A Moment Changes Everything

di Bluemoon Desire
(/viewuser.php?uid=4501)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


PROLOGO
 

L'esplosione di un colpo d'arma da fuoco in quanto tale, non è altro che una semplice

questione chimica. La polvere da sparo contenuta nel bossolo localizzato appena dietro il

proiettile, deve riuscire ad esplodere in modo corretto, efficace e quanto mai immediato.

Un secondo prima la pallottola è ferma e immobile nella canna dell'arma ed un istante

dopo è già lì che viaggia alla maggiore velocità possibile, diretta con precisione contro il

bersaglio prefissato.

Un istante, un singolo colpo e tutto può cambiare per sempre.

E' così.

Incredibile ma vero, a volte la vita di un singolo individuo può essere legata a doppio filo

ad una semplice reazione fisico / chimica...

Il rumore sordo e penetrante dello sparo echeggiò tra le pareti del magazzino,

rimbombandogli fastidiosamente nelle orecchie.

Non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo.

Pochi istanti e avvertì un lancinante dolore al petto, come se qualcuno gli avesse appena

infilato a forza una mano nel torace per estirpargli il cuore.  

Provò ad urlare qualcosa ma tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu un rantolo confuso e

soffocato. 

- OH MIO DIO...CASTLE! CASTLE! -

Sentì delle urla di terrore. 

Kate. 

Poi altri spari in lontananza.

Il dolore era talmente forte da annebbiargli completamente il cervello.

Non riusciva a pensare, a riflettere.

Non in quelle condizioni.

Fece una lunga serie di espirazioni ed inspirazioni cercando di recuperare un minimo di

lucidità, ma ormai tutto ciò che riusciva ad avvertire erano i battiti del suo cuore. 

Lenti....cadenzati...appena percepibili...

Doveva riuscire a raggiungere i suoi compagni.

Doveva fuggire da quell'inferno prima che fosse troppo tardi. 

Provò ad avanzare di qualche passo per avvicinarsi all'uscita del magazzino ma

immediatamente capì che non ce l'avrebbe mai fatta.

Era troppo debole.

Troppo. 

Sentì le forze abbandonarlo definitivamente e, senza più opporre alcuna resistenza, si

accasciò all'indietro, ricadendo inerme sul pavimento con il suo giubbotto personalizzato

con la scritta "Writer" ancora stretto in una morsa serrata nella mano destra. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=863258