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Fandom:
Ao No Exorcist
Rating:
Per tutti
Personaggi/Pairing:
Lil!Rin Okumura, Rin Okumura, Lil!Yukio Okumura.
Tipologia:
OneShot
Lunghezza:
Avvertimenti:
Family Fluff, FlashFic
Genere:
Generale, Sentimentale, Introspettivo, Malinconico
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho
elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di KATOU
Kazue, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo
di lucro ed è ispirata a questa immagine trovata su Tumblr →
http://geekotakunerd.tumblr.com/post/12873589977/x
FROM THE PAST, TO
THE FUTURE
“LASCIA
STARE YUKIO! VATTENE VIA!”
La vocetta
infantile, e sull'orlo delle lacrime, dello scricciolo di fronte a sé fece
sorridere il diciottenne che, con la custodia della spada a tracolla, sentì il
cuore gonfiarsi di un'improvvisa tenerezza.
Erano così piccoli,
quei due cuccioli di uomo, e così fragili all'apparenza, con tutti quei graffi e
quei tagli sul viso, che per un attimo venne preso dal bisogno di abbracciarli
forte e proteggerli.
Ma si trattenne.
Nel profondo del
cuore sapeva che non erano veramente quello che sembravano, due bambini
indifesi.
Sapeva che nel
futuro sarebbero diventati qualcosa di più, che avrebbero superato e affrontato
momenti di estrema difficoltà e che, soprattutto, sarebbero rimasti assieme,
come si erano sempre promessi; gentilmente, il ragazzo s'inginocchiò di fronte a
loro, poggiando una mano sulla testolina arruffata del bambino che lo
fronteggiava, con le braccia aperte a difendere quello che gli si nascondeva
alle spalle, che tremava nella sua salopette troppo grande.
“Tu
non farai del male al mio fratellino!” strillò lo scricciolo, scostandosi dal
tocco affettuoso del ragazzo: “Proteggerò Yukio, così che possa diventare un
dottore come ha sempre sognato!”.
Lui sorrise,
annuendo: “Lo so che lo farai.” disse, “E continua a farlo sempre, perchè quel
quattrocchi fifone avrà sempre bisogno di te, me lo prometti?”.
Stupito dal tono caldo con cui il più grande gli si era rivolto, per un attimo,
il piccolo Rin Okumura restò interdetto, abbassando leggermente le braccia e
permettendo così al fratellino di sporgersi e guardare negli occhi il ragazzo
davanti a loro.
Qualcosa, in loro,
gli ricordava il fratellone, anche i folti ciuffi scuri che gli incorniciavano
il viso avevano qualcosa di familiare.
“Oniichan,
Rin-niisan mi protegge e mi aiuta sempre... Te lo giuro...” bisbigliò,
aggrappato alle spalle del bambino: “Non fargli del male... Non è un demone”.
Il maggiore rise di
cuore: “Cosa ti fa pensare che potrei fargli del male?” chiese, avvicinando il
volto a quello graffiato del piccolo, che abbassò lo sguardo, imbarazzato, “Sei
un esorcista, e gli esorcisti uccidono i demoni. Shiro-tousan me l'ha detto...
Ma ti stai sbagliando, Rin-niisan è un umano.” proseguì coraggiosamente.
Per un attimo, il
diciottenne sembrò rabbuiarsi a quelle parole, ma subito ritrovò il sorriso e,
sistemandosi meglio la custodia in spalla, gettò le braccia al collo del
piccolo, che sparì nella sua stretta: ignorò le proteste e i deboli calci che il
fratello di questi gli dava, ridacchiando tra sé e sé per la poca forza,
malgrado l'impegno, e nel frattempo mormorò all'orecchio del cucciolotto, che
tremava terrorizzato, poche parole, che ebbero però il potere di calmarlo
all'istante.
Quando lo lasciò
andare, Rin si gettò su Yukio, afferrandolo per il braccio e portandolo via
quasi di peso.
L'esorcista si
alzò, asciugandosi una lacrima fuggiasca prima che questa arrivasse anche solo
al naso, osservandoli allontanarsi.
Ti voglio
bene, fratellino..
E sperava che
quelle poche parole, da quel passato, arrivassero fino al futuro, che
continuassero a celarsi nel cuore del suo Yukio, facendogli capire quanto forte
era il sentimento che provava per lui.
Con un sospiro,
girò i tacchi e se ne andò, sotto il sole ormai al tramonto.
Era venuto sin lì
per una missione importante, si era lasciato prendere fin troppo a lungo dalla
nostalgia: doveva mettersi al lavoro oppure Shura e gli altri lo avrebbero
sgridato.
“Umph,
neppure da Paladin riesco a liberarmi di quell'impicciona...” borbottò tra sé e
sé: “Come se già mio fratello non fosse sufficiente!”.
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