Salve gente :) è la prima storia che scrivo su questo manga
magnifico! E' un po' che la penso e grazie ad una mia amica, abbiamo
deciso di inizarla insieme.
Ma, purtroppo, appena ho parlato della pubblicazione, se l'è
fatta sotto, così ho modificato il contenuto et
voilà! è uscita questa ... "cosa".
Mmmmh ... vabbè.
Vi Aspetto sotto, okay?
Buona lettura!
Untill the end,
we'll stay together.
PROLOGO
La luna era alta nello scuro cielo quasi surreale. Quella
specie di rudere era rimasto come l’ultima volta, immutato,
perfetto. Ogni singola spaccatura, ogni singola tegola decadente e
perfino quell’albero laggiù, sono rimasti statici.
Anche quello strano corvo era lì mentre guardava
quella scena che aveva proprio sotto i suoi grandi occhi neri.
Solo i due protagonisti erano diversi.
Il maggiordomo era lì, fermo e fissava quella figura avvolta
nello splendido e sfarzoso vestito nero di tulle. Pareva compiaciuto,
anche se sapeva camuffare perfettamente la sua eccitazione per quella
nuova anima.
Certo, non avrebbe più potuto mangiare quella del suo amato
Bocchan, ma che differenza poteva esserci tra lui e questa?
« Signorina … », fece alla fine.
La ragazza continuava a fissare a terra non sapendo cosa rispondere.
Osservava le scarpe scure del maggiordomo Sebastian.
« Io, non avrei mai creduto ad una cosa del genere, Sebastian
», fece triste, abbassando il capo e con esso, il grandi
boccoli castani sulla spalla destra.
« Ma come poteva mai sapere? Ad una giovane fanciulla questo
mondo deve essere sconosciuto per non renderla impura, signorina.
».
« Smettila Sebastian … anche io, come mio fratello
ho avuto a che fare con il vostro mondo. Ma l'ho saputo troppo tardi.
».
Sebastian si ritrasse un po’. Quella ragazza era simile al
suo padroncino già, se n’era accorto appena
arrivata alla casa, undici mesi prima.
« Mi scusi, Milady, non volevo essere così
impertinente. », si scusò portandosi una mano al
petto.
« Non importa. Perché siamo venuti qui?
».
« Le volevamo mostrare una cosa, Signorina. ».
« … Volevamo? »
Il maggiordomo annuì e chiuse gli occhi per un secondo
« Sebastian », si sentì chiamare ad un
tratto.
La ragazza sussultò quasi e, improvvisamente si
alzò da quella panchina di marmo. Giurava di averla sentita
quella voce … ma non poteva essere lui.
« Bocch- »
« CIEL ?! », gridò la giovane.
Una figura spuntò dal sommo capo di quel rudere. Era
bellissimo, illuminato dalla luna che stava alle sue spalle e con il
suo mantello nero che si muoveva con il vento.
« Sono qui, Lady Adrian.».
Quel maggiordomo, ospitale.
23 Settembre,
venerdì pomeriggio.
UNDICI MESI PRIMA.
La grande finestra dello studio del giovane conte Ciel
Phantomhive, era bagnata dalla pesantissima pioggia che cadeva ormai da
giorni. Il conte, nonostante fossero le sette passate di sera, era
ancora chino sulle sue carte che lo avevano impegnato tutto il giorno.
Un fulmine.
Il ragazzino sussultò sulla sedia: i fulmini e i lampi lo
avevano sempre spaventato.
Qualcuno bussò alla porta.
« Bocchan … ».
«Dimmi Sebastian … », fece il conte
senza alzare gli occhi dalla lunga lista di nomi che aveva sotto gli
occhi.
«La cena è pronta, se vuole seguirmi verso la sala
da pranzo. », fece il maggiordomo
« Si, eccomi.».
Si alzò elegantemente dalla sedia e seguì il
bellissimo maggiordomo che lo attendeva sulla porta.
Ancora un altro fulmine che fece sobbalzare il conte. Sebastian,
dietro, rise per un attimo. Era così raro vedere il
signorino in un momento di paura, anche così banale.
«Per cena è servito del carne cotta nel vino
bianco con contorno di verdure grigliate con mango e semi di melograno.
Se preferisce come secondo abbiamo specialità italiane come
insaccati e formaggi, che di norma vanno serviti come antipasto. Per
dessert torta di mele.», fece il maggiordomo mentre posava le
pietanze sul tavolo.
Ciel, come ogni sera, ascoltava per inerzia tutto ciò che
diceva il suo maggiordomo senza prestare veramente attenzione. Per lui
una cosa valeva l’altra e Sebastian lo sapeva; ma si chiedeva
ancora perché gli lasciasse dire sempre fiumi di parole per
elencare la cena.
I domestici erano tutte alle spalle del bocchan in caso di bisogno.
Ciel incominciò a mangiare con il rumore della incessante
pioggia fuori, ignaro di tutto.
*DRIIIN DRIIIN*
All’improvviso il campanello della porta principale del
quadro generale dei campanelli, posto anche nella sala da pranzo,
iniziò a suonare.
«Sembra che abbiamo ospiti … » fece
perplesso Ciel.
«Vado subito io!» esclamò Meyrin.
«No! Sebastian, va’ tu. A quest’ora della
sera non è opportuno far aprire la porta ad una donna.
».
«Ai suoi ordini» rispose con un sorriso stampato in
faccia e si diresse verso la porta d’ingresso con un
candelabro in mano.
Giunto all'ingresso buio, Sebastian aprì la porta e non
riuscì a credere a quello che gli si parò davanti.
Alla porta, c’era una giovane Lady. La scrutò per
bene e notò che non era Lady Elizabeth, che ormai non faceva
più visita al casato.
Questa ragazza sembrava molto più grande di lei.
La giovane Lady era alta, ma molto meno di lui, avvolta in un lungo
mantello nero con fiocco rosso legato al colletto sotto il quale si
poteva notare un abito lungo di colore blu scuro tendente al cobalto.
In mano aveva un elegante ombrello nero di pizzo ormai bagnato con dei
ricami rossi. Aveva un cappello rigido nero anch’ esso con un
nastro di raso, sotto anche questo sotto il mento, che le nascondeva i
capelli.
La giovane alzò gli occhi verso il demone. E qui Sebastian
ci rimase.
Avevano la stessa profondità degli occhi del conte ma questi
erano di un verde caldo, avvolgente ma freddo allo stesso tempo. I
taglio degli occhi era netto, ma l’occhio grande.
«Buonasera, Lady … posso aiutarla?»
La giovane continuava a fissarlo da sotto l’ombrello corvino
e dal ciuffo castano che gli scendeva sugli occhi. Sebastian ancora non
capiva chi fosse e perché si comportava così
quella strana ragazza.
«Salve. Mi scuso se non ho invitato una lettera che
annunciava il mio arrivo, ma finalmente ho trovato casa Phantomhive,
giusto?», fece seria.
«Si, è questa. Lei è
…?»
«Mi faccia entrare la prego, ho bisogno di parlare con il
conte».
Sebastian strabuzzò gli occhi quasi come se fosse stupito da
come la ragazza si stava rivolgendo a lui.
«La prego, Lady, non mi dia del lei … Il conte
è in casa. Non è bello far attendere una dama, la
prego, entri».
«Grazie», rispose lei seria, ed entrò.
Sebastian non la perse d’occhio nemmeno un nano secondo.
Anche se era una lady doveva stare ben attento, poteva essere anche un
pericolo per il suo signore.
Ancora di spalle al maggiordomo, la giovane andò avanti e si
tolse la cappa con il grande fiocco rosso. Sebastian fu investito dal
suo odore di rose.
I suoi occhi divennero per un attimo rossi.
“Oh, che
ragazza interessante” pensò tra
sè.
La ragazza porse gli abiti al maggiordomo e finalmente poté
osservarla bene.
Occhi verdi, viso esile, bocca sottile e naso minuto il tutto
circondato da una frangia a ciuffo e capelli nascosti dal cappello.
«Signorina, il conte sta cenando in questo momento
… »
«Perfetto. Mi recherò li, allora. So perfettamente
dove si trova la sala da pranzo, maggiordomo.», fece
abbassando lo sguardo e rendendo quegli occhi verdi inespressivi.
Di certo Sebastian non si scompose: non gli era mai capitato che una
ragazzina facesse la fredda con lui, di solito, modestia a parte, tutte
si scioglivan o di fronte a lui. Continuava comunque a fissarla senza
tradire alcuna emozione.
Quella ragazza non poteva essere pericolosa: colrpo snello, andatura
leggera, bell’aspetto. Non poteva essere il corpo di
un’assassina.
«Io questa casa la conosco fin troppo bene»
sospirò infine con un velo di malinconia.
E da sola si diresse verso l’atrio della casa.
«Aspetti, signorina!» chiamò
elegantemente l’uomo.
Essa si voltò.
«Perché non aspetta il conte nel salotto? Il
signorino sta cenando, potrebbe anche risistemarsi nella nostra
guest-room».
Era gentile come sempre. Non bisognava mai mancare di rispetto oppure
essere scortese con una donna. Anche se questa entra nella residenza e
dice di voler il suo signorino. Guardò la ragazza e questa,
abbassò i suoi grandi occhi profondi color prato ed
annuì.
Sebastian si portò una mano al petto e, quasi inchinandosi,
si spostò avanti a lei guidandola verso la stanza degli
ospiti.
La ragazza aveva un’andatura lenta, malinconica. Si guardava
intorno ad ogni passo, quasi spaesata. Non rivolse una sola parola al
maggiordomo ed egli nemmeno. I suoi dubbi erano
più che tramontati: se fosse stata un’assassina
non avrebbe esitato nemmeno un attimo nell’eliminare un semplice
maggiordomo.
«Siamo arrivati. Prego».
Aprì la porta.
Gli occhi della ragazza si illuminarono.
«Ah …», sospirò. I
suoi occhi brillarono alla vista di quella camera.
«Vedo che è di suo gradimento,
signorina.» .
Non rispose ma entrò nella camera e si guardò
intorno confusa. Si, le sembrava tutto così famigliare ed
uguale a prima..
«Questa … questa è …
» balbettò in difficoltà. Sebastian era
davvero confuso.
« … la mia camera … »
La ragazza chiuse gli occhi e iniziò ad accasciarsi al
suolo. Il fiocco del suo cappello si slegò sciogliendosi una
cascata di capelli castano boccolati e lucenti.
«Signorina!», prontamente, la prese non facendola
cadere.
La ragazza era svenuta. La strana ragazza senza nome. Chi era? Che cosa
voleva? Perché poco prima disse che quella camera era la sua?
«Maledizione», fece Sebastian guardandola.
Decise di adagiarla sul letto e andare dal suo padrone.
«Cosa? » chiese il Conte
« Sì, signorino, una ragazza, sui diciassette o diciotto.
Adesso si trova nella camera degli ospiti, è svenuta appena
entrata. » fece rapporto l’elegante maggiordomo
serio.
« Ah, che seccatura. Immagino dovrò aspettare che
si svegli. »
« Già. » fece enigmatico il demone.
I demoni sono creature assai strane. Certo, non proprio come gli umani,
ma comprendono le cose molto prima di noi, e sanno se vi è
un pericoli prima ancora di imbattersi in esso. Sanno quando le cose
prenderanno il verso giusto o il verso sbagliato. Sanno che cosa
accadrà, ma non gli è permesso rivelarlo.
Per questo Sebastian comprendeva chiaramente che quella ragazza era
molto particolare. Di certo non era un ospite che arrivano alla
residenza tutti i giorni.
Nascondeva un segreto, un segreto grande.
Qualora il suo signorino gli avesse chiesto spiegazioni, egli era
obbligato a dire la verità. Ma il suo bocchan è
un tipo tosto e preferisce arrivare alla verità da solo.
Si, bhè, più o meno.
Improvvisamente la porta dove si trovavano i due si aprì.
Ciel si voltò.
Di fronte a lui, una giovane donna lo fissava con un’
espressione stupita. I suoi grandi e profondi occhi verdi lo colpirono
fin dentro al cuore. Era un’espressione conosciuta,
già vista da qualche parte. Cercava di catturare con il suo
occhio tutta la fisionomia della ragazza; non voleva perdersi nulla di
quella figura così famigliare.
Eppure dove l’aveva vista?
Dove?
Non riconosceva quel viso perfettamente ovale, incorniciato da perfetti
capelli mossi e boccolati che le ricadevano sulla spalle destra.
Si sentì un tuffo al cuore. No, non riusciva ancora a
comprendere che cosa ci facessi lì, questa ragazza avvolta
da un bellissimo abito blu cobalto, che lo fissava con la sua stessa
intensità.
Nessuno dei due parlò. Tutto scomparve, perfino il suo
fedele Sebastian. Si fissavano e si perdevano nella
profondità di quegli occhi.
Verdi contro blu.
« Ciel …» chiamò.
Non rispose.
Sebastian, affabile, guardò il suo padrone con un sinistro
sorriso.
« Ciel … io-io non so che dire tu.. tu sei
…»
“ Lo dica
signorina ” pensò il demone
« Mio fratello ».
Angoletto della fantomatica
autrice:
Oh mamma, complimenti a chi è sceso qua sotto *clapclap*.
Umh, la sorella si Ciel. Si è vero, se ne vedono tante. Ma
la mia è del tutto originale ahaha (oddio.)
Il prologo parla chiaro.
Nel prologo Ciel è demone.
Nel prologo c'è la sorella di Ciel e Sebastian.
Mmh, credo si capisca che riprende la parte finale dalla fan fiction,
no?
Per il resto dovrete leggere i secondo capitolo, anche
perchè nel primo non si capisce granchè.
Ci sono riferimenti al manga, anche se è una sorta di mix
anche con le anime, perchè sappiamo * SPOILER* che Ciel
diventa un demone.
...
Se c'è qualche errore segnalatelo. Si accettano SOLO
critiche costruttive. ( potrei uscire dal vostro pc e mangiarvi vivi se
iniziate a offendere me, della storria non mi frega più di
tanto ) ;)
Ci vediamo per il secondo capitolo, eh!
Commentateeeeeeeeeeeee *___*
|