Okay.
Questa
Fan Fiction è il mio
esordio nel fandom di Glee.
Non
riesco ancora a credere al
fatto che sono davvero riuscita a
scriverci
qualcosa!
Sembrava
come se questo giorno non
dovesse arrivare mai.
Quindi
vi prego, siate spietati
*-*
Spero
vi piaccia ♥
*lancia una
granita*
Volevo
dedicare
questa piccola shot a Marzia, Somo
e
Elisa,
che
sopportano i
miei scleri tutti i giorni.
Anzi,
che sclerano assieme a me me.
Volevo
ringraziarvi
per tutto, davvero. Siete delle amiche speciali ♥
Grazie.
*vomita
arcobaleni*
DISCLAIMER: Purtroppo
non sono la madre di questi personaggi, che invece
appartengono a quel genio di uomo di Ryan Murphy: li ho presi solamente
in
prestito per sempr- per
un po’,ecco.
Indi per cui, prima o
poi – più poi che
prima, credo – dovrò restituirli. (Damn!)
A good arrow cannot be made of a sow's tail
Stava
improvvisando una melodia
abbastanza deprimente al pianoforte quando, con un chiasso
sorprendente, la
porta della sala prove si spalancò all’improvviso;
sul volto di Sebastian si
aprì un ghigno soddisfatto, che tramutò in un
sorriso apparentemente innocente prima
di voltarsi e rivolgere al compagno appena arrivato un cenno di saluto.
Scavalcò lo sgabello sul quale era seduto, per poi dirigersi
verso colui che lo
stava scrutando da capo a piedi sulla soglia, come per controllare che
fosse
intero; stava annaspando per la fatica, visibilmente sconvolto.
Sebastian adorava
vedere
quelle espressioni così terrorizzate nei volti delle
persone. Ma soprattutto
adorava ciò che ne seguiva.
«Thad!»
sospirò quando fu a
qualche passo dall’amico. «Sei venuto».
Thad
aggrottò la fronte,
perplesso.
«S-sì...
cos’è successo?».
«Niente,
perché?» rispose
Sebastian, continuando a sorridere e dandogli una pacca amichevole
sulla spalla.
L’altro
era visibilmente
confuso; tirò fuori dalla tasca il cellulare e
rovistò qualche secondo nella
cartella messaggi, per poi cominciare a leggere.
«
“Thad...
sono nella sala prove. Per favore
raggiungimi appena puoi... è urgente! Non credo di potercela
fare da solo! Mi
serve il tuo aiuto! Sebastian”
» recitò
Thad, inspirando nervosamente. «Che significa?».
Sebastian
sbuffò.
«Niente,
niente. Mi serve il
tuo aiuto per una cosa, tutto qua».
L’altro
Warbler aprì la bocca,
come per dire qualcosa, e poi la richiuse; il suo corpo
cominciò ad agitarsi, come se
fosse posseduto da un'anguilla impazzita a cui non poteva resistere.
Alzò un pugno e poi lo fece scivolare di nuovo lungo i
fianchi, irato.
«Fammi
capire bene» cominciò,
«mi hai fatto credere di stare per crepare, quando invece ti
serve solo il mio
aiuto per una
cosa?».
Sebastian
alzò elegantemente un
sopracciglio. «Io non
ti ho fatto credere di stare per morire!».
«Ho
quasi scardinato la porta!»
ululò Thad, gesticolando animatamente. «E sono
sceso dal piano di sopra
scivolando sul corrimano! Cristo, Sebastian!
Non farmi più uno scherzo simile! Temevo che succedesse
come l’ultima volta, quando mi hai scritto ‘annego!’
e
io ho pensato ‘una
persona come fa
ad annegare e a mandare sms contemporaneamente?’
e invece stavi davvero annegando... nel
tuo vomito! Maledizione...
Io t- ouch!».
L’altro
ragazzo sembrava
alquanto divertito: arricciò l’angolo della bocca.
«Uhm, ricordo ricordo. Che episodio
terribile. Beh, in questo caso non sto affogando».
«Mi
hai fatto prendere un
colpo, fanculo. Meriteresti di essere scaraventato giù dalla
finestra con il
pianoforte attaccato alle caviglie» inveì Thad,
asciugandosi la fronte
imperlata di sudore con la manica della divisa.
Sebastian
era stranamente
affascinato dal suo comportamento: insomma, sapeva
che
scrivendogli qualcosa di preoccupante, l’amico sarebbe
arrivato immediatamente,
ma non avrebbe mai immaginato fino a quel punto. Gli sembrava una
reazione
parecchio esagerata. Stava persino sudando! Ed era davvero furioso.
Forse
l’incidente della volta precedente lo aveva spaventato a
morte,
quando
aveva pensato che la sua richiesta di aiuto fosse
stata una burla.
Senza volerlo, aveva fatto
emergere un lato di Thad che mai si sarebbe immaginato.
E
questo gli piaceva.
Sorrise
tra sé, continuando a
scrutare l’amico.
«E
poi non ha senso il fatto
che ogni volta ti firmi nei messaggi. Il tuo numero è
salvato in rubrica,
pirla» riprese Thad, come se nulla fosse successo; sembrava
che si stesse già
calmando, dopo aver capito che in realtà nessuno rischiava
la morte quel
giorno. O almeno, non per mano sua.
«Formalità».
Sebastian fece
spallucce.
«Piuttosto,
che vuoi?» domandò
Thad, incrociando le braccia. «Dev’essere qualcosa
di particolarmente urgente,
suppongo».
«Lo
è» rispose l’altro,
cominciando a fare dei passetti avanti e indietro, immerso nei suoi
pensieri.
«In realtà si tratta di quel ragazzo
dell’altro giorno. Quel Blaine
Anderson».
Sul
volto di Thad comparve una
delle espressioni più strane che Sebastian avesse mai visto:
sembrava curioso ma
allo stesso tempo alterato e... ironico. Sorpreso. Scosse la testa.
«Non
mi dirai che...».
«Sì,
è sexy» lo interruppe
Sebastian, sogghignando. «Anche se si veste peggio di mio
nonno – che è morto,
pace all’anima sua».
«Sebastian.
Per favore...».
«Che
c’è?».
«Non
sparare cazzate!» esplose
Thad, quasi in una risata isterica. «Se
c’è una cosa di cui sono più sicuro a
questo mondo – addirittura più del fatto che mi
cambio le mutande ogni giorno –
, quella è la fedeltà che nutre Blaine nei
confronti di Kurt.
E’ una
follia. Quei due si amano, non c’è
storia».
L’altro
roteò gli occhi al
cielo, per poi tornare a fissare l’amico con espressione del
tutto
disinteressata.
«Non
mi interessano queste
stupide questioni di fedeltà e di amore» rispose
con tono fermo.«Io lo voglio
nel mio letto e basta».
Thad
scosse la testa, deciso.
«Non te lo darà mai, fidati».
«Devo
trovare il modo per
conquistarlo. Deve essere mio».
«Io
voglio bene sia a Kurt sia
a Blaine... non puoi chiedermi una cosa simile. Cosa ti passa per la
testa?»
ribatté Thad, gesticolando a destra e a manca,
com’era suo solito fare; Sebastian
adorava vederlo in quelle condizioni, quando si agitava per un niente.
Era una
delle caratteristiche che più gli piacevano di lui. Lo
faceva... divertire, in
un certo senso.
Sì,
lui si divertiva con
l’imbarazzo altrui, ed era uno dei motivi per cui, almeno una
volta al giorno,
si sentiva chiamare con l’epiteto
‘stronzo’.
Sapeva
che era una cosa un pochino crudele. ma non poteva
farne a meno.
«Un
consiglio veloce veloce, Thad, prima che
ti mandi a fanculo» disse Sebastian, che in quel momento era
appoggiato
elegantemente al muro, come se stesse osservando uno spettacolino
particolarmente interessante. Beh, Thad
agitato era uno spettacolino
particolarmente interessante.
Non
ci aveva mai fatto caso fino a quel
momento; il modo isterico e il tono adirato che usava per rivolgersi a
lui erano dannatamente sexy.
Ma
non era il momento di divagare: doveva
pensare a cosa fare per attirare l’attenzione di Blaine, Kurt
o meno. E
l’istinto gli aveva suggerito che Thad era la persona giusta
a cui chiederlo.
«Uhm...
la cioccolata?» buttò lì Thad,
sperando la smettesse di importunarlo.
«Che
ti sei fumato?».
«Con
la cioccolata ricordo di aver conquistato
Teresa... e poi ne ho mangiato un pezzetto anche prima del mio esame di
violino. Ah, e mi mangio una barretta intera ogni volta che andiamo in
palestra!» rispose tutto soddisfatto.
Sebastian
imprecò. «Eh, infatti, proprio un
bell’affare: Teresa ti ha mollato un mese fa quando
è scappata con
l’imbianchino, all’esame di violino sei stato
brutalmente bocciato e non
ricordo di averti mai visto più energico di un bradipo,
soprattutto in
palestra».
«Ehi!»
protestò Thad, leggermente offeso.
«Hai
ragione, scusa. Ho esagerato» sospirò
Sebastian ricomponendosi, passando un braccio attorno alle
spalle del compagno. «Non
importa se in palestra sembri un bambino che cerca di alzare la busta
della
spesa senza cadere all’indietro, ciò
che conta è che tu dia
il meglio di te con gli Warbler! E a letto, ma questo non
è affar mio. Lo dico per te, amico».
Thad
gli rivolse uno sguardo di pura
disapprovazione e lo minacciò con un dito.
«Forse
sarebbe proprio un’idea carina quella
di farti capitombolare dalla finestra con il pianoforte legato alle
caviglie»
disse poi.
Sebastian
scoppiò a ridere questa volta, per
poi bloccarsi di colpo, senza motivo.
A
Thad quasi spaventò quell’improvviso cambio
d’espressione.
«Comunque
siamo qui per Blaine» gli ricordò,
ghignando.
L’altro
sbuffò sonoramente, tanto da far
scompigliare il ciuffetto ribelle di Sebastian; lo stava mettendo in
crisi, e
lui era certo che prima o poi avrebbe ceduto. Lo sapeva. Era naturale,
lo
faceva sempre.
«Sebastian...
non approvo questa cosa».
«Non
me ne può fregar di meno» commentò lui,
«non ti ho chiamato per farmi da mammina. Voglio solo un po’
d’ispirazione,
cos-» e si bloccò di colpo, lo sguardo
perso nel vuoto di fronte a lui. Thad, che stava fissando un punto
indistinto
per cercare di non sputargli in faccia – cosa che gli
costò tutte le sue
energie – , si voltò verso l’amico: era
ancora pietrificato. Poi, un enorme
sorriso comparve pian piano a deformare le labbra di Sebastian. Prese la mano che ancora gli stava
stringendo la spalla e
la rimise al proprio posto, dove doveva stare, lungo i suoi fianchi;
poi,
quando constatò che questa piccola scossa non ebbe effetto,
gli diede una
spintarella con un dito.
«Yu-hu?»
pigolò Thad, senza
catturare comunque
l’attenzione dell’altro.
Sebastian
si voltò qualche istante dopo, con un ghigno inquietante.
«Lo conquisterò con una canzone».
Thad
imprecò. «Wow, ma come sei originale! Una
canzone! Diavolo, perché non ci ho pensato io? Era
così ovvio! E’ proprio
un’idea di m-» e si bloccò di colpo, per
poi ricominciare qualche istante dopo.
«E’ un’idea meravigliosa! No, seriamente, farai un figurone.
Sei proprio geniale,
Sebastian».
«Sento
nell’aria puzza di presa per il culo»
commentò Sebastian aggrottando la fronte. «O
sbaglio?».
«N-sì.
Sbagli di grosso, amico!» esultò Thad, dandogli
un’energica pacca sulla spalla.
In
quel momento era come se i ruoli si fossero
invertiti: Sebastian sembrava leggermente sconcertato dal cambio
improvviso di
comportamento di Thad, mentre quest’ultimo stava esibendo il
suo miglior
repertorio di sorrisi ebeti.
I
due ragazzi si fissarono per qualche secondo
prima
che la suoneria del cellulare di Thad li
sorprendesse. Frugò nelle tasche nervosamente ed estrasse
l’aggeggio.
«Sì?...
Oh, ciao, George... sìsì, sono di
sotto con Sebastian... Pft, lascia perdere, che è meglio...
okay, dammi qualche
minuto e sono da te» borbottò, per poi chiudere la
chiamata e ricacciare il
telefono in tasca. «George ha bisogno
di
me. Ci vediamo dopo e... non fare minchiate!».
Per
qualche motivo a lui ignoto, lo
infastidì il fatto
che Thad lo avrebbe lasciato lì a
rimuginare per andare da George a fare chissà
che cosa. Insomma, era
stato il primo a chiamarlo perché gli serviva il suo aiuto:
non poteva
semplicemente lasciarlo lì e andare da un altro.
«Ehi!
Sei un’infame, devi prima aiutarmi a
concludere la questione di Blaine!» saltò su
l’altro, un po’ offeso. «Hai detto
che l’idea della canzone ti piaceva...».
«Sì,
la trovo... appropriata» concluse Thad,
trattenendosi a stento dallo sghignazzare; a Sebastian sembrava tanto
che lo
stesse prendendo in giro solo perché voleva dedicare una
canzone ad un ragazzo
appena conosciuto. Ma che c’era di male? Solo
perché Blaine e Kurt erano fedeli
l’un l’altro e bla bla bla.
Kurt
e Blaine. Blaine e Kurt. Che noia.
«Potrei
optare per... mmh... Was a long and dark December, from the rooftops
I remember, there was
snow, white snow...» cominciò a canticchiare
Sebastian, iniziando a girare intorno a Thad,
che sembrava del tutto sorpreso. La
sua voce risuonò in tutta l’aula canto, e
lui si sentì estremamente
soddisfatto:
l’amico era evidentemente
spaesato, forse anche
imbarazzato.
«
Clearly
i remember, from the windows they were watching, while we froze down
below» continuò,
muovendosi sinuosamente e in modo decisamente hot
attorno all’amico, ancora paralizzato. Stava godendo
dell’imbarazzo dell’amico, lo divertiva troppo.
«Che
stai facendo?» sussurrò Thad.
«Le prove per la mia
prossima conquista. When the
future’s
architectured, by a carnival of idiots on show, you’d better
lie low».
«Sì,
ma mi stai mettendo in imbarazzo».
«Che
importa... dici che va bene?» disse continuando a
fluttuare in modo sensuale, avvicinandosi sempre di più a
Thad. «Secondo me
rimarrà paralizzato dal mio fascino – come te, del
resto. Dovresti vederti,
Thad! Sembri così carino».
Okay,
ora Thad era rosso quasi quanto i bordini della sua
divisa.
«Poi
potrei avvicinarmi in questo modo... » e
si avvicinò, «... prendergli il mento
e fare questo...».
E
posò le labbra sulle sue.
Si
stava gasando un casino. Avrebbe dato qualunque cosa
per vedere l’espressione di Thad in quel momento, ma aprire
gli occhi gli sembrò
difficile. Perché non ci riusciva? Però... Thad
non opponeva resistenza. Forse
era talmente shockato da non riuscire neppure a muoversi: ma a lui
piaceva e
non aveva intenzione di interrompersi. Non c’era niente di
male a baciare un
amico, non c’era pericolo.
Forse
Sebastian iniziò a ricredersi quando si accorse che l’amico dei piani bassi stava
cominciando ad agitarsi.
Sì,
decisamente. Sgranò gli occhi e vide l’espressione
basita nel volto di Thad il quale, con un gesto improvviso, lo
spintonò via. Sembrava
che fossero passati parecchi minuti, in realtà forse erano
trascorsi pochi
istanti.
Sebastian
rimase interdetto per qualche secondo, sperando
con tutto se stesso che i pantaloni della divisa riuscissero a
mascherare in
qualche modo l’agitarsi del suo compare;
non
osò nemmeno guardare, perché Thad avrebbe capito.
E... Cristo.
Non
è il
momento di agitarsi così tanto! Disse a
sé stesso, cioè, al suo
amichetto.
E’
solo
Thad! Torna al tuo posto, disgraziato.
Thad,
d’altro canto, si portò schifato una mano alla
bocca
e poi la osservò, come se si aspettasse di vedere qualcosa
di oscuro uscirne
fuori.
«Ma sei coglione o
cosa?» sbraitò.
«Una
prova dev’essere fatta bene» rispose Sebastian,
anche
se forse non stava riuscendo a nascondere bene l’imbarazzo
che provava in quel
momento. Spero che Thad non se ne
accorga, cazzo.
«Sì,
ma... mi hai baciato! Sulla bocca!».
«Sei
proprio un osservatore acuto, eh» lo canzonò
l’altro.
«Andiamo, non è niente di che! E’ solo
un bacetto che entrambi dimenticheremo
nell’arco di due orette al massimo. Guarda il lato positivo,
mi sei stato molto
d’aiuto».
Sì,
certo.
Molto
d’aiuto.
Lo
aveva chiamato per aiutarlo a conquistare
Blaine, non per aiutarlo a risvegliare il suo uccello. Diamine.
«Col
cavolo! Fai un’altra cosa gel genere e ti
soffoco nel sonno!» sputò Thad. Era davvero
infuriato. Però poi sembrò calmarsi
improvvisamente, come se una cascata d’acqua gelida lo avesse
travolto:
sospirò e rivolse a
Sebastian un sorriso di sfida.
«Comunque»
cominciò, «Violet Hill dei Coldplay non
mi sembra in ogni caso la canzone
adatta».
«A
me sì, invece».
«Pft!
A Blaine i Coldplay fanno cagare» disse
risoluto Thad, sapendo benissimo che non era vero.
Sebastian
sospirò e affondò la faccia nelle
mani. «Non mi viene in mente nessun’altra canzone
che potrei cantargli».
Il
compagno gli rifilò una gomitata amichevole
sulla
spalla.
«Conosco
io quella che potrebbe fare al caso tuo» rispose Thad,
l’ombra di un ghigno
impressa in volto.
***
Sebastian
correva all’impazzata per i corridoi
della Dalton, con Blaine alle calcagna.
Probabilmente
se fosse passato di lì il
preside lo avrebbe sospeso... oppure lo avrebbe
ammonito e poi arruolato nella squadra di corsa campestre della scuola.
Sarebbe
stato figo sentirsi come Harry Potter
il giorno in cui la McGranitt lo aveva fatto entrare nella squadra di
Quidditch.
«Non
ho ancora capito perché mi hai fatto
venire fin qui!» tentò di urlare Blaine, che
veniva violentemente trascinato
qua e là da Sebastian. Lui era così
eccitato e soddisfatto
che non stava più nella pelle; Blaine non
sarebbe riuscito a resistere a quello. Lo
avrebbe pregato in ginocchio per una scopata.
E
doveva tutto a Thad. Era stato a dir poco
geniale e si era
dimostrato un vero amico
a tradire la passionale, anche se vomitevole,
storia d’amore tra Kurt e Blaine per lui.
Entrarono
nella sala prove, entrambi con il
fiatone; sarebbe riuscito ad esibirsi senza fiato? Probabilmente
sì, lui in
quel momento si sentiva in grado di fare qualunque cosa.
Scaraventò
poco galantemente Blaine su una
sedia che aveva fatto portare appositamente per lui, per poi sistemarsi
di
fronte a lui: si sistemò il colletto
della
camicia e si passò un paio di volte le mani sulla giacca.
Si
sentiva... emozionato, ecco.
Come
mai in vita sua. Ecco, in
quel momento il ricordo del giorno prima con Thad si
riaffacciò prepotentemente
nei suoi pensieri.
Sebastian
scacciò via quel pensiero come fosse
peste.
«Preparati
a venire nei pantaloni, Blaine».
Blaine
fece un’espressione sconvolta. «Come,
scusa?».
«E’
un modo di dire» comunicò subito dopo Sebastian,
allargando le braccia in segno di pace. Si schiarì la gola e
cominciò a cantare.
The
power lines went out,
and I am all alone.
But I don't really care at all,
not answering my phone.
All the games you played,
the promises you made.
Couldn't
finish what you
started,
only darkness still remains.
Si
sorprese per il fatto che la sua voce non fosse
clamorosamente rovinata dalla corsa di poco prima. Per fortuna stava
andando
tutto liscio.
Si
soffermò un attimo sul Blaine, che lo ascoltava seduto
compostamente sulla sedia: sembrava a proprio agio.
Lost
sight,
couldn't see
when it was you and me.
Sì,
era decisamente a proprio agio. Sorrideva, e già
questo era abbastanza per lui.
Ma
era deciso a far ancora di meglio, in modo che Blaine
si sarebbe trovato da un momento all’altro a sbavargli
addosso e ad implorarlo
di darglielo.
Blow
the candles out,
looks like a solo tonight.
I'm beginning to see the light
blow the candles out.
Looks like a solo tonight
but I think I'll be al right.
Quando
Sebastian ebbe finito l’esibizione, sorrise
apertamente. Si sentiva felice.
Blaine
scosse la testa, sorridendo. «Candles»
sospirò.
«Canzone meravigliosa, davvero. E’ la nostra
canzone, quella mia e di Kurt... quella con cui ci siamo
esibiti alle
regionali. Come mai l’hai scelta?».
...
Sebastian
quasi svenne.
E nel
frattempo, attraverso uno spiffero della porta
principale, qualcuno stava
sghignazzando
maleficamente.
●●●
Angolo Me.
Okay,
sentitevi
pure liberi di lanciarmi una granita in faccia :D preferibilmente alla
menta.
Me la
merito, dopo questa.
Comunque,
veniamo alla storia e al motivo per cui l’ho scritta.
In
realtà
è una delle cose più stupide del mondo, ma vorrei
esporlo, in modo che sappiate
che non l’ho fatto tanto per fare.
Innanzitutto
c’è un prompt, ed è Chocolate
–
Cioccolata, da una tabella creata da me, Marzia e Somo; una
sfida tra
amiche, ecco! E inizialmente volevo scrivere di loro due che facevano
giochetti
hot con la cioccolata, ma il mio senso di pudore me lo ha espressamente
vietato.
E so
benissimo che questa storia non ci incentra sul cioccolato per niente,
ma un
prompr non significa solo questo, basta anche solo nominarlo
all’incirca, no?
*troll face*
E poi,
veniamo alla scelta dei personaggi.
Okay,
premetto una cosa: io sono una Klainer
più che convinta :D
E
sì, amo
anche Sebastian. Lo so che farà la sua prima comparsa solo
questa sera, ma già
il fatto che smuoverà un po’ la coppia me lo ha
fatto apprezzare. Perché sì, è
bello vedere l’amore messo alla prova e sì, so
che Blaine non cederà alle sue avance.
L’amore
che nutro nei confronti di Sebastian è nato
all’improvviso, non so come
spiegarlo ç_ç ora non ne posso fare a meno.
Per
quanto riguarda Thad, beh... ancora meno. Cioè,
l’ho visto in “Uptown girl” e
ha subito catturato la mia attenzione! E trovo che abbia una voce
splendida! E
trovo anche che questo mio atteggiamento sia un po’ troppo
superficiale, però
ora come ora sono emotivamente debole, cercate di capirmi ;__;
Il motivo per cui li shippo non esiste, lo faccio e basta.
Eeeee
basta, non so che altro aggiungere!
Purtroppo
per voi dovrete cominciare ad abituarvi alla mia presenza qui sul
fandom *-*
mwahahah *-*
Ora vi
lascio il link del mio profilo di Tumbrl, semmai vorrete uccidervi da
troppo
Klaine ♥
Sono il Tumbrl di LyndaWeasley, cliccami cliccamiiiiii
Grazie a chiunque si arrivato fin qui, se lascerete un parere non diventerò cannibale, loggiuro loggiuro! *troll face*
Lin.
Ps: per chi non sapesse chi è Thad, è questo demente qua Thaaaaaad ♥ è un Klainer anche lui! Bwahaha!
Pps: Un ringraziamento speciale a mistica, che ha depurato questa storia prima di essere pubblicata. Grazie sistaH *O*
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