Virus
Prologo
Si
svegliò di soprassalto, ansimante.
Piccole
e scintillanti gocce di sudore scendevano lungo il petto nudo,
seguendo la linea dei suoi muscoli ed evitando le cicatrici che
segnavano la pelle, come se fossero infette, pericolose.
Si
guardò intorno, quasi per accertarsi di essere ancora nel
luogo dove
si era addormentato, la sua spaziosa e vuota camera da letto. I suoi
occhi erano spalancati e attenti, privi di quella debolezza e
l'annebbiamento tipici di quando ci si è appena svegliati:
per un
guerriero, la linea di confine tra sonno e veglia era sottilissima.
Il
cuore gli batteva all’impazzata, sembrava che a momenti gli
sfondasse il petto e, stranamente, non gli riuscì facile
riprendere
il controllo del battito cardiaco.
Il
controllo.
Un
dono, un’abilità, in qualunque modo lo si volesse
definire, lui
l’aveva sempre posseduto: su di sé e su tutti gli
altri, tranne
che su Freezer... ma le cose presto
sarebbero cambiate.
Scostò
bruscamente le coperte, senza provare il minimo brivido di freddo
nonostante fosse quasi completamente nudo, nemmeno quando
posò i
piedi sul gelido pavimento di marmo.
Freezer
aveva fatto costruire quel palazzo e aveva dato il permesso di
viverci solo ai suoi uomini migliori, tra le comodità e il
lusso più
sfrenato, per avere il controllo
su di essi, viziarli, impigrirli, ingraziarseli.
Ogni
stanza era riccamente arredata con tappezzerie cucite a mano con fili
d'oro, mobili finemente intagliati ed inutili orpelli decorativi
d'argento e di pietre preziose.
Con
Vegeta tuttavia, il gioco non aveva mai funzionato e, nonostante si
fosse liberato dal primo istante di ogni oggetto che ritenesse
superfluo nella sua stanza, lui trascorreva il suo tempo là
dentro
solo per dormire, e nemmeno tutte le notti: a volte volava fino a
qualche landa desolata del pianeta e trascorreva la notte disteso
supino, con le braccia dietro la nuca a fargli da guanciale, a
rimirare il cielo e riflettere.
Nonostante
fosse di stirpe reale, l’ultimo principe della sua razza,
aveva un
animo vagabondo, adattato a vivere anche nelle condizioni
più
misere, nel lerciume, in mezzo al deserto o al ghiacciaio. Del resto,
fin da quando era un cucciolo gli era sempre stato ricordato che
nulla gli era dovuto e che il suo titolo di principe non gli
conferiva, agli occhi di Freezer, un valore maggiore rispetto agli
altri Saiyan; al contrario, lui pagava il debito più alto ad
un
tiranno che aveva potere di vita o di morte su tutta la sua specie.
Vegeta
era stato allevato per diventare una macchina mortale, e per questo
scopo era stato tenuto lontano dalla sua gente. I Saiyan erano
guerrieri letali, incapaci di provare pietà per il nemico,
ma erano
troppo pigri per uccidere senza un motivo ben preciso e si facevano
facilmente corrompere dal cibo e dalle donne.
Freezer
aveva preso ciò che di meglio c'era tra quegli scimmioni e
l'aveva
reso perfetto, seppur fosse ben conscio che Vegeta non si sarebbe mai
sottomesso al suo volere. Egli assisteva con diletto alla crescita
del giovane principe, attendendo con trepidazione il giorno in cui si
sarebbe sentito abbastanza forte da ribellarsi a lui e da proporgli
finalmente un divertente diversivo contro la noia.
Il
Saiyan cercò di trattenere la rabbia, ricordando a se stesso
che
l'avrebbe sfogata al momento giusto e che doveva tenere a freno le
proprie emozioni ancora per un po'.
Cercò
di riportare alla mente cosa avesse visto nel sonno di tanto
sconvolgente da farlo svegliare di soprassalto, ma tutto ciò
che
vedeva ancora del sogno erano degli occhi rossi.
Tanti
occhi rossi.
E
anche… ora ricordava! Una giovane donna.
Non
una Saiyan, ma non avrebbe saputo dire a quale razza appartenesse.
Esile,
le braccia e il collo sottili ma il viso ovale e le guance rosee,
sembrava fatta di cristallo; le labbra carnose, la pelle bianca come
la luna e gli occhi azzurri e limpidi come gli oceani che aveva visto
in alcuni pianeti conquistati e che mancavano sul suo. Anche i
capelli erano dello stesso colore: era bella.
Nei
suoi sporadici incontri con le femmine, Vegeta non si era mai
soffermato sulla loro bellezza, anzi, non avrebbe saputo ricordare il
volto di nessuna di esse: per lui erano tutte uguali ed una sola era
la cosa che cercava in loro.
Ma
la donna del sogno aveva qualcosa di mistico ed etereo: avrebbe
potuto facilmente scambiarla per un angelo, se solo avesse creduto a
quelle sciocchezze.
Indossava
una veste bianca, anzi, lucente, emanava una luce fortissima ma non
abbagliante, e sorrideva dolcemente.
Prima
di allora, aveva visto un’espressione del genere solo sul
volto di
un’altra persona: su di un pianeta – non ne
ricordava il nome – poco prima di attaccarlo e distruggerlo
completamente.
Lui
e i suoi uomini erano giunti ad un villaggio di contadini indifesi e,
accanto ad una delle capanne, aveva intravisto una donna con un
cucciolo della stessa razza in braccio: gli sorrideva allo stesso
modo della ragazza del sogno e lo cullava cantando qualche nenia
sconosciuta.
L'unica
differenza era che, la donna dai capelli azzurri, il sorriso
l’aveva
rivolto proprio a lui.
La
sua mente razionale gli diceva che i sogni erano riconducibili a
qualche episodio passato, a una persona o una cosa viste da poco,
oppure rappresentavano la realizzazione allucinatoria di un qualche
desiderio recondito e inappagato durante la vita diurna.
Il
Saiyan, difatti, vedeva spesso la propria vittoria e la morte di
Freezer, in sogno, ma Vegeta non aveva mai incontrato quella donna,
non sentiva il bisogno di possedere una femmina poiché, al
contrario
degli altri Saiyan, era perfettamente in grado di controllare a lungo
i suoi istinti più bassi e, soprattutto, non aveva mai visto
nessuno
sorridergli in quel modo, tanto che quel particolare lo aveva
lasciato in un insolito stato di turbamento.
A
cosa poteva essere dovuto quel sogno?
Di
incubi ne aveva avuti tanti e non erano gli occhi rossi che aveva
visto a turbarlo: era la ragazza sconosciuta.
Non
riusciva a trovare una spiegazione logica per lei.
Né,
soprattutto, al fatto che l’avesse considerata bella. Il
sogno era
durato pochissimo, si stupiva perfino che riuscisse a ricordarla in
ogni singolo dettaglio e che ne fosse così attratto, ma non
sessualmente.
Lei
era lì, davanti a lui, sorrideva e stendeva le braccia nel
gesto di
accoglierlo, e lui si era avvicinato ma, a pochi passi dalla donna,
erano comparsi quegli occhi infuocati e si era svegliato.
Si
strofinò la faccia, ma poi si diresse verso il bagno per
darsi una
rinfrescata; passò le mani prima immerse
nell’acqua gelida sulla
fronte e sul collo, restando chinato sul lavandino, con gli occhi
chiusi.
Fu
quando si alzò e gettò una breve occhiata allo
specchio che la
rivide.
Era
dietro di lui, sempre candida e sorridente; si girò di
scatto, ma
alle sue spalle non trovò altro se non la parete color
grigio
sporco.
“Sto
impazzendo” pensò, sospirando forte.
“Devo darmi una calmata.”
Erano
le tre e mezza del mattino, si sarebbe comunque dovuto alzare tra
un’ora, dunque tanto valeva vestirsi ed andare
nell’arena ad
allenarsi.
Si
convinse che quell’allucinazione era dovuta a qualcosa di
pesante
che aveva mangiato la sera precedente e, dopo aver indossato la sua
battle suit, uscì dalla stanza sbattendo la porta,
disturbando il
silenzio che ancora regnava nel resto del palazzo.
Note:
sono
tornata e sono lieta di annunciarvi che ho deciso di terminare questa
fan fiction! Chiedo umilmente scusa alle persone che hanno atteso
questo momento per molto, molto tempo, e soprattutto a coloro che
ogni tanto mi chiedevano speranzose quando avrei finito questa
storia. Scusa scusa scusa e grazie grazie grazie per l'infinita
pazienza!
Ho
dovuto cancellare tutti i capitoli poiché le modifiche che
vi ho
apportato erano tante e la trama è anche in parte cambiata.
Come
vedrete, ho modificato i nomi delle due sorelle, cercando di
attenermi alla tradizione dei nomi Saiyan, che generalmente prendono
spunto da nomi di verdure. Kauli è stato coniato da cauliflower
(cavolfiore) e Ginger da zenzero: quest'ultima all'inizio l'avevo
ribattezzata Bella, da bell pepper, ma non mi convinceva per niente
(soprattutto visto l'ovvia associazione con un'altra Bella XD),
quindi potreste per sbaglio incappare in qualche Bella, qua e
là nel
testo. Chiedo scusa se dovesse succedere ^_^'
Una
breve spiegazione riguardo a questa fanfic: da un po’ di
tempo mi
sono fissata con i film horror che trattano virus, contagi, zombie,
la fine del mondo, cose così, e ho applicato il tutto a DB.
→
questa cosa non è cambiata affatto XD
|