Waiting
for Paradise
Rufy lasciò
scivolare l’indice lungo la colonna vertebrale di Nami,
sentendola inarcarsi contro di sé, un mugugno masticato tra
i denti e nascosto al vento.
Poggiò il
naso dritto contro la sua schiena, il respiro affannato a causa del
desiderio, un desiderio che non avrebbe mai immaginato di poter provare
- soprattutto, con Nami.
“Rufy?”
Lo chiamò con una voce sottile, stonava su di lei, sempre
così decisa e rude, ma il capitano quasi sorrise. Quasi,
perché la baciò prendendole il capo e
stringendola contro il suo corpo, vibrando quando le forme generose
della ragazza aderirono perfettamente al suo petto.
Era affannato,
disperato mentre le accarezzava quelle gambe affusolate, mentre baciava
ogni lembo di pelle di quel corpo voluttuoso. E la stanza si riempiva
di sospiri pesanti, di cigolii di molle vecchie d’un letto
consumato, di sesso e d’amore al tempo stesso.
Strinse forte la sua
vita, premendo maggiormente dentro di lei: un gemito strozzato, e le
mani di Nami si aggrapparono saldamente alle sue spalle magre.
Bocca contro bocca, la
sentì respirare affannata; seguiva ogni sua spinta di
bacino, modellandosi ai suoi movimenti perfettamente, le mani affondate
violentemente nei capelli neri di Rufy, ora che l‘orgasmo
sembrava così dannatamente vicino.
Alzò gli
occhi neri, la guardò preda di spasmi, un rivolo di sudore
che dalla tempia cadeva lungo il taglio del suo seno abbondante. Si
premurò di leccarlo, di farlo suo, sentendola vibrare e
stringere spasmodicamente le gambe intorno al suo bacino.
“Domani
sarà il grande giorno,” sussurrò Nami
contro la sua bocca, mentre la presa di Rufy si rafforzava.
“Potremmo morire, oppure arrivare dove nessun altro
è mai arrivato.”
Il capitano
sollevò gli occhi guardando fuori
dall’oblò; il cielo stava ormai schiarendo, i
respiri nella stanza si erano regolarizzati e Rufy non poté
fare altro che sorridere e guardare Nami negli occhi.
“Non ti
preoccupare, il tesoro sarà tuo.”
Lei
ricambiò il sorriso, un sentore di maliziosa
ovvietà: “E anche il re.”
N/a
Non so bene cosa dire.
Non so nemmeno cosa sto pensando, effettivamente, ma io li amo. Li amo.
Li amo. E spero li amiate un po’ anche voi, ecco.
Un bacio.
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