle dita, sbriciolare un
sorriso sul timido rossore del volto e ridere, ridere, ridere di te.
Cerchi il suo sguardo e
forse temi un poco la sfrontata irriverenza della tua ragazzina.
Natal'ja, la fatina
delle steppe, la fiammiferaia siberiana che non sai più quale
stella, quale fiore, quale nodo di sabbia e di schiuma di mare
t'abbia sgranato negli occhi, e non sai più quanto vivresti
ancora, quanto vivresti per quegli occhi.
Natal'ja, squarcio di
cielo negli occhi, cielo e vertigine, cielo e voragine.
E glielo dici, poi, col
coraggio che non ti manca mai, tra le battaglie e la galera, ma gli
spari ti bucano la pelle con il fuoco e lei il cuore coi suoi occhi,
e glielo dici, ora, mentre accendi un fiammifero, uno dei suoi.
-Alja?-
Sorride, e come, e che
sogno, lei sorride da capogiro e tu davvero non ragioni, sul tuo
volto non batte più il sole ma la neve, la neve che muove con
i piedi al suo Paese sol per fare un passo avanti.
Alja,
mi fai venire le vertigini.
Alja,
tu il sole me lo fai morire tra le mani.
Alja,
m'hai venduto un fiammifero, quella notte, ti ricordi?
Alja,
quanto avrei voluto comprare anche i tuoi occhi, da accendere col
fiammifero la sera in riva al fiume, da accendere come le sigarette
che avevo finito, quella notte.
Alja,
quanto avrei voluto aver comprato i tuoi occhi, da leggere sui
giornali su cui ho dormito quella notte, tutte le notti in cui ho
dormito sotto i ponti, o ai Giardini d'Atene, con le cicale che ho
mandato all'inferno mille volte, ma non smettevano mai di cantare.
Alja,
quanto vorrei maledirti, sputarti in un occhio, darti un bacio così,
per scherzo, pregarti di smettere d'incantare il vento e le stelle
col sorriso, giusto per sentirti borbottare “razza
d'incoerente” sul cuscino, guardarti stropicciare una pagina
dell'Iliade brontolando che non lo vuoi essere, tu, la mia schiava
troiana, ch'io non sarò mai, mai, grande come quegli eroi, ma,
per la tua testolina matta, “un acheo singolarmente
straordinario”.
Alja,
ci pensi, ci pensi, che storia?
Io
brigante d'una Sparta che vuol rivivere la gloria d'un tempo anche a
costo della vita, tu fiammiferaia delle nevi della Russia degli
illusi.
Vita
per la libertà dai Turchi, vita per rovesciare il trono dello
zar.
Vita
per la Rivoluzione dei sogni, vita per gli eroi di ieri.
Mettiamo
che sia tu la mia vita, Alja.
Note
Diciamo che io non
avrei dovuto scriverla, questa storia.
Diciamo che io ci tengo
troppo, ad Alja e Gee, a Natal'ja e George, Geórgos, il
brigante greco e la fiammiferaia siberiana.
Parlo di Sic Volvere
Parcas, la mia eterna Sic Volvere Parcas, ma forse non c'è
bisogno di conoscere quella, per legger questa storia.
E'...non lo so, sono
dei momenti.
Che io li faccio stare
così lontani, troppo, Alja e Gee, e in questa storia saranno
ad un passo dal cuore, saranno ad un passo dal cielo, e al diavolo il
luogo comune.
Non stravedo per il
romanticismo, io.
Loro lo sono a modo
loro, loro lo sono così.
E i luoghi
comuni...li rompono, Alja e Gee.
E sono sinceri, tanto.
Ce la mettono tutta, almeno.
Spero che vi piaccia,
questa storiella che sarà breve, “variabile”,
credo, giusto per fare un po' di meteorologia.
Dipla sou egò,
accanto a te in greco, è forse il titolo più...più
da loro.
Voi come li trovate,
Alja e Gee?
Mi piacerebbe sapere
cosa ne pensate, tanto.
Ci convivo da un anno e
mezzo, io, con questi due.
Stresseranno anche voi,
me lo sento. ;)
A presto!
Marty
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