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gennaio-parte I
Alle prime
luci dell’alba, Castiel si materializzò nella stanza dei
due fratelli, che dormivano beati. Troppo presto.
Si
avvicinò al letto di Dean e si sedette su. Dean aprì
immediatamente gli occhi, ed era già pronto a scattare, se non
avesse riconosciuto il volto del suo assalitore.
“Cass.
Ma che diavolo?!? Sono appena le 4! Noi umani abbiamo bisogno di
dormire, sai?” borbottò.
“Dean,
ho scoperto cosa sta succedendo a Cupido” si limitò a
rispondere l’angelo.
“Non
potevi aspettare qualche ora per dirmelo?”.
Castiel non
rispose alla domanda di Dean e iniziò la spiegazione.
“È
complicato” disse sospirando “questo Cupido è…
depresso” aggiunse poi.
“Depresso?!?”
ripeté Dean sconcertato “Cupido depresso? Che è
successo è stato mollato dalla sua pollastra?” .
“Cupido
non ha animali” ribatté Castiel, mostrando di non aver
capito affatto la battuta. Dean sollevò un sopracciglio.
“ È
nuovo” proseguì Castiel “e non sa fare bene il suo
lavoro, così ha litigato con gli altri fratelli…”
l’angelo guardò la faccia esterrefatta di Dean e si
fermò un attimo, innervosendosi un po’. Anche se non
c’entrava per niente, si sentiva a disagio ad ammettere la
stupidità dei suoi fratelli angeli. “…E per
vendetta ora fa innamorare tutti” proseguì, schiarendosi
la voce.
“Aspetta!
Mi stai dicendo che quel figlio di puttana va in giro ad accoppiare i
primi poveracci che incontra solo per dispetto ai fratelli?”
sintetizzò Dean sconvolto.
“Sì”
si limitò a rispondere Castiel.
“Figlio
di puttana” sputò fuori Dean.
Svegliato del
tutto il cacciatore mise in moto il suo cervello, varando tutte le
possibili mosse. Ma esordì con un “come lo fermiamo?”.
“Non
lo so” affermò Castiel “ho provato a parlargli ma…
è emotivamente instabile”.
“Emotivamente
instabile?” ripeté Dean.
“Sì.
Ho passato tre ore a cercare di farlo smettere di piangere”
affermò Castiel senza l’ombra di vergogna sul suo volto.
Il suo modo di consolare consiste nello stare fermo immobile, come un
palo, braccia unite al busto, mentre gli altri si buttano addosso in
lacrime. Chissà se un giorno, tipo nel 2014, ripensando a
questi momenti ci riderà su!
“È
pericoloso?” chiese Dean, pensando se fosse il caso o meno di
attaccarlo spudoratamente.
“Non
è uno che ama combattere” rispose Castiel.
Dean non
rimase colpito da quella affermazione, infondo era sempre un cupido,
anche se faceva più danni di un demone!
“E
allora che cazzo facciamo?” sbottò Dean.
“Balthazar
mi ha suggerito di mandare voi due. Secondo lui se gli parlate
potreste risolvere la situazione”. Ma l’angelo biondo
aveva in mente tutt’altro. Lui sperava che la linguaccia lunga
di Dean riuscisse a farsi odiare dall’angelo dell’amore.
Castiel
lasciò Dean ai suoi pensieri. Dopo qualche ora anche Sam si
svegliò. Appena in piedi Dean gli raccontò tutto quello
che gli aveva detto Castiel. Entrambi convennero che una visitina al
cupido non era poi una così cattiva idea.
Uscirono dal
motel e si avviarono a piedi verso Grey Stone. L’Impala
parcheggiata fuori l’entrata del motel, era inutilizzabile a
causa del traffico. Ad entrambi non fece piacere camminare per un ora
e mezzo, specialmente a Dean che non faceva che lamentarsi di aver
abbandonato la sua piccola fuori un fottutissimo motel nel mezzo del
nulla. Pazientemente Sam gli ripeteva che non potevano fare
altrimenti.
Finalmente
arrivarono a destinazione. La città pullulava di persone. Il
cronista non aveva mentito! Era esattamente come l’aveva
descritto. Gente che pomiciava ovunque, una fila enorme fuori la
cappella… era semplicemente pazzia!
“Come
lo troviamo in tutta questa confusione?” chiese Sam guardandosi
intorno.
“Non
ne ho idea” affermò Dean “continuiamo a dare
un’occhiata, qualcosa ci inventeremo” terminò poco
convinto, ma deciso a non darsi per vinta.
Attorno a
loro c’era gente che praticava l’amore libero, essi erano
di ogni genere, razza, rango… specie e materia. Ai due vennero
i brividi.
Qualcosa andò
a sbattere contro Dean. Lui si girò di scatto, pronto ad
attaccare se ne fosse stato necessario. Ma quando si girò
trovò due uomini che si slinguazzavano-perché non era
un bacio, era proprio un arrotolarsi di lingue- e trattenne a stento
un commento di disgusto.
“Andiamo
subito via di qui” si affrettò a dire a Sam.
I due
aumentarono il passo e si diressero nella direzione opposta alla
folla. Si infilarono in un vicolo appartato e si fermarono a prender
fiato. Trovarono una scala antincendio fissata al lato di un edificio
diroccato, dove viveva qualcuno a quanto sembrava. Salirono sul tetto
e si sedettero, ognuno intento alle proprie riflessioni.
Dopo un po’
Sam esordì “Forse dovremmo chiamare Castiel. Lui può
dirci dove trovare Cupido”.
“Ero
convinto che trovare un uomo nudo in una cittadina così
piccola non sarebbe stato difficile. Mi devo ricredere, qui sono
tutti nudi!” disse Dean esasperato “sì è
meglio chiamare Cass”.
Sam lanciò
uno sguardo a Dean, che nel frattempo stava guardandosi intorno.
Quando percepì il suo sguardo, impiegò un minuto a
capire cosa voleva.
“Perché
sempre io?” si lamentò, di nuovo.
“Dean,
quante volte ancora dobbiamo fare questa discussione” gli
rispose Sam, di nuovo.
Dean ferito
nell’orgoglio chiamò Castiel, di nuovo.
Dopo una
serie di minuti, Castiel non apparve e Dean cominciò a
spazientirsi. Anche svuotando i suoi polmoni, Dean non scorse il
trench dell’angelo.
Passata
un’ora, i due cacciatori cominciarono ad annoiarsi.
“Andiamoci
a prendere una birra” propose Dean.
“E
tornare in mezzo a quella folla di matti? Prendine una anche per me,
io da qui non mi muovo” disse Sam.
Dean capì
che non era una buona idea, così si acquietò, più
o meno.
La quiete
durò circa tre minuti, Dean aprì di nuovo bocca.
“Non
mi và di passare il mio compleanno a risolvere questo fottuto
caso” bofonchiò.
“Non
sarebbe certo il tuo compleanno ideale” rispose Sam ridendo,
sapeva bene i gusti del fratello.
“Certo
che no! Domani voglio proprio divertirmi! Sai cosa farò?”
chiese, stuzzicando Sam.
“Sesso,
droga e rock’n roll” rispose Sam sarcastico.
“Sul
sesso ci hai preso in pieno! Un compleanno per essere perfetto deve
essere festeggiato in un locale di strip-tees, con tanto alcool e
soprattutto molto sesso!” disse fantasticando già con la
mente.
Sam si
sarebbe anche divertito a rispondere al fratello, ma si accorse
dell’angelo dagli occhi blu che era entrato in scena proprio
all’inizio dell’ultimo discorso di Dean. Quest’ultimo
non si era accorto di nulla, intento nelle sue fantasie perverse.
“Cass!”
chiamò improvvisamente, ridestando Dean dalla sue fantasie.
“Ciao
Sam” gli rispose l’angelo.
“Finalmente!
È più di un’ora che mi sgolo a chiamarti!”
si intromise brusco Dean.
“Ero
impegnato” si giustificò, semplicemente l’angelo
“perché mi avete chiamato?”
“Cass
devi portarci da Cupido in questo casino non si capisce niente”.
Appena Sam
ebbe finito di dire quelle cose, l’angelo si materializzò
dietro di loro e li trasportò.
Erano in una
stanza, le vetrate erano ricoperte di mosaici con rappresentazioni
religiose.
“La
cappella!” esclamò Dean “perché non ci
abbiamo pensato prima? Figlio di puttana!”.
“CAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAASS!”.
Si sentì
un urlo provenire dietro le spalle dei due cacciatori.
Una figura,
che ad occhio e croce, sembrava umana si diresse di corsa verso
l’angelo col trench, finchè non gli fu abbastanza vicino
da stritolarlo in un abbraccio. I due ragazzi sapevano che quello era
il saluto dei Cupido, ma sapevano anche che quello era il loro
segnale per mettersi al riparo. Si sparpagliarono e si coprirono il
meglio che poterono, Dean chiuse addirittura gli occhi per non
guardare. Quando li riaprì di nuovo notò due figure
umane: una con il trench, l’altra nuda, che li guardavano senza
capire cosa stessero facendo, quello dagli occhi blu aveva
addirittura inclinato la testa di lato.
Dean lanciò
uno sguardo a Sam, che ricambiò con lo stesso stupore.
“Niente…
saluto?” si azzardò a dire quest’ultimo.
“ciao
ragazzi! Voi dovete essere i Winchester” rispose soltanto
Cupido.
I due si
scambiarono un'altra occhiata, dubbiosi se avanzare o meno. Dean gli
lanciò un occhiata eloquente, gli stava dicendo di andare
prima lui. Sam corrucciò le sopracciglia infastidito, poi si
decise a tornare al centro della sala, a passi molto lenti e stando
molto bene attento a quello che faceva Cupido. Questi di tutta
risposta si strinse ancora di più su Castiel, squadrando
dall’alto in basso il tipo alto che avanzava. Quando Dean vide
che non accadeva nulla, tornò anche lui dagli altri.
“Allora”
esordì Dean “andiamo al dunque, questa storia deve
finire!”.
“Quale
storia?” rispose Cupido, facendo finta di nulla.
“Figlio
di…”
“Dean!”
lo fermò in tempo Sam “Questa faccenda che chi entra
nella città s’innamora è sbagliata! Non puoi
abusare dei tuoi poteri così!” concluse.
“Perché?”
ribattè Cupido.
“Perché
questi poveracci non meritano quello che gli stai facendo!”
riprese Dean brusco.
“Perché?”
“Perché”
Sam anticipò Dean “non è questo il tuo compito!
Tu puoi usare i tuoi poteri solo sulle persone predestinate non
chiunque!”.
Il Cupido
ignorò tutte le parole dei due e continuò a stringersi
a Castiel. Questi rimaneva impassibile.
“Cass”
chiamò Dean “dì qualcosa, figlio di puttana!”.
Le ultime
parole del cacciatore catturarono l’attenzione dell’angelo
dell’amore.
“Come
hai chiamato il mio Castiel?” disse furioso.
Sam e Dean si
guardarono negli occhi, intuendo che qualcosa non era andato come
doveva andare.
“Dean
non voleva offendere” Sam difese il fratello, presumendo che ne
avesse molto bisogno. Infatti, una sgradevole sensazione lo pervase.
L’istinto suonava l’allarme rosso.
“L’ha
chiamato figlio di puttana!” ribadì Cupido adirato.
“E
allora?” rispose Dean laconico, senza capire quanto fosse in
pericolo in quel momento.
Cupido si
staccò da Castiel, che nemmeno lui aveva capito cosa stesse
per accadere, per fronteggiare il cacciatore maleducato. Dean di
tutta risposta impostò la sua posa più da duro che
aveva.
“Dean!”
lo richiamò Sam.
“Stai
indietro Sam. Ci penso io a questo angelo senza pannolone!”.
“Angelo
senza pannolone!” urlò il cupido, rosso in viso “ti
mostro io cosa può fare questo angelo senza
pannolone!”.
Così
dicendo, in un lampo posizionò la mano sulla fronte di Dean e
scagliò la sua punizione.
Il cacciatore
indietreggiò con gli occhi spalancati. Si squadrò da
capo a piedi per vedere se era tutto a posto. Apparentemente lo era.
Poi guardò il fratello per capire se lui vedesse qualcosa di
strano. L’altro di tutta risposta fece spallucce, mostrando una
sguardo confuso. Allora guardò Cupido che invece sorrideva
maligno.
“Cos
è? Hai fallito? Ti servono arco e frecce o che?” disse
sollevato.
Il Cupido gli
rispose con un sorriso ancora più accentuato. Poi si avvicinò
a Castiel, che era rimasto esattamente dov’era dall’inizio,
e lo posizionò dinanzi a Dean.
Questi sentì
un’improvvisa forza che si insinuava in sé. Sentiva che
il suo corpo si muoveva da solo, era come posseduto. Ma la sua mente
era lucida. Così vide quello che accadde, ma non potè
evitarlo.
Il cacciatore
sentì una strana forza che lo atterrava, così cadde in
ginocchio davanti all’angelo. Poi si allungò in avanti e
abbracciò la gamba di Castiel.
Tutti, tranne
Cupido, rimasero sconvolti persino Castiel, che fino a quel momento
sembrava aver spento il cervello, riuscì ad agitarsi dicendo
“Dean!” con una certa ansia.
“Che
cazzo sta succedendo?” disse Dean ancora avvinghiato alla gamba
di Castiel.
“Cosa
gli hai fatto?” chiese Sam preoccupato.
“Gli
insegno a rispettare Castiel” rispose pacato Cupido.
“Non
ce ne è bisogno” disse Castiel, che stava capendo la
gravità della situazione.
“Questo
è per sdebitarmi della tua gentilezza” gli rispose
l’altro, senza ascoltare le sue parole. Dopodiché svanì,
lasciando i tre in quella posizione.
“Aspetta!”
gli gridò l’angelo con il trench, ma invano.
“Fa
qualcosa Cass!” disse Dean supplice.
“Ehm…”
Castiel era abbastanza confuso “Non so che fare” ammise.
“Come
no…?”
“Dean
smettila!” ordinò Sam.
“No!
Non la smetto! Non sei tu quello attaccato alla gamba di Cass!”
ribatté il biondino.
“Cerchiamo
di capire cosa ha fatto Cupido” propose Castiel.
“Lo
avrà fatta innamorare di Cass” sentenziò Sam,
dato che era la risposta più facile.
“Io
non mi sento innamorato di Cass” ammise Dean con una certa
riluttanza.
“Prima
di tutto, stacchiamolo da lì” suggerì Sam a
Castiel.
L’angelo
dagli occhi blu prese Dean per le spalle e lo sollevò, come se
fosse un poppante, rimettendolo in piedi. Ma non fù una mossa
felice, più o meno. Appena staccatosi dalla gamba di Castiel,
Dean si aggrappò alla prima parte del corpo dell’angelo
che aveva davanti. Dato che erano alla stessa altezza, il cacciatore
serrò l’angelo in un abbraccio micidiale, quasi
soffocandolo. Castiel emise un grugnito, mentre Sam iniziò a
ridere.
“Non
è stata una buona idea” sentenziò Castiel.
“Non
lo è stato per niente!” rispose Dean, vicino al suo
orecchio.
“Vediamo
se ho capito” disse Sam pensoso “Dean è attratto
dal corpo di Cass…”
“Non
dire stronzate!” lo interruppe Dean.
Sam sorrise e
proseguì “intendevo dire, che Cupido ha fatto in modo
che il tuo corpo fosse attratto da quello di Cass” e qui
soffocò un’altra risata.
“Quel
figlio di puttana!” sbottò Dean.
“Non
capisco cosa ci sia di rispettoso in questa cosa” confessò
Castiel.
“Che
vuoi dire?” disse serio Sam.
“Cupido
ha detto che gli avrebbe insegnato a rispettarmi, ma non vedo dove
sia il rispetto di cui parlava” spiegò Castiel.
“Mmh…”
mugugnò quello bruno “hai ragione” concluse,
“forse ci sfugge qualcosa”.
“Smettetela
di chiacchierare e staccatemi da qui!” urlò Dean.
“Forse
dovrei chiamare Balthazar” propose Castiel, non curante delle
proteste di Dean.
“Balthazaaaaaaaaar!”
chiamò improvvisamente Dean.
I due
rimasero spiazzati, ben sapendo che Dean non avrebbe chiamato l’altro
angelo così facilmente. Sam si decise per la disperazione,
invece a Castiel rimase il dubbio tanto che chiese al biondino
“Perché hai chiamato Balthazar?”.
“Non
lo so” ammise Dean.
D’improvviso
apparve Balthazar “mi avete chiamato? Ero quasi convinto che
fosse la voce di un certo cacciatore!” l’angelo si fermò,
vedendo la scenetta e commentò “spero non sia un vostro
giochetto erotico, perché mi darebbe parecchio fastidio!”.
“Chiudi
il becco, figlio di puttana!” disse Dean imbarazzato.
“Comunque”
riprese Balthazar “non dovete chiamarvi! Ma dato che sono qui
cosa volete?”.
“Io
ho detto che dovevo parlarti” disse Castiel “e Dean ti ha
chiamato, credo sia la punizione di Cupido”.
Salve!
Rieccomi qua
con il secondo capitolo!
Finalmente
avete conosciuto il famoso Cupido... io lo trovo adorabile >.<
Eh, sì...
Balthazar ci voleva, non poteva mica perdersi quelle adorabili (?)
scenette?
In realtà
è stato lui a chiedermi di essere inserito... non vedeva l'ora
di sbeffeggiare un certo cacciatore.
Vabbè
bando alla ciance... posto presto il capitolo 2 perchè mi
metto pressione da sola (LoL) e mi impongo a finire la fic.
Grazie a
tutti coloro che mi hanno recensito questo sclero assoluto! Non
immaginate nemmeno quanto mi rincuori sapere che vi piaccia... spero
che questo e i prossimi siano di vostro gradimento!
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