Attraverso lo
specchio
“Jamie, non mi piace lo specchio
qui” Lily era seduta sulla punta del letto matrimoniale, stava facendo dondolare
un gamba e fissava la sua figura riflessa, anche quella faceva segno di diniego
col capo.
“Che dici, tesoro?” James entrò
in camera e si andò a sedere accanto la moglie, le passò un braccio intorno le
spalle.
“Lo specchio” ripeté lei, “Qui
proprio non va.”
“Cos’ha che non va?” chiese
James.
“È proprio di fronte il letto”
spiegò Lily, “Dobbiamo toglierlo.”
“Che male ti fa?”
“Ma non lo sai che negli specchi
vivono demoni che mentre dormi ti rubano l’anima se ti rifletti?”
disse la ragazza corrucciata.
A vedere quella espressione e a
sentire quelle cose James non poté fare a meno di scoppiare a ridere, “Tesoro,
non mi dirai che credi a quelle sciocchezze!”
“Non credevo neppure a maghi e
streghe, se è per questo…” ribatté Lily.
“Ma dai…solo i babbani credono a
queste cose!” esclamò il marito, “Sei una strega diplomata con lode…un
medimago…”
“Appunto per questo” disse lei,
“Ne ho viste troppe per non crederci almeno in parte!”
“E va bene” disse James infine
dandole un bacio sulla guancia, “Domani lo togliamo, contenta?”
Lily sorrise e lo abbracciò, “Si,
si” disse e gli diede un bacio sulle labbra, “Harry dorme?”
“Come un angioletto” rispose
James, continuò a baciarla, scendendo lungo il collo scoperto.
“Però lo togli sul serio, va
bene?” fece Lily allontanando il ragazzo e guardandolo negli occhi.
“Lo tolgo, lo tolgo” disse James
sbuffando, poi sorrise maliziosamente, “E non solo quello.”
Anche Lily sorrise, si distese
sul letto e attirò il marito a se, “Scemo” gli sussurrò prima di tornare a
baciarlo con passione.
L’indomani mattina, un timido raggio di
sole filtrava dalla finestra illuminando la stanza dei coniugi Potter, ma non fu
quello a svegliare James, bensì un urlo.
“Lily!” esclamò, “Che succede?”
inforcò gli occhiali e si tirò su a sedere. Lily, accanto a lui, tentava di
coprirsi il più possibile con il lenzuolo, aveva uno sguardo furioso, sembrava
che stesse per esplodere.
“Che diavolo ci fai tu qui?!” gli
gridò, “Che mi hai fatto?”
L’espressione sulla faccia di
James era indecifrabile, sinceramente non riusciva a capire cosa volesse dire la
moglie, “Tesoro, ma che…”
“Tesoro?! Tesoro che cosa?!”
esclamò lei, “Che ci fai in camera mia? Come sei entrato?”
James si passò una mano tra i
capelli, “Tua? Nostra, vorrai dire.”
Lily si coprì gli occhi con una
mano, “Rivestiti Potter” gli disse diventando sempre più rossa, “E dimmi che non
abbiamo fatto quello che penso!” Il ragazzo le si avvicinò, “Lily, che ti
prende?”
“Allontanati!” gli gridò e
cercava di allontanarsi sempre di più da lui, fino ad arrivare al bordo del
letto, “Mi fai schifo! Mi hai portata nella stanza delle necessità per…”
“Non siamo più a Hogwarts!” le
rispose James, “Calmati tesoro e non gridare che svegli…”
Il pianto di un bambino
interruppe le sue parole, “Ecco appunto” James si alzò e andò nella camera del
figlioletto, tornò qualche minuto dopo con il piccolo Harry tra le braccia.
“Hai anche un figlio, Potter?!”
fece Lily ancora seminascosta tra le coperte, “Ma bravo…”
“Ti giuro che stamattina non ti
capisco” rispose James, “Noi siamo giù a fare colazione, vieni?”
se ne andò, Harry ora non
piangeva più ma oltre la spalla del padre sbirciava la donna sul letto con gli
stesso occhioni verdi spalancati.
Lily si mise in piedi e, infilata
la prima cosa capitata a tiro, prese a gironzolare per la stanza. Potter le
aveva detto che non si trovavano a Hogwarts, e allora dov’era? E perché si
trovava a letto con lui seminuda? Chi era quel bambino?
Scosse la testa, forse stava
sognando…era tutto un sogno.
Abbassò lo sguardo, all’anulare
della sua mano sinistra spiccava un anello.
“Non può essere” si disse, “Non può essere!”
C’era solo una persona che poteva
darle una mano a risolvere quel problema e, purtroppo per lei, era proprio
quello stesso James Potter che, in quel momento, stava preparando la colazione
al piano di sotto.
Anche da un’altra parte il sole
era sorto, solo che questa volta illuminava l’intera stanza delle ragazze del
settimo anno nel dormitorio femminile di Grifondoro.
Lily, ancora mezza addormentata,
si rigirò nel sonno, mettendosi sul fianco destro, cercava il contatto con il
corpo del marito ed invece si ritrovò a cadere sul freddo pavimento.
“Ahi!” esclamò rimettendosi in
piedi,”Che male.”
“Lily, sei caduta?”
La ragazza su voltò e sgranò gli
occhi, aveva riconosciuto la voce, “Alice!” disse, “Ma che ci fai tu qui?!”
Alice inarcò il sopracciglio,
“Bhe, per quanto ne so io questo è anche il mio dormitorio.”
“Dormitorio?” Lily si guardò
intorno, non era più in camera sua, come le fecero capire le cortine rosse e la
presenza di altri quattro letti, si avvicinò alla finestra, sotto i suoi occhi
si estendeva l’immensità dei giardini della scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts.
“Sono di nuovo a Hogwarts!”
esclamò, “Non è possibile!”
“Non farla tanto tragica” disse
Alice ridendo, stava facendo il nodo alla sua cravatta rosso e oro, “Siamo
all’ultimo anno, ancora qualche mese e siamo fuori.”
“No, aspetta…” fece Lily, “Io ho
finito la scuola…devo andare a lavoro fra un’ora!”
“Ma ti senti bene?” Alice le si
avvicinò e le mise una mano sulla spalla, “Forse hai sbattuto la testa un po’
troppo forte. Vuoi andare in infermeria?”
“Sto benissimo solo che…”fece una
pausa per trovare le parole giuste, “Credo di essere nel tempo sbagliato.”
Dopo circa tre secondi di
serietà, Alice scoppiò a ridere, “Tempo sbagliato?” ripeté, “Lily, ma che
dici?”
“Senti Alice” fece l’altra
sospirando profondamente, si sedette di nuovo sul suo letto, “Lo so che può
sembrare strano ma…è così. Io ho finito la scuola quattro anni fa, ora lavoro,
sono sposata e ho un figlio.”
“Stai scherzando?!” Alice le si
sedette accanto.
“Non so cosa sia successo
esattamente” spiegò Lily, “Effettivamente questo è il mio corpo a diciotto anni,
però…” provò a darsi un pizzicotto sul braccio, “No, non è neppure un
sogno.”
“E come diavolo saresti finita
qui?” chiese l’amica, non era del tutto convinta di quello che Lily stava
dicendo, ma il suo modo di comportarsi, il suo atteggiamento era un po’ diverso
da quello della Lily che conosceva
lei.
La ragazza alzò lo sguardo, di
fronte a lei c’era uno specchio che rifletteva una parte del suo letto.
“Lo specchio…” mormorò, “C’era
quello specchio ieri sera?”
“Si” rispose Alice, “Avevi detto
a Lizzie di toglierlo per non so quale motivo, ma non ti ha dato molta
retta.”
Lily schioccò le dita, “Ecco cosa
è stato!” esclamò, “Anche nella mia camera c’era uno specchio, è tutta colpa di
James se mi trovo qui…”
“James?” chiese Alice, “Cosa
c’entra lui, adesso?”
“Andiamolo a cercare, vediamo se
può essere di qualche aiuto” si alzò e lasciò la stanza con l’amica al
seguito.
“Guarda che non ti mangio mica!”
fece James sedendosi a tavola, Lily era scesa pochi minuti prima e si era
posizionata il più lontano possibile da lui, “Questa mattina proprio non ti
capisco.”
“Sono io che non capisco!”
ribatté la ragazza, “Fino a ieri sera ero in dormitorio e ora mi ritrovo qui…e
non so neppure dov’è qui!”
“Hai di nuovo diciassette anni?”
chiese James ridendo.
Lily incrociò le braccia sul
petto, “Veramente ne ho diciotto, anche se a vedermi non si direbbe.”
Rischiando di affogarsi col
caffé, James l’inghiottì tutto d’un fiato, “Diciotto? Tesoro…ne hai quasi
ventitre!”
Gli occhioni verdi della ragazza
si spalancarono, “Ventitre…” bisbigliò, “Io non capisco…”
“Aspetta” la fermò James,
“Ricapitoliamo, qual è l’ultima cosa che ricordi?”
“Ricordo di essere andata a
dormire, come ogni sera, però avevo litigato con Lizzie perché aveva messo uno
specchio in camera, di fronte al mio letto e io non volevo.”
“Anche in camera nostra c’è uno
specchio” disse il ragazzo, “E neppure la mia Lily lo voleva.”
“La tua Lily?” lo guardò storto,
James alzò semplicemente la mano sinistra per mostrarle l’anello, “Siamo sposati
da quasi quattro anni.”
Dopo qualche attimo di silenzio
Lily riprese a parlare, “Credo di essere nel futuro” disse, “Quindi,
tecnicamente, ora ad Hogwarts c’è un’altra Lily nel mio corpo.”
James si grattò la testa, “Penso
di si…il problema è come farti ritornare nel tuo tempo e l’altra Lily qui.”
Al piccolo Harry, della
complicata conversazione dei genitori, non importava molto, aveva invece
cominciato a battere allegramente le manine sul tavolo nel tentativo di attirare
l’attenzione, aveva finito di bere il latte.
“Scusa cucciolo” disse James
prendendo il figlio in braccio, “Mi ero quasi dimenticato di te!” gli schioccò
un bacio sulla guanciotta paffuta.
Lily arrossì e abbassò lo
sguardo, “Quello è…è…”
“Nostro figlio” continuò il
ragazzo sorridendo, “Si chiama Harry. Vuoi prenderlo in braccio?”
“Non credo di essere molto
pratica…” tentò di dire lei, ma James le aveva già dato il frugoletto che,
felice come una pasqua stava giocando con i lunghi capelli rossi della
madre.
“Visto che il futuro insieme non
sarà poi tanto male?”
Finito di fare colazione, Lily e
Alice tornarono in sala comune.
“Forse è meglio se per oggi
rimani qui, non puoi andare a lezione in questo stato” disse quest’ultima.
“Effettivamente” rispose Lily
sedendosi sul divano, “Chissà che figure rischio di fare e non voglio che la
media di quell’altra Lily ne risenta.”
“Posso dire ai professori che non
ti senti bene” disse l’altra, “Intanto tu puoi cercare un modo per tornare a
casa tua.”
“Ehi, Evans!” i Malandrini fecero
la loro comparsa dal dormitorio maschile, James Potter in testa.
“Oh, Jamie” esclamò Lily, “Meno
male, mi devi dare una mano.”
Il ragazzo rimase un attimo
bloccato sulle scale, non aveva mai sentito Lily parlare in quel modo, si
riprese in fretta, sorrise e le si avvicinò.
“Anche voi ragazzi” aggiunse la
rossa rivolta agli altri tre membri del gruppo, “Se non vi dispiace.”
i Malandrini sembravano ancora
più stranizzati James, ma obbedirono lo stesso.
“Dicci pure” fece Ramoso, se
sedette accanto a lei, al suo fianco Felpato, Lunastorta sulla poltrona e
Codaliscia sul tappeto.
“Dunque, sarò breve e schietta.”
disse Lily, “Io non sono la Lily di questo tempo, ma di qualche anno
più avanti, sono finita qui per sbaglio attraverso uno specchio, mi serve una
mano per tornare a casa.”
I ragazzi si guardarono l’un
l’altro e scoppiarono a ridere.
“Evans, ma hai sbattuto la
testa?!” non poté fare a meno di esclamare Sirius.
Lily lo guardò storto, “Sono
serissima.”
“Scusalo Evans” tentò di dire
James, “Ma ti rendi conto che stai dicendo un mucchio di sciocchezze, vero?”
“Mi ricorderò di questo, James
Potter” disse Lily ammonendolo con un dito, “Da stasera dormi sul divano!”
I ragazzi smisero di ridere, “Che
vuol dire sul divano?” chiese il diretto interessato, “Da quando in qua dormiamo
insieme?!”
“Da quando siamo sposati, tesoro
mio” disse Lily sogghignando.
La mandibola di James arrivò fino
al pavimento, quando prontamente Sirius gliela raccolse per fargli chiudere la
bocca spalancata.
“Dovresti essere contento” disse
Remus, stava per ricominciare a ridere, “Guarda cosa ti riserva il futuro!”
“Alice, ma parla sul serio?!”
chiese James, credeva che la ragazza fosse quasi impazzita.
“Temo di si” rispose lei facendo
cenno di assenso con la testa, “L’ha detto anche a me, stamattina.”
“Dacci una prova che non stai
delirando” disse Sirius, “Anche se credo che tu lo stia facendo.”
Lily si avvicinò a James e lo
baciò.
“Questo vi basta?” chiese sbuffando.
“A me si!” esclamò James, “E
credo proprio che questa Lily me la tengo!” le passò un braccio intorno le
spalle.
“Ora mi date una mano a tornare a
casa mia?!”
Il campanello della porta di casa
Potter suonò.
“Deve essere Sirius” disse James
andando ad aprire.
“Ecco cosa mi ci mancava…”
borbottò Lily, era seduta sul tappeto, teneva ancora Harry tra le braccia,
“Oltre a essere sposata con James Potter ricevo visite da Sirius Black…tu invece
sei una cosa meravigliosa!” disse dando un bacio al bambino.
“Ciao Lily” disse Sirius
comparendo in salotto, “Harry! Il mio figlioccio preferito!”
“Ma siamo impazziti?!” esclamò
Lily, “È il padrino di nostro figlio?!”
“Sta scherzando, vero?” chiese
l’altro a James con espressione preoccupata.
“È una storia un po’ lunga” disse
l’amico, “E parecchio strana, vieni in cucina che te la racconto.”
Tornarono una decina di minuti
dopo.
“Trovato una soluzione?” chiese
Lily.
James scosse il capo, “Abbiamo
mandato un gufo a Remus, forse può darci lui una mano.”
“Perché non proviamo un
esorcismo?” chiese Sirius sedendosi accanto Lily, “Esci da questo corpo!” disse
facendo la voce profonda e agitando le braccia, Harry scoppiò a ridere.
“Molto spiritoso, Black” rispose
acida Lily.
“Fammi indovinare…” ribatté
Sirius, “Ancora non vi siete messi insieme, vero?”
“Come l’hai capito?” chiese James
sospirando.
“Avevo dimenticato quanto potesse
essere insopportabile” disse l’amico.
“Sarai simpatico tu…” Lily si
rimise in piedi, “Andiamo di la, Harry.” lasciò la stanza con il bambino,
“Prendiamo qualche giocattolo in camera tua.”
“Però il bambino le piace” disse
Sirius una volta che la ragazza se ne fu andata.
“E vorrei ben dire…è pur sempre
suo figlio, no?” fece James.
“Rivoglio la tua Lily!” esclamò
Sirius fingendo le lacrime, “Questa qui non mi piace!”
“Che ti credi, anch’io rivoglio
la mia Lily.” James era sprofondato sul divano, “Speriamo che Remus riesca a
trovare una soluzione.”
L’ora di pranzo era passata da un
bel pezzo ma nessuno dei Malandrini
e neppure Lily sembravano averci fatto caso, erano chiusi nella stanza delle
necessita da quasi sei ore.
“Forse ho trovato qualcosa” disse
Remus ad un certo punto, gli altri quattro lasciarono cadere i loro libri e si
riunirono intorno al ragazzo, “Qui dice che gli specchio possono fungere da
passaggi interdimensionali o extratemporali.”
“Che tradotto in lingua corrente
vuol dire…?” chiese Sirius che, sinceramente non aveva afferrato il
concetto.
“Vuol dire che Lily è venuta qui
attraverso uno specchio.” spiegò allora l’altro. ”Questo lo sapevamo già” disse James,
“Non c’era bisogno che ce lo dicesse il tuo libro.”
“Questo passaggio però…” continuò
Remus, “Può essere aperto solo a determinate condizioni, ogni quattro anni, con
non so che allineamento di stelle e pianeti…qui non dice altro…”
“Il professore di astronomia ne
ha parlato ieri sera a lezione” disse Peter.
“Davvero?” chiese James, “E io
dov’ero quando l’ha detto?”
“A giocare a gobbiglie con
Sirius” rispose Remus chiudendo il polveroso volume.
“Ops” fece il ragazzo grattandosi
il capo, “Vero!”
“Vuol dire che devo aspettare
altri quattro anni per tornare a casa?!” esclamò Lily.
“No” le disse Lunastorta,
“L’allineamento terminerà domini mattina…questa notte, a mezzanotte dovrebbero
esserci ancora le condizioni favorevoli.”
“Remus, finalmente!” esclamò
James aprendo la porta, “Dimmi che hai una soluzione!”
“Voi non avete trovato niente?”
chiese l’amico accomodandosi in salotto, “Ciao Lily.”
“Lupin” lo salutò la ragazza,
“Meno male che c’è almeno una persona seria! Questi due non hanno neppure aperto
un libro.”
“Troppo adorabile questa ragazza”
fece Sirius, “Remus, ti prego, trova una soluzione entro dieci minuti altrimenti
divento pazzo!”
“Oh, a questo ci ha già pensato
Madre Natura” ribatté la ragazza. James e Remus simularono colpi di tosse per
nascondere le risate, Harry invece aveva cominciato a battere le manine
divertito.
“Dunque” disse Remus
ricomponendosi, “Forse c’è una soluzione, non vi sto a spiegare come questo sia
successo ma, in parole povere, Lily dovrebbe tornare a casa semplicemente
mettendosi di fronte lo specchio a mezzanotte di oggi, altrimenti rimarrà qui
per altri quattro anni.”
“No!” esclamarono in coro i tre
presenti.
“Calmi, calmi” disse l’altro,
“Dobbiamo solo aspettare qualche altra ora e tutto tornerà alla normalità.”
Un grande specchio era stato
portato nella sala comune di Grifondoro, tutti gli studenti erano stati spediti
nelle rispettive camere, rimanevano soltanto i quattro Malandrini e la
viaggiatrice nel tempo, mancavano pochi minuti a mezzanotte.
“Mi mancherai” disse James
abbracciandola.
“Ma che dici?” fece Lily ridendo,
“Guarda che l’altra Lily sta tornando.”
“Si, però quella mi tratta male”
protestò il ragazzo, “E non vuole mai uscire con me!”
“Vedrai che fra un poco cambierà”
lo rincuorò lei, “Fra molto poco tempo.”
“Allora, ti è piaciuto
quest’assaggio del futuro?” chiese James, lui, i suoi amici e Lily erano nella
camera da letto, di fronte lo specchio incriminato.
“Bhe…” disse la ragazza
arrossendo leggermente, “Diciamo che mi ci vorrà un po’ di tempo per abituarmi
all’idea però non è poi così male.” sorrise.
La pendola all’ingresso cominciò
a battere i dodici rintocchi, lo specchio, invece di riflettere l’immagine della
ragazza, stava diventando sempre più bianco e luminoso, tanto che l’intera
stanza sembrava invasa da quella luce poi, d’improvviso, la luce scomparve, lo
specchio sembrava una finestra.
Dall’altra parte si poteva vedere
la sala comune di Grifondoro, con i ragazzi in piedi e Lily proprio davanti lo
specchio.
“Wow” esclamò James, “Certo che
da grande sono ancora più figo!”
“Credo proprio che sia arrivato
il momento” Lily si avvicinò lentamente, posò le mani sullo specchio e sorrise,
riusciva a vedere al di là di quella barriera suo marito e suo figlio, “Ci si
vede nel futuro, ragazzi.”
Fu solo un brivido, un calore
improvviso e le due Lily capirono di essere tornate nei rispettivi corpi.
“Te l’avevo detto che quello
specchio causava solo guai” fu la prima cosa che disse la ragazza quando fu di
nuovo a casa, era accoccolata tra le braccia di James, Harry invece tra le
sue.
“Lo buttiamo da qualche parte,
tanto per evitare altri scambi” rispose il marito.
“Stai attento a non romperlo” gli
disse Sirius, “Guarda che poi sono sette anni di guai!”
Tutti gli occhi furono puntati su
di lui.
“Stavo scherzando” si difese il
ragazzo.
“Evans, ti sei divertita nel
futuro?” le chiese James dopo che la ragazza si fu ripresa dal passaggio
attraverso lo specchio.
“Non posso lamentarmi troppo”
rispose Lily e si diresse verso la scala per arrivare alla sua stanza.
“E ora me lo concedi un
appuntamento?”
Lei si voltò, era già giunta in
cima, gli sorrise e fece l’occhiolino, “Vedremo.”
Fine
Commentino? Oggi è il mio
compleanno…^^
Grazie!
Prongs
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