Pallottole.
Mangi.
Fissi
quel pacco di doritos vuoto che campeggia allegro
sulla tua scrivania e ti senti in colpa. Come ti sei sentito in colpa per il
panino al formaggio fuso di prima, il bacon e le uova di questa mattina, la
pizza al salame piccante di ieri.
Il tuo
stomaco si stringe in un nodo fastidioso. Kurt ti guarda alzando un
sopracciglio. Vorresti chiedergli come fa a non cadere mai in tentazione. Mai
un panino, una fetta di pizza in più, un dolce di troppo. Lui riesce a
trattenersi, tu no. Tu sei solo un povero mangione sfigato destinato a marcire
su una poltrona tutta la vita, lo sai benissimo.
Ti porti
una mano alla bocca e corri in bagno.
La porta
soffoca il rumore che fai quando vomiti con la testa ficcata dentro il
gabinetto, ma non la voce di Kurt che, spaventato, ti chiede se stai bene.
Ti mordi
il labbro e mormori qualcosa che sembra quasi un “sì”.
Ti
alleni.
Ieri la
Coach ti ha raccolto dal pavimento dello spogliatoio. A quanto pare sei
semplicemente svenuto per terra dopo esserti allentato troppo.
Ti alzi
con le gambe che tremano e i muscoli che friggono. Ti appoggi alla Coach e
ringrazi Dio o chi per lui per averla fatta arrivare in quel momento, perché se
non fosse stato per lei tu saresti rimasto lì per terra fino al giorno dopo (il
lato positivo è che almeno non saresti arrivato tardi a lezione) e lasci che ti
faccia sedere su una panchina.
Ti
chiede quante ore ti sei allenato e tu non hai il coraggio di dirle che sei lì
dalla fine della scuola e che non hai fatto altro che fare pesi per quasi
quattro ore abbondanti. Borbotti un intervallo di tempo casuale e guardi il
pavimento. Ti chiede se hai mangiato qualcosa prima di allenarti. Scuoti
sinceramente la testa e ti rendi conto che è la prima volta in molto tempo che
sei sincero.
Ti dà
una barretta energetica e si allontana per prenderti dell’acqua.
Butti la
carta della barretta a terra e fai sparire lo snack sotto un armadietto.
Quando
la Coach ti chiede se era buona, tu sorridi e annuisci.
Canti.
Aspetti
che la casa sia vuota, metti la base e via. Odi sbagliare la nota, odi stonare.
Quasi maledici il giorno in cui hai smesso di cantare sotto la doccia e ti sei
messo a cantare su un palcoscenico.
Le corde
vocali cominciano a farti male, ma canti lo stesso. Se stecchi ricominci da
capo e canti ancora più forte.
Il
giorno dopo, a scuola, sei senza voce. Dai la colpa ad una partita
particolarmente appassionante di Call of Duty in multiplayer.
Balli.
Persino
Puck dice che non sai ballare. Bell’amico, insomma. Rachel dice che tu vai bene
come sei, ma lei è la tua ragazza. Chiedere un opinione a lei è come chiedere a
tua madre se sei bello. È più che ovvio che dica che sei il bambino
più bello del mondo.
Comincia
a farti male un ginocchio. Hai i muscoli che gridano vendetta dall’allenamento
del giorno prima.
Ma se
pensi al modo in cui balla Mike, alla sua grazia, al fatto che sembra che voli,
al fatto che ha chiamato tutta la squadra di football per aiutarlo con la sua
audizione ma non ha chiamato te, beh, allora te ne infischi del dolore. Balli
come un elefante disadattato con seri problemi d’alcolismo, ma non importa.
Ti
guardi allo specchio e sorridi, pensando che magari sei migliorato un poco.
Sei buono.
O almeno
ci provi. Vuoi davvero essere un bravo amico, fidanzato, fratello. Perdoni
sempre tutti, cerchi di aiutare tutti. Ci provi. Fallisci, qualche volta. Ma
poi ci riprovi. Magari fallisci ancora, ma sai che fallisci almeno un po’
meglio.
Sei contento
se la gente è felice assieme a te. Sei contento se riesci a proteggere quella
piccola, disastrata, multietnica famiglia che è il Glee Club. Sei contento se
Kurt ti sorride, se Rachel ti bacia, se Rory ti
cammina accanto e parla con te perché pensa sinceramente che tu sei un tipo
interessante.
E
nessuno di loro sa e nessuno di loro saprà mai che ieri sei svenuto ancora
nello spogliatoio, che hai pianto anche dopo che Rachel se n’è andata perché
non ti hanno preso per quella borsa di studio sportiva, che hai un livido
grosso quanto la tua testa sulla schiena perché ieri sei caduto ballando e che
se la tua voce ogni tanto cala non è perché l’abbassi volontariamente, ma
perché non riesci proprio ad alzarla.
E lei
continua a parlare e ogni parola è una pallottola, l’ennesima, che ti colpisce,
scavando dentro la tua mente il suo foro d’insicurezze nascoste e sforzi che
fanno male.
E tu la
guardi senza riuscire a parlare, quegli occhi freddi che fanno stare tutti
zitti.
Poi si
volta. Prendi fiato e guardi la sua schiena, comprendi che vista da dietro lei
è sottile e fragile come tutte le ragazze.
E
vorresti fargli del male come lei ha fatto con te, con Rory,
con Kurt, con Rachel, con tutti per
tre lunghissimi anni.
- Ehy- la tua bocca si apre prima che il tuo cervello
interceda con lei – Santana.
Devi
ammettere a te stesso che il rumore di quella pallottola è stato musica per le tue orecchie.
A.Corner___
Perché,
ammettiamolo, sbraitare il più grande segreto di qualcuno in mezzo ad un
corridoio affollato è una cosa sbagliata e cattiva e chi la fa meriterebbe di
essere preso a sprangate nei denti.
Ma Finn,
vorrei farvi notare, si è ritrovato davanti una persona che, una per una, ha
sparato a zero su tutte le sue insicurezze, oltre ad aver insultato lui, i suoi
amici, suo fratello e la sua ragazza innumerevoli volte.
Stiamo
parlando comunque di Finn, quello che ha fatto di tutto per aiutare gli altri
ed essere gentile, persino essere pronto a perdonare Karofsky quando nessuno
voleva farlo (ricordate l’episodio del Super Bowl?) che
ha anche fatto le sue cazzate, ma suvvia, in questo show tutti fanno cazzate a
getto continuo.
Quindi, ecco a voi una sorta di nonsapreicomechiamarlo di Finn. che si sforza come un
cretino e sembra fallire regolarmente. Ma a me piace vederlo che ci prova,
magari fallisce, ma ci prova sempre.
E non
sapete quanto ho amato vederlo assieme a Kurt mentre portano via Rory sanguinante.
Adoro Finn
e Rory ♥
Se vedete
errori di qualunque tipo, segnalateli, ‘kay?