dYSTURBIA____
{Una Tragedia Semiseria
in numerosi e confusi atti.}*
Rating:
giallo.
Pairing: ruki x ................. ???
Genere: introspettivo,
romantico, erotico
Disclaimer:
I personaggi di questa fan fiction non
mi
appartengono e tutto quello che ho scritto è
frutto della mia
mente. Tuttavia se ci dovessero essere delle minime somiglianze ai
personaggi reali questo non può che essere un fattore
estremamente
positivo, non vi pare?
«...lottammo
a denti stretti entrambi, lei contro il pavimento e
io contro
la perdizione, due “p” , principio
comune per futuri
fallimenti...».
Aggiungeteci pure un altro personaggio (in cerca di autore) a vostra
scelta. Bene, sappiate che non sarà mai in grado di battere
il terzo prescelto,
integrante della storia.
Buona
Lettura.
Il
preludio con stile: La
costellazione dei Personaggi.
Giunse sino alle mie
delicate narici un intenso puzzo di bruciato, spezzando l'equilibrio
mattutino della mia stanza dormiente: oltre che a coprire la costante
presenza di polvere accumulata sulle tende broccate (dalle fantasie
piuttosto pacchiane, per via della bassa qualità del
prodotto, dato
che la mamma le aveva prese in fretta e furia in un posto anonimo tra
una cicca e l'altra, pagando il meno possibile), questo nauseabondo
odoraccio interruppe e surclassò pure il ticchettio ameno
della
pioggia contro il vetro, ingrassato dai miei continui tentativi di
ricalcare il moto degli uccelli nel cielo. Nonostante il puzzo di
stantio fosse elevato lì dentro, quel nuovo odore
riuscì
inspiegabilmente a sovrastare il tutto; La sua natura era
inconfondibile, dato che potevo distinguerlo tra la mistura
indefinita di sapori/odori che mi si erano appiccicati su labbra e
dita.
Così alzai metà busto,
giusto per coglierlo totalmente e arricchire il mio panorama della
sfera olfattiva. Era caramello fuso, probabilmente sgocciolato
chissà
da quale tegame; l'unica cosa certa era che adesso mi arrivava
direttamente in viso, impregnandolo di uno schifoso appiccicume. Lo
sentivo posarsi sulla mia pelle, invaderla ed ungerla fino alle
clavicole, con un tocco di indecenza.
Strofinati gli occhietti
scuri con le mie ditina grassottele mi diressi verso la fonte, che
credevo essere erroneamente mia madre. E come ho sottolineato
poc'anzi, il fautore di tutto quel susseguirsi di travasamenti/
rumori molesti non era una figura piacevole alla vista,
bensì
qualcuno di cui non conoscevo proprio nulla.
Se lo avessi analizzato
con gli occhi di un moralista, ve lo avrei descritto come un burbero
quarantenne incline all'indecenza, e qui metterei sotto la vostra
attenzione i boxer cadenti e una pelle flaccida e antiestetica sul
punto vita, ma siccome mi ritengo tutt'altro che tale, preferisco
darne un ritratto ancor più pittoresco, quasi sfociando nel
blasfemo.
Apparte il fatto che
ancora non mi capacito come mia madre riesca a portare in casa certi
elementi sbagliati, e poi diamine, non ti accorgi che quel diavolo di
un codino è passato di moda tra i "vecchi" della tua
età?
Questa proprio a mia madre non gliela passo! E poi guardate un po'
come impugna quella povera creatura, una volta conosciuta come
"tegame" e mi riferisco in particolare all'altro giorno
quando aveva ancora un sesso definito (sempre considerando il fatto
che i tegami ne abbiano uno), vogliamo poi osservare con quanta non
chalance porta le sue mani sulla parte posteriore e trae conforto da
una grattatina? Insomma mai gli avrei dato un centesimo a quel tipo
lì.
- Lascia qui-
commento dall'enormità della XL , che tra l'altro mi arriva
ai
piedi, parendo un piccolo uomo abbandonato al suo mondo di stoffa
nero; Ma se vogliamo fare una storia di quell'indumento potrei pure
dirvi che apparteneva a mio padre.
-Mmm ?- mi squadrò
dalla testa ai piedi, con la tipica aria dei conquistadores spagnoli
alla vista di un indigeno di colore. E notare qui l'indignazione
dipingersi sul suo volto. Ah cari e vecchi vincoli sociali ormai
surclassati! Aggiunse una frase sconnessa a quel mugolio scocciato di
un attimo fa - Che cosa vuoi moccioso?- da notare
è con quale
amorevole tono ha interpellato la mia persona, voglio dire, neanche
di fronte a un imperatore ci si rivolge con tanta sopraffina
gentilezza!
In risposta mi venne
naturale uno sbuffo altrettanto reale, seguito da un discorso
interrotto sul più bello dalla voce stridula di un terzo
cortigiano.
E qui la situazione rasentò il paradossale.
-Senta signore, non so
chi l'abbia invitata qui dentro, ma è cortesemente pregato
di non
appiccare incendi, uno per la convivenza pacifica e due
perché non
si trova in casa sua. E detto in parole meno composite, MOLLA QUEL
DANNATO TEGAME E VATT...-
-Sono
pronte le crepes? Insomma quanto ti ci ...- un
altro
individuo si parò con l'imponenza di un metro e
sessantasette
davanti ai nostri occhi allibiti, e anch'egli sembrò reagire
allo
stesso modo nostro. Subito dopo usò l'arma dei dilettanti:
un dito
puntato contro di noi e la domanda retorica, come se fosse il padrone
di casa
-E voi chi diamine
siete?-
A questo punto credo che
sia naturale porsi degli interrogativi circa la provenienza di certi
elementi, e visto che siamo in tema riflessione, perché non
interrogarsi pure sul motivo di tale parata dell'idiozia? Non mi
soffermerò sulla descrizione vivida dell'ultimo giunto,
anche perché
è meno pittoresca dell'uomo al mio fianco.
Ovviamente tre presenze
maschili in un campo così ristretto a rigore di logica
richiede una
presenza femminile, da ritrovarsi possibilmente nei paraggi o
comunque non molto distante dal baccano sollevato.
-T A K A N O R I !-
urlò la paladina al sentore di una lite piuttosto vicina e
si fiondò
nella cucina lillà, anch'essa scelta per la convenienza e
non per il
gusto comune, che l'avrebbe senz'altro catalogata come kitsch e
annoverata tra le serie più anti estetiche dell'arredamento
anni 70.
Certo, mica potevamo permetterci qualcosa di economico risalente alla
nostra epoca super tecnologica! Ci si doveva ridurre al mobilio
retrò
e poco comodo di un'epoca ormai superata da un buon ventennio.
Comunque sia, torniamo
alla nostra scena buffonesca, che vede nel suo fulcro tre attori
principali, con un intervento posteriore della bellissima signora
"ciabattona so tutto io" e della sua amabile vestaglia rosa
confetto ( oddio almeno quella è guardabile ).
Come da copione l'attrice
recitò la sua grande sorpresa nel vedere tre individui
girovagare
per la cucina a un'ora tanto strana ( perché le signore
della sua
classe ritengono le nove del mattino un orario inaccettabile per quel
baccano) nel piccolo e ristretto spazio della cucina. Indignata ci
guardò uno alla volta, pretendendo di rimetterci in riga
sempre
nell'ordine precedente.
-Tu, piccolo
stronzetto non dovresti essere a scuola già da un'ora?
Muoviti e
vatti a vestire! Facciamo i conti dopo!-
con quale
dolcezza materna mi aveva suggerito di prepararmi, senza negarmi la
prima colazione.
Il tono si fece più
grave nei confronti dei due uomini, giusto perché erano
conoscenti
di un certo rilievo. Gli altri dialoganti così chiamati al
dibattito, espressero il loro stupore e disapprovazione nei confronti
della rispettabile signora, ripetendo pedantemente come non sapessero
della mia esistenza e di come l'accordo fosse stato preso in
principio.
Ora pretendevo uno
sviluppo interessante e uso quel verbo per esprimere il mio desiderio
profondo, perché una storia che inizia in un certo modo,
necessita
di sviluppi altrettanto stravaganti.
Questa è una delle
motivazioni per cui non sono mai scappato da qui per cercare una vita
migliore altrove. Il discorso sarebbe veramente lungo,
poiché dovrei
innanzitutto spiegarvi qual è la mia storia e poi date le
dovute
premesse munite di esempi, inoltrarmi nel vivido della vicenda. Ma
detto tra me e voi, non ho assolutamente voglia di ricordare lo
squallore dei vecchi tempi, anche se ci sono stati dei momenti
"indimenticabili".
Spiando la vicenda da un
angolo del salotto, nascosto dietro la poltrona verde bile dalla
fantasia interpretabile a seconda dell'umore (e quindi di dubbio
gusto), seguii lo svolgersi fino alla sua fine.
Non mi dilungo sui
particolari della scenografia e tanto meno sugli indumenti rimasti
addosso ai protagonisti, giusto per lasciarvi il beneficio del dubbio
in testa, e giungo direttamente alla fine.
So solamente che su quel
tavolo non ci mangerò più. Parola di Matsumoto
Takanori.
Fui attento a non farmi
vedere mentre me ne fuggivo da quel manicomio variopinto, sapete non
vorrei beghe e rimproveri per quello che si è consumato la
dentro, e
giunsi nella mia adorabile stanzetta di figlio "dedito e
amorevole". In realtà questa è tutta una
copertura per
apparire a voi, miei cari ascoltatori o lettori o sventurati che
siate (perché per fermarvi a sentire le mie storie dovete
essere
anche voi dello stesso calibro di quelli lì di cui prima
avete avuto
l'onore di conoscere gli intrighi oppure non avete nulla da fare), il
soggetto più "integro" di tutti, per quanto possa esserlo
in realtà.
Il caso ha voluto che
quello fosse il momento della verità.
NdA:
- Tragedia Semiseria:
solitamente si è soliti trovare l'espressione cristallizzata
“Opera Semiseria”, riferendoci al genere d'opera
tra il serio e il buffo molto in auge in Francia, Italia e Germania a
partire dalle ultime decadi del'700. Ho mantenuto la struttura: un
personaggio buffo, un intreccio quasi patetico e il finale dovrebbe
essere lieto...vedremo qui come andrà a finire, niente
spoilers ù.ù”
**
Una ulteriore
precisazione: ho iniziato questo pseudo racconto un po' di mesetti
fa, prendendo spunto dall'esperienza personale e adesso che ci sto
ancora lavorando continuo a sentirlo mio (il che è un fattore positivo, visto che ogni mia long fic mi schifa nell'animo ahhahaah)
Anche se non è ancora finita
(seppure abbia la trama già scritta in mente) ci tenevo a
pubblicarla oggi, data importantissima
per me.
Questo primo capitolo non
è niente in confronto a ciò che
verrà... aspettate e vedrete :D
Valja.
PS: [Дуроку поэту] è dedicata a te,
stupido Pseudo poeta, te la sei proprio meritata.
Con affetto,
"quella" che usi chiamare "Valjushka".
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