C A P I T O
L O 4
SOGNI
ED
AGGUATI
arry aprì gli occhi,
sicuro che si sarebbe ritrovato nella stanza di Ron,
ma il paesaggio circostante non era certo quello che si aspettava. Si trovava
in piedi, in un prato verde che contornava una grande
casa, una villa probabilmente, ed indossava una lunga tunica nera da mago.
Prese a camminare, fece il giro della casa e poi entrò da una porta che
si trovava in una della facciate laterali. Percorse
qualche corridoio, poi entrò in una stanza molto ampia con un grande camino e si sedette su di una poltrona davanti al
fuoco. Prese a parlare in una lingua, diversa da quella umana, ma che conosceva
molto bene: stava parlando in serpentese!
-Avvicinati mia cara!- disse con voce gelida e simile ad un sibilo, e
sentì un secondo sibilo di risposta provenire da un punto imprecisato
dietro la porta della stanza, poi una struscio che si
faceva man mano sempre più vicino, finché la sua mano sinistra
non andò ad accarezzare quella che sembrava una pelle squamosa. Si
girò verso la creatura e con suo orrore vide che era un grosso serpente.
Ormai gli era chiaro, stava leggendo nella mente di Voldemort,
e sapeva che ciò significava che lui era molto felice o molto
arrabbiato.
- Codaliscia vieni qui
immediatamente!- disse impaziente con la stessa voce gelida di prima, ma
stavolta senza sibilare. Un forte crac preannunciò l’arrivo
di un piccolo mago incappucciato che disse con voce flebile
-Avete chiamato Padrone?-
-Si Codaliscia, ti ho chiamato! Vieni qui e porgimi il tuo braccio destro!- rispose Voldemort
“Devo cercare un modo per svegliarmi,
se mi scopre sono guai seri!” pensò Harry
fra sé e sé mentre il piccolo mago scopriva il braccio destro
mostrando il marchio nero tatuato su di esso.
-Perfetto, ho asoluto bisogno di chiamare i miei
servi!- disse Voldemort
afferrando il braccio di Codaliscia e premendo un
dito sul marchio, che iniziò a ravvivarsi e anche a bruciare, visto che
il mago sembrava soffrire molto al tocco del suo padrone. Tempo qualche secondo
e nella stanza risuonarono innumerevoli crac che furono seguiti
dall’arrivo di altrettante figure incappucciate.
Si girò verso di loro, e si ritrovò davanti a
una ventina o più di persone, che stavano aspettando un suo cenno, un
suo ordine.
-Miei cari mangiamorte!- iniziò lui. Con una
voce che non nascondeva tutta la sua felicità –finalmente, dopo
l’ultimo insuccesso abbiamo la
possibilità di catturare il nostro più odiato nemico!-
continuò e Harry capì che si riferiva a
lui
-Dovete sapere- risprese dopo una breve pausa
–che il nostro signor Potter se
n’è andato da Privet Drive,
quindi è ora una facile preda!- concluse sorridendo malevolmente.
“Non è possibile!” pensò Harry “Allora sa della profezia!”
-Ma dove può trovarsi ora, Padrone?- chiese una
voce melliflua proveniente da una figura in prima fila, che Harry
capì essere Lucius Malfoy,
il padre di Draco.
-Oh, è molto semplice! Com’era prevedibile, la nostra preda sta
ora dormendo sonni tranquilli nella casa dei Weasley,
se possiamo chiamarla casa!- disse e tutti si misero a
ridere, anche se abbastanza piano -Lucius, prendi con
te abbastanza compagnie poi fa ciò che devi fare! Finalmente ci
libereremo una volta per tutte di quell’odioso
ficcanaso!- continuò e si mise a ridere. Nello stesso istante la
cicatrice di Harry prese a bruciare moltissimo,
finché non si svegliò, tutto sudato in fronte. Non perse tempo a
riorganizzare le idee, se quello che aveva visto era appena avvenuto nel luogo
in cui si nascondeva Voldemort, allora aveva ancora
qualche possibilità di avvertire tutti i Weasley,
quindi si alzò di scatto e prese la bacchetta dal comodino di fiancò al letto, poi disse
-Ron, Fred, George, svegliatevi! Dobbiamo muoverci, i mangiamorte stanno venendo qui!-
alla parola Mangiamorte i tre ragazzi si alzarono e
vedendo che Harry era già uscito per andare a
chiamare gli altri, capirono che non era uno scherzo, presero le loro bacchette
e lo seguirono. Tempo una trentina di secondi e tutti
i Wealsey erano svegli, e si erano riuniti in sala
per fare il punto della situazione.
-Molly, Ginny, dovete
andare ad avvertire Silente di ciò che sta succedendo! Noi tenteremo di
tenerli a bada fino al vostro ritorno!- disse Arthur
accompagnando sua figlia e sua moglie al camino
-Papà, voglio rimanere qui, sarei molto
più utile! L’anno scorso Harry mi ha
insegnato molto durante…- stava ribattendo Ginny,
quando il padre gli mise una mano sulla bocca e disse
-Non ne dubito, Harry deve essere stato un ottimo
insegnante, ma non voglio che ti succeda qualcosa! Vai piccola mia- e la spinse
dentro al camino. La ragazza, seppur con non poca
riluttanza, prese un po’ di polvere volante e scomparve in mezzo al
turbinio di fiamme verdi, seguita dalla madre
-Perfetto, ora dobbiamo organizzarci, non tarderanno
molto ad arrivare!- stava dicendo il signor Weasley,
ma non fece in tempo a finire la frase che un gran numero di crac
arrivarono da fuori, annunciando l’arrivo degli sgraditi ospiti
-Quanti erano nel sogno Harry?-
chiese Charlie
-Almeno una ventina, ma non sono riuscito a contarli bene!- rispose Harry cercando di ricordare tutto nei minimi particolari
-Quindi siamo sotto di 3 a 1! Non è poi troppo
se giochiamo bene le nostre carte!- disse Bill stringendo la bacchetta in mano. Il signor Weasley puntò la bacchetta contro il muro e disse
-Traspareo!- e la parete scomparve, o
meglio, divento trasparente, ma solo dall’interno verso l’esterno,
come Harry intuì
-Sono ancora lontani!- commentò Arthur guardando attraverso il muro –Ascoltatemi bene:
per prima cosa ci piazziamo sotto le finestre e al mio tre le apriamo e
lanciamo fuori gli schiantesimi, poi ci sparpagliamo
per la casa e li cogliamo di sorpresa. Badate perché ogni errore
può essere fatale. E ricordate, cercate di non far morti!- continuò
e poi si diresse sotto una della quattro finestre del
muro trasparente. A coppie tutti lo imitarono e qualche secondo dopo sotto ogni
finestra c’erano due persone. Harry era con Ron, Bill con Charley
e i gemelli naturalmente erano assieme sotto l’ultima finestra. Ron stava tremando da capo a piedi, non era mai stato molto
coraggioso, ed Harry cercò di rincuorarlo
-Coraggio, vedrai che Silente e i membri dell’Ordine saranno qui a
momenti!- e l’altro annuì deglutendo, anche se non sembrava molto
convinto. I mangiamorte erano a
una decina di metri dalla casa, quando il signor Weasley
disse
-Al mio tre! Pronti?- e tutti gli altri annuirono
-Uno!- i mangiamorte erano a sette metri circa.
-Due- cinque metri e avrebbero fatto irruzione nella
casa.
-TRE!- erano a circa tre metri quando le finestre si
spalancarono e ne uscirono fuori sette schiantesimi
in contemporanea, che centrarono altrettanti mangiamorte.
I superstiti presero a correre verso la porta di entrata,
e intanto i Weasley si erano sparpagliati in casa. Harry e Ron avevano fatto appena
in tempo a salire le scale che sentirono la porta che
cadeva per terra sfondata e una voce che gridava
-Uccidete tutti gli altri, ma non toccate Potter,
l’Oscuro Signore lo vuole vivo!- e poi videro
una decina di figure incappucciate che facevano il loro ingresso in casa.
Corsero in camera di Ron, e chiusero la porta. Poi si
misero ai due lati dell’entrata ed Harry disse
-Quando entra qualcuno lo schiantiamo, poi richiudiamo
la porta e continuiamo così finché non si presenta uno dei nostri
ok?- l’altro annuì e si appiattì
contro io muro alla sinistra della porta. Aspettarono un po’ che entrasse qualcuno, ma nessuno aprì la porta e dalle
scale non proveniva nessun rumore. Attesero ancora qualche secondo poi
abbassarono la guardia e Ron avvicinò la mano
alla maniglia. Appena l’afferrò la porta venne
scaraventata assieme a lui contro il muro da un’incantesimo,
poi una figura entrò nella stanza. Senza sprecare altro tempo Harry puntò la bacchetta contro l’uomo e prima
che quello potesse fare qualcosa gridò
-Stupeficium!- e quello finì
gambe all’aria atterrando sul letto di Ron. Harry si diresse verso l’amico, ma fece in tempo a
notare il profilo di una seconda figura davanti all’entrata della camera.
Senza chiedersi chi fosse si buttò di lato appena in tempo per sentire
un fascio di luce rossa che gli passò a fianco e che gli fece rizzare i
capelli. Appena atterrò, puntò la
bacchetta contro la porta e lanciò un secondo schiantesimo,
sperando di colpire il nemico. Fortunatamente ci riuscì e sentì
che quello finì contro un muro. Si rialzò a fatica e corse verso Ron per accertarsi delle sue condizioni. Era ancora vivo,
anche se aveva perso i sensi. Lo prese in spalla e decise di portarlo
giù, così da vedere se anche gli altri avevano avuto
la meglio sui nemici, ma non fece in tempo ad arrivare alla porta che un
terzo uomo gli si parò davanti
-Dove credi di andare Potter?- chiese e dalla voce Harry lo
riconobbe: era Macnair, il boia che tre anni prima
voleva uccidere Fierobecco, l’ippogriffo di Hagrid, con cui Sirius era fuggito, scampando ad Azkaban.
-Levati di mezzo Macnair- tuonò Harry
-Altrimenti che fai?- chiese quello ridendo ed Harry tirò fuori la bacchetta puntandola contro di
lui, ma non fu abbastanza veloce perché il magiamorte
lo stava già mirando alla testa
-Ti conviene metterla giù! Se mi segui non ti farò del ma…- stava dicendo quando un ragio
rosso arrivò dalla sua sinistra e lo colpì in pieno
scaraventandolo contro il muro. Subito dopo Ginny
comparve davanti a loro e disse
-Ce la fai a portarlo Harry?-
-Sì! Ma tu cosa ci fai qui?- chiese lui sorpreso
-Pensavi che mi sarei persa il divertimento? Non ti preoccupare, la mamma
sarà qui tra poco con Silente e i membri dell’Ordine!- rispose la ragazza.
-Presto allora, non c’è tempo da perdere, andiamo a dare una mano
agli altri, intanto che aspettiamo i rinforzi!- disse Harry iniziando a camminare verso le scale. Avevano fatto pochi metri quando si fermò per ascoltare i
rumori circostanti
-Cosa c’è Harry?- chiese Ginny preoccupata
-C’è troppo silenzio, dovremmo sentire i
rumori della lotta di sotto!- rispose Harry
-Forse hanno vinto?- suggerì la ragazza
-No, avrebbero mandato qualcuno a chiamarci!- rispose Harry
-Ok ragazzino, smettila di fare tante storie e
sbrigati a scendere!- gli intimò Ginny
-Ginny ma cosa stai…-
stava dicendo Harry sorpreso del comportamento della
ragazza, quando si girò verso di lei e vide che quella gli stava
puntando la bacchetta contro. Aveva lo sguardo perso, come quello di qualcuno
che non capisce cosa sta facendo. “Maledizione
è sotto la maledizione Imperius!”
pensò Harry
-Allora, vuoi muoverti o devo darti una mano?- disse la ragazza agitando la bacchetta
-Ginny, sei sotto il controllo di qualcuno dei mangiamorte, devi reagire!- esclamò Harry, ma la ragazza non lo stava ascoltando
-Muoviti ho detto!- disse spingendolo verso le scale. Harry non aveva altra scelta, così fece come Ginny gli ordinando. Scese le
scale più in fretta che poteva e quando arrivò giù si
trovò un paio di bacchette puntate contro la testa, e i Weasòey che erano legati per terra davanti ad un mobile
-Mobilicorpus!- disse una voce e il
corpo di Ron si sollevò dalle spalle di Harry e andò ad appoggiarsi bruscamente davanti agli
altri Wealsey
-Perbacco, tre miei compagni non sono riusciti a portarmi il giovane Potter, e una ragazzina in quattro e quattr’otto
me lo consegna su di un piatto di argento!- disse una
voce fredda e melliflua che proveniva da sotto il cappuccio di uno dei mangiamorte della stanza. Harry
la riconobbe subito, era quella dell’odioso Malfoy
-Lucius! Tu schifoso bast…-
stava imprecando Harry
quando Lucius lo fermò
-Calma i bollenti spiriti Potter, non sei nella
condizione di fare certi interventi!-
-Con quale coraggio hai incantato Ginny per
catturarmi?- chiese Harry furibondo
-A dir la verità non era nei miei piani
iniziali, ma la ragazzina si è rivelata molto utile! Comunque
all’Oscuro Signore non importa come ti ho catturato, l’importante
è che ti porto da lui!- rispose Malfoy
ridacchiando
-Lasciala andare e affrontami!- gli intimò Harry
-Cosa ti fa pensare che io abbia voglia di scontrarmi con te? Comunque per quanto riguarda la prima richiesta ti posso
accontentare- disse Lucius, e puntò la
bacchetta contro Ginny, la quale, uscendo dal controllo
mentale, svenne e si afflosciò a terra
-Bene! Ora dimmi una cosa Malfoy, cosa ti ha fatto
pensare che io ti avrei seguito senza fare storie?- chiese Harry
beffardo, cercando di guadagnare tempo
-Te l’ho già detto Potter, non sei nella
condizione per usare un tono del genere! Comunque
ormai ti abbiamo catturato e quindi…- stava rispondendo Lucius quando Harry estrasse la
bacchetta con un gesto fulmineo, la puntò verso il mangiamorte
alla sua destra e gridò
-Stupeficium!- e quello venne scaraventato contro il muro
-Cosa diavolo combinate, fermatelo voi!- disse
la voce di Lucius, mentre tirava fuori la bacchetta,
ma Harry era ormai fuori pericolo. Mentre
correva sentì dietro di lui le grida dei mangiamorte
che tentavano di raggiungerlo, ma erano piuttosto impacciati con quei lunghi
mantelli. Arrivò alla porta di uscita della
cucina, e una volta fuori decise di nascondersi dietro uno dei numerosi
cespugli presenti nel giardino. Si acquattò dietro uno piuttosto grosso,
non troppo lontano dalla casa, così da poter vedere ciò che
succedeva. Dopo qualche istante che si era nascosto spuntarono
fuori dalla casa due o tre figure incappucciate, che si guardarono attorno
cercando di scorgerlo. Tra poco avrebbero iniziato la ricerca, e non sarebbe
stato al sicuro per molto lì dov’era, doveva
trovare un nascondiglio migliore, dove poteva però controllare la
situazione. “Pensa Harry, pensa!” si
disse, mentre uno dei due mangiamorte gridò
-Qui non lo vediamo capo!- e Malfoy uscì dalla casa furibondo
-Stupidi idioti, è normale che non lo vediate se state qui fermi ad
aspettare che vi cada fra le braccia- disse e i
due si mossero in direzioni diverse per iniziare la ricerca. Era
finita, non avrebbero tardato molto a scoprire il suo nascondiglio. Ora
che li stava contando non gli sembravano più
così tanti i cespugli li intorno. Doveva fare qualcosa, altrimenti
sarebbe stato scoperto, a meno che… “La
finestra di Ron” pensò mentre guardava
in direzione della camera dell’amico, la cui finestra era spalancata,
mentre stava disperatamente cercando un nuovo nascondiglio. “Se solo
riuscissi a concentrarmi bene potrei…” pensò e poi chiuse
gli occhi, e li riaprì dopo qualche secondo, sussurrando
-Accio mantello!- e il suo mantello
dell’invisibilità sbucò fuori dalla
camera di Ron, fluttuando a mezz’aria. I due
non se ne erano accorti, perché stavano
controllando i cespugli più lontani. Ma proprio
quando sembrava ormai fatta, e il mantello era a metà strada tra la
finestra di Ron e il nascondiglio di Harry, uno dei due si levò di scatto dal cespuglio
che stava controllando ed Harry, per non farsi
scoprire dovette interrompere l’incantesimo, e il mantello cadde a terra.
Poi sempre lo stesso mangiamorte si diresse nel
cespuglio vicino a quello dove stava Harry.
“Non posso ripetere l’incantesimo, mi sentirebbe!
Devo escogitare qualcosa al più presto!” pensò
in fretta, quando si accorse che il secondo uomo si stava muovendo proprio
nella sua direzione, ma dalla parte opposta rispetto a dove era caduto il
mantello. Non aveva altra scelta, doveva andare a prenderlo lui, altrimenti lo avrebbero scoperto. Approfittò di un momento di
distrazione del mangiamorte,
che fu provocato da un uccello che si levò in volo da dietro una siepe a
pochi metri da lui, e uscì dal suo nascondiglio, correndo più
silenziosamente che poteva verso il mantello. “Ancora pochi passi ed
è fatta!” pensò, ma proprio in quel momento sentì
che il secondo mangiamorte aveva smesso di rovistare
nel cespuglio. Col cuore in gola Harry radunò
le forze, spiccò un balzo verso il mantello e lo prese al volo,
atterrando sul morbido prato e compiendo un capriola
un po’ storta. Non appena fu fermo si infilò
il mantello. Guardò verso i due e notò che non si erano accorti
di lui “Ma come fanno a essere così
stupidi” si chiese, e intanto un terzo mangiamorte
uscì dalla casa
-Tiger, Goyle, lo avete
trovato?- chiese quello rivolto ai due ed Harry pensò “Ora capisco!”
-No Avery, il ragazzino è
sparito!- disse uno dei due
-Non essere idiota Tiger, non può essere
sparito, non sa smaterializzarsi! Malfoy non la
prenderà molto bene!- ribatté Avery, poi i tre si diressero verso la casa e vi entrarono.
Intanto Harry stava elaborando un piano, doveva
salvare assolutamente i suoi amici, ma come poteva fare tutto solo?
“Perché non sei ancora qui Silente, dove diamine ti sei
cacciato?” pensò mentre si dirigeva verso
l’entrata della casa. Quando fu a pochi metri da
essa vide i mangiamorte che uscivano coi Wealsey, tenendoli sotto tiro con le bacchette
-Potter!- gridò Lucius
–So che ci sei, quindi farai meglio ad uscire fuori dal
tuo nascondiglio, altrimenti…- continuò e puntò la
bacchetta verso Ron. Non poteva fare niente, doveva
per forza di cose arrendersi, altrimenti avrebbero fatto del male ai suoi amici
-Ascoltami bene Potter, ti propongo un patto: siccome
noi non possiamo ucciderci, in quanto abbiamo precisi ordini di portarti
dall’Oscuro Signore vivo, o ti consegni a noi di tua spontanea
volontà oppure facciamo fuori i tuoi amici
finché non ti decidi a venire a salvarli!- disse Lucius.
A quel puntò Harry non resistette più,
e con la bacchetta ben puntata su Malfoy si tolse di
dosso il mantello, stupendo tutti i mangiamorte
-Te ne propongo uno migliore Malfoy!
Che ne dici di sfidarmi a duello? Se vinci , ti seguirò senza far storie, altrimenti ve ne
andate tutti e ci lasciate in pace!- disse Harry, ben
consapevole che Malfoy non avrebbe accettato. Quello infatti scoppiò a ridere e disse
-Dammi una buona ragione per accettare Potter!- poi,
i suoi occhi si illuminarono –Tutto sommato
però potrei anche accettare. Se vincessi il mio Padrone
potrebbe iniziare a considerarmi un po’ di più, visto che da
quando è risorto non fa altro che rimproverarmi! E
va bene Potter, iniziamo pure lo scontro, quando
vuoi…- disse, e spostò la sua bacchetta verso Harry.
Si misero tutti e due in posizione, proprio come Harry aveva imparato al secondo anno, quando era stato
istituito il Club dei Duellanti ad Hogwarts, ma era
sicuro che Lucius avrebbe agito al pari di suo figlio
Draco, commettendo ogni genere di scorrettezza
-Avery, dai tu il via!-
esclamò Malfoy impaziente, e il mangiamorte che Harry aveva visto
poco prima si fece avanti e prese a contare
-Al mio tre!- disse ed Harry era già
tesissimo, non era la prima volta che sfidava un mago adulto, aveva già
duellato anche con Voldemort, nel cimitero dove la
coppa del TreMaghi lo aveva condotto insieme a Cedric Diggory, un ragazzo di Tassorosso ucciso da Codaliscia,
e la situazione era più o meno la stessa,
tranne per il fatto che non c’era in gioco la vita dei Weasley, stavolta non poteva scappare, doveva andare fino
in fondo
-Uno!- strillò Avery ed Harry
pensò a quale incantesimo fosse meglio usare
-Due!- continuò. “Silente dove diamine sei finito?” si
chiese Harry, mentre la paura cresceva sempre di
più in lui
-Tre!- esclamò Nott, e quasi
contemporaneamente due voci gridarono
-Stupeficium!- una era quella di
Harry, l’altra…
-Silente!- gridò Harry aprendo gli occhi e
vedendo Avery a terra. Malfoy
e gli altri mangiamorte intanto erano disorientati e
prima che potessero fare qualcosa una pioggia di schiantesimi
gli cadde addosso, sparpagliandoli in giro per il prato privi di senso, tranne Malfoy che era riuscito ad evitarli, anche se perdendo la
bacchetta, che gli era volata a qualche metro da lui. Stava correndo a
riprendersela, probabilmente per Smaterializzarsi, quando Harry
vide la figura del Signor Wealsey che gli sfrecciava accanto diretta verso Lucius, che
fece però in tempo a raggiungere la bacchetta. Nei secondi che
trascorsero immediati, dopo quella scena Harry vide
il signor Weasley puntare la bacchetta verso Malfoy, il quale fece lo stesso, e poi tutti
e due lanciarono un’incantesimo e si
colpirono a vicenda. Malfoy era stato chiaramente
schiantato, mentre Arthur giaceva a terra, premendosi
la mano destra su una ferita sul fianco sinistro. Senza pensarci su due volte Harry gli corse incontro seguito a
ruota da Silente
-Arthur, stai bene?- chiese quest’ultimo
aiutando il signor Weasley ad alzarsi
-Si Albus, non preoccuparti!- rispose quello dolorante –pensate ai mangiamorte
piuttosto!-
-Harry, porta in casa Arthur,
dentro c’è Molly, dille di accompagnerlo al san Mungo per
una medicazione!- disse Silente ed Harry
annuì, prendendo in spalla il signor Weasley
-Non preoccuparti Harry io…Ahi!- gemette Arthur ed Harry si incamminò verso casa. Appena entrato la signora Weasley gli
corse incontro
-Oh santo cielo, cos’è successo?- chiese
vedendo il marito ferito
-Non lo so Molly, è stato Lucius
con un’incantesimo,
ma…-stava rispondendo Harry, quando il signor Weasley lo interruppe
-Mi ha lanciato contro l’incantesimo Diffindo,
nulla di più scorretto, mi ha lacerato la carne…Ahi!-
-Va bene, ora ti porto al San Mungo, così ti medicano bene, purtroppo
non ho niente per le ferite così profonde in casa!- disse la signora Weasley e prese il marito con sé, poi si diresse
verso il camino, accese il fuoco e vi gettò una manciata
di Polvere Volante, poi scomparve nel vortice di fuoco verde.
Harry
intanto uscì per assicurarsi che gli altri stessero bene.
-State tutti bene?- chiese quando vide che tutti erano
stati liberati
-Sì!- eslcamò Ron
dolorante –non c’è niente di più bello che farsi
schiantare!- continuò sarcastico e tutti si micerò
a ridere
-Beh, non c’è niente da ridere!- commentò lui –Sono
tutto rotto!-
-Dai fratellino, vedrai che con una buona dormita
passa tutto!- dissero in coro Fred e George ridacchiando ancora. Intanto Harry
vide che Ginny se ne stava in disparte col capo chino
e capì che si sentiva in colpa per ciò che era successo
-Ginny cosa c’è?-
gli chiese Harry
-Harry, scusa per prima
io…-stava rispondendo Ginny ma Harry la zittì
-Non è colpa tua! Molti maghi più esperti di me e te non riescono
a contrastare la maledizione Imperius! Quindi non
farti venire inutili sensi di colpa!- disse e la
ragazza gli sorrise.
-Su, andiamo in casa! Una buona dormita ci rimetterà in sesto- disse Harry, ma prima che potesse muovere qualche passò
Silente lo fermò
-Harry, aspettà un
secondo, devo parlarti!-
-Si professor Silente, mi dica!- ribatté Harry
-Molly mi ha detto che prima
dell’attacco hai avuto un’altra visione, è vero?- chiese
Silente serio, guardandolo attraverso gli occhiali a mezzaluna
-Si! Ho visto Voldemort che parlava ai mangiamorte e gli diceva di venire qui
per catturarmi!-
-Bene, ma non è questo che mi interessa! Dimmi,
hai riconosciuto il posto?- chiese il preside
-No, però l’ho già visto altre volte nelle mie visioni, per
esempio l’anno scorso!- rispose Harry, ricordando quando aveva visto Voldemort
parlare con uno dei suoi mangiamorte
-Perfetto, grazie, per ora può bastare! Tom si
ritiene al sicuro dov’è, quindi non si sposterà da
lì, non ci resta che scoprire dove si nasconde!- ribatté Silente
poi aggiunse, prima di Smaterializzarsi -Ora vai a dormire, hai bisogno di un
po’ di riposo!-
Harry si incamminò verso casa, ripensando alle parole di
Silente. Lui era l’unico a chiamare Voldemort
per nome, ed era anche l’unico che Voldemort
temeva, ma non capiva cosa lo rendeva felice del fatto che Voldemort
fosse nascosto. In fondo non sarebbe stato facile trovarlo, come lui stesso sapeva ci sono molti modi per nascondere una persona o un
luogo, come l’Incanto Fidelius, che lo stesso
silente aveva usato sulla casa dei Black, servendosene come quartier
generale dell’Ordine della Fenice. Quando rientrò in casa
trovò i Wealsey ancora svegli che stavano
chiaramente attendendo il ritorno di Molly
-Harry, grazie al cielo Silente e gli altri sono
arrivati in tempo! Se non fosse stato per loro saremmo morti tutti, tu per primo. Sei stato
veramente in gambe a prendere tempo, per permettere a Silente di arrivare-
disse Charlie vedendolo entrare
-Già, hai rischiato moltissimo sfidando apertamente Lucius
Malfoy. È un mago potente!- aggiunse Bill
-Ma Harry non si fa
spaventare da niente!- aggiunse Fred
-Già, ha già affrontato altre volte situazioni del genere- commentò George
-Dai ragazzi, non diciamo stupidaggini, ho solo avuto fortuna! Silente è
arrivato veramente al momento opportuno, non so se avrei resistito contro Malfoy- disse Harry
arrossendo un po’
-Quel tipo è solo un buffone, proprio come suo figlio Draco!- aggiunse Ron che stava
mangiando un dolce
-Sarà, ma intanto ci stava fregando a tutti! Comunque voi ragazzi fareste meglio ad andare a letto,
è tardi e avete appena passato un brutto quarto d’ora! È
giusto che vi riposiate un po’!- disse Charlie
rivolto ad Harry e Ron
-Nient’affatto, voglio aspettare la mamma per
sentire come sta papà!- ribatté Ron
-Niente storie Ron!
Papà starà benone
vedrai, non ti servirà a nulla stare alzato tutta notte. Se per caso lo tengono al San Mungo per sicurezza domani
andremo a trovarlo per vedere come sta!- disse Bill. Ron tentò di ribattere, ma Charlie
lo zittì e lo mandò in camera sua assieme ad
Harry
-Non è giusto, non sono più un bambino!
Non possono trattarmi così- disse mentre
salivano le scale
-Dai Ron, non te la prendere! Lo fanno
per te, hai bisogno di riposo, sei stravolto, e anch’io. Domattina
si vedrà come sta tuo padre- gli disse Harry tentando di calmarlo. La discussione fu chiusa
lì. Harry stava ancora pensando alle sue
visioni, mentre tentava di prendere sonno “Rilassati, sono cose che
servono, non sono così pericolose” gli diceva una voce nella sua
testa “Si, ma a volte si sono rivelate ingannevoli!” rispondeva una
seconda voce “E tutte le altre volte? Non è la prima che salva
visione che ti serve per salvare la vita a qualcuno! Invece di pensare a queste
cose cerca di impegnarti in Legilimanzia appena la
inizi!” rispose la prima voce “Hai ragione, più in fretta
imparo a controllare queste visioni, più stiamo tranquilli! Non devo
preoccuparmi, devo impegnarmi!” ribatté
la seconda voce e poi Harry si addormentò,
sicuro che i sogni fossero finiti per quella notte.
Il giorno dopo quando si alzarono
trovarono la signora Weasley che stava
tranquillamente preparando loro la colazione. Appena la vide, ron domandò
-Mamma! Come sta papà? Dov’è?- la signora Wealsey gli
sorrise
-Sta calmo Ron, papà sta
bene, è restato al San Mungo per stanotte, in modo che i medici
potessero tenerlo sotto controllo! Finita la colazione andremo
a trovarlo. Ora mangiate, su!- rispose. Harry aveva
molta fame, evidentemente la sera prima aveva sprecato molte energie, quindi
mangiò tutto quello che la signora Weasley gli
aveva preparato, e dopo alcune porzioni di bacon, e
qualche toast con la marmellata, era di nuovo carico. Dopo colazione si andarono a preparare, e verso le undici andarono tutti
all’ospedale con la polvere Volante. Dopo il solito vorticare fra le
fiamme Harry sbucò in un camino dentro
un’enorme sala, e vide frotte di maghi che entravano e uscivano da essa. Sulla parete davanti a se vide scritto a grandi
lettere “Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche” e sotto
di essa un banco. Non appena ci furono tutti la
signora Wealsey si diresse
verso di esso e chiese ad una strega immersa nella lettura del
“Cavillo” il giornale gestito dal padre di Luna Lovegood
-Scusi, dovrei vedere mio marito, Arthur Weasley!-
La strega distolse gli occhi dal
giornale, fece scorrere un dito sul grande registro
posato sul banco davanti a lei e rispose
-Il signor Weasley è ricoverato al quarto
piano, prima porta sulla sinistra, reparto Mc Dwalin!- poi si immerse di nuovo
nella sua lettura. Di fianco alle scalinate principali Harry
vide un grande cartello, con riportate le indicazioni
dei vari piani. Presero tutti a salire le scale, finchè,
dopo quattro rampe non arrivarono al piano delle “Lesioni da
incantesimo”, come citava il cartello appeso sulla parete davanti ai
gradini. Sulla porta del reparto dove era ricoverato il
signor Weasley, Harry
lesse: Reparto Alvar “Strizzato” Mc Dwalin e subito sotto su
di un cartellino bronzeo Guaritore responsabile: Matelda Ferdhet
Tirocinante: Elber Wardet.
Harry, che conservava ancora il ricordo della
piccola e buia corsia in cui si era ritrovato Arthur l’anno prima, fu piuttosto sorpreso nel notare che il
reparto Mc Dwalin era molto
più ampio e luminoso, e le pareti erano piene di targhe e ritratti di
riconoscimento verso maghi che avevano scoperto incantesimi utili. Fu colpito
da un quadro in particolare: rappresentava un mago piuttosto giovane, paffuto,
con capelli biondi. La scritta al di sotto di esso
citava: Werner Hugler,
1792-1872, Scopritore della Pozione Rimpolpasangue.
Era la stessa pozione che il signor Weasley era stato
costretto a prendere l’anno precedente per evitare la perdità di molto sangue data dalla ferita
procuratagli da un serpente all’interno del Ministero. Harry si ricordava ancora perfettamente quell’episodio,
era stato anche grazie a lui, in fondo, che Arthur si
era potuto salvare. Se non si fosse trovato nella mente del serpente a quest’ora il signor Wealsey non sarebbe stato più fra loro. In
quella corsia erano presenti numerose stanze e dovettero vagare per cinque
minuti buoni prima di trovare quella in cui risiedeva il signor Weasley. Lo trovarono immerso in una fitta conversazione
con tre membri dell’Ordine, Moody, Kingsley, e Tonks, ma non appena
li videro arrivare i quattro smisero di parlare
-Allora ragazzi, come state, tutti interi?- chiese
Malocchio rivolto a Weasley e ad Harry
-Ma certo che sono interi Malocchio, ti pare?- lo rimbeccò Tonks, poi rivolgendo un sorriso ai ragazzi chiese
–Piuttosto, come vi sentite?-
-Non c’è male Ninfadora!- rispose Gorge e Fred rise sotto i
baffi. Subito dopo Harry capì perché; Tonks si lanciò in un invettiva
contro i gemelli. Da quel che riuscì a capire i due
si divertivano a chiamarla per nome , cosa che la faceva irritare
profondamente. Ad Harry
tornò in mente il loro primo incontro Privet
Drive, quando Lupin gliel’aveva presentata. Al
solo sentir pronunciare il suo nome Tonks era
scattata a dire “Non chiamarmi Ninfadora Remus. Io sono Tonks” e Lupin aveva risposto “Ninfadora
Tonks, che preferisce essere nota solo col
cognome” e la ragazza aveva ribattuto “Lo preferiresti
anche tu, se quella sciocca di tua madre ti avesse chiamato Ninfadora”.
Dopo questo breve Flashback Harry tornò alla
realtà, attirato dall’affermazione di Kingsley
-Allora Harry, Arthur ci ha
detto che hai affrontato Lucius
a viso aperto ieri sera. Sono veramente sorpreso, hai dimostrato grande tempra e spirito!-
-Dovresti entrare a far parte del corpo degli Auror.
Ce ne serve di gente come te, e sfortunatamente è sempre più
difficile da trovare!- disse Moody.
-È ancora presto per Harry, non è
ancora maggiorenne, ma sono sicuro che una volta finiti
gli studi potrà provare a intraprendere la carriera da Auror!- commentò il signor Weasley,
rivolgendo un ampio sorriso ad Harry –Non ti ho
ancora ringraziato per quello che hai fatto ieri sera, Harry.
Senza il tuo intervento a quest’ora saremmo
morti!- continuò, ed Harry
arrossì lievemente.
-Non è vero Arthur, non
è solo merito mio. In fondo se non fosse stato per te Malfoy sarebbe scappato!-
ribatté Harry. IL discorso fu interrotto da
una visita a sorpresa. Hermione e i suoi genitori
entrarono nella stanza con dei pacchi destinati al signor Weasley
-Oh Ernest, Sarah, che sorpresa vedervi! Come avete
saputo ?- chiese il signor Weasley stupefatto
-Il professor Silente sa quanto siamo amici Arthur,
così ci ha spedito un gufo in mattinata e noi
ci siamo precipitati. Hermione ci ha mostrato dove si
trova l’ospedale!- rispose il padre di Hermione. Nel momento in cui Hermione
aveva fatto il suo ingresso nella stanza Ron era diventato un po’ rosso e aveva abbassato lo
sguardo, come per cercare qualcosa che aveva perso sul pavimento
-Ciao Ron, ciao Harry!- li aveva salutati la ragazza e Harry
aveva ricambiato il saluto con un sorriso. Per lui in quel momento la venuta di
Hermione era gradita quanto lo sarebbe stata quella
di Silente. Non voleva che i Weasley continuassero a
ringraziarlo. Era già riuscito a convincerli a stento ad accettare parte
dell’eredità di Sirius, non voleva che
si sentissero ancora più in debito con lui. Non gli sarebbe importato
nemmeno se gli avessero dovuto montagne di galeoni, a lui bastava sentirsi in
famiglia, e con loro non era certo difficile.
Così con la scusa di andare a prendere qualcosa alla sala da tè
al quinto piano, i tre ragazzi riuscirono a divincolarsi.
-Allora Hermione, come stanno andando le vacanze?-
chiese Harry mentre salivano la rampa di scale che li divideva dal
quinto piano
-Oh, bene! Mi è dispiaciuto tornare dalla Germania
però, stavo scoprendo un sacco di cose interessanti sulla magia oscura. Dite che Vitious si
arrabbierà se gli consegno tre rotoli di pergamena in più di
quelli che ci aveva chiesto per il compito?- chiese Hermione
seriamente preoccupata
-Solo tre?- chiese Ron sarcastico –No, dai!
L’hai abituato a cose ben peggiori, questa volta ti sei
trattenuta!- continuò e poi lui ed Harry si
misero a ridacchiare.Hermione un po’
contrariata rispose
-Ah, Ah! Molto spiritoso Ron! Comunque
è molto strano…- e si mise a guardare il soffitto
-Cosa è strano?- chiese Harry
mentre si sedevano ad un tavolo vuoto
-Beh, sono sicura di essere stata con gli occhi e le orecchie ben aperti, ma
non ho sentito o notato nessuna stranezza, niente che potesse
essere in linea con la situazione ora che Voldemort
è pubblicamente tornato- rispose la ragazza. Intanto una strega si era
avvicinata , chiaramente per prendere l’ordine
dei tre ragazzi
-Tre Burrobirre!- le disse Harry,
poi quando si fu allontanata aggiunse –Io non
credo che sia più di tanto strano, in fondo Voldemort
non può essere già abbastanza potente da tentare mosse aperte!-
-Quando la finirete di parlare così alla
leggera di Voi-Sapete-Chi potremmo concentrarci sui
problemi reali?- chiese Ron che era già
saltato due volte dalla sedia a sentire il nome di Voldemort
-Quando la finirai tu, piuttosto, di chiamarlo con
quegli stupidi appellativi che sono per altro inutili?- chiese Hermione poi continuò –E poi cosa
c’è di più importante di Voldemort?-
-Harry!- rispose semplicemente Ron
-IO?- chiese Harry incredulo. Cosa aveva fatto per
meritarsi il titolo di “argomento più importante”
quando Voldemort era da qualche parte,
nascosto a tramare per ucciderlo e conquistare il potere assoluto?
-Sì TU! Voglio dire, Silente non può non essersi accorto che quel
pazzo continua a darti la caccia!- rispose Ron serio. Intanto la cameriera era tornata con le tre BurroBirre e le stava appoggiando sul tavolo, quindi
nessuno dei tre pronunciò più una sillaba finché non se ne
fu andata. Poi Hermione
prese la sua bottiglia e ribatté
-Ma certo che se ne è accorto Ron, ma questo cosa centra?- poi bevve una gran sorsata di BurroBirra
-Cosa Cambia?- ripeté Ron
incredulo –Diamine Hermione cambia tutto, non
posso credere che Silente non abbia attuato ancora qualche piano per proteggere
come si deve Harry, o ancora meglio per addestrarlo a
proteggersi!- esclamò subito dopo aver bevuto anche lui. Intanto Harry li osservava in disparte tracannando anch’egli,
ma senza prendere posizione. Era troppo abituato alle
loro finte litigate per tentare di fermarli. Però
non poté fare a meno di pensare a ciò che aveva detto Ron. Ovviamente nessuno dei suoi amici poteva sapere della
profezia, non ne aveva ancora fatto parola né
con loro né con nessun altro, ma si chiedeva anche lui perché
Silente non avesse ancora provveduto a fargli dare qualche lezione in pià da qualcuno. In fondo
l’anno prima aveva fatto in modo che imparasse, o almeno cercasse
di imparare Occlumanzia solo perché continuava
a fare sogni su Voldemort e sul Dipartimento dei
Misteri, in cui egli bramava di entrare.
-Tu che ne dici Harry?- chiese Ron
rivolto all’amico
-Non so cosa risponderti Ron. Certamente Silente
starà facendo qualcosa, ma non mi ha detto niente al riguardo
quando gli ho parlato l’ultima volta al Ministero, la sera prima
di arrivare da voi!- rispose Harry mandando
giù gli ultimi sorsi di BurroBirra. In quel
momento comparve Fred al fianco dei tre
-Ron, la mamma ti vuole giù, penso che
papà voglia vedere tutta la famiglia!- disse
poi si Smaterializzò. Ron guardò gli
altri due poi disse
-Voi aspettatemi qui! scendo, vedo che vuole mamma e
poi risalgo- e detto questo corse giù per le scale. Harry
intanto si stava guardando intorno in parte sollevato
perché Molly e Arthur
non aveva voluto anche lui. Era giusto che si godessero un momento in famiglia,
anche se praticamente lui ne era un membro. Dopo pochi
secondi il suo sguardo tornò a posarsi su Hermione
e vide che la ragazza sembrava alquanto preoccupata e sovrappensiero
-Hermione, c’è qualcosa che non va?-
chiese, e la sua domanda improvvisa riportò la
ragazza alla realtà
-Oh, no Harry! Non è niente di
importante, ma…- rispose lei lasciando la frase sospesa
-Ma cosa?- chiese Harry incoraggiandola ad andare avanti
-Ecco…non so come dirlo…- iniziò lei incerta
-Se non ci provi non concluderemo niente. Se non ti va
di parlarne non fa niente!- ribatté Harry
-Oh e va bene! Quest’estate sono stata in
vacanza in Bulgaria oltre che in Germania. Da Vicktor!-
esclamò Hermione abbassando lo sguardo e
avvampando immediatamente
-Ah… beh, non è mica una tragedia! Perché ci hai messo così tanto a dirmelo?- domando Harry
cercando di dimostrare più tatto possibile.
-Oh Harry, ho combinato un gran casino con Victor!- rispose lei e una lacrima gli rigò il viso rosso come
un peperone
-Andiamo, cosa puoi aver combinato di così grave?- domandò Harry
-Io…Io ho…ho ferito i suoi sentimenti!-
rispose la ragazza con voce bassa
-Intendi dire che…insomma siete stati insieme?-
chiese Harry stavolta tentando di comprendere la
situazione per cercare di consolare Hermione, che
intanto gli sembrava sempre più avvilita
-No, ma è successa una cosa che non doveva succedere.
Lui…lui si è dichiarato e poi…poi mi ha baciata!-
spiegò Hermione con la voce che si faceva via via sempre più tremante
-Beh, scusa ma continuo a non capire, non è un delitto baciare
qualcuno!- esclamò Harry spaesato
-Si ma lui…lui provava veramente qualcosa per me e io…io dopo che
ci siamo baciati gli ho detto che…che non
provavo nulla per lui! È stato come pugnalarlo alle spalle, mi sono
sentita malissimo- disse la ragazza che intanto
continuava a versare qualche lacrima ogni tanto. Harry
si avvicinò alla sua sedia e la strinse in un abbraccio, per tentare di
tirarla su di morale, poi disse
-Senti, è stato meglio così credimi!
Sarebbe stato peggio non dirgli niente e illuderlo che potesse nascere qualcosa
fra voi!-
-Tu dici? Ma resta comunque il fatto che l’ho
baciato…ho baciato Victor Harry e…- stava
dicendo ma la sua frase fu sepolta dalla voce di Ron
tremante di rabbia
-Così hai baciato Vicky eh?- chiese
avvicinandosi al tavolo. Hermione si sciolse
dall’abbraccio e tornò a fissare il pavimento
imbarazzata
-Aspetta Ron, non capisci, non hai sentito tutto!-
tentò di spiegargli Harry ma fu tutto inutile
-Piantala di difenderla Harry, hoh sentito abbastanza- lo aggredì Ron. Harry non lo aveva mai visto
così arrabbiato, e anche se ne capiva i motivi non poteva lasciare che
quello sproloquio continuasse
-Ron non hai sentito tutto il discorso, non puoi
capire!- esclamò alzandosi in piedi
-Finiscila ho detto!- gli ringhiò contro il ragazzo
–Cos’è, gli è andata male con Krum
e ora ci stava provando con te, è per questo che la difendi?- chiese tremante di rabbia. Harry
stava per rispondergli, ma Hermione lo precedette, si
alzò in piedi, si avvicino a lui e gli mollò
uno schiaffo sulla guancia sinistra
-Come puoi anche solo aver pensato una cosa del genere Ron?
Harry è un amico!- Dopo quell’esclamazione
Harry non riuscì a
cogliere con chiarezza cosa i due si dissero, sentiva solo le loro voci
rimbombare nella sala e nella sua testa “Stanno sempre a litigare quei
due. Sono proprio dei bambini!” disse una voce nella sua testa “E
pensare che tanto fra poco faranno pace!” concluse, ma una seconda voce si intromise “Ne sei sicuro? E se non fosse così?” Harry si
costrinse a chiudere gli occhi, senza sapere nemmeno il perché
“Certo che sono sicuro!” esclamò la prima voce convinta, poi
sentendo le grida dei due aggiunse “Almeno credo…”
“Vedi che non lo sai nemmeno tu” ribatté la prima poi Harry aprì gli occhi. Vedeva il mondo sotto una luce
diversa, gli sembrava tutto così bello e felice in quell’ospedale
e ciò gli faceva ribrezzo, poi fermò lo sguardo su Hermione e Ron che litigavano
“Guardali, non fanno altro che litigare da
mattina a sera, e ti tormentano con i loro diverbi! Perché continuare a
sopportarli?” domandò la voce che intanto si faceva più
gelida e aspra “UCCIDILI!!!”
esclamò poi in tono autoritario “NO!!!” esclamò la
prima voce tentando di contrastare la seconda “SONO MIEI AMICI”
aggiunse “UCCIDILI HO DETTO, SONO SOLO DUE PATETICI IDIOTI!”
esclamò la seconda voce sovrastandosi alla prima, poi l’ultima
risposa, quella della prima voce “HO DETTO NO!” che vinse
completamente la seconda, quindi Harry non
capì più niente. Un dolore lancinante alla cicatrice lo pervase,
così forte che Harry non ricordava di averlo
mai provato se non quando l’anno prima
nell’ufficio di Silente ad Hogwarts aveva
trattenuto l’istinto di attaccare il preside. Poi più nulla, se
non il gelido e duro pavimento su cui si accasciò prima di perdere
completamente i sensi.