her heart's voice.

di valistrong
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-Hope.
 
"McEwans, davvero dovresti incominciare a studiare, così non va affatto bene, io..."
Solita ramanzina, solite cose, solita giornata orribile a scuola. Tutte cose normali per me, ma ad un punto preciso della tua vita ti stanchi di sentirtele dire continuamente, così per la prima volta reagii, presi la mia cartella, me la misi in spalla, mi alzai dalla sedia cercando di non fare troppo rumore, e sorridendo aprii la porta dell'aula e mi recai fuori dall'edificio. 
Fuori da quella prigione il sole splendeva nella magica San Diego, e per essere autunno faceva ancora molto caldo, così misi da parte l'idea di tornarmene a casa a poltrire sul divano e con gli ultimi dollari che mi erano rimasti nel portafoglio avrei fatto una puntatina al centro commerciale.
Per una volta la confusione di quel posto non mi turbò più di tanto, e  l'aria condizionata che mi penetrava nelle ossa non mi dispiaceva troppo, ricordo che però lo sbalzo di temperatura non fu altrettanto piacevole all'uscita, e all'improvviso la vista si annebbiò, ed il mio corpo cedette, sbattendo al suolo proprio come un sacco di patate.
Dopo non ricordo più nulla, solo il volto di un  ragazzo, alquanto sexy a mio parere, che aveva il mio polso fra le sue mani, e mi fissava,poi sorrise, probabilmente capì che non ero morta.
"Ehi bella, tutto okay?" 
"Certo, come vuoi che stia?" 
"Sei svenuta, vuoi un bicchiere d'acqua?" prese le mie mani e mi aiutò ad alzarmi, o almeno credevo che stesse per farlo, perché dieci secondi dopo mi ritrovai fra le sue braccia, come un principe che sta portando in salvo la propria principessa, e torna vittorioso al castello. 
"Non voglio niente grazie, mettimi giù. E poi scusami tanto 'bello' ma da dove salti fuori? Chi sei?"
"Ahah, ti sei anche svegliata male stamattina? Comunque dovresti ringraziarmi, se non fosse stato per me nessuno ti avrebbe soccorso, e tu saresti ancora lì per terra. Comunque il mio nome e Jason, e il tuo  piccola?" arrosii, non sono ancora a conoscenza del perché lo feci, e di come lui se ne fosse accorto, ma quando mi mostrò quei trentadue brillanti denti, mi ricordai che dovevo rispondere alla sua domanda. 
"I-io ehm, mi chiamo Hope, si. E veramente ora dovrei proprio andare a casa." 
"Da sola? Sei impazzita? Ti riaccompagno io piccola" 
"Smettila di chiamarmi piccola, e te lo concedo!" 
Jason sorrise e mi mise giù, e ci avviammo verso la sua macchina.




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