La breve vita del diario di un serial killer

di LeftEye
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La breve vita del diario di un serial killer



18 ottobre 2008
Rita è incinta. Ho deciso di scriverlo nero su bianco per provare a convincermi che sia vero. Perché è vero: Rita aspetta un figlio mio, e io non riesco ancora a realizzare la cosa. Sono rimasto talmente scioccato dalla notizia che ho preso in mano un pezzo di carta e mi sono messo a scrivere.
E' la prima volta che mi succede: di solito tengo i miei pensieri per me, perché i miei pensieri sono pericolosi, per me stesso e soprattutto per gli altri.
Quando parlo con mia sorella o con qualche collega, a volte mi ritrovo a fare dei veri e propri monologhi con me stesso che, ad un occhio esterno, potrebbero risultare divertenti se non fosse che spesso i miei ragionamenti vertono su tematiche quali l'occultamento di un cadavere o di altre prove che potrebbero farmi finire sulla sedia elettrica.
Ho rischiato grosso già due volte e me la sono sempre scampata grazie ad un deus ex machina che credo mi segua perennemente dall'alto, per un motivo che ancora non mi è chiaro.
Ad ogni modo, Rita è incinta e io non le dato una risposta in merito, ma che dovrei dire? Amo Astor e Cody*, ma avere un figlio mio... questo non era nei piani, e sicuramente non è nel codice di Harry**. Che cosa direbbe mio padre se fosse vivo? Che cosa mi consiglierebbe di fare?
Non voglio che Rita abortisca, il che dovrebbe implicare che lo voglio, questo bambino, ma che tipo di padre potrei essere, non lo so.
Sono sempre stato bravo con i bambini, ma non sono esattamente un modello da seguire.
Ero appena riuscito a scamparmela con la storia di Lila, quella psicopatica – il bue che dice cornuto all'asino – e subito mi sono messo di nuovo nei guai a causa di Freebo, uccidendo uno che non solo non c'entrava niente, ma che per di più era il fratello del procuratore distrettuale Miguel Prado.
Certo, non era mia intenzione ammazzarlo, ma in questi casi è difficile che scusarsi e dire "non l'ho fatto apposta" sia sufficiente per essere perdonati. E' quello che ogni genitore dovrebbe insegnare ai propri figli, ovvero a prendersi le proprie responsabilità ed affrontare le conseguenze delle proprie azioni, ma io sbaglio già in partenza, e mio figlio ancora non è altro che un fagiolino nel ventre di sua madre.
Forse dovrei continuare a tenere un diario, forse mi aiuterebbe a trovare la soluzione migliore. Potrei scrivere le mie memorie e lasciarle in eredità a mio figlio... ma che dico? Ma che diavolo sto facendo? Voglio davvero che il mio bambino sappia ciò che sono, che cresca con la consapevolezza che il proprio padre è un mostro e con il terrore di diventare come me?
No, mio figlio non saprà mai cosa sono, non ora, non finché vivo. Sarò per lui un padre modello, o almeno proverò ad esserlo. Lui sarà la mia occasione per riscattarmi di una vita di abominii compiuti, lui crescerà sano, forte e sereno.
Ed è per questo che questo diario nasce e muore oggi, in questo preciso istante.



***
Note: è la mia primissima fanfiction su un telefilm, e so che il risultato non è dei migliori, ma sono contenta di essere riuscita a scrivere qualcosa che esula dal mio abituale campo, e spero di migliorare col tempo ^^ Questa fanfic partecipa al concorso "Caro diario..." indetto da Alektos su Writers Arena Rewind.




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