Raccontino dedicato
alla mia migliore amica
e alla nostra amicizia
In un
paese di...
Ehm, A Bologna che come voi sapete bene (perché lo sapete,
vero? Nd Autrice) è una città dell'Italia del
Nord, viveva, tanti e tanti attimi
fa (Eeeeh? Nd Lettori) (Niente, se mi lasciate continuare capirete! Nd
Autrice), una nobile cavaliere di nome Gaia... (No, ha il mio nome, non
è valido! Nd Autrice) ( -_-' Nd Lettori).
Bassa fino ad essere scambiata per uno gnomo, grassottella, col viso
paffuto e i capelli lunghi e folti, la nobile Gaia non toccava
ancora i vent'anni ed era debole e stanca. (^///^ Nd Autrice)
- Oh, se fossi vissuta nei beati tempi della... cavalleria!- soleva
ripetere sospirando, scordandosi (momentaneamente) di essere una donna
e quindi di non poter essere un cavaliere - Io sono nata per essere una
cavaliera, (Sì, come no! Nd Lettori) per compiere
imprese eroiche! (Tipo andare a prendere il pane! Nd Gaia) -
Non potendo prendere parte a nessuna impresa rischiosa (Tranne quella
di andare in bagno! ^///^ Nd Autrice ), non potendo compiere gesta di
valore, si era immersa nella lettura di romanzi di tutti i generi,
poemi
letterari, fanfiction.
E ne leggeva sempre d nuovi, scaricandoli da Internet, ovviamente.
Finì ben presto per non occuparsi più
né della scuola, né della scrittura, (Ok, non
sono io! Nd Autrice) che un tempo le era tanto piaciuta, per darsi
anima e corpo ai libri.
Leggeva giorno e notte (Chissà quanto pagava di
elettricità!).
Si scaricava tutti i libri che trovava e li leggeva senza posa. (Poveri
noi, se la beccavano era fritta! Nd Autrice) E lesse tanto e tanto
s'immedesimò nei suoi personaggi, tanto che uscì
di
senno.
E col cervello ormai fuori combattimento, pensò di farsi
cavaliere errante e di andare per il mondo con le sue armi in cerca di
avventure per accrescere il proprio nome e per acquistare fama e onore.
Poiché si vedeva già incoronata dell'alloro del
trionfo, (Io credevo s'incoronasse con la corona! Mah, sarò
io quella antica! Nd Autrice) non pose tempo in mezzo e un bel mattino
si abbigliò per partire definitivamente (Ma se
era già partita? Di senno, intendo! Nd Lettori) (Aspetta e
vedrai! Nd Autrice), si mise addosso le prime cose che
trovò,
prese una baguette, una pentola per la Paella (Che ci va a fare con pane e
pentola? Vuole per caso fare una scampagnata? Nd Lettori) (°///° Nd
Autrice) e m
ontata
in groppa al suo
caval... ( Cooosa? Un cavallo in città?? Nd Lettori)
cioè alla sua bicicletta, che lei credeva essere un bello
stallone... e, senza aver salutato nessuno, lasciò la sua
casa e si mise in cammino.
La bicicletta, però, dato che non è un oggetto
animato, non si muoveva e lei più non avanzava
più
gridava:- Su, Carlonta! Forza!
Ma Carlonta non la sentiva, d'altro canto come avrebbe dovuto fare? Era
solo una bicicletta... e continuava a non muoversi.
Forse furono le urla ad avvertirla o la cosa che si trovava
lì ma la migliore amica di Gaia (una ragazzina mingherlina,
agile e simpatica) si avvicinò per vedere cosa stesse
succedendo.
- Gaia, che fai?- Le chiese, in tono gentile
- Oh, chi foste voi di così belle maniere?- chiese Gaia,
guardandola con interesse
- Ma come chi sono? Sono Giorgia, non ricordi?- fece la nuova venuta,
ma senza successi.
- Giorgia? Se noi ci fummo incontrati di già io rimembrare
non posso! Ma perché non mi faceste il piacere di aiutarmi
con codesto cavallo?- rispose con queste parole Gaia, indicando la
bicicletta.
Ovviamente Giorgia si chiese cosa potesse essere successo all'amica e
perché dicesse che la sua bici era un cavallo.
- Certo! Vedi, devi pedalare!- le iniziò a spiegare come si
faceva a "pedalare", finito che ebbe scoprì quanto l'amica
potesse andare veloce.
Gaia andava così tanto di fretta che prese un palo in mezzo
alla fronte.
- Ma che diavolo fai?- chiese Giorgia, avvicinandole.
- Niente, messere! - fu la risposta.
Poi, pensò che il nome "Gaia" non fosse adatto ad una
cavaliera e decise di chiamarsi "Donna Casciotta" in onore del prode
"Don Chisciotte", il suo cavaliere preferito.
Tanto che c'era, decise di modificare anche quello del suo scudiere in
"Sanza Panza" ma presto si accorse di non averne uno.
- Messere, che ne direste di divenire il mio scudiere?- chiese
voltandosi di nuovo verso Giorgia la quale, non avendo ancora capito
bene la situazione, si guardò attorno per vedere se ci
fossero uomini in giro e, quando finalmente comprese che Donna
Casciotta stava parlando con lei, rispose di no.
Donna Casciotta, a quel punto, tirò fuori la baguette e la
puntò, quasi fosse stata una spada, contro l'altra ragazza.
- Perché non torniamo a casa, ora, Gaia?- chiese la futura
"scudiera", prima di accorgersi di avere una baguette puntata contro.
Giorgia strabuzzò gli occhi.
Che la sua amica fosse impazzita se n'era accorta subito, soprattutto a
causa dei vestiti di cui avrebbe chiesto spiegazioni più
avanti.
- Lei, messer Panza, non andrà da nessunissima parte se
prima
non mi avrete battuto, vile che non siete altro!- fu la risposta di
Donna Casciotta
- Panza? Chi è signor Panza?- chiese Giorgia che non sapeva
ancora di esserlo divenuta lei.
- Se tu, vile creatura!- Donna Casciotta stava decisamente male.
- Ok... Perché no? D'altro canto chi potrebbe mai battere un
pezzo di pane?- scherzò Giorgia.
Solo che Donna Casciotta non stava affatto scherzando e Giorgia lo
comprese solo quando concentrò l'attenzione sullo strano
abbigliamento di Donna Casciotta.
- Ma come ti sei vestita? Perché indossi una maglietta sui
pantaloni, un calzino in testa, le ciabatte pelose con il pupazzo di un
cane e la gonna sotto il maglione?- (Beh, sai com'è
è folle! Nd Lettori) Se avesse potuto, Giorgia sarebbe morta
dal ridere.
- Ti piace? E' la mia armatura!- Poi Donna Casciotta si
abbassò il calzino in testa.
Pochi minuti dopo Donna Casciotta e Sanza Panza, che preferiva farsi
chiamare Giorgia dato che non era del tutto abituata al suo nuovo nome,
iniziarono a pedalare verso il Centro della città.
Ad un tratto, però, due contenitori dell'immondizia
fermarono loro il percorso, facendo perdere l'equilibrio a Donna
Casciotta.
- Vili creature che non siete altro! Come vi permetteste a fermarmi il
cammino?- chiese la ragazza, iniziando a dar di sp... ehm, di pane...
contro il contenitore più vicino. L'altro, però,
continuava a divincolarsi cercando di colpirla o, almeno fu questo
ciò che parve a Donna Casciotta, tanto che la nostra
eroina iniziò a difendersi con la padella.
-Prendete questo e questo! Non vi permettete, eh! Cercare di usare la
magia contro la leggendaria Donna Casciotta! (Leggendaria? Lei? Nd
Lettori) - diceva di tanto in tanto.
Dopo pochi minuti Donna Casciotta si ritrovò coperta di
immondizia e così combinata si rimise in viaggio, tutta
contenta di aver vinto i due cestini dell'immondizia.
Più avanti incontrarono un ragazzo, cioè
chiamarlo così era un eufemismo dato i peli che uscivano da
tutte le parti, gli occhi verdi smeraldo, i capelli biondi, i brufoli
della grandezza di un sorcio che gli ricoprivano il viso, il naso
deformato e le labbra semi-invisibili.
Era, insomma, tanto brutto che Giorgia stessa si mise a strillare:-
Donna Casciotta un mostro! C'è un mostro! Mi difenda, mia
Signora!-
Donna Casciotta, però, pare avesse problemi di vista o forse
l'immaginazione le faceva brutti scherzi perché si butto
giù dal cav... ehm, dalla bicicletta e si
inginocchiò ai piedi del nuovo arrivato.
- Ma che stai facendo?- le chiese Giorgia ma non le fu dato credito
(Eh, non ne aveva bisogno! Nd Autrice) (-_-' Nd Lettori).
- Oh, dolce dama dai bei lineamenti e le pallide mani, come vi
chiamate? Vi prego di dirmelo perché io lo possa ripetere
quando mi troverò all'oscurità! Lascite che il
mio cuore palpiti al solo pronunciare un nome tanto meraviglioso come
siete voi!- supplicò, senza accorgersi che il ragazzo la
stava osservando spaventato.
Dopo aver preso un respiro profondo dichiarò con voce acuta
e stridula:- Mi chiamo Gianmarco!-
Se vi aspettaste di veder Donna Casciotta scappare via difilato vi
stareste sbagliando di grosso perché lei iniziò a
dire:- Alfonso! Che bel nome! Avete una voce che nemmeno gli usignoli
riuscirebbero a comparare! (Ma ha sentito bene il nome? Ha detto
Gianmarco non Alfonso! Che ha problemi di udito? Nd Lettori) (Avete
appena rovinato la parte più romantica del racconto, siete
contenti, ora? è_é Nd Autrice)-
- Ma chi è lei?- chiese un ragazzo comparendo dietro di loro.
- Donna...- Stava per dire Donna Casciotta ma Sanza Panza la
bloccò:- Una povera pazza che vi chiede scusa!-
Donna Casciotta, che non amava essere denominata "pazza"
tirò fuori la sua spa... ehm, baguette e la puntò
contro al nuovo arrivato.
- Vile creatura, non osare mai più chiedere chi sono io! Tu,
invece- puntò la sp... baguette contro a Sanza Panza,
concludendo:- Non darmi mai più della "pazza"!
Il ragazzo, che aveva capito la situazione decretò:- Io sono
il principe Stazio IV! Se vuoi diventare cavaliere devi fare un impresa per mio conto: Uccidere il drago che si trova al di là di
Porta
Saragozza!- Ghignò, quando vide il volto di Donna Casciotta
illuminarsi d'immenso.
- Mi spiace, Mio Signore, non volevo offenderla, prima! Io e il mio
scudiere partiremo in mantenente!- Così detto prese la bici
che Giorgia si era preoccupata di non farle rubare e andò a
tutta birra verso Porta Saragozza.
Non è ancora del tutto chiaro se fu a causa della sua sempre
più fervida immaginazione o a causa di una curva troppo
stretta ma non voltò neanche l'angolo che andò a
sbattere la zucca contro un tavolino di un bar messo fuori per i
clienti.
- Ahi!- disse all'inizio.
- Stai bene?- chiese Sanza Panza avvicinandosi.
Quando riuscì a vedere, non poté credere ai suoi
occhi. Infatti Donna Casciotta era caduta in avanti, continuando a
tenere sempre la bicicletta. Il suo busto era appoggiato al contrario
sulla sedia, mentre la testa pendeva nel vuoto.
Ma la cosa che scioccò di più Giorgia fu che
stava continuando a pedalare e sembrava non si fosse accorta di nulla.
Così dovette essere lei a levarle la bici di dosso con la
forza.
Donna Casciotta la guardò con sguardo vacuo. (Ahi! Nd Tutti
quelli che hanno capito cosa succederà fra poco)
- Donna Casciotta, stai bene?- ripeté Giorgia, spaventata
cercando di mettere in piedi la vecchia amica.
La ragazza non rispose se non quando fu di nuovo in piedi.
- Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiih!- Nitrì, infine.
Giorgia la guardò meditando sulla salute mentale della
ragazza. Donna Casciotta sbuffò prima di nitrire
nuovamente.
Poi, con gesto fulmineo prese in groppa l'amica e partì per
non si sa bene dove, come se fosse stata un cavallo imbizzarrito.
Ancora oggi non hanno fatto ritorno.
Intervista a Sanza Panza
Salve, signora Panza!
Non mi chiamo
Panza, non lo avete ancora capito?
Sì,
sì certo! Allora, ci dica, dove siete finiti, alla
fine?
Guardi, signora,
se mi deve prendere in giro prenda prima il numeretto che ce ne sono
molti prima di lei!
No, non la volevo
prendere in giro! Sinceramente dove siete finite?
Non lo so! Quella
pazza della mia migliore amica sta ancora andando al galoppo da qualche
parte!
Allora lei come fa a
trovarsi qui?
Sono qui
perché mi sono buttata giù da cavallo! Pensi che
sono atterrata su un cactus, un dolore!! *Sanza Panza inizia a levarsi
spine invisibili da tutte le parti*
Ok, arrivederci,
signora Panza!
Non mi chiamo
Panza-a-a!!
Intervista a Donna
Casciotta
Lo sa di avere seri
problemi con i cestini del pattume, lei?
Che cos'è
il pattume??
E' quello che ha fra
i capelli!
Ho qualcosa fra i
capelli?
Lasciamo perdere...
Passando a un altro argomento: come ha fatto a confondere un re con un
popolano?
Di chi sta parlando,
scusi? *Donna
Casciotta inizia a guardare male l'intervistatrice*
Ok... Argomento
più semplice: Lei come si chiama, nella realtà?
Donna Casciotta!
Ma prima come si
chiamava?
Donna Casciotta!
Ma prima di Donna
Casciotta...?
Gliel'ho detto,
messere, mi chiamavo *Donna
Casciotta si avvicina all'intervistatrice e le urla in un orecchio*
DONNA CASCIOTTA!!
Ok, Donna
Casciotta... *L'intervistatrice
esce rimbambita e con il cattivo presagio che probabilmente non
tornerà mai più come prima di quell'urlo*
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