Waiting for Paradise

di Mimi18
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Waiting for Paradise



Rufy lasciò scivolare l’indice lungo la colonna vertebrale di Nami, sentendola inarcarsi contro di sé, un mugugno masticato tra i denti e nascosto al vento.
Poggiò il naso dritto contro la sua schiena, il respiro affannato a causa del desiderio, un desiderio che non avrebbe mai immaginato di poter provare - soprattutto, con Nami.
“Rufy?” Lo chiamò con una voce sottile, stonava su di lei, sempre così decisa e rude, ma il capitano quasi sorrise. Quasi, perché la baciò prendendole il capo e stringendola contro il suo corpo, vibrando quando le forme generose della ragazza aderirono perfettamente al suo petto.
Era affannato, disperato mentre le accarezzava quelle gambe affusolate, mentre baciava ogni lembo di pelle di quel corpo voluttuoso. E la stanza si riempiva di sospiri pesanti, di cigolii di molle vecchie d’un letto consumato, di sesso e d’amore al tempo stesso.
Strinse forte la sua vita, premendo maggiormente dentro di lei: un gemito strozzato, e le mani di Nami si aggrapparono saldamente alle sue spalle magre.
Bocca contro bocca, la sentì respirare affannata; seguiva ogni sua spinta di bacino, modellandosi ai suoi movimenti perfettamente, le mani affondate violentemente nei capelli neri di Rufy, ora che l‘orgasmo sembrava così dannatamente vicino.
Alzò gli occhi neri, la guardò preda di spasmi, un rivolo di sudore che dalla tempia cadeva lungo il taglio del suo seno abbondante. Si premurò di leccarlo, di farlo suo, sentendola vibrare e stringere spasmodicamente le gambe intorno al suo bacino.
“Domani sarà il grande giorno,” sussurrò Nami contro la sua bocca, mentre la presa di Rufy si rafforzava. “Potremmo morire, oppure arrivare dove nessun altro è mai arrivato.”
Il capitano sollevò gli occhi guardando fuori dall’oblò; il cielo stava ormai schiarendo, i respiri nella stanza si erano regolarizzati e Rufy non poté fare altro che sorridere e guardare Nami negli occhi.
“Non ti preoccupare, il tesoro sarà tuo.”
Lei ricambiò il sorriso, un sentore di maliziosa ovvietà: “E anche il re.”



N/a
Non so bene cosa dire. Non so nemmeno cosa sto pensando, effettivamente, ma io li amo. Li amo. Li amo. E spero li amiate un po’ anche voi, ecco.
Un bacio.




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