About Sex
Voglio scrivere di sesso.
Di estremo, violento, appagante sesso.
Di quello che, una volta finito, vorresti rifare
almeno un migliaio di volte ma per il quale non hai più nemmeno un briciolino
di forza.
Non c’è un motivo particolare per cui io voglia farlo.
Semplicemente, questa mattina mi sono alzata, ho guardato un punto indefinito
di fronte a me e mi sono detta “Porca merda, devo
scrivere di sesso”.
Ho sentito dire che ci si
fanno molti soldi.
E mi sento in grado di farlo. Insomma, so come vanno
le cose. E penso di saperle descrivere nella loro
interezza. Non che ci voglia molto a dire che una
certa cosa entra in un’altra. Il problema è tutto il background.
Ma mi hanno sempre detto che posseggo un’enorme
fantasia, dunque basta solo farla lavorare.
E poi, che cosa c’è di male? E’ una cosa del tutto
naturale, fa parte dell’enorme cerchio della nostra vita. Non devo
sentirmi in imbarazzo, o a disagio, nel descrivere un atto simile.
E non scrivo di certo per appagare me stessa fisicamente parlando
(insomma, se mai dovessi, troverei un altro miliardo di metodi che non siano
quello di stare di fronte allo schermo di un pc, scervellarmi per scrivere di
sesso mirabolante e poi masturbarmici sopra). Mi va e basta. Come le donne incinta con le fragole e la panna.
Potrebbe risultare
divertente, no? In fondo è solo per provare, non intendo
diventare una scrittrice di romanzi erotici. Cioè, se
poi mi capita di sfondare nel campo, ben venga.
E’ che poi qualcuno potrebbe giudicarmi in modo
sbagliato. Non che mi importi. E’ risaputo che non si
debba dare troppo peso ai giudizi altrui. Però vorrei
che capissero anche le mie motivazioni.
Sento di doverlo fare. Voglio farlo. Voglio
scrivere di sesso. E’ un impulso irresistibile. Penso che una
volta finito mi sentirei enormemente soddisfatta. Si. Di essere stata in
grado di rappresentare una scena del genere. E non
penso mi vergognerei. Anche perché se mi vergognassi
non vorrei scrivere una cosa simile.
Spero solo che mia madre non
legga il lavoro che farò. Potrebbe porsi delle domande
strane, ecco. E venire a riferirmele. Sarei costretta
a risponderle, e non so se comprenderebbe i miei
perché.
Visto che ho intenzione di scrivere anche di una relazione
omosessuale, potrebbe crearsi un’immagine di me sbagliata. Magari
penserebbe che sono lesbica, e passerebbe a presentarmi
le figlie delle sue amiche -e sai poi l’imbarazzo nel dover spiegare a quelle
poverine che sono interessata a tutt’altra cosa?-. Oppure penserebbe ad un mio
deficit di accudimento. Ad una mancata figura maschile
nella mia infanzia. Ad un’insicurezza nei confronti del mondo che mi circonda
o, peggio ancora, ad un’acuta ninfomania latente che è uscita fuori tutta d’un botto e, non sapendo come soddisfarsi si ciba di testi
a sfondo sessuale.
Vabbeh, l’importante è che non trovi il file sul
computer. Metterò una password e non ci sarà alcun
pericolo.
Però, ecco, non fraintendetemi. Il tipo di vicenda su
cui voglio concentrarmi non si limita al sesso in sé.
Insomma, ok, per la maggior parte sarebbe sesso –e, parlando di
erotismo, mi pare pure ovvio- ma si concentrerebbe anche sui sentimenti
e le emozioni delle due parti. Sarebbe un qualcosa anche di introspettivo
e profondo, non un romanzetto squallido per qualche pervertito. Insomma, punto
all’arte io, mica cazzi.
Comunque ora devo pensare ad una storia che regga e che possa coinvolgere il
pubblico. Pensavo ad un target dai diciassette anni in su.
Oh, giusto, non l’ho detto.
Voglio scrivere di sesso per i giovani. Non per gente matura.
Non sarei in grado. Sono visioni diverse: di iniziati
all’arte e di veterani. Per questi ultimi potrebbe risultare
leggero e spuro, un romanzo come quello che ho in mente io. Probabilmente non
riuscirei ad inglobare nella narrazione quel tipo di panoramica che hanno loro.
Che poi che panoramica sarebbe? Nostalgica?
Rimpiangente dei bei tempi andati? Appagata, soddisfatta, felice di esser
arrivata ad una maturazione
fisica e mentale al punto da potersi definire geni del sesso?
No, no, per loro non potrei proprio scrivere.
I giovani sono più semplici da gestire, e poi di certo conoscono meno trucchi,
quindi dovrei andare sul sicuro con le semplici
nozioni che conosco.
Cioè.
Almeno spero.
Oh, ma insomma.
E’ complicato.
Chi voglio prendere in
giro?
Ho solo quindici anni, io.
E, sesso, non l’ho manco mai fatto.
-End-
*
Della serie “ti svegli la mattina e senti che devi scrivere una cosa del genere”.
Non cercate un significato profondo: non c’è.
Non giudico Tizio con questo pezzo. Non esalto Caio
con questo pezzo. Non denuncio chi è in grado di scrivere riguardo al sesso ad
una certa età (anche perché, uhm, denuncerei me stess- coff), né tantomeno ne esalto le capacità.
E’ una One-Shot
senza capo né coda che spero però vi abbia fatto sorridere.
Thanks for Reading.
Greta.