Remember
remember the fifth of November.
Ed
ecco la mia terza one-shot su V.
Ho
detto tanto su questo personaggio, ma
sento che c’è ancora tanto da dire…
Questa
breve scena rappresenta l’uccisione
di James Lilliman, e il tradimento da parte di Evey.
Come
sempre, è dal punto di vista di V in
prima persona e inizia un po’ “in medias
res” xD
Spero
che vi piacerà =)
Quando giunsi
alla
finestra aperta, non potei negare a me stesso di aver provato un gran
sollievo
nel constatare che Evey non mi aveva tradito.
Il mio istinto
mi
aveva messo in guardia a tal proposito, ma io mi ero categoricamente
rifiutato
di ascoltarlo.
Mi fidavo di
Evey.
Di chi altro
avrei
potuto fidarmi, altrimenti?
Scavalcai il
davanzale ed entrai nella stanza vuota.
Un
presentimento
mi indusse a procedere più velocemente di quanto fosse
necessario, mentre mi
dirigevo verso la camera in cui si trovavano Evey e James Lilliman, la
mia
prossima vittima. Uno degli emissari del Diavolo.
Percorsi il
corridoio in silenzio. Non volevo essere costretto a fare del male a
degli
innocenti per tutelare il mio piano, pertanto era meglio che nessuno si
fosse
accorto della mia presenza.
Quando fui a
pochi
metri dalla porta chiusa, sentii delle urla.
Era il vescovo
che
strillava insulti in un linguaggio decisamente poco consono al santo
che
fingeva di essere.
Il solo
pensiero
che quelle parole fossero rivolte a Evey bastò a farmi
infuriare.
Affrettai il
passo
e, arrivato alla porta, sferrai un calcio: il legno si
spezzò e i cardini
cedettero. La stanza mi si presentò in tutta la sua
vastità, e istintivamente
mi posizionai al fianco di Evey.
<<
Reverendo
>> dissi educatamente.
Lilliman mi
guardò
sbalordito e atterrito. << Oh mio Dio >>,
mormorò, << Non
stava mentendo…eri tu >>.
Quelle parole
sortirono l’effetto di una pugnalata al cuore.
Mi voltai
verso
Evey, sperando in una smentita o quantomeno una spiegazione.
Lei mi
guardò con
gli occhi colmi di rimorso. << Mi dispiace. Dovevo farlo
>>, disse
con voce quasi implorante, e corse via.
Avrei potuto
fermarla
quando mi passò davanti; certamente avrei potuto, ma non lo
feci, non considerai
neanche l’ipotesi di farlo.
Forse aveva
fatto
la cosa più giusta. Forse era così che doveva
finire.
<<
Evey
>> la chiamai, distogliendo lo sguardo da Lilliman,
dimenticandomi per
qualche attimo di lui; ma lei non rispose… né si
voltò.
Ferito e
deluso,
compresi che il tempo a mia disposizione volgeva al termine.
La mia
vendetta,
la mia dolce, amara vendetta mi aspettava.
Intanto il
vescovo
aveva estratto una pistola, da bravo santo quale era, naturalmente, ed
aveva
sparato un colpo a bruciapelo.
Il proiettile
si
conficcò nello spesso strato di metallo che mi proteggeva,
mentre il rumore
sordo dello sparo echeggiava nella stanza.
Gli afferrai
il
braccio e lo bloccai senza sforzo. Provavo quasi disgusto nel toccare
quell’essere che si era macchiato di così tanti
peccati.
<<
E così
ricopro la mia nuda perfidia con antiche espressioni a me estranee
rubate ai
sacri testi e sembro un santo quando faccio la parte del Diavolo
>> sentenziai.
Lui era
atterrito,
sbalordito, confuso, sconvolto… ma non pentito.
<<
Ti prego.
Abbi pietà >> mi supplicò.
Invocava
misericordia, non perdono.
<<
Oh, non
stasera, Eccellenza, non stasera >> risposi con tono
pacato.
<<
Abbi
pietà del servitore di Dio! >>.
A
chi ti rivolgi? Avrei voluto chiedere.
Chi
è questo Dio in nome del quale hai
compiuto le più grandi crudeltà?
Anche
se io avessi pietà di te, credi che
lui farebbe altrettanto della tua anima?
Non
temere, amico mio, se il tuo Dio esiste
ci sono buone probabilità che ci rincontreremo.
A
presto, all’inferno.
|